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Raccontarono

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RACCONTARONO

tutto quello che Dio aveva compiuto
(Atti 14,26)

«Invocando il tuo Nome, raccontiamo le tue meraviglie»
(Sal 74,1).

 

Alla luce di queste due frasi ti proporrò delle brevi confidenze. Chi le offre, per farlo, diventa piccolo, e tu lo diventerai con lui. Per ascoltare i fratelli è necessario essere piccoli, proprio come chi racconta i piccoli movimenti del cuore. Nel Vangelo di Giovanni è narrato l'incontro di Natanaele con Gesù. Per lui fu importante che Gesù gli avesse detto: "Ti ho visto quand'eri sotto il fico". Un particolare così 'insignificante' ha suscitato nel suo animo una fede grande e bella, di cui Gesù stesso si meravigliò. Quest’episodio ci fa coraggio a vincere la naturale riluttanza a raccontare piccole vicende... Ma quando c'entra il Signore e gli si può dar gloria, nulla è piccolo. Cose piccole possono avere risonanze grandi.

  

01a. Raccontarono

"Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra: hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli" (Mt 11, 25-26). All'inizio del mio cammino di conversione, mi nacque il desiderio che la mia vita non servisse solo a me, ma anche agli altri, e sentivo che, finché non lo avessi realizzato, non avrei trovato quella pienezza di vita che mi mancava. Incominciai ad informarmi dovunque ci fossero servizi caritativi per offrirmi. Dopo aver cercato qua e là trovai un centro di accoglienza; presi i primi contatti per prestare qualche ora di servizio volontario. "Finalmente", pensai. Ma già il primo giorno avvertii che quel vuoto, che credevo si fosse colmato nel fare qualcosa per gli altri, rimaneva. ---

  

01b Raccontarono

--- Mi fermai, e compresi come quella pienezza non poteva venirmi dal fare io qualcosa per il Signore, ma poteva essermi donata solo da Lui. Incominciai allora, con l'aiuto di un padre spirituale, a cercare dei momenti di incontro col Signore nella preghiera, nel silenzio, nell'ascolto della sua Parola. E ho sperimentato che la "pienezza" è proprio il rapporto vivo e profondo con Gesù: è questa «la parte migliore», «l'unica cosa necessaria». Gesù però non mi ha lasciata senza far niente; ha preso sul serio quel mio desiderio di offrire la vita per gli altri, e me ne ha indicato il modo, chiamandomi a vivere nella Casa di Preghiera. È un modo diverso da come l'avevo immaginato, ma nessuno sa meglio del Signore cosa porta più frutto per il suo Regno!

  

  1. Raccontarono

Quando venni per la prima volta a visitare la Casa di Preghiera, mi colpì molto vedere che due fratelli, con tanto di grembiule, stavano lavando i piatti. Pensavo che quello fosse un lavoro riservato alle sorelle. Questo fatto mi diede una gioia particolare, perché vi scorsi la bellezza della vita fraterna, una vita donata al Signore e vissuta insieme nell'amore e nell'umiltà.

  

03 Raccontarono

Ero di turno con un fratello per preparare la cena; nel forno c'erano delle pietanze che dovevo controllare. Lo avevo appena fatto, quando il fratello, pensando me ne fossi dimenticata, me lo ricordò. Stavo per rispondere che lo avevo già fatto, ma mi venne un attimo di esitazione: mi sembrava che quella non fosse la risposta 'giusta', anche se vera; decisi invece di ringraziarlo. Era proprio quella la risposta che piaceva al Signore, perché sentii subito nascere pace e gioia in me e unità col fratello, come invece non succedeva quando, pur dicendo la 'verità', non ero umile.

