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05. Signore e Maestro Gv11,46-13,38

 

Signore e Maestro 

(Giovanni 11, 46 - 13, 38)

 

 

 

 

1. PER RIUNIRE I FIGLI DI Dio Gv 11,46-53

2. CERCAVANO GESÙ Gv 11, 54-57

3. TUTTA LA CASA SI RIEMPÌ DEL PROFUMO Gv 12,1-8

4. OSANNA! Gv 12,9-19

5. IL CHICCO DI FRUMENTO Gv 12,20-34

6. DIVENTARE FIGLI DELLA LUCE Gv 12,35-44

7. PER SALVARE IL MONDO Gv 12,44-50

8. LI AMÒ SINO ALLA FINE Gv 13,1-11

9. COME HO FATTO IO Gv 13,12-30

10. TUTTI SAPRANNO Gv 13,31-38

 

inizio

1. PER RIUNIRE I FIGLI DI DIO Gv 11, 46-531

46 Ma alcuni di loro andarono dai farisei e riferirono loro quello che Gesù aveva fatto.

47 Allora i sommi sacerdoti e i farisei riunirono il sinedrio e dicevano: «Che cosa facciamo? Quest'uomo compie molti segni.

48 Se lo lasciamo continuare così, tutti crederanno in lui, verranno i Romani e distruggeranno il nostro Tempio e la nostra nazione».

49 Ma uno di loro, di nome Caifa, che era sommo sacerdote quell'anno, disse loro: «Voi non capite nulla!

50 Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera».

51 Questo però non lo disse da se stesso ma, essendo sommo sacerdote, profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione;

52 e non soltanto per la nazione, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi.

53 Da quel giorno dunque decisero di ucciderlo.

 

1. PER RIUNIRE I FIGLI DI Dio Gv 11,46-53

Gesù, di fronte a te, che agisci con l'amore e la luce del Padre, gli uomini si dividono: tu sei sempre segno di contraddizione!

Ci sono quelli che scoprono nella tua persona i segni dell'amore di Dio e credono in te, ti danno tutta la loro fiducia.

E ci sono coloro che - cercando gloria dagli uomini - non riescono se non a rifiutarti e odiarti in modo sempre più manifesto. Sono proprio coloro che hanno udito il tuo grido davanti alla tomba di Lazzaro e lo hanno visto uscire, che ti vogliono denunciare.

I tuoi nemici ormai non ti cercano più. Essi sanno che tu li hai identificati con coloro che rubano e uccidono, che profanano il tempio di Dio e fanno bestemmiare il suo nome. Vogliono impedirti di agire. Essi sanno che le tue opere sono "segni", che manifestano qualcosa di più grande, un amore divino per i poveri e i sofferenti, amore che essi non riescono a praticare e condividere.

Tu sei l'oggetto del loro odio, della loro paura.

Essi non cercano la volontà di Dio, non interrogano le Scritture, ma soltanto i propri interessi.

Gli interessi di questo mondo, ricchezze, ambizioni, potere, non permettono l'ascolto della voce di Dio. Questi interessi trovano sempre qualche motivazione, vera o presunta, per toglierti di mezzo, per farti tacere, per chiamarti «nemico del popolo».

È il sommo Sacerdote, proprio colui che dovrebbe portare gli uomini al Padre, che pronunzia la tua sentenza. Egli crede d'esser l'unico a capire, ma in realtà egli stesso non comprende nemmeno il significato che Dio dà alle sue parole.

Si fa strumento di Satana, che è omicida fin dal principio; vuole «salvare» il popolo con la violenza! Vuole «salvare» con i metodi dell'uomo peccatore. Non sa che l'unico Salvatore del popolo è Dio! Vuole «salvare» il popolo, ma gli preme l'istituzione di cui è a capo, e che la fede, che tutti potrebbero avere in te, Gesù, renderebbe inutile.

Salvare gli uomini con le forze dell'uomo significa rinnegare l'onnipotenza di Dio: e Dio Padre ci salva proprio con l'impotenza dell'uomo, con la tua impotenza, Gesù: è il tuo sangue - che ora i capi decidono di versare - che salva noi e tutti coloro che crederanno in te dal vero nemico dell'uomo, dal Maligno. È lui che ci vuole divisi!

È il tuo sangue versato e il tuo corpo donato che ci uniscono in un unico popolo di Dio, unico gregge, unico corpo che loda il Padre.

Tu ti sei offerto per la nostra vera salvezza, Signore Gesù!

Ti lodo, ti benedico, ti ringrazio e mi offro a te, perché tu possa manifestare anche in me la tua gloria!

inizio

 

2. CERCAVANO GESÙ Gv 11, 54-57

54 Gesù allora non andava più in pubblico tra i Giudei, ma da lì si ritirò nella regione vicina al deserto, in una città chiamata Efraim, dove rimase con i suoi discepoli.

55 Era vicina la Pasqua dei Giudei e molti dalla regione salirono a Gerusalemme prima della Pasqua per purificarsi.

56 Essi cercavano Gesù e, stando nel Tempio, dicevano tra di loro: «Che ne dite? Non verrà alla festa?».

57 Intanto i capi dei sacerdoti e i farisei avevano dato ordine che chiunque sapesse dove si trovava, lo denunziasse, perché potessero arrestarlo.

 

2. CERCAVANO GESÙ Gv 11, 54-57

Signore Gesù, tu non accetti di far cambio della tua vita con quella del popolo, secondo i disegni degli uomini.

Tu doni la vita solo al Padre, liberamente: sarà lui a decidere la tua "ora". Per questo ti ritiri nel deserto con i discepoli: anch'essi devono conoscere la solitudine, devono provare cosa significhi il disprezzo degli uomini e il loro odio; anch'essi devono assaporare la croce.

