03. Io sono la luce Gv 7,1-8,59
IO SONO LA LUCE
Neanch’io ti condanno (Gv 8, 11)
5. 40-53 COME PARLA QUEST'UOMO
8. 8,21-30 SAPRETE CHE IO SONO
9. 8,31-40 FEDELI ALLA MIA PAROLA
10. 8,41-47 DICO LA VERITA'
11. 8,48-59 USCI' DAL TEMPIO
1 Dopo questi fatti, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo.
2 Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, detta delle Capanne.
3 I suoi fratelli gli dissero: «Parti di qui e va nella Giudea perché anche i tuoi discepoli vedano le opere che tu compi.
4 Nessuno infatti, se vuole essere riconosciuto pubblicamente, agisce di nascosto. Se fai queste cose, manifèstati al mondo!».
5 Neppure i suoi fratelli infatti credevano in lui.
6 Gesù allora disse loro: «Il mio tempo non è ancora venuto; il vostro tempo invece è sempre pronto.
7 Il mondo non può odiare voi, ma odia me, perché di lui io attesto che le sue opere sono cattive.
8 Salite voi alla festa; io a questa festa non vado, perché il mio tempo non è ancora compiuto».
9 Dopo aver detto loro queste cose, restò nella Galilea.
10 Ma quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi andò anche lui, però non apertamente, ma di nascosto.
11 I Giudei intanto lo cercavano durante la festa e dicevano: «Dov'è quel tale?».
12 E la folla, sottovoce, faceva un gran parlare di lui. Alcuni infatti dicevano: «E' buono!». Altri invece: «No, inganna la gente!».
13 Nessuno però ne parlava in pubblico, per paura dei Giudei.
1. DI NASCOSTO Gv 7,1-13
Signore Gesù, tu sei davvero segno di contraddizione: tu porti nel mondo ciò che il mondo non ha! Questo non piace a chi comanda nel mondo, a chi ha interessi di prestigio e di dominio.
Ti vogliono uccidere coloro che ritengono di essere capi: essi attendono la festa quale occasione per toglierti di mezzo. La festa stessa, così, da festa di Dio diventa festa dell'omicida, del diavolo.
Nemmeno i tuoi parenti collaborano con Dio, anzi, essi prestano voce ad uno spirito di ambizione; essi in tal modo si fanno strumento della tentazione della gloria umana. Essi in te vedono qualcuno che può dar prestigio alla loro famiglia. Infatti essi ti propongono i modi di fare degli uomini. Non immaginano di poter imparare qualcosa da te, benché abbiano visto le tue opere divine, sono invece solo pronti a darti consigli, a orientare anche il tuo sguardo a te stesso!
Essi non credono in te: “i parenti” vogliono conservare una propria bella immagine di fronte al mondo. La parentela, quando ancora non ha accolto lo Spirito Santo, non è un aiuto per discernere la Volontà del Padre e per soddisfare le urgenze del Regno di Dio! Per i parenti non esiste un ascolto di Dio, non c’è una vita interiore, non è comprensibile la vita nascosta.
Tu, Gesù, sei attento solo al Padre: sei in attesa del momento che egli ti indicherà, sei proteso a individuare i segni della sua Volontà. Gli uomini sono sempre pronti ad agire con tempestività, perché ascoltano solo se stessi, cercano unicamente la propria gloria. Tu, invece, a costo di passare inosservato, rimani rivolto al Padre. Questo tuo atteggiamento fa di te una luce che illumina le intenzioni egoistiche degli altri uomini, di tutti, anche le mie…
E così l'odio dell'uomo si riversa su di te! Chi non ama il Padre, che tu ascolti, odia te.
Tu non 'sali' a questa festa, festa del ringraziamento. Tu non sarai “innalzato” durante questa solennità. Tu sei in attesa dell'ora in cui potrai essere manifestato come “agnello di Dio”. Tu vai segretamente, di nascosto, là dove sono gli uomini che hanno bisogno di te.
Vai ‘di nascosto’: non cerchi la pubblicità. Sarà il Padre a rivelarti. Sarà il Padre a donarti agli uomini come Salvatore, quando egli vorrà. Hai già vinto la tentazione di buttarti dal pinnacolo in maniera spettacolare per farti ammirare dagli uomini! Ora tu ami il nascondimento…
Gli uomini però cercano proprio te! Ti cercano apertamente quelli che ti odiano.
Vivono invece di te, vivono col tuo nome nel cuore quelli che ti amano e che solo in te possono porre la speranza della libertà. La paura dei capi e dei ricchi fa tacere i poveri e i piccoli: il loro cuore, però, non tace. Tra essi c'è chi segue le ispirazioni dello Spirito e vede con gioia che tu porti nel mondo la bontà del Padre!
2. CON GIUSTO GIUDIZIO 7,14-24
14 Quando ormai si era a metà della festa, Gesù salì al Tempio e insegnava.
15 I Giudei ne erano stupiti e dicevano: «Come mai costui conosce le Scritture, senza avere studiato?».
16 Gesù rispose loro: «La mia dottrina non è mia, ma di colui che mi ha mandato.
17 Chi vuol fare la sua volontà, riconoscerà se questa dottrina viene da Dio, o se io parlo da me stesso.
18 Chi parla da se stesso, cerca la propria gloria; ma chi cerca la gloria di colui che lo ha mandato è veritiero, e in lui non c'è ingiustizia.
19 Non è stato forse Mosè a darvi la Legge? Eppure nessuno di voi osserva la Legge! Perché cercate di uccidermi?».
20 Rispose la folla: «Sei indemoniato! Chi cerca di ucciderti?».
21 Disse loro Gesù: «Un'opera sola ho compiuto, e tutti ne siete stupiti.
22 Per questo Mosè vi ha dato la circoncisione - non che essa venga da Mosè, ma dai patriarchi - e voi circoncidete un uomo anche di sabato.
23 Ora, se un uomo riceve la circoncisione di sabato perché non sia trasgredita la Legge di Mosè, voi vi sdegnate contro di me perché di sabato ho guarito interamente un uomo?