  

04 Raccontarono

L'arcivescovo ci ha affidato il compito di pregare perché le famiglie abbiano disponibilità e gioia a donare la vita. Da allora il Signore ci ha resi punto di riferimento per varie famiglie. Alcune, più che in passato, sono venute in casa per condividere con noi dei giorni di preghiera, trovando incoraggiamento per introdurre nella vita familiare qualche aiuto per camminare cristianamente. Ci hanno poi resi partecipi dell'arrivo del primo o secondo o terzo o quarto figlio, chiedendoci di accompagnare con la preghiera la loro attesa; ci hanno poi comunicato la gioia della nascita ringraziando anche noi insieme al Signore. Abbiamo visto anche dei "miracoli": coppie che da anni avevano deciso di non avere altri figli, hanno sentito il desiderio e la gioia di donare ancora la vita.

  

05 Raccontarono

Ero andata fuori casa per un servizio di alcuni giorni. Prima di partire, ricevetti la benedizione: “Terrai nel cuore il Nome di Gesù: avrai salvezza e la riceveranno quanti incontrerai”. Nei primi giorni ebbi difficoltà con una persona: facevo molta fatica a stare insieme a lei e non riuscivo ad avere comprensione e serenità. Non facevo altro che tenere nel cuore il Nome di Gesù, obbedendo alla Parola: "Chiunque invocherà il Nome di Gesù sarà salvo". Verso la fine, tutt'ad un tratto, quella persona mi comunicò un cruccio che la faceva soffrire; mi venne allora spontaneo annunciarle ciò che io avevo sperimentato: “È Gesù il nostro vero aiuto; dobbiamo solo andare da Lui con fiducia e amore”. È tornata serenità in lei, e anche in me; le difficoltà sono scomparse, e abbiamo goduto dei bei momenti di comunione.

 

06 Raccontarono

Per vivere quotidianamente la povertà come dipendenza dal Padre, avevamo deciso di non comprare alcuni generi alimentari: se necessari, ce li avrebbe mandati il Padre con la sua provvidenza! Stavamo parlando di aggiungere qualcos’altro alla lista. Quando un fratello ha proposto di inserire la farina da polenta, mi son detto: "Questo è cibo dei poveri; se rinunciamo a comprare anche questo, poveri noi!". Vedendo però i fratelli pieni di fiducia nel Signore, nonostante un po' di difficoltà, ho detto: "Sulla vostra fede, mi voglio abbandonare al Padre anche per la farina da polenta". Poco dopo ho fatto visita ai miei genitori. Al momento di lasciarli mia mamma ha ritirato dalla dispensa un sacco di sette chili di farina gialla dicendomi: "Prendila tu, perché noi siamo troppo anziani e non faremo più la polenta ". Era la prima volta che ricevevo in dono da mia mamma della farina da polenta! Nei giorni successivi inoltre il 'tavolo della Provvidenza' si riempì di una gran quantità di farina da polenta di tutti i tipi; da allora non è mai mancata nella nostra dispensa... a mia confusione, e a lode del Padre!

  

07 Raccontarono

Ero triste perché incapace di obbedire al Signore, infatti avevo molti pensieri di critica verso i fratelli. Volsi lo sguardo all'icona di "Gesù Maestro di Unità" che c'era sul tavolino, e lessi la traduzione di quanto è scritto sul libro che Gesù tiene in mano: "Questo vi comando, amatevi gli uni gli altri". Era proprio quello che non riuscivo a fare. Lessi anche la preghiera: "Gesù, sai che siamo incapaci di amare e perciò aliti senza misura il tuo Soffio su di noi, per rafforzarci e trasformarci interiormente". Allora gli dissi: "Sì, Gesù, se non fai tu...". Qualcosa si sciolse, ed ecco, venne in me dolcezza e serenità verso tutti.

  

08 Raccontarono

Durante i Vespri, chissà perché, m'è venuto timore al pensiero di dover proclamare la breve lettura. Ho cercato di confidare nello Spirito Santo, come mi aveva indicato il padre spirituale per situazioni simili. Quando è arrivato il mio turno di lettura, m'è venuta in mente questa Parola: «La spada per il Signore e per Gedeone!». Ho avuto coraggio e decisione, e anche un po' di... ilarità per l'accostamento di questa parola di Dio alla mia piccola difficoltà!