Il luogo del tuo nascondimento è fuori della Giudea, nel territorio considerato pagano, ma che ha dimostrato di accoglierti e di riconoscerti: la Samaria e, in essa, la città che porta il nome di Efraim, definito, da Geremia, "primogenito", il primo tra i popoli che tu riconduci!

Molti salgono a purificarsi a quel tempio che tu avevi dichiarato immondo: molti sono ancora schiavi di leggi e tradizioni esteriori, ma hanno già nel cuore e nella mente te, e vorrebbero vederti.

Essi hanno percepito che sei tu la luce e la vita, sei tu colui che purifica e salva; essi hanno percepito che sei tu il pastore, e perciò rimangono là, non escono finché tu non li conduca fuori; non chiedono nulla ad altri, perché solo tu hai parole di vita e di salvezza.

La notizia che i capi ti vogliono catturare fa loro temere che non ti avrebbero trovato. Senza di te la festa non sarebbe piena, la Pasqua non sarebbe 'pasqua', la festa della libertà!

Sei tu la vera festa, la vera liberazione: sei tu che dai la vita! E tu, Gesù, andrai, per far sì che quella Pasqua sia la vera Pasqua per sempre!

I sommi sacerdoti e i farisei erano ciechi: essi avevano altri interessi, di guadagno e di potere; il loro cuore era occupato dalle cose della terra; non potevano desiderare la vita né riconoscere che la vita sei tu.

Solo i poveri, gli umili e oppressi sono sensibili all'amore e riconoscono dove l'amore del Padre si manifesta!

Chi non ti cerca per amarti e per accoglierti, Gesù, ti cerca per eliminarti!

Tu sei sempre - e ancora - il segno di contraddizione sul quale si divide l'umanità.

Gesù, tu hai parole di vita eterna,

Tu sei il pastore che dà la vita per me!

Tu sei l'inviato del Padre per portarmi il suo amore!

Tu sei la sapienza di Dio Amore che salva il mondo!

Tu sei il mio Diletto cui offro la vita!

Gesù, mio Re e mio Dio, mio Fratello e mio Pastore, mia Pace e mio Bene, mia Vita senza fine e senza confronto, mia vita Piena e Beata!

inizio

 

3. TUTTA LA CASA SI RIEMPÌ DEL PROFUMO Gv 12, 1-8

1 Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Lazzaro, che egli aveva risuscitato dai morti.

2 E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Lazzaro era uno dei commensali.

3 Maria allora, presa una libbra di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì di quel profumo.

4 Allora Giuda Iscariota, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse:

5 «Perché non si è venduto questo profumato per trecento denari e non si sono dati ai poveri?».

6 Disse questo non perché gl'importasse dei poveri, ma perché era ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro.

7 Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché lo conservi per il giorno della mia sepoltura.

8 I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me».

 

3. TUTTA LA CASA SI RIEMPÌ DEL PROFUMO Gv 12, 1-8

Signore Gesù, tu ami coloro che godono di te e accetti la loro festa: è la festa per te, che dai la vita ai morti, per te, che sei Risurrezione!

Adesso tu prevedi la tua Ora, l'Ora della tua morte, della tua Pasqua! E tu inizi questo Tempo con un momento di gioia con i tuoi e con i tuoi amici.

Alla cena ci sono Marta e Lazzaro: l'una serve tutti, l'altro sta con te e gode della tua presenza. Questo è ciò che farà la tua Chiesa, sempre, e ciò che faranno nei secoli tutti i tuoi discepoli: godranno di te, staranno a mensa con te, come chi ha terminato i propri impegni, come chi è giunto già alla beatitudine eterna; contemporaneamente, saranno sempre pronti al servizio!

Tu, Gesù, non fai nulla: ci sei, semplicemente; ti lasci amare, ti lasci servire e dai occasione di festa! Noi, tuoi discepoli, siamo i gioiosi servitori del mondo, perché con noi ci sei tu!

Maria, anch'essa rappresentante la tua Chiesa Sposa, compie il gesto inaudito: versa su di te, sui tuoi piedi, non l'acqua della purificazione, ma l'olio della consacrazione e il profumo del sacrificio vespertino. Nell'ora in cui si concludono i sacrifici del tempio, al sabato, con l'offerta dell'incenso prezioso, le cui odorose volute riempiono tutto il sacro edificio, senza che nessun uomo vi sia presente, a quell'ora su di te, altare dei profumi, viene versato il nardo: esso riempie la casa, abitata dagli uomini, di odore di festa, di gioia, di pienezza!

L'amore, di cui il nardo è simbolo, avvolge la tua Chiesa, il luogo dove tu porti la presenza di Dio. La casa è il nuovo tempio: tu l' hai trasformata in luogo dove Dio è adorato attraverso il servizio e l'amore per te!

Signore Gesù, tu rendi vicino all'uomo il vero Dio, tu rendi la dimora dell'uomo luogo di presenza divina, tempio nuovo e gioioso! Tutti possono essere presenti al tuo Dio, nessuno deve allontanarsi da quel Padre che tu ci rappresenti e ci fai conoscere! Il capo di Maria, coi capelli impregnati del tuo profumo, porterà ovunque il segno gioioso della tua presenza nella dimora degli uomini. La Chiesa, da lei raffigurata, sarà sempre il luogo del tuo amore che attira gli sguardi e le attenzioni di tutti a te, sorgente dell'amore e della gioia.