24 Non giudicate secondo le apparenze; giudicate con giustizia!».
2. CON GIUSTO GIUDIZIO 7,14-24
Signore Gesù, le feste degli uomini sono per te occasione per donare la conoscenza del Padre. Senza di lui non c'è gioia né pace né comunione: non c'è festa! Gioia e pienezza per te, Gesù, è poter donare la luce che permette di vedere il Padre che ci ama! Tu conosci il Padre non per aver studiato, tu lo conosci perché lo ami!
I grandi conoscono solo lo studio che dà l'illusione di sapere senza essere in comunione, di conoscere senza impegnare la vita; questo sapere può esser vanificato dal molto parlare e attira la gloria vana degli uomini.
Tu, Gesù, conosci le Scritture! Tu sai come ci ama il Padre e come noi lo possiamo amare; lo sai perché tu vivi con lui e per lui. Gli uomini usano il ragionamento e poi fanno quel che vogliono. Tu usi il cuore e poi ubbidisci, fai ciò che vuole il Padre. Così non parla solo la tua voce, ma tutto il tuo vivere parla e ci offre un nuovo criterio per discernere: l'amore!
Chi vuol essere ubbidiente a Dio – anche se non sempre ci riesce perché il peccato insidia continuamente l’uomo - costui trova in se stesso, nelle profondità dell'amore, la conferma che una parola, un insegnamento viene dal Padre e non dalla vanità dell'uomo.
Quando si parla, purtroppo anche quando si parla di Dio, lo si può fare solo per cercare la propria gloria. Si possono dire allora, forse, persino cose “nuove”, ma senza verità, cose che vengono dall'ascolto di sé e non dall'ascolto del Padre.
Tu, Gesù, cerchi solo la gloria del Padre e proprio per questo dici cose che possono attirare contro di te inimicizia e odio: tu sei libero! In te ci sono verità e giustizia, luce e rettitudine, vera conoscenza e agire divino!
Chi porta nel cuore odio e inimicizia capaci di propositi omicidi non può essere ‘da’ Dio: non lo conosce, nè è in grado di insegnare rettamente la tua Legge!
Il tuo agire, Gesù, è in linea con l'agire divino:tu hai amato l'uomo, lo hai amato anche di sabato, donandogli l'amore completo del Padre, che di sabato - come sempre - dà la vita e continua ad amare. Questa è la vera Legge di Mosè, questa l'intenzione più profonda di quel Dio che vuol rivelarsi Padre per gli uomini. Egli, che vuol sigillare l'alleanza con l'uomo accogliendolo nel suo popolo, anche di sabato, non vorrà pure, e forse ancor più, far entrare nella vita piena un uomo che ne è ancora escluso?
L'amore del Padre è l'unico criterio di discernimento e di giudizio. Tutti gli altri ragionamenti accontentano le apparenze, sono superficiali, non raggiungono la luce di Dio, sono menzogna.
Grazie, Signore Gesù! Tu sei la Parola, tu che conosci il Padre perché lo ami. Tu ami anche me, perché vedi e contempli colui che ti ha mandato!
3. IO LO CONOSCO 7, 25-36
25 Intanto alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere?
26 Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo?
27 Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia».
28 Gesù allora, mentre insegnava nel Tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure io non sono venuto da me, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete.
29 Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato».
30 Allora cercarono di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettergli le mani addosso, perché non era ancora giunta la sua ora.
31 Molti della folla invece credettero in lui, e dicevano: «Il Cristo, quando verrà, compirà forse segni più grandi di quelli che ha fatto costui?».
32 I farisei udirono che la gente andava dicendo queste cose di lui. Perciò i capi dei sacerdoti e i farisei mandarono delle guardie per arrestarlo.
33 Gesù disse: «Ancora per poco tempo sono con voi, poi vado da colui che mi ha mandato.
34 Voi mi cercherete e non mi troverete; e dove sono io, voi non potete venire».
35 Dissero dunque tra loro i Giudei: «Dove sta per andare costui, che noi non potremo trovarlo? Andrà forse da quelli che sono dispersi fra i Greci e insegnerà ai Greci?
36 Che discorso è quello che ha fatto: Voi mi cercherete e non mi troverete, e: Dove sono io, voi non potete venire?».
3. IO LO CONOSCO 7, 25-36
Signore Gesù, la tua presenza suscita sempre interrogativi: tu sei diverso da come ti immagina l’uomo, da come egli ti vorrebbe o si aspetterebbe che tu fossi! In queste attese hanno grande peso i giudizi umani, le considerazioni e gli interessi dei potenti soprattutto, di coloro che fanno udire la propria voce accompagnandola con il rumore delle armi o con il luccichio del denaro. Questi uomini diffondono dei pregiudizi che non lasciano agli altri libertà di discernimento.
Tu, Gesù, sei qui con noi perché inviato dal Padre! Non potremo conoscere te finché non cercheremo il volto di Colui che ti ha mandato.
La conoscenza superficiale che si può avere di te non è conoscenza vera. Tu non vivi indipendente, solo, senza riferimenti. Tu sei ‘comprensibile’ solo come Colui che viene perché inviato, come Colui che non fa nulla da se stesso, come Colui che apre il nostro orizzonte a contemplare il Padre.
Tu conosci il Padre, Tu lo ami e gli obbedisci; la tua conoscenza di lui è fatta di partecipazione al suo amore per tutti gli uomini, al suo amore per me. Tu conosci il Padre e conosci me. Tu sei per me ‘padre’, perché doni te stesso affinché io abbia la vita.
Gli uomini potenti e superbi non vogliono essere conosciuti, perché verrebbero 'riconosciuti' lontani da Dio. Essi perciò cercano la tua morte, come Caino cercò la morte di Abele, che era amato da Dio per la sua offerta.
I piccoli e i poveri, però, che non hanno interessi da difendere, sono liberi di riconoscere in te l'inviato di Dio; essi sanno vedere che non può essere realizzato un bene più grande di quello che tu fai : tu ami l'uomo debole e povero, tu ami il peccatore rischiando la tua vita per lui; Dio non potrebbe mandare qualcuno migliore di te!