  

09 Raccontarono

Non riuscivo a perdonare una persona che mi aveva umiliato. Forti risentimenti me lo impedivano. Allora ho detto: "Gesù, io non riesco a perdonargli: tu però salvalo e fatti conoscere da lui". Il mio cuore si è riaperto e i risentimenti sono scomparsi.

 

10 Raccontarono

Prima di consegnare la mia vita a Gesù, venni qui per un mese. Durante quel tempo partecipai ad un corso di Esercizi Spirituali. L'ultimo giorno ci fu presentata la chiamata di Matteo. Sentii come rivolte a me le parole: «Lasciò tutto e lo seguì». Le tenevo nel cuore, ma non sapevo che fare; avrei voluto parlarne con i fratelli, ma non ne avevo il coraggio. Quanta gioia quando proprio uno di loro mi propose di vivere un anno in comunità! Mi venne in mente il lavoro, che amavo; mi ricordai dei miei familiari, che avrebbero sofferto per questa decisione, ma sentivo che il Signore mi avrebbe aiutata. Compii nella pace ogni passo che quella chiamata comportava: rinunciai al lavoro per quell'anno, avvisai i famigliari, poi partii. Il Signore mi ha fatto conoscere quanto sia grande e forte il suo amore: più prezioso di ogni affetto e di ogni sicurezza umana!

 

11 Raccontarono

Mentre mi mettevo le scarpe, le vidi rotte e consumate. Pensai: dirlo ai fratelli o affidare la cosa al Padre? Poco dopo entrai nella stanza e trovai sul mio letto una scatola con un paio di scarpe nuove, proprio del mio numero: i fratelli le avevano appena ricevute in dono e avevano pensato di darle a me. Pieno di meraviglia riconobbi che il Padre osserva ogni bisogno e previene ogni desiderio.

  

12 Raccontarono

Un giorno presi dall'armadio una maglia e mi accorsi che era infeltrita; subito ebbi una reazione di rabbia verso il fratello o la sorella che aveva fatto il bucato. Poi mi venne in mente la Parola: "Si son divise tra loro le mie vesti, sulla mia tunica hanno gettato la sorte". Se Gesù si era lasciato spogliare anche delle vesti, come potevo io arrabbiarmi per una maglia un po' rovinata, e avere rancore verso un fratello per uno sbaglio certamente involontario? E subito sono tornate in me la pace e l'amore.

 

13 Raccontarono

Ha trascorso con noi alcuni giorni un bambino di circa 10 anni, con sua zia. Ha partecipato, nei tempi e nei modi adatti alla sua età, sia alla nostra preghiera che al lavoro. L'ultimo giorno della sua permanenza con noi, è venuto per un ritiro un gruppetto di ragazzi poco più grandi di lui; a pranzo egli ha raccontato ciò che gli era piaciuto nei giorni trascorsi qui e alcuni propositi che gli erano nati nel cuore: per esempio, quello di prepararsi, nella sua camera, vicino ai poster di calcio, un angolino per la preghiera, e inoltre, di invitare anche il fratello a pregare. Ho visto quest'incontro come guidato dal Signore: quel bambino, senza saperlo, ha dato testimonianza a Gesù ad altri ragazzi.

 

14 Raccontarono

Mi fu affidato il compito della spedizione dei calendari che avevamo fatto stampare. Spediti quelli prenotati, ne rimase in deposito ancora una montagna, tanto che mi prese un po' di timore: mi sembrava impossibile riuscire a distribuirli tutti. Ricordai, però, che la decisione di stampare quella quantità l'avevamo presa nell'unità: certamente il Signore aveva benedetto quella decisione, anche se, ora, a me sembrava esagerata. Ed è successo che nel giro di un mese... quella montagna di calendari è sparita!