Uno dei tuoi discepoli preferisce il denaro all'amore per te. Egli non sa amare, e nasconde questa sua incapacità con la pretesa dell'amore ai poveri. Vuol amare gli assenti chi non sa amare i presenti: e quando saranno presenti a lui i poveri, non saprà amare nemmeno quelli. Egli traduce l'amore col denaro, ma perché ama il denaro ed è menzognero. Egli ingannerà i poveri volendo dar loro denaro invece che donare loro te, Gesù, mio Signore, che sei l'unico che ama tutti perché ti offri del tutto. Tu ami davvero i poveri, perché li fai godere di te; offrendoti loro, li fai sentire amati dal Padre e doni loro capacità e desiderio di servire.

L'unguento, che vale trecento denari, ha il valore della tua croce, il prezzo per avere l'albero della vita, la tua presenza che salva! Tu l' hai capito, mentre vedevi quel nardo - conservato fin dalla creazione del mondo per il Messia - versato sul tuo corpo, nuovo tempio che viene distrutto per risorgere nella gloria di Dio eterno!

Tu vieni sepolto, il tuo corpo nascosto, e ai poveri noi daremo sempre il profumo della tua presenza e del tuo amore, quel profumo che ha arricchito e risanato la nostra povertà, la povertà tremenda del nostro peccato. Signore Gesù!

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4. OSANNA! Gv 12, 9-19

9 Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che Gesù si trovava là, e accorse non solo per Gesù, ma anche per vedere Lazzaro che egli aveva risuscitato dai morti.

10 I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Lazzaro, 11 perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.

12 Il giorno seguente, la grande folla che era venuta per la festa, udito che Gesù veniva a Gerusalemme,13 prese dei rami di palme e uscì incontro a lui gridando:

«Osanna!

Benedetto colui che viene nel nome del Signore,

il re d'Israele!».

14 Gesù, trovato un asinello, vi montò sopra, come sta scritto:

15 «Non temere, figlia di Sion!

Ecco, il tuo re viene,

seduto su un puledro d'asina.»

16 I suoi discepoli sul momento non compresero queste cose; ma, quando Gesù fu glorificato, si ricordarono che queste cose erano state scritte di lui e che a lui essi le avevano fatte.

17 Intanto la gente, che era stata con lui quando chiamò Lazzaro fuori dal sepolcro e lo risuscitò dai morti, gli dava testimonianza.

18 Anche per questo la folla gli era andata incontro, perché aveva udito che egli aveva compiuto questo segno.

19 I farisei allora dissero tra loro: «Vedete che non concludete nulla? Ecco: il mondo è andato dietro a lui!».

 

4. OSANNA! Gv 12, 9-19

Signore Gesù, là dove sei tu accorre la folla! Là dove sei tu c'è speranza che la vita in questo mondo possa diventare festa. Dove sei tu ci sono i segni della tua vittoria. La folla viene a te perché c'è Lazzaro, che vive grazie a te. Lazzaro è silenzioso, non fa nulla. Egli è colui che giaceva con te a mensa: non è colui che serviva, come Marta.

La gente viene a te attratta dalla vita, non dal servizio! Chi vive della vita che tu dai è testimonianza, è attrazione a te. Molti lasciano l'organizzazione che dà sicurezza in questo mondo per venire a te, che dai vita nuova al di sopra della morte! Chi guida il mondo non vuole te né, di conseguenza, vuole Lazzaro: coloro che, con la propria vita, attirano a te ricevono lo stesso calice che tu ricevi. Chi è beneficato da te è odiato dal mondo, perché ne diventa giudizio.

Tu, Gesù, vuoi entrare nella città santa, ma coloro che hanno sentito di te escono da essa per venirti incontro: sei tu la città di Dio, sei tu colui che porta gioia e festa, sei tu il nuovo motivo della Pasqua! Essi prendono con sé i rami delle palme con cui si celebra il memoriale dei benefici di Dio, della liberazione del popolo e della consacrazione del tempio, i rami con cui si accoglie il re vittorioso. Tu hai vinto la morte, il nemico comune a tutti gli uomini, Ebrei e pagani; e tutti ti vengono incontro e cantano il benvenuto: Osanna! Dio salva per mezzo di te! Dio ha mandato la sua salvezza. Tu vieni nel suo nome, Tu sei il Promesso, sei il Pastore, sei il Re d'Israele! Tu sei colui che «deve» venire, perché è promesso e perché noi, senza te, non abbiamo vita.

Anch'io ti accolgo, mio Signore Gesù! Vieni, benedetto! Sei benedetto dal Padre ed io ti benedico e ti attendo.

Tu, Signore Gesù, gradisci la festa, la gioia e l'accoglienza entusiasta della folla di Gerusalemme e dei pellegrini giunti per la solennità! Tu accetti e gioisci, ma, al tempo stesso, aiuti la comprensione completa della tua missione. Tu non ti lasci "fare" dalla folla né dipendi da essa. Tu sei l'inviato dal Padre, tu sei il re che viene senza potenza umana e senza violenza, il re mite che non alza la voce. Tu sei il re che il Padre vuole dare al suo popolo, un re di pace che non usa le armi con nessuno. Non sei il re rivoluzionario che scaccia qualcuno, ma il re che accoglie tutti nel servizio d'amore. Tu leghi l'asino alla vite di Giuda, come profetizzò Giacobbe, il grande patriarca: Tu unisci indissolubilmente il popolo di Dio alla tua umiltà e alla tua pace.

I tuoi discepoli assistono agli avvenimenti. Comprenderanno dopo. Comprenderanno dopo la tua morte. E comprenderanno insieme sia le Scritture, sia i fatti di cui sono spettatori e partecipi. I farisei, invece, capiscono che tutto il mondo è in attesa di Gesù, di te, mio Signore. Capiscono, invidiano, odiano. Si accusano reciprocamente.