I capi hanno paura della libertà della gente; riconoscono che essa è frutto della tua Presenza, del tuo amore ai malati e ai sofferenti, a chi non conta nulla.
Tu intuisci e conosci le intenzioni malvagie del tuo nemico: sai di morire per opera sua e di vivere in una dimensione nuova, che gli uomini ancora non conoscono. Tu sei l'unico: sei l'unico figlio di Dio e sei l'unico sacerdote degli uomini; sei l'unico che entra là dove nessuno può entrare, se non dopo di te e grazie a te.
Coloro che non ti amano e non credono in te possono fare solo supposizioni, supposizioni appoggiate unicamente sulla propria ignoranza. In essi così rimane il dubbio continuo, perché non vogliono interrogare il Padre, nè confrontarsi con le sue opere e le sue parole. L'uomo senza di te, Gesù, manifesta solo vuoto, stoltezza e malvagità.
Signore Gesù, abbi pietà di noi.
4. CHI HA SETE 7, 37-39
37 Nell'ultimo giorno, il grande giorno della festa, Gesù, ritto in piedi, esclamò ad alta voce: «Se qualcuno ha sete, venga a me, e beva
38 chi crede in me. Come dice la Scrittura: dal suo grembo sgorgheranno fiumi di acqua viva».
39 Questo egli disse dello Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui: lo Spirito infatti non era stato ancora dato, perché Gesù non era stato ancora glorificato.
4. CHI HA SETE 7, 37-39
Quando la festa dell'uomo sta per finire, allora tu, Gesù, alzi la tua voce.
Quando gli uomini sono al culmine delle loro gioie, li attende di nuovo l'amarezza, la sfiducia. L'uomo non possiede nulla che lo soddisfi appieno. Egli avrà sempre sete, a meno che non ceda alla tentazione dell’orgoglio, che lo rende falsamente “soddisfatto” delle proprie azioni, dei propri meriti. Le cerimonie più solenni e più belle non appagano la sete dell'uomo: questa, in lui, è una realtà molto profonda, che gli è motivo di grande sofferenza e nello stesso tempo gli fa percepire con sicurezza il bisogno di un'acqua che colmi le lacune angosciose della propria umanità.
Tu chiami proprio quest'uomo, quello che soffre della propria limitatezza, quello che soffre l'arsura della propria inadeguatezza. Tu lo chiami a te non chiedendogli altro che questa sete, proprio e solo questa sete.
Vengo anch'io, Gesù! Tu sei fonte! Tu sei la fonte di Siloe (che significa «inviato»), da cui posso attingere direttamente. Tu sei “l”inviato” di Dio Padre che dona l'acqua della vita.
Pongo la mia fiducia in te, nel tuo amore, nel tuo cuore! Non mi appoggio su ciò che io riesco a fare, sull'esito delle mie osservanze della Legge nè sulla consolazione che mi può venire da riti e cerimonie. Credo in te! Mi disseto di ciò che tu mi doni, mi riempio la vita della vicinanza d'amore a te.
Sei tu il tempio dal cui lato destro scaturisce l'acqua a torrenti, sei tu la città circondata da un fiume che non si può passare a guado, sei tu la fonte che dà freschezza e sicurezza alla città, anche se circondata dagli eserciti nemici!
Dal tuo fianco, Gesù, sgorga l'acqua in abbondanza, l'acqua che risana le nazioni.
Credo in te, e ricevo un nuovo spirito. Credo in te, e il tuo Spirito di figlio entra anche in me: vivo fiducioso, senza più attese, senza più senso di vuoto e mancanza di vita. Il tuo Spirito in me soddisfa ogni esigenza: non sento più il bisogno di gioie che vengano dall'esterno, dal vedere, dall'udire, dal gustare, dall'essere amato e stimato, onorato e osservato. Tu estingui ogni sete: il tuo Spirito mi fa sentire amato e osservato dal Padre, accolto e benedetto da lui. Gesù, grazie del dono così pieno e sorprendente che ricevo quando m'appoggio su di te!
Tu mi doni il tuo Spirito dal luogo della tua gloria: dalla tua croce e dal tuo trono nei cieli, alla destra del Padre!
Lo Spirito che tu mi doni mi fa essere, insieme a te, un'offerta continua e perseverante al Padre, mi mette nell'atteggiamento di donarmi, di “morire” per esprimere l'amore! Ancora, il tuo Spirito già ora mi dona la gioia di regnare nei cieli, superando, con l'amore, i momenti dolorosi e incomprensibili che incontro sulla terra. Nel tuo Spirito, quando muoio con te m'accorgo di sedere con te nella patria!
Tu, Gesù, elevato da terra, riversi in me uno Spirito che m'innalza nei cieli!
5. COME PARLA QUEST'UOMO 7, 40-53
40 All'udire queste parole, alcuni fra la gente dicevano: «Costui è davvero il profeta!».
41 Altri dicevano: «Costui è il Cristo!». Altri invece dicevano: «Il Cristo viene forse dalla Galilea?
42 Non dice la Scrittura che il Cristo verrà dalla famiglia di Davide e da Betlemme, il villaggio di Davide?».
43 E tra la gente nacque dissenso riguardo a lui.
44 Alcuni di loro volevano arrestarlo, ma nessuno gli mise le mani addosso.
45 Le guardie tornarono quindi dai capi dei sacerdoti e dai farisei e questi dissero loro: «Perché non lo avete condotto qui?».
46 Risposero le guardie: «Nessuno ha mai parlato così!».
47 Ma i farisei replicarono loro: «Vi siete lasciati ingannare anche voi?
48 Gli ha forse creduto qualcuno dei capi, o dei farisei?
49 Ma questa gente, che non conosce la Legge, è maledetta!».
50 Allora Nicodèmo, che era andato precedentemente da Gesù, ed era uno di loro, disse:
51 «La nostra Legge giudica forse un uomo prima di averlo ascoltato e di sapere ciò che fa?».