 

15 Raccontarono

Ero preoccupata per tre ospiti: mi pareva non approfittassero bene del tempo da dedicare all'ascolto di Dio e alla preghiera. Avrei voluto aiutarli, ma non sapevo come. Mi rivolsi al Signore, e subito ebbi luce. Mi ricordai che Egli ascolta la preghiera, soprattutto se fatta in unità. Cercai una sorella ed insieme affidammo a Gesù quelle persone. Poco dopo mi accorsi che il Signore ci aveva ascoltato ed era intervenuto ad aiutarle: non chiacchieravano più tra loro e s'erano messe a fare sul serio!

  

16 Raccontarono

Per alcuni mesi ho ripetuto una preghiera che prima non gustavo: "Signore Gesù Cristo, Figlio di Dio, abbi pietà di me, peccatore". Il libro che leggevo in quel tempo, "Racconti di un pellegrino russo", contribuiva a farmi prediligere quella preghiera. In quei mesi c'è stata la malattia e la morte della mamma; durante i viaggi e la permanenza a casa per l'assistenza, quella preghiera poteva continuare nel mio cuore, mentre non sempre avrei potuto seguire la liturgia o fare meditazione. Confidai queste cose al mio padre spirituale. Egli m'invitò a non essere legata nemmeno a quella forma di preghiera, perché non diventi un idolo. Adesso mi sembra di ricevere dal Signore un altro modo ancora di pregare. In questa esperienza vedo come anche la preghiera è dono del Signore: opera del suo Spirito in noi poveri.

  

17 Raccontarono

Una sera la sorella di turno in cucina mi ha chiesto se doveva usare le ultime due uova che avevamo o se le doveva conservare per un altro pasto. Le ho risposto di usarle pure: ero certa che il Padre vedeva la nostra unità e la gradiva; avrebbe pensato Lui al domani. Il mattino seguente sul tavolo dove poniamo i doni della Provvidenza, tra le altre cose, c'erano molte uova. È stato per me un segno che siamo presenti agli occhi sempre aperti del Padre.

  

18a Raccontarono

Due di noi siamo stati mandati in Africa per un servizio con un gruppo di volontari, che eseguiva lavori di costruzione di una piccola diga. Noi volevamo far tutto in unità, perché Gesù potesse essere vivo fra noi. Prima di tornare, abbiamo soggiornato un paio di giorni in riva al mare, in un luogo distante una ventina di chilometri dalla capitale. I nostri compagni avevano pensato di andare in città ad acquistare dei ricordi. Io pensavo che potevamo approfittarne per fare una mattinata di preghiera, mentre il fratello era dell'idea di rimanere assieme a tutto il gruppo anche in quella circostanza. Ci siamo avviati con gli altri verso la jeep che avevamo a disposizione. Questa però non voleva mettersi in moto: l'autista e altri, che se ne intendevano di motori, hanno provato tutto il possibile, ma dopo mezz'ora eravamo ancora fermi ed alcuni cominciavano ad innervosirsi. (continua)

18b Raccontarono (continua)

Allora noi due ci siamo appartati un po' ed abbiamo pregato Gesù che ci aiutasse a far partire la macchina. Dopo parecchi tentativi, la jeep ancora non andava e la situazione era piuttosto critica: qualcuno era demoralizzato, qualcun altro si stava arrabbiando. Ci dispiaceva: perché il Signore non ci ascoltava? Allora io mi sono accorto che avevo sì accolto il parere dell'altro, ma non di cuore: continuavo a pensare, infatti, che la proposta migliore fosse la mia. Ho chiesto perdono al fratello nel Nome di Gesù per tale divisione e poi insieme abbiamo pregato di nuovo il Signore che facesse funzionare la macchina: senza nuove soluzioni tecniche, dopo un minuto essa è partita, con grande sorpresa e gioia di tutti.