La tenebra non può soffocare la luce. E quando sembrerà loro di essere riusciti a soffocare la tua luce, proprio allora essa brillerà del suo maggior splendore e illuminerà il mondo!

Signore Gesù, Figlio di Dio, benedetto il tuo venire!

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5. IL CHICCO DI FRUMENTO Gv 12, 20-34

20 Tra quelli che erano saliti per il culto durante la festa c'erano anche alcuni Greci.

21 Questi si avvicinarono a Filippo, che era di Betsàida di Galilea, e gli domandarono: «Signore, vogliamo vedere Gesù».

22 Filippo andò a dirlo ad Andrea, e poi Andrea e Filippo andarono a dirlo a Gesù.

23 Gesù rispose: «È venuta l'ora che il Figlio dell'uomo sia glorificato.

24 In verità, in verità io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto.

25 Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna.

26 Se uno si mette al mio servizio, mi segua, e dove sono io, là sarà anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerà.

27 Ora l'anima mia è turbata; che dire? Padre, salvami da quest'ora? Ma per questo sono giunto a quest'ora!

28 Padre, glorifica il tuo nome». Venne allora una voce dal cielo: «L' ho glorificato e lo glorificherò ancora!».

29 La folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri dicevano: «Un angelo gli ha parlato».

30 Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per voi.

31 Ora è il giudizio di questo mondo; ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori.

32 E io, quando sarò innalzato da terra, attirerò tutti a me».

33 Diceva questo per indicare di qual morte doveva morire.

34 Allora la folla gli rispose: «Noi abbiamo appreso dalla Legge che il Cristo rimane in eterno; come puoi dire che il Figlio dell'uomo deve essere innalzato? Chi è questo Figlio dell'uomo?».

 

5. IL CHICCO DI FRUMENTO Gv 12, 20-34

Signore Gesù, a te viene tutto il mondo: quelli venuti ad adorare il Padre cercano te, perché hanno compreso che vedere te è vedere il Padre, vedere te è entrare nell'amore di Dio! Tu sei la vera festa, quella definitiva! Essi, pagani, vogliono vedere te! Non hanno coraggio d'incontrarti direttamente, perché sanno di non essere del popolo di Dio. Essi si confidano con Filippo, il cui nome è loro familiare. La loro richiesta è nuova: può il Maestro incontrare i Greci? Filippo consulta l'altro discepolo portatore di un nome greco, Andrea. Questi sa che solo tu, Gesù, puoi rispondere, tu che avevi affermato d'avere altre pecore al di fuori dell'ovile.

E tu, Gesù, sempre attento a cogliere i segni e i cenni del Padre, non rispondi, ma alzi la tua voce a proclamare ciò che il Padre ti rivela.

La ricerca di te da parte dei Greci è segno che ormai il Regno si espande, è la conferma che tu sei luce delle nazioni, l'eletto per portare la salvezza ai confini della terra. Tu comprendi che è giunta la tua Ora, l'Ora della realizzazione del disegno di Dio e della speranza degli uomini. È l'Ora della tua glorificazione! La tua gloria si realizza col dono totale della vita, con l'offerta di te stesso: tu sei il chicco di grano che, morendo, porta frutto. La tua morte porterà il frutto della salvezza di tutti gli uomini.

Così i tuoi discepoli: se ti seguiranno, saranno tuoi collaboratori e riceveranno onore dal Padre; se non si doneranno totalmente, ma vorranno pensare a se stessi, il loro vivere diverrà inutile, vita perduta!

Il tuo servo godrà la tua gloria, la tua gioia!

Gesù, quale dono ricevere onore dal Padre! Quale grazia essere dove tu sei!

Il dare la vita, l'offrirsi è anche per te occasione di turbamento e di angoscia. Ma tu ami il Padre e perciò riesci a volere la sua gloria che si compie nel tuo morire. Il Padre - che è Padre per tutti gli uomini- manifesta il suo nome nel dare te per le loro iniquità.

Il Padre gradisce il tuo dono, gradisce che tu voglia ciò che egli vuole, e ti risponde. Tu solo comprendi, mentre gli uomini capiscono solo che tra te e il Padre c'è unità, c'è parola e ascolto. Essi pensano che Dio parli solo a te, come un tempo a Mosè. Il Padre invece vuole indicare te a loro, a tutti: la tua vita e la tua morte sono la vera gloria di Dio!

Tu sei gradito al Padre: ciò è giudizio per chi ti è contrario, per l'Avversario, il Diavolo. Egli è escluso dai disegni di Dio, è fuori delle attenzioni dei figli di Dio, la sua voce non riceve ascolto. Tutti invece giungono a te, che per opera del principe del mondo sei innalzato. Il tuo amore perseverante sulla croce attira lo sguardo e il cuore di tutti. In te si compie il mistero della salvezza. Tutti sono peccatori, ma tutti saranno attirati da te e saranno guariti dal morso del Serpente non appena alzeranno lo sguardo al tuo volto, al tuo amore che si offre. Non c'è spiegazione a questo mistero. Gli uomini non capiscono, non intendono che possa salvarci da morte uno che muore. Ma il Padre ha pensieri diversi dai nostri pensieri. La tua morte, Gesù, salva la nostra morte dall'essere disgrazia, paura. La tua morte fa della nostra un'offerta, un atto d'amore unito al tuo.

Grazie, Gesù!

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6. DIVENTARE FIGLI DELLA LUCE Gv 12, 35-43

35 Gesù allora disse loro: «Ancora per poco tempo la luce è tra voi. Camminate mentre avete la luce, perché non vi sorprendano le tenebre; chi cammina nelle tenebre non sa dove va.

36 Mentre avete la luce, credete nella luce, per diventare figli della luce».

Gesù disse queste cose, poi se ne andò e si nascose loro.