52 Gli risposero: «Sei forse anche tu della Galilea? Studia, e vedrai che dalla Galilea non sorge profeta!».
53 E ciascuno tornò a casa sua.
5. COME PARLA QUEST'UOMO 7, 40-53
Non c'è situazione in cui tu, Gesù, sia “di casa”, in cui la tua presenza sia naturale, accolta senz’ombra di difficoltà.
Tutti gli uomini, anche i piccoli e i semplici, devono prendere posizione davanti a te. Tra la tua vita e quella di ciascun uomo sta la croce: è sempre con essa che tu ti presenti!
Tutti, per poterti accogliere, devono superare la tentazione e la tendenza dell'amor proprio. Tu, Gesù, sei segno di contraddizione, ovunque! C'è chi ti ritiene profeta come gli antichi profeti, uno cioè che porta la parola di Dio, quella già conosciuta; c'è chi - illuminato dallo Spirito Santo - ti considera veramente il Messia, mandato da Dio per una missione nuova nel suo popolo; c'è chi cede alla tentazione di trattarti da impostore…
Tu, Gesù, non parli; tu non ti difendi; tu non dai spiegazioni: chi ha il cuore puro e libero da interessi e ambizioni, libero da sé stesso, può riconoscere in te l'Inviato di Dio. Chi, invece, non possiede questa libertà o è succube dei grandi del mondo, non potrà riconoscerti né accoglierti: alla tua presenza, viene preso e vinto dalla paura e dall'odio.
E' bello vedere che le guardie incaricate di arrestarti non lo fanno! Esse ti hanno ascoltato. Che cos'hanno sentito da te? Hanno percepito d'essere amati; hanno ricevuto il messaggio che Dio è Padre per loro; hanno ricevuto lo Spirito Santo che, insieme alle tue parole, usciva dal tuo cuore! Hanno sentito cose nuove, mai udite! Hanno percepito la vicinanza di Dio, del Dio amico degli uomini, dei piccoli e dei poveri. Hanno sentito vere le tue parole: esse non nascondono nulla, né vanità né interessi; le hanno ricevute come rivelazione, come luce.
Le tue parole, Gesù, sono voce della Parola, sono dono e strumento dell'amore eterno. Nessuno ha mai udito parole come le tue: esse danno consolazione e pace, gioia e sicurezza d'essere amati! Le tue parole sono parole d'uomo, ma d'un uomo diverso dagli altri uomini.
Chi non ti ama, chi vuol essere grande nel mondo disprezza tutti e non ascolta più nulla, nè te nè i tuoi testimoni. I farisei, col loro orgoglio, danno al popolo l’immagine di un dio che non è capace di amare i poveri, che, addirittura, li maledice. I farisei conoscono la Legge, ma non il Padre che l'ha donata per il bene dell'uomo.
Essi disprezzano Nicodemo, uno di loro, perché tenta di prender le tue difese tramite la Legge: per chi ha interessi propri non c'è più Legge, non c'è più capacità di ascolto di Dio!
I farisei si lasciano veramente ingannare dalla propria concupiscenza; vivono ciascuno nel proprio guscio, chiusi nella propria oscurità, ognuno a casa propria, nel buio del proprio egoismo!
Sei Tu, Gesù, l'unica luce!
6. SCRIVEVA PER TERRA 8,1-11
1 Gesù si avviò verso il monte degli Ulivi.
2 Ma al mattino si recò di nuovo nel Tempio e tutto il popolo andava da lui. Ed egli sedette e si mise a insegnare.
3 Allora gli scribi e i farisei gli conducono una donna sorpresa in adulterio, la mettono in mezzo e
4 gli dicono: «Maestro, questa donna è stata sorpresa in flagrante adulterio.
5 Ora Mosè, nella Legge, ci ha comandato di lapidare donne come questa. Tu che ne dici?».
6 Dicevano questo per metterlo alla prova e per avere motivo di accusarlo. Ma Gesù si chinò e si mise a scrivere col dito per terra.
7 E poiché insistevano nell'interrogarlo, si alzò e disse loro: «Chi di voi è senza peccato, getti per primo la pietra contro di lei».
8 E chinatosi di nuovo, scriveva per terra.
9 Ma quelli, udito ciò, se ne andarono uno per uno, cominciando dai più anziani.
Gesù rimase solo, e la donna là in mezzo.
10 Allora Gesù si alzò e le disse: «Donna, dove sono? Nessuno ti ha condannata?».
11 Ed essa rispose: «Nessuno, Signore». E Gesù le disse: «Neanch'io ti condanno; va' e d'ora in poi non peccare più».
6. SCRIVEVA PER TERRA 8,1-11
Signore Gesù, è tua dimora il Monte degli Ulivi! Da questo luogo sorgi “come sole dall'alto” per dar luce alla città degli uomini.
Entri nel tempio come in casa tua, luogo che appartiene al Padre! Là tutti vengono a te: sei tu il nuovo, vero luogo d'incontro con Dio!
Non tutti, però, ti ascoltano: coloro che si ritengono grandi davanti agli uomini e davanti a Dio, coloro che hanno studiato senza “ascoltare” il Padre, questi ti circondano come api: si servono del peccato dell'uomo per tentarti; non sanno che questo peccato tu lo hai già caricato sulle tue spalle quando ti sei chinato sotto la mano di Giovanni nel fiume!
Vogliono sentire e vedere la tua obbedienza alla Legge, quella Legge data da Dio a Mosè per il popolo dalla dura cervice. Tu, però, sei in ascolto del Padre che non solo ha dato la Legge, ma ha pure promesso il perdono. L'uomo peccatore è caduto nella morte, ma lo Spirito di Dio gli vuol comunicare nuovamente vita: Dio, infatti, “non gode della morte di chi muore”!
Tu, Gesù, ti chini per non vedere nessuno: “tutti sono corrotti, tutti hanno peccato”! Tu scrivi col tuo dito sulla terra: il tuo dito continua la scrittura iniziata dal dito di Dio sulle tavole di pietra, sul monte Oreb. Dio, allora, scriveva il peccato dell'uomo; tu, ora, scrivi la misericordia del Padre: egli vuole che il peccatore, convertendosi, viva; chi, invece, non vuole la vita del peccatore, si condanna, si mette fuori del cuore di Dio.