19 Raccontarono

Durante un giorno di silenzio cominciai a sentirmi incapace di stare con Gesù, di aprirmi alla sua presenza; ero consapevole del suo grande amore per me, ma non riuscivo ad accoglierlo. Mi sentivo come un sassolino che, pur immerso nel mare, dentro è asciutto, perché chiuso: questo mi dava una grande tristezza e sofferenza. Cominciai a leggere il brano che avevo fissato per la meditazione e trovai queste parole: "Lo Spirito viene in aiuto alla nostra debolezza... Lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili". Ritornò in me la pace: lo Spirito Santo, presente in me, mi teneva unita a Gesù nel modo più vero, più profondo e più sicuro, nonostante io non lo sentissi affatto.

20 Raccontarono

Avevo dei dubbi sulla presenza reale di Gesù nell'Eucaristia. Un pomeriggio stavo pregando in una chiesa proprio davanti al Tabernacolo. Mi confidai col Signore dicendogli: "Se tu sei là, aiutami. Donami un segno: che il papà, ammalato, guarisca presto". La sera, arrivato a casa, entrai a far visita al papà. Egli mi disse: "Tu hai pregato per me!". Stava già meglio e guarì presto. Così Gesù ha guarito me dal mio dubbio.

21 Raccontarono

Durante la cena mi venne la tentazione di correggere subito un fratello per un atteggiamento che mi pareva sbagliato. Ebbi però l'ispirazione di attendere. Decisi di aspettare qualche giorno. Poco dopo, con sorpresa, vidi quel fratello correggersi da solo. Il Signore aveva adoperato la mia pazienza invece che le mie parole. Ed io ho imparato a fidarmi di Lui!

22a Raccontarono

Durante un viaggio in macchina, mi colse un attimo di sonno. Sarebbe potuto accadere un grosso incidente. E invece mi trovai sul prato a lato dell'autostrada senza essermi fatto alcun male. La macchina però non ripartiva: aveva subito gravi danni. Allora mi prese una grande agitazione. Due persone si fermarono per aiutarmi e mi portarono a destinazione. Qui, durante la preghiera di Compieta, sentii come un dono la Parola: "Non dorme il custode d'Israele, egli veglia sempre su di te". Ma quella notte ero pieno di tensione e di incubi. Il giorno e la notte seguenti, nonostante la preghiera e il silenzio del luogo, non ritornava in me la pace. Finalmente mi venne l'ispirazione di andare a confessarmi!

22b Raccontarono

Altre volte avevo ricevuto dal Signore, insieme col perdono, anche guarigione interiore, liberazione dall'oppressione, serenità. Ma cosa avrei detto? Che peccati confessare? Pensai e ripensai, finché compresi che la preoccupazione e l'agitazione che avevo dopo l'incidente erano segno che non davo fiducia al Padre, che vivevo come se Lui non esistesse, come se fossi orfano. Avevo dimenticato che ogni cosa, anche quell'avvenimento, come tutta la mia vita, era nelle mani del Padre, perché suoi sono il cielo e la terra. Confessai questo nel Sacramento della Riconciliazione e subito ricevetti pace e distensione, e ogni incubo scomparve.

  

23 Raccontarono

Mentre ero in adorazione 'ruminando' la Parola: "Venite e vedrete", seguivo un cattivo pensiero. Mi dicevo che io, pur avendo seguito Gesù, avevo visto ben poco. Aprii la Bibbia con queste considerazioni nel cuore, e mi trovai sotto gli occhi le parole del libro di Malachia: «Avete affermato: "È inutile servire Dio: che vantaggio abbiamo ricevuto dall'aver osservato i suoi comandamenti?"». Se in quel momento mi fosse apparso Gesù in carne ed ossa, non credo lo avrei 'visto' più presente che attraverso quelle parole; mi sono sentita 'tirare le orecchie' come Tommaso. Ma soprattutto ho ‘visto’ la presenza amorosa del Padre in ogni momento e la sua grande compassione verso di me.