37 Sebbene avesse compiuto segni così grandi davanti a loro, non credevano in lui,

38 perché si compisse la parola detta dal profeta Isaia:

Signore, chi ha creduto alla nostra parola?

E la forza del Signore, a chi è stata rivelata?

39 Per questo non potevano credere, poiché ancora Isaia disse:

40 Ha reso ciechi i loro occhi

e duro il loro cuore,

perché non vedano con gli occhi

e non comprendano con il cuore,

e non si convertano,

e io li guarisca!

41 Questo disse Isaia perché vide la sua gloria e parlò di lui.

42 Tuttavia, anche tra i capi, molti credettero in lui ma, a causa dei farisei, non lo dichiaravano, per non essere espulsi dalla sinagoga.

43 Amavano infatti la gloria degli uomini più che la gloria di Dio.

 

6. DIVENTARE FIGLI DELLA LUCE Gv 12, 35-43

Signore Gesù, tu sei la luce, tu sei la vita! Tu vuoi chiamarci a darti adesione piena. Noi non possiamo rimandare sempre la decisione, perché i tempi passano e le occasioni non si ripetono. Sei tu la luce, e tu non rimani sempre fisso in un luogo, sei in cammino: i segni della tua presenza passano! Fin che tu illumini la via bisogna dirigersi alla meta con decisione, con sicurezza. Sei tu che porti al Padre gli uomini, sei tu la via sicura! Senza di te c'è solo tenebra, e il camminare nella tenebra non permette di giungere alla meta, di più: è soltanto fonte di paura e di inutili fatiche.

Signore Gesù, tu sei la mia luce, io do fiducia a te. Ciò che vedo della tua presenza è degno di fede. Con te divento figlio della luce, dono e presenza di Dio nel mondo!

È bello, è vita, è gioia, è sicurezza e pienezza camminare con te, mio Signore Gesù!

È un mistero il fatto che qualcuno non creda in te! In realtà, nonostante tu abbia agito con la potenza di Dio, e abbia operato grandi prodigi, non nasce spontaneo il darti piena fiducia: tu porti al dono di se stessi, tu porti a diventare amore, e ciò non è gradito a chi è abituato a pretendere, a comandare, ad essere il centro dell'attenzione. Ha un senso perciò la domanda di Isaia che non capisce come mai sorgano incredulità di fronte alle parole più sante e rifiuto da parte di chi ha visto i prodigi di Dio.

C'è chi si lascia guidare non dall'evidenza, ma dal principe di questo mondo, il quale acceca e indurisce, impedisce il frutto dell'opera di Dio, agisce in senso contrario al suo agire. Dio vuole conversione, vuole risanare e guarire: Gesù ha realizzato questo desiderio del Padre suo ogni volta che s'è incontrato con gli uomini. E in questo modo egli ha dato gloria a Dio, a quel Dio che dà la vita, che si chiama Padre, che ama il mondo e lo vuole salvare dal menzognero.

Questa salvezza di Dio e questo inspiegabile rifiuto di essa erano già presenti al Profeta che aveva contemplato la gloria di Dio, come noi ora contempliamo la gloria di Gesù, rivelazione della gloria del Padre.

Credere in te, Gesù, dopo aver visto le tue opere, non è difficile. È difficile, piuttosto, confessare la fede, è difficile accoglierla ad ogni livello e lasciarsi cambiare la vita da essa. Credere in te porta a un vero cambiamento, un cambiamento che non può venir accolto da chi vuol dominare i cuori degli altri. Chi ti ama e crede in te diviene libero e capace di ascoltare e lodare il Padre; chi crede in te non ha più bisogno della legge, perché è portato e guidato dallo Spirito di Dio.

Coloro che si ritengono i detentori della legge, coloro che si fanno grandi da sè non riescono ad accettare la presenza di chi è interiormente libero, di chi supera, nell'amore, l'obbedienza legalistica. I farisei, che si considerano i migliori, non sopportano l'amore e la libertà che esso dona.

Chi ama ancora se stesso vive nella paura, nasconde la fede in te e la rende inoperosa, infeconda: per quest'uomo è come se la fede non ci fosse.

Gesù, cerco la gloria del Padre e credo in te! Sei tu la vera salvezza! Ti amo. Non importa cosa dicono altri, anche i più influenti. Il tuo amore influisce più di tutto sul mio cuore!

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7. PER SALVARE IL MONDO Gv 12, 44-50

44 Gesù allora gridò a gran voce: «Chi crede in me, non crede in me ma in colui che mi ha mandato;45 chi vede me, vede colui che mi ha mandato.

46 Io sono venuto nel mondo come luce, perché chiunque crede in me non rimanga nelle tenebre.

47 Se qualcuno ascolta le mie parole e non le osserva, io non lo condanno; perché non sono venuto per condannare il mondo, ma per salvare il mondo.

48 Chi mi rifiuta e non accoglie le mie parole, ha chi lo condanna: la parola che ho annunciato lo condannerà nell'ultimo giorno.

49 Perché io non ho parlato da me, ma il Padre, che mi ha mandato, mi ha ordinato lui che cosa devo dire e annunciare.

50 E io so che il suo comandamento è vita eterna. Le cose dunque che io dico, le dico così come il Padre le ha dette a me».

 

7. PER SALVARE IL MONDO Gv 12, 44-50

Signore Gesù, tu ci doni ancora la tua parola per riassumere la tua presentazione di te stesso, la rivelazione del tuo essere inviato per la salvezza. Nel presentarti non dai importanza ai miracoli, ai segni. Essi sono stati necessari per aiutarci ad accogliere il fatto che tu vieni dal Padre, che tu sei l'Inviato; sono stati incoraggiamento a darti piena fiducia, ad aderire alla tua persona.