Gesù, la tua scrittura di misericordia per il peccatore, è scrittura di condanna per chi vuol stare, con la trave sull'occhio, al posto di Dio... E vuol dare la morte anziché la vita!
La tua scrittura dà voce alla terra, che porta ancora in sé il grido del sangue di Abele versato dal fratello.
Quando tu alzi il capo , Gesù, dai una nuova legge: non chi è testimone del peccato può condannare il peccatore, ma chi non s'è mai separato da Dio! Dio solo è il giudice. E tu, Gesù, sei l'unico che può rivolgere al peccatore le parole di Dio. Noi, uomini, siamo tutti corrotti, siamo tutti nati nel peccato. Ognuno di noi, nessuno escluso conosce la propria miseria.
Tu, Gesù, scrivi ancora. Ora scrivi la gioia di Dio perché tu, innocente, tu, santo, porti il peccato di tutti!
Rimani solo con la peccatrice.
Beata quella peccatrice, che può ricevere la tua parola creatrice e risanatrice! Ogni peccatore, anch'io, è solo con te: nessuno ti può suggerire nulla, nessuno può opporsi alla tua parola di salvezza.
“Nessuno ti ha condannata?”. Se nessun peccatore ha pronunciato condanna, tanto meno io che porto il tuo peccato!-
Tu, Gesù, in piedi, in maniera solenne e sicura, assolvi il peccatore: egli può andare, libero dal peso del peccato commesso e forte del tuo Spirito per vincere d’ora in poi ogni concupiscenza.
Grazie, mio Signore Gesù!
7. IO SONO LA LUCE. 8, 12-20
12 Di nuovo Gesù parlò loro: «Io sono la luce del mondo; chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della vita».
13 Gli dissero allora i farisei: «Tu dai testimonianza di te stesso; la tua testimonianza non è vera».
14 Gesù rispose: «Anche se io do testimonianza di me stesso, la mia testimonianza è vera, perché so da dove vengo e dove vado. Voi invece non sapete da dove sono venuto o dove vado.
15 Voi giudicate secondo la carne; io non giudico nessuno.
16 E anche se io giudico, il mio giudizio è vero, perché non sono solo, ma io e il Padre che mi ha mandato.
17 E nella vostra Legge sta scritto che la testimonianza di due persone è vera.
18 Sono io che do testimonianza di me stesso, ma anche il Padre, che mi ha mandato, mi da testimonianza».
19 Gli dissero allora: «Dov'è tuo padre?». Rispose Gesù: «Voi non conoscete né me né il Padre mio; se conosceste me, conoscereste anche il Padre mio».
20 Queste parole Gesù le pronunziò nel luogo del tesoro, mentre insegnava nel Tempio. E nessuno lo arrestò, perché non era ancora venuta la sua ora.
7. IO SONO LA LUCE. 8, 12-20
Signore Gesù, le tue parole sono rivelazione dell'amore del Padre! Tu ti riveli come il Messia e la Legge, luce vera per gli uomini di tutti i luoghi e di tutti i tempi. Sei tu colui di cui parlano i profeti e i salmi: tu, luce per i miei passi, luce per la mia vita!
Alla tua presenza conosciamo di essere amati, sappiamo chi siamo, abbiamo la certezza di non essere orfani, di avere una casa verso cui camminare sicuri, con speranza, con gioia. Credendo in te comprendiamo come tutta la nostra vita sia frutto dell'amore del Padre; credendo in te conosciamo il nostro essere più profondo, quello pensato dal Padre quando ci ha creati per mezzo di te e in vista di te!
Tu inviti a camminare alla tua luce, e ognuno deve decidere con libertà il suo amore per te. Chi avrà compiuto tale passo si troverà subito fuori della tenebra in cui vaga ogni uomo: tenebra di morte, tenebra di oppressione per opera dello spirito degli uomini che pretendono e sfruttano, tenebra che rende dominatori degli altri.
Voglio seguirti, Gesù! Tu sei l'unico sposo che attira a sé con legami di bontà, l'unico che parla al cuore con delicatezza e amore esclusivo! Ti seguo, e già vivo: tu sei come sole che illumina e dà vita; tu sei il Santo di Dio che ci comunica il movimento d'amore che fa vivere te in unione al Padre!
Gli uomini sicuri di sé non ti credono, non ti danno fiducia, ti ritengono, anzi, un impostore… Chi, nello Spirito Santo, non comincia a camminare con te non può sapere!
È sempre, solo lo Spirito Santo che permette all’uomo di conoscerti, solo nello Spirito Santo è possibile amarti. Senza lo Spirito Santo si vede solo la superficie della realtà, si giudicano le cose secondo le apparenze. L'origine e la meta della vita le conosciamo solo nello Spirito Santo: egli soltanto apre la nostra mente a conoscere Dio come Padre. Gesù, tu inviti tutti, non giudichi nessuno! E prima d’aver ricevuto il tuo invito, nessuno può essere giudicato.
L’essere peccatore è la realtà di ogni uomo: io sono un peccatore, lo so prima ancora che il mio cuore stesso mi giudichi! Quando però un uomo non accoglie il tuo invito che porta alla luce, allora egli si rivela come uno che ama la tenebra.
Tu sei verità luminosa, Gesù! Su di te riposa la compiacenza del Padre che opera il suo bene a favore dell'uomo attraverso di te.
Sei tu che ci mostri Dio come papà, sei tu che ce lo riveli, tu che lo doni ai piccoli, a quelli cioè che si lasciano amare e accettano d'essere salvati, che vivono come fratelli, membri, con te, di una famiglia, figli, mai orfani! Conoscendo e amando te, Gesù, so d'avere un papà che mi ama.
Tu, Gesù, non hai paura di parlare di te né di parlare del Padre! Non temi gli uomini! Sai che la tua vita è osservata e guidata dal Padre, che conosce la tua ora; i luoghi più pericolosi, là dove domina mammona, sono i luoghi del tuo coraggio, del tuo abbandono pieno al Padre.