  

24 Raccontarono

Da poco tempo vivevo in comunità; un giorno venni incaricato di fare il bucato. Mi misi all'opera, ma con tanta ribellione e umiliazione pensando che quello era un mestiere 'da donne', non 'da uomini'. Poi però compresi che era Gesù, attraverso i fratelli, che mi chiedeva quel servizio, e così la gioia di fare quel lavoro in obbedienza a Lui prese il posto di tutti i sentimenti negativi. Capii inoltre che quel che conta non è tanto ciò che si fa, ma compiere in ogni cosa la volontà di Dio; è questo che rende prezioso per il suo Regno ogni lavoro, anche quello così faticoso e impegnativo di tante mamme.

25 Raccontarono

Non avevo presente la maternità della Madonna verso di noi e la mia devozione per lei era debole. Un giorno, guardando una sua immagine, mi venne spontaneo chiederle un segno della sua maternità; le affidai un amico che mi stava molto a cuore. Il giorno dopo proprio quell'amico chiese di venire qui per qualche ora a pregare. Continuai ad affidarlo a Maria ed egli decise di trascorrere le sue ferie nella nostra casa. Partecipò anche a buona parte degli Esercizi Spirituali che tenevamo in quei giorni: durante quel tempo Gesù operò nel suo cuore in modo evidente. Sperimentai così che Maria Santissima è veramente madre per noi e che il suo cuore è pieno di misericordia.

26 Raccontarono

Stavo facendo il bucato e, poiché il lavoro era molto, e io non ero tanto esperta, m'impegnavo a lavorare con premura e con energia. Ad un tratto mi sono sentita stanca. Ho invocato allora il Nome di Gesù chiedendogli forza per continuare. Quasi contemporaneamente, non so come, ho rovesciato un secchio d'acqua... e così un nuovo lavoro s'è aggiunto a quello che già c'era. La cosa bella fu la mia reazione: anziché scoraggiarmi ancora di più, o pensare che Gesù non mi ascoltava, mi è venuto da pensare che, nonostante tutto, Egli mi voleva bene e mi era vicino, e che la mia fatica era a Lui gradita e utile al suo Regno.

27 Raccontarono

Un giorno mi giunse all'orecchio che delle persone che non erano mai state nella nostra casa, parlavano male di noi e del nostro modo di vivere. Ero qui da poco tempo e questa notizia mi fece nascere confusione e tanti dubbi. Mi chiedevo se davvero la nostra vita fosse secondo la volontà di Dio o se fosse un'illusione. Per alcuni giorni tenni nel cuore questa preghiera: "Gesù, fammi capire se la nostra vita ti dà gloria. Dammi un segno". Qualche tempo dopo venne una persona chiedendo di essere ospitata per qualche giorno: desiderava un po' di quiete, poiché si trovava in un momento di grave difficoltà. Prima di ripartire, ci ringraziò per la consolazione e l'aiuto che la nostra testimonianza gli avevano dato e ci "confessò" che aveva spesso criticato, anche pubblicamente, il nostro modo di vivere; non riusciva a capirlo, lo riteneva assurdo, esagerato e inutile. Quando venne a trovarsi nella difficoltà però, non gli era venuto in mente nessun altro luogo se non la nostra Casa, dove cercare un po' di pace, di luce e di forza. Ora, dopo essere stato con noi qualche giorno, ringraziava il Signore per la nostra esistenza. Questo fatto fu per me un segno: mi parve che Gesù avesse voluto confermarmi che la nostra vita era voluta e guidata da Lui per il suo Regno.

28 Raccontarono

Durante un giorno di silenzio, mentre stavo per leggere i salmi dell'Ora Media, mi accorsi che nella mattinata avevo vissuto i vari momenti, anche l'ascolto del brano di Vangelo scelto per la meditazione, senza alcuna luce o consolazione. Subito m'è venuto da pensare a Gesù nel deserto: certo avrà avuto momenti di silenzio da parte del Padre, ma rimaneva là ugualmente, stando semplicemente sotto i Suoi occhi senza aspettarsi nulla in cambio.