Credo in te, Gesù! Mi fido di ciò che tu dici, di ciò che tu fai. Credo in te, e così sono sicuro di essere appoggiato sul Padre, sul Dio vivo e vero, la cui Parola è eterna e realizza ciò che esprime. Io ti vedo, Gesù, e ti guardo senza giudicarti; vedo in te la gloria dell'amore del Padre, vedo la sua grandezza e la sua bellezza!

Tu vuoi mostrarci il Volto di Dio, non la sua legge, non le sue tavole di pietra! Tu vuoi che il nostro rapporto col Padre non sia dominato dalla paura, ma dalla semplicità dell'amore! Tutti temono di vedere Dio, e invece tu ce lo mostri in modo da farcelo desiderare, Lui che è la meta del nostro cammino. Tu hai compiuto la legge, quella Legge che è stata presentata come luce: ora sei tu la luce, la luce piena e definitiva. Tu sei il compimento della Legge: noi ora seguiamo te, con piena fiducia! Signore Gesù, vera luce dei miei passi! Le tue parole sono dolci, le tue parole sono salvezza. Tu non vuoi giudicare né condannare. Tu sei venuto in un mondo dove tutti sono fuori strada, dove tutti sono già condannati. E la tua venuta non è per ratificare il giudizio che gli uomini già meritano: tu vieni per salvare, e solo tu salvi! Chiunque s'affida a te è già salvato, chi crede in te è gradito al Padre, è nel suo cuore e ne riceve la vita!

Il tuo messaggio, messaggio che ci vuol avvicinare con fiducia al Padre tramite te, è il messaggio che salva. Se lo rifiutassi, rimarrei per sempre nella condanna della Legge, rimarrei nella ricerca di salvarmi da solo, con le mie forze: ricerca inutile, faticosa, inconcludente, persino blasfema.

Tu, Gesù, tu che compi prodigi, tu sei l'obbediente! Tu non proponi te stesso se non per il fatto che sei l'Inviato, che sei l'unico a conoscere il Padre, le sue intenzioni, il suo amore, le sue parole.

Tu, Gesù, sai che la parola di Dio è vita, perché Dio è Padre, è colui che dà la vita e la mantiene, colui che crea l'uomo a sua immagine e a sua somiglianza. Dio Padre crea con la sua parola: e questa parola ora è data a te; tu la porti nel mondo: qui, attraverso il tuo parlare, puoi seminare vita! Signore Gesù, tu, vero profeta, più grande di Mosè, tu sei il Figlio che porta sulla bocca la parola del Padre! Tu avvicini la sua bocca ai miei orecchi, al mio cuore, perché io abbia la vita!

La tua parola, Gesù, è il bacio di Dio, con cui egli mi mostra e mi dona il suo amore eterno, la sua vita, la sua fecondità.

Signore Gesù, parla: io ti ascolto! E ti ringrazio, perché mi rivolgi la parola, dalla quale ricevo l'amore perfetto e vitale di Dio!

Grazie, Signore Gesù!

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8. LI AMÒ SINO ALLA FINE Gv 13, 1-11

1 Prima della festa di Pasqua Gesù, sapendo che era venuta la sua ora di passare da questo mondo al Padre, avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine.

2 Durante la cena, quando il diavolo aveva già messo in cuore a Giuda Iscariota, figlio di Simone, di tradirlo,3 Gesù, sapendo che il Padre gli aveva dato tutto nelle mani e che era venuto da Dio e a Dio ritornava, si alzò da tavola, si tolse la veste, prese un asciugamano e se lo cinse attorno alla vita.

5 Poi versò dell'acqua nel catino e cominciò a lavare i piedi dei discepoli e ad asciugarli con l'asciugamano di cui si era cinto.

6 Venne dunque da Simone Pietro e questi gli disse: «Signore, tu lavi i piedi a me?».

7 Rispose Gesù: «Quello che io faccio, tu ora non lo capisci; lo capirai dopo».

8 Gli disse Pietro: «Tu non mi laverai mai i piedi!». Gli rispose Gesù: «Se non ti laverò, non sarai messo a parte di ciò che è mio».

9 Gli disse Pietro: «Signore, non solo i piedi, ma anche le mani e il capo!».

10 Soggiunse Gesù: «Chi ha fatto il bagno, non ha bisogno di lavarsi se non i piedi ed è tutto puro; e voi siete puri, ma non tutti».

11 Sapeva infatti chi lo tradiva; per questo disse: «Non tutti siete puri».

 

8. LI AMÒ SINO ALLA FINE Gv 13, 1-11

Signore Gesù, il tuo compito è l'amore che ci fa conoscere e vedere e desiderare il Padre! Quest'amore tu lo hai già dato in tanti modi ai tuoi discepoli e ora stai consegnandolo loro nel modo più pieno: essi comprenderanno, così, che la vita è vivere l'amore, e la religione è amare, e l'essere graditi a Dio è ancora l'amore! Proprio perché tu conosci la tua origine e la tua meta, puoi mostrarci l'amore, e così ci riveli ancora chi è il vero Dio: è un Padre che dà la vita!

Compi i vari gesti dell'amore umile e pieno come svolgessi un rito: ti alzi, deponi la veste, prendi il panno, te ne cingi. Ti fai servo. Tu sei il Servo di Dio, e ti fai servo dei tuoi discepoli: essi sono destinati a far risplendere la gloria di Dio. Deponi la veste nobile e indossi quella del servizio umile: lo fai senza esserne richiesto e senza averne necessità. Tu cingi l'arma del servizio, come un lottatore che si prepara alla battaglia, come un viaggiatore che si alza per intraprendere il cammino; tu lotterai con Satana, e vincerai! Tu vai al Padre, e giungerai!