Signore Gesù, abbi pietà di me!
8. SAPRETE CHE IO SONO. 8, 21-30
21 Di nuovo Gesù disse loro: «Io vado e voi mi cercherete, ma morirete nel vostro peccato. Dove vado io, voi non potete venire».
22 Dicevano allora i Giudei: «Vuole forse uccidersi, dal momento che dice: Dove vado io, voi non potete venire?».
23 E diceva loro: «Voi siete di quaggiù, io sono di lassù; voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo.
24 Vi ho detto che morirete nei vostri peccati; se infatti non credete che Io Sono, morirete nei vostri peccati».
25 Gli dissero allora: «Tu chi sei?». Gesù disse loro: «Quello che fin dal principio anch'io vi dico.
26 Molte cose ho da dire di voi, e da giudicare; ma colui che mi ha mandato è veritiero, e le cose che ho udito da lui, le dico al mondo».
27 Non capirono che egli parlava loro del Padre.
28 Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell'uomo, allora riconoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato.
29 Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite».
30 A queste sue parole, molti credettero in lui.
8. SAPRETE CHE IO SONO. 8, 21-30
Gesù, tu sai qual è il tuo cammino e lo affronti liberamente, lo percorri volontariamente. Gli uomini sono alla ricerca di te, perché cercano il Messia, cercano la Parola eterna; questa ricerca è per loro vitale: se non credono in te, essi vanno incontro alla morte, restano nella tenebra del proprio io, appoggiati sulla propria insicurezza e debolezza. Senza di te nessuno può percorrere la tua strada e giungere al Padre: nessuno, nemmeno i tuoi discepoli: anche per loro è necessario che sia tu ad aprire il cammino.
La tua strada è l'offerta della vita al Padre, come atto d'amore per lui. Quest’offerta, solo tu la compi perfettamente.
Noi non solo non possiamo, non abbiamo le forze per compierla, ma nemmeno siamo in grado di comprenderla; scambiamo infatti l'offerta della vita col suicidio: fidarci del Padre, e non più delle nostre umane sicurezze, lo riteniamo un'assurdità, come il privarci della vita! Questo modo di pensare ci viene dal nostro essere del tutto immedesimati in questo mondo, sicuri delle cose della terra e delle nostre forze, e non ancora, come te, viventi della vita del Padre. Tu vieni dall'Alto! La tua vita trae origine ogni momento dall'amore del Padre: tu puoi perciò vivere al di fuori di questo 'mondo', portando in te altri progetti, altri interessi, altre visuali, che contrastano con i modi di vivere superficiali, basati sulla materia, sull'apparenza, sul denaro, sul consenso degli uomini, sull'ambizione.
L’appoggiarsi a queste cose porta l'uomo a sostenere ingiustizie, a farsi oppressore degli altri, a praticare continui peccati, conseguenza del primo peccato, loro radice e fondamento: il non credere in te!
Tu, Gesù, sei la manifestazione di Dio! Tu, vivendo come figlio, manifesti Dio come egli è' realmente: Padre! Chi non crede in te e non si appoggia su di te, non può conoscere l'Amore divino, non può conoscere Dio; si ritrova ancor più aggrappato a quelle illusioni che lo hanno sempre deluso!
Il Padre vuole mostrarsi a tutti, desidera lasciar vedere la sua luce, e con essa illuminare tutto. Gesù, tu conosci questo desiderio del Padre, tu conosci anche tutti i suoi giudizi, ma ritieni inutile manifestarli a chi non accoglie te: costui li riterrebbe falsi o non avrebbe la forza per viverli! Prima di tutto, tu! E tu vieni e ti riveli deludendo attese materiali e abbattendo sospetti ingiustificati: ti riveli sulla croce.
Lassù, in alto, dove ti ha posto l'odio senza riuscire a portarti ad odiare, tu manifesti, in uno stesso momento, l'amore tuo e quello del Padre; di lassù tu effondi lo Spirito tuo e del Padre. Sulla croce tu realizzi l'amore di Dio verso i peccatori e manifesti che egli non è il castigatore che s'arrabbia, il padrone di suoi progetti, ma il Padre che ama gli uomini, e li ama di più proprio quando li vede perduti all'amore! Tu, Gesù, operi ciò che è del Padre, riveli gli intimi desideri del suo cuore: comprendiamo, così, che egli è con te, e con te forma un unico amore per noi!
9. FEDELI ALLA MIA PAROLA. 8,31-40
31 Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete nella mia parola, siete davvero miei discepoli;
32 conoscerete la verità e la verità vi farà liberi».
33 Gli risposero: «Noi siamo discendenza di Abramo e non siamo mai stati schiavi di nessuno. Come puoi dire: Diventerete liberi?».
34 Gesù rispose loro: «In verità, in verità io vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato.
35 Ora, lo schiavo non resta per sempre nella casa; il figlio vi resta per sempre;
36 se dunque il Figlio vi farà liberi, sarete liberi davvero.
37 So che siete discendenti di Abramo. Ma intanto cercate di uccidermi perché la mia parola non trova accoglienza in voi.
38 Io dico quello che ho visto presso il Padre; anche voi fate quello che avete ascoltato dal padre vostro».
39 Gli risposero: «Il padre nostro è Abramo». Disse loro Gesù: «Se foste figli di Abramo, fareste le opere di Abramo.
40 Ora invece cercate di uccidere me, uomo, che vi ho detto la verità udita da Dio; questo, Abramo non l'ha fatto.
9. FEDELI ALLA MIA PAROLA. 8,31-40
Signore Gesù, credere in te non è solo ritenere buono qualcosa di ciò che tu dici: credere in te è un cambiamento di vita che si verifica continuamente, mano a mano che si rimane fedeli alla tua rivelazione. Ed io sono tuo discepolo solo allora, quando le tue parole trovano posto nella mia vita, quando il tuo messaggio diventa l'unico movente e l’unico appoggio per le mie azioni. Tu, Gesù, non hai discepoli che prendono altrove, fuori di te, le loro ispirazioni e le ragioni per vivere e per operare. Tu , ancora, vuoi vedere nei tuoi fedeltà e perseveranza: senza di esse non c'è discepolato vero!
