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La porta regale


La porta del Re dei secoli!


Nell’anno santo della misericordia il segno della «porta» è costante ed è importante. Per questo è sempre sotto i nostri occhi.

La porta si apre all’uomo peccatore, desideroso di incontrare ancora l’abbraccio del Padre. Oltre la porta, infatti, ecco Gesù. È lui “la porta delle pecore” ed è lui che si offre per poterti donare “il Pane della Vita” e farti gustare la sua Pace, la consolazione e la forza di amare.

Mangiando il suo Pane ricevi energia per continuare la missione della Chiesa nel mondo: donare la vita, perché tutti vedano e godano l’amore del Padre.


La porta! Essa segna un limite tra il fuori e il dentro. Che cosa c’è fuori? Che cosa c’è dentro? Chi comanda fuori? Chi puoi servire dentro? La porta dev’essere oltrepassata.

Fuori della porta c’è il mondo, in cui viviamo, con la sua confusione, con le sofferenze causate dagli egoismi suggeriti dalle divinità opprimenti: il denaro, il sesso, il piacere, il potere, le ambizioni, gli inganni e le menzogne. Il principe del mondo domina e costringe a diventare oppressori, a smettere di essere fratelli.

Dentro la porta è un altro mondo: una “città nuova” dove tutti cercano di vivere il “comandamento nuovo”, perché vedono e servono Gesù, “l’Agnello immolato”. Al di là della porta non ci sono più gli dèi che comandano, ma tutti fanno a gara ad obbedire a Gesù e a servire il suo amore che costa.

Vieni, passa la porta! Abbandona gli dèi del mondo con decisione, senza voltarti indietro. Accetta prima il perdono di Gesù e poi mangia il suo Pane!

Ogni volta che passi la porta di una chiesa, ogni volta che entri dalla porta della tua casa, questo passare diventi il segno della tua decisione: sei passato dalla morte alla vita, hai lasciato il principe del mondo per servire, tramite Gesù, il Dio dell’amore e della pace.

La porta che è qui, davanti a noi, e che si aprirà quando Gesù ci invita alla sua mensa, vuol farci gustare il Mistero della fede che introduce tutti i misteri: “Il Verbo di Dio si è fatto carne”. È il mistero «porta» di tutti i misteri. È la Vocazione di Maria. L’angelo di Dio la chiama, ed ella, dopo aver chiesto e saputo che cosa deve fare, si offre subito a realizzare la volontà indicata dalla Parola.

L’angelo trova Maria al lavoro. Il suo lavoro continua, ma non più per sè, bensì per lui, l’Emanuele.

Ella comincia a confezionare il vestito di carne per il Verbo di Dio.

Usa la lana rossa, colore della divinità, perché il Figlio che nascerà “sarà chiamato Figlio di Dio”. È il colore dell’amore che dona se stesso “fino alla fine”, perché Dio è amore e la sapienza divina è la sapienza dell’amore.


I suoi piedi poggiano sul trono regale e sono anch’essi avvolti dello stesso colore rosso: ella vive e cammina per servire sempre l’Amore. E pure il mantello che copre il colore scuro della sua umanità, comincia a tingersi del colore della divinità: la Chiesa la chiamerà Madre di Dio!


L’angelo è Messaggero di Dio per gli uomini. La sua tunica dice che viene da Dio e sono quindi divine le sue parole. Il mantello lascia trasparire la volontà divina di incontrare gli uomini sul loro terreno, con il loro linguaggio, iniziando a tingersi del colore freddo e oscuro dell’umanità.

È Gabriele, il messaggero ‘Forza di Dio’, che trasmette la forza dell’amore. È ubbidiente, non fa nulla di suo: il suo capo è legato dal nastro dorato. La sua obbedienza è pronta: la presenza delle ali ci dice che il tempo del suo intervento è quello voluto dal Padre.


Siamo nella “pienezza dei tempi”, nell’“ultimo giorno”, il giorno in cui si compiono le promesse, quella della benedizione di Abramo e quella ricevuta e continuata da Mosè, quella annunciata a Davide e quella finalmente pronunciata da Isaia: “Ecco la Vergine partorirà”! Sul velo e sul mantello di Maria le tre stelle indicano appunto la sua verginità: prima durante e dopo il parto.  È lei, Maria, che “concepirà, darà alla luce e chiamerà Gesù”! Ora questo mistero è qui, vissuto da lei.

Ella indica con la sua destra il Figlio di Dio che ora è suo Figlio, dentro la mandorla che, come un seme, porta e nasconde l’albero della vita. Grazie a lei verrà alla luce e sarà offerto agli uomini “perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza”! Ella è la nuova Eva, “madre di tutti i viventi”: ha escluso dalla sua vita l’antico serpente, perciò tutta Pura, senza peccato, è Madre per noi, rinati, tramite il battesimo, come figli di Dio, uniti a suo Figlio come tralci alla vite.



Con l’angelo anche noi continueremo a ripetere con gioia: “Rallegrati, piena di grazia: il Signore è con te!”.