Servendo umilmente anch'io vincerò la lotta dell'orgoglio e dell'egoismo e giungerò alla meta!

Tu lavi i piedi ai discepoli come Abramo li aveva lavati agli Angeli di Dio, anzi a Dio stesso! E i tuoi discepoli saranno i nuovi messaggeri di Dio! Come il Signore lava le sozzure del suo popolo, così tu lavi il nuovo popolo di Dio che stai per formare. Come i figli di Aronne devono lavarsi i piedi prima di offrire i sacrifici, e come devono lavare le zampe delle vittime prima che siano offerte, così tu purifichi i tuoi, li prepari ad offrire il tuo sacrificio, ad accostarsi al tuo Corpo risorto, nuovo tempio, definitivo, e ad offrirsi, con te, come vittime gradite.

Il tuo gesto assomiglia a quello di Maria, che ti ha profumato i piedi e li ha asciugati: tu ora ami i tuoi discepoli gratuitamente!

Pietro non capisce il tuo amore. Egli pensa a te, e a Dio, come a un grande del mondo che non deve piegarsi e umiliarsi. Ma per te e per il Padre amare non è umiliarsi, anzi, è rivelarsi, è farsi conoscere e comunicarsi!

Dopo la tua morte Pietro capirà. Dopo essersi lasciato amare, dopo esser diventato piccolo come un bambino, anche Pietro potrà entrare nel tuo modo di vivere, di offrirsi. È quello che stai cercando di fargli comprendere ora: se si lascerà lavare, avrà parte con te, potrà essere, con te, rivelazione del Padre, potrà godere la tua gloria!

Pietro ancora non ti capisce, ma si lascia lavare.

Tu non intendi ripetere i riti di purificazione: essi non sono più necessari né hanno mai purificato il cuore. Giuda, pur lavato, non è puro! Sei tu ora, Gesù, la purificazione vera: chi accoglie te è gradito al Padre, sta alla sua presenza e ne gode l'amore. Chi accoglie te e ascolta le tue parole è veramente mondo: in lui Dio trova posto, in lui cresce l'uomo nuovo!

Signore Gesù, eccomi: lava tu i miei piedi, purificami perché possa aver parte con te ed ereditare con te la gloria!

Signore Gesù, figlio del Dio vivo, salvami!

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9. COME HO FATTO IO Gv 13, 12-30

12 Quando ebbe lavato loro i piedi, riprese la veste, sedette di nuovo e disse loro: «Capite quello che ho fatto per voi?

13 Voi mi chiamate il Maestro e il Signore, e dite bene, perché lo sono.

14 Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavarvi i piedi gli uni agli altri.

15 Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi.

16 In verità, in verità io vi dico: un servo non è più grande del suo padrone, né un inviato è più grande di chi lo ha mandato.

17 Sapendo queste cose, siete beati se le mettete in pratica.

18 Non parlo di tutti voi; io conosco quelli che ho scelto; ma deve compiersi la Scrittura: Colui che mangia il pane con me, ha alzato contro di me il suo calcagno.

19 Ve lo dico fin d'ora, prima che accada, perché, quando sarà avvenuto, crediate che Io Sono.

20 In verità, in verità io vi dico: chi accoglie colui che io manderò, accoglie me; chi accoglie me, accoglie colui che mi ha mandato».

21 Dette queste cose, Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».

22 I discepoli si guardavano l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse.

23 Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù.

24 Simone Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava.

25 Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?».

26 Rispose allora Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariota.

27 Allora, dopo quel boccone, satana entrò in lui. Gli disse dunque Gesù: «Quello che stai facendo, fallo presto».

28 Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; 29 alcuni infatti pensavano che, poiché Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri.

30 Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.

 

9. COME HO FATTO IO Gv 13, 12-30

Gesù, tu prima agisci, poi parli; prima lavi i piedi, poi aiuti a comprendere la tua posizione verso i tuoi discepoli e i loro rapporti reciproci.

Tu non sei solo il Maestro che spiega, tu sei il Signore che ama. Di più: Tu, prima, sei colui che ama, colui che rappresenta il Padre che dà la legge dell'amore, poi sei colui che la insegna! Se il Signore, il Maestro fa una cosa, i discepoli, che lo amano, devono fare altrettanto: altrimenti non sarebbero né discepoli, né amici! Tu, Gesù, hai dato un esempio, ma, soprattutto, tu hai amato. E io amo perché tu ami, e come tu ami. Io farò ciò che tu hai fatto, perché tu l' hai fatto, come mio Signore, e come tu l' hai fatto, come mio Maestro; ancora, lo farò con la forza che tu mi darai, con la tua sapienza e scienza!

Signore Gesù, tu sei davvero mio Signore e Maestro!

Ti ringrazio per la gioia e la pienezza di vita che mi trasmetti quando faccio ciò che tu fai, quando amo come tu ami!

Tu conosci anche chi non vuole accoglierti né come Signore né come Maestro; sai, ancora, che chi non accetta di donarsi diventa nemico e si lascia andare in balìa del Nemico: sarà tuo Nemico, che ti porta alla morte. Ma tu non rifiuti la morte, anzi, ne fai l'occasione del tuo donarti!

Tu manifesti anche l'avversario, offrendo così un segno capace di dar sostegno alla fede in te: chi legge le Scritture potrà sapere che Tu sei proprio Colui che è, Colui che il Padre invia.

C'è chi ti rifiuta, Gesù, ma ci sono anche coloro che ti accolgono, ed accolgono i tuoi inviati! Questi sono e saranno come Abramo: accolgono Dio stesso, divengono dimora divina, tempio santo, Arca della Nuova Alleanza!