E il vero discepolo, attraverso di te, entra in rapporto vivo col Padre, il Dio che tu riveli; questo rapporto dona all'uomo la piena libertà interiore: lo fa sentire figlio, un figlio amato, e non esiste più per lui la schiavitù ad un Dio temuto come padrone, nè la schiavitù agli uomini che si credono superiori.
La libertà di cui tu parli, Gesù, è vera, interiore, profonda! E' libertà di lasciarsi amare e di amare, di offrire la mia vita quando qualcuno vorrebbe togliermela.
La libertà tua, Gesù, non è quella superficiale, politica, che viene dal di fuori e che accontenta l'egoismo.
Chi vive senza di te, fuori di te, rimane sempre soggiogato a qualcosa o a qualcuno, rimane in uno stato di schiavitù, e quindi di malcontento interiore, d'insoddisfazione profonda. Anche il discepolo che vive senza di te non diventa “erede”, e prima o poi s'allontanerà dalla tua casa.
Sei tu, Gesù, l'erede; sei tu, e chi vive con te, che con gioia rimane nella casa del Padre, godendosi pienezza di libertà e di pace! Sei tu, Gesù, e tu soltanto, a creare in me la vita vera, quella che mi fa sentire ovunque a casa mia; tu mi rendi libero di amare ovunque e in ogni circostanza, anche quando gli uomini mi fanno violenza, mi opprimono, mi calunniano!
La tua libertà è un dono immenso, meraviglioso! Ed io la conservo nel cuore quando “tengo” la tua parola, quando m'aggrappo al tuo messaggio, quello che tu mi offri non solo con gli insegnamenti, ma soprattutto attraverso la croce.
Gesù, mio Signore, tu fai risuonare ai nostri orecchi i segreti del Padre: e noi li comprendiamo solo quando abbandoniamo la fiducia in noi stessi e nelle sicurezze umane che si fondano sul luogo di nascita e sull'opera degli uomini.
Tu, Gesù, ci comunichi la volontà del Padre, che desidera e vuole la vita, la fede, l'amore! La morte non è opera di chi crede in te; chi ama il Padre cerca solo la vita!
Gloria a te, Gesù! Godo la tua libertà nel vivere, con te, affidato al Padre! Godo la libertà che viene dalla verità dell'amore: solo l'amore che offre se stesso è verità, rivelazione del tuo rapporto d'amore col Padre! Gesù, gloria a te che hai pietà di me!
10. DICO LA VERITA'. 8, 41-47
41 Voi fate le opere del padre vostro». Gli risposero: «Noi non siamo nati da prostituzione; abbiamo un solo padre: Dio!».
42 Disse loro Gesù: «Se Dio fosse vostro padre, mi amereste, perché da Dio sono uscito e vengo; non sono venuto da me stesso, ma lui mi ha mandato.
43 Per quale motivo non comprendete il mio linguaggio? Perché non potete dare ascolto alla mia parola.
44 voi avete per padre il diavolo e volete compiere i desideri del padre vostro. Egli fin da principio è stato omicida e non ha perseverato nella verità, perché in lui non c'è verità. Quando dice il falso, dice ciò che è suo, perché è menzognero e padre della menzogna.
45 A me, invece, voi non credete, perché dico la verità.
46 Chi di voi può dimostrare che ho peccato? Se dico la verità, perché non mi credete?
47 Chi è da Dio ascolta le parole di Dio. Per questo voi non le ascoltate: perché non siete da Dio».
10. DICO LA VERITA'. 8, 41-47
Signore Gesù, ti trovi circondato da uomini che portano nel cuore ciò che non è umano, che fa soffrire, che medita morte! Attorno a te si muove qualcosa che non ha la sua origine nel Dio dell'amore, nel Padre che ama quanto ha creato. Gli uomini che ora ti stanno provocando ritengono di avere un padre che si chiama Dio, ma non hanno un Dio che si chiama Padre. Essi hanno abbandonato l'amore per sostituirlo con l'interesse, hanno accolto l'idolo al posto di Dio.
Tu, Gesù, li aiuti a... ragionare, a discernere: se la vita viene da Dio, dobbiamo fare ciò che Dio fa. Ed egli ama, ama soprattutto te, Gesù! Tu sei mandato da lui, gli sei obbediente, compi le opere del suo amore: doni la vita e concedi speranza e certezza di perdono ai peccatori. Tu vieni da Dio, egli è tuo Padre, e noi conosciamo la sua paternità attraverso la tua figliolanza. Amare te, dunque, è il segno della vita che viene dal Dio vero!
Chi invece riceve la propria vita, la propria ispirazione e i propri sentimenti dal nemico dell'uomo, da colui che vuol sedurre e sottomettere gli altri ai propri interessi, questi non stabilisce relazione con te, Gesù, non ti comprende; tu gli rimani “estraneo”: le tue parole risuonano come vuote ai suoi orecchi.
Il nemico dell'uomo vuole portarlo alla morte, vuole togliergli la vita; lo fa presentandogli l'immagine di un dio geloso, di un dio padrone, estraneo, lontano. Con questa menzogna egli, il nemico, prende il posto di Dio, sottomette l’uomo a sé; con quest’immagine falsa di Dio nasconde l’immagine vera, quella che tu, Gesù, riveli. Tu sei la Verità, Gesù, tu che rivolgi a Dio il nome di Padre, amico e misericordioso con l'uomo!
Il nemico vuol nascondere la rivelazione del volto del Padre che tu ci fai perciò vuol uccidere te e vuol togliere dal cuore dei tuoi discepoli il rapporto diretto con te. Egli vuol farci amare il bene e il bello, l'utile e il 'doveroso', la pace e l'amore, ma non vuole che amiamo te, non vuole che ti chiamiamo per nome, che ascoltiamo dalla tua bocca le parole della vita.