29 Raccontarono

Un giorno i fratelli decisero di passare a far visita a una nostra conoscente ammalata degente in ospedale. Era una cosa che desideravo molto: sapevo che sarebbe stato un grande regalo per quella persona. Successe però un contrattempo e la visita dei fratelli non fu possibile. Quando lo seppi, provai un grande dispiacere, un dispiacere che si rinnovava ogni volta che il fatto mi tornava alla mente. Sentivo che tale sofferenza si sarebbe ripetuta ancora: l'accettai e mi proposi di offrirla a Gesù nei momenti in cui sarebbe tornata. Quasi come se Egli avesse accolto 'in anticipo' questa piccola offerta, non provai più quel dispiacere.

30 Raccontarono

Avevo bisogno di un berretto invernale; la sorella incaricata del guardaroba me ne ha presentato alcuni tra cui scegliere. Uno di essi portava una scritta tutto intorno; ho pensato subito: "Per cominciare, questo proprio no!", Mentre guardavo gli altri per scegliere quello che più mi piaceva, m'è venuto in mente Gesù: quando è venuto sulla terra, non ha scelto quello che gli piaceva... e ho preso il berretto che avevo scartato. Quando poi l'ho indossato per una passeggiata, un fratello ha detto: "Che bel berretto, proprio intonato alla tua giacca vento"! Ed era vero: se avessi scelto secondo i miei gusti non avrei ottenuto un risultato migliore!

 

31a Raccontarono

Prima ancora che il Signore mi chiamasse a seguirlo, un uomo mi chiese di accompagnarlo in macchina al paese vicino. Ero impegnato in un lavoro che mi premeva tanto, ma decisi di fargli questo favore, anche se non era urgente, e interruppi il mio impegno. Durante il viaggio, ad un certo punto, egli cominciò a parlare male di me e a insultarmi. Per qualche minuto riuscii a sopportarlo e a comprenderlo, ma poi non seppi più dominarmi: gli risposi per le rime, fermai la macchina e, con tono minaccioso, lo feci scendere; lo lasciai sulla strada e me ne tornai a casa al mio lavoro.

31b Raccontarono

Già nel ritorno però il cuore mi rimproverava, e così per parecchio tempo di quel pomeriggio. La sera, recandomi alla S. Messa, mentre mi avvicinavo alla chiesa, mi vennero in mente queste parole: "Quando porti la tua offerta all'altare e ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì la tua offerta e va' prima a riconciliarti con tuo fratello, poi ritorna a presentare la tua offerta". Guardare l'orologio, (mancava poco all'inizio della Messa), decidere di andare a chiedere perdono e dirigermi di corsa verso la casa di quell'uomo fu un attimo. Arrivato, gli chiesi perdono per la cattiva reazione del pomeriggio. Subito ebbi una grande gioia; lo ringraziai del suo perdono e, ancora di corsa, saltando dalla gioia, tanto da sembrarmi di volare, ritornai alla chiesa. La S. Messa era già iniziata, ma quello che importava era essere in pace con i fratelli per poter accogliere Gesù, che nella S. Messa mi aveva chiamato ad incontrarlo.

  

32 Raccontarono

Una sera mi ero lasciato prendere da pensieri di critica e di pretesa verso i fratelli; accortomene, volevo respingerli, ma non ci riuscivo. A letto mi rivolsi al Signore per chiedergli aiuto e m'è venuto in mente il Vangelo appena letto: "E Dio non farà giustizia ai suoi figli che gridano a lui giorno e notte? Vi dico che farà loro giustizia prontamente!". Allora ho supplicato: "Sei tu, Gesù, che hai detto questo, fallo!" e ho continuato a pregarlo con