Non c'è solo il tuo Nemico, ci sono e ci saranno sempre i tuoi amici che diverranno uno con te! Questa è la tua gioia, una gioia che supera e dà motivo alla sofferenza cui vai incontro.

I tuoi discepoli si guardano cercando di scoprire il traditore, ma non vi riescono: egli si nasconde bene, e tu lo ami come ami tutti, anzi, di più! Per lui intingi il boccone, segno di amicizia. Con un gesto d'amore tu manifesti al discepolo, il cui nome rivela il tuo - Giovanni significa: Gesù ama, Gesù è l'amore -, colui che ti tradirà: Tu sai chi è, e lo ami, e chiedi anche ai tuoi di amarlo.

Il discepolo che tu ami non ha soggezione di Te, è libero di porti le domande più delicate e segrete. Al discepolo che crede di essere qualcuno, invece, manca il coraggio, o forse la semplicità e l'immediatezza dell'amore e dell'amicizia, per parlarti in confidenza. Egli ricorre a colui che ti ama in semplicità.

Tu continui a tenere nascosto colui che opera il male. Tu vedi la sua incapacità di rimanere con te e con i tuoi, e gli dai l'occasione di allontanarsi senza che alcuno s'accorga. In tutti rimane ancora il segreto. Chi è il traditore? Posso essere io! Quale garanzia posso dare io, con le mie forze, che non tradirò il mio Signore e Maestro?

Sto unito a te, Gesù! Rimango dove tu sei: là è giorno, là c'è la luce. Fuori è notte. Senza te l'uomo vaga in balìa della tenebra, e del padre delle tenebre, che è menzogna e toglie la vita.

Resto con te e con i tuoi, Gesù: tienimi, per grazia, per misericordia!

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10. TUTTI SAPRANNO Gv 13, 31-38

31 Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui.

32 Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.

33 Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho già detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire.

34 Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

35 Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

36 Simone Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi».

37 Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!».

38 Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».

 

10. TUTTI SAPRANNO Gv 13, 31-38

Signore Gesù, all'uscita di Giuda - e di Satana con lui - tu ti senti liberato da un grande peso e sollevato della presenza del nemico, che impediva la tua piena confidenza con i discepoli. Solo ora puoi aprir loro del tutto il tuo cuore!

La tua Ora è giunta, e si sta compiendo. Adesso gli uomini realizzano le loro trame contro di te: esse sono solo il mezzo col quale tu vieni glorificato, il mezzo attraverso il quale puoi far vedere la pienezza dell'amore del Padre, la tua divinità, e la sua divinità, come amore! Tu manifesti Dio come Padre ed egli manifesta te come Dio! Tu e il Padre siete uno anche in questo momento conclusivo, e la vostra unità è lo Spirito che si deve effondere sui discepoli e, attraverso di loro, sul mondo!

Ai discepoli parli con confidenza, come un papà cui preme esser ascoltato e sa d'esser ascoltato perché sente l'amore dei suoi figlioli. Offri loro il tuo testamento per colmare la nostalgia che avranno di te: vivendo il tuo comandamento, sentiranno e godranno ancora la tua presenza. Essi resteranno soli, ma questo non sarà un male, anzi: ciò rientra nei disegni annunciati e voluti dal Padre! I discepoli, soli, potranno portare a tutti, e in tutti i luoghi, l'annuncio del tuo nome con la loro vita, e così renderti presente.

Il comandamento nuovo, che tu doni loro, ha proprio questo scopo: annunciarti, non con le parole, ma con la vita, in modo comprensibile e inequivocabile, a tutto il mondo. Vivendo il tuo comandamento, essi annunceranno che tu sei la vita, sei la via, sei la verità, sei il pane, sei l'uomo vero! Questa è la missione dei tuoi discepoli, di tutti, non solo di quelli inviati a predicare!

E nessuno predicherà fruttuosamente se la comunità dei discepoli non sarà come il seme che muore!

Ecco il tuo comandamento nuovo: amarsi gli uni gli altri. È una chiusura? No, è una chiarezza. Solo quelli che credono in te portano in sé la vita, la vita del Dio che è amore. Solo quelli che credono in te hanno capacità di amare come tu hai amato, hanno forza di vincere il proprio io - ambizione ed egoismo - e di vincere il Maligno. Solo chi crede in te sa amare e accetta di essere amato, e vive così piena comunione, come quella che tu vivi con il Padre.

Signore Gesù, il tuo comando è nuovo anche per questo: non amiamo perché l'amore è grande o perché l'amore è un valore immenso, ma perché tu hai amato, tu che sei il Figlio e il Pastore e la Luce!

Chi crede in te è capace di accogliere sempre nuovi fratelli, e fratelli di ogni cultura e di ogni condizione sociale. Grazie, Gesù, del tuo comando, che fa della tua Chiesa luogo del vero Dio, comunità sempre missionaria che attira a te tutti i popoli, e li raccoglie riempiendoli della vita vera, fonte di gioia e di salvezza!

La domanda che Pietro ti rivolge con ostinazione, o Figlio di Dio, e la tua risposta sincera e sorpresa, mi aiutano a non fidarmi di me stesso, né della mia capacità di comprendere, né della mia forza d'esserti fedele.

Ti ringrazio, Gesù, che muori per me: la tua morte è preziosa, è necessaria. Senza di essa io non sarei tuo discepolo. Se accetti la mia vita, ed essa può essere utile per il tuo Regno come testimonianza della tua salvezza, eccomi, Gesù!

Donami tu luce, forza e guida perché il mio vivere e il mio morire siano tuoi, tuo strumento e tua gloria.

Grazie, Signore Gesù!

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Nulla Osta: Mons. Iginio Rogger, cens. Eccl., Trento, 01 gennaio 2002