Il nemico dell'uomo si fa tuo nemico, combatte te per poter avere gli uomini nelle sue mani. Chi si fa tuo nemico, Gesù, è certamente nemico dell'uomo: non gli lascia godere la paternità di Dio, nè gli permette di accoglierla. Chi poi, preda del tuo “Nemico”, diventa a sua volta tuo nemico, si trova ad avere un altro dio, diverso dal Padre: l'interesse materiale o l'ambizione o la concupiscenza, e questi tre sono un tutt'uno, un unico “padrone” che fa operare all’uomo la morte fisica degli altri e la propria morte spirituale.
Gesù, tu non ti opponi al volere di Dio, poiché tu ami l'uomo. Tu dici e doni la Verità, la manifestazione del volto vero di Dio.
Io credo in te. Amo te. Ascolto te.
Gesù, mia gioia!
11. USCÌ DAL TEMPIO. 8, 48-59
48 Gli risposero i Giudei: «Non abbiamo forse ragione di dire che sei un Samaritano e un indemoniato?».
49 Rispose Gesù: «Io non sono indemoniato: io onoro il Padre mio, ma voi non onorate me.
50 Io non cerco la mia gloria; vi è chi la cerca, e giudica.
51 In verità, in verità io vi dico: se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte».
52 Gli dissero i Giudei: «Ora sappiamo che sei indemoniato. Abramo è morto, come anche i profeti, e tu dici: Se uno osserva la mia parola, non vedrà mai la morte.
53 Sei più grande del nostro padre Abramo, che è morto? Anche i profeti sono morti. Chi credi di essere?».
54 Rispose Gesù: «Se io glorificassi me stesso, la mia gloria sarebbe nulla. Chi mi glorifica è il Padre mio, del quale voi dite: E' nostro Dio!,
55 e non lo conoscete. Io invece lo conosco. Se dicessi che non lo conosco, sarei come voi: un mentitore. Ma io lo conosco e osservo la sua parola.
56 Abramo, vostro padre, esultò nella speranza di vedere il mio giorno; lo vide e fu pieno di gioia».
57 Allora i Giudei gli dissero: «Non hai ancora cinquant'anni e hai visto Abramo?».
58 Rispose loro Gesù: «In verità, in verità io vi dico: prima che Abramo fosse, Io Sono».
59 Allora raccolsero pietre per gettarle contro di lui; ma Gesù si nascose e uscì dal tempio.
11. USCÌ DAL TEMPIO. 8, 48-59
Signore Gesù, chi non vuol riconoscere la “povertà” della propria situazione e nemmeno esaminarla seriamente, ti rifiuta, ti offende, ti denigra, addirittura ti accusa d'essere indemoniato. Tu sai che tutta questa negatività ritorna a danno di chi la pronuncia. E ancora cerchi d’illuminare quei cuori riaffermando quanto hai già detto: tu onori il Padre in maniera gratuita, senza cercare ambizione e gloria nel servizio di Dio; tu gli sei fedele e gli obbedisci. Questo il demonio non lo fa.
Tu ti affidi al Padre, lasci a lui la tua difesa e ogni giudizio. Certo, egli vede, e sa discernere chi ama e chi odia, chi compie le sue opere e chi non le compie, chi vuole il bene dell'uomo e chi ne vuole la morte.
Ora, Gesù, tu doni una nuova, solenne e divina possibilità: vivere la tua parola, osservare il tuo messaggio di amore, unirsi a te nel cercare la gloria del Padre! Chi accoglie il tuo dono non vedrà più morte nella propria esistenza: chi vive così non invecchia e non muore, perché i suoi occhi sono attenti a contemplare il volto luminoso e amoroso del Padre che sempre e solo dà la vita!
Tu conosci il Padre, Gesù; tu sai com'è il suo cuore perché hai fatto quello ch'egli fa, hai vissuto la sua amicizia verso l'uomo! Tu hai avvicinato il peccatore, come Dio ha rivolto la sua parola d'amore ad Adamo, a Caino, a Davide e a tutti i peccatori. Tu sai d'essere uno con Dio, perché egli ti ha dato la sua gloria già quando hai compiuto le sue opere d’amore.
I tuoi nemici non conoscono Dio, nemmeno se lo chiamano Dio e padre: solo chi vive la sua paternità, il suo amore per gli uomini conosce Dio, il Padre, di una conoscenza vera, fatta di comunione di vita e non solamente di parole. Tu sì, Gesù, conosci il Padre tuo perché fai quanto egli ha annunciato e promesso; tu realizzi il suo amore per i piccoli e i peccatori, tu sei pastore per la pecora malata e per quella debole, per quella ferita e per quella perduta.
Tu attingi la vita, il tuo modo di comportarti direttamente da Dio:egli è tuo Padre!
Tu hai un padre che non muore! Non è Abramo tuo padre, tu piuttosto realizzi la promessa che egli ha ricevuto: tu sei prima di lui, egli ha solo 'visto', nell'annuncio fattogli da Dio, la tua opera di salvezza. La gioia della speranza e della fede di Abramo sei tu, tu che la porti a compimento. Tu sei nel cuore di Dio prima di Abramo, che è stato chiamato in vista di te! Tu sei in Dio, tu sei Dio! Signore Gesù, credo in te, presenza di Dio nel mondo!
Come i mormoratori del popolo si proposero di lapidare Mosè, prima che questi desse l'acqua nel deserto, così chi non ti accoglie vuole lapidare te, Gesù, che sei l'acqua, che doni l'acqua che disseta per sempre.
Tu sei la luce del mondo! Ora esci dal tempio che rimane così nella tenebra, nel buio: rimane luogo di schiavitù dell'ambizione e del denaro.
Gesù, ti nascondi nuovamente. Nessuno può nulla contro di te prima che venga la tua ora, prima che tu offra te stesso liberamente, nel supremo atto d'amore che manifesterà e glorificherà l'amore del Padre per noi uomini.
Grazie, Signore Gesù!
Nihil Obstat: Cens. Eccl. mons. Iginio Rogger, Trento, 25/11/2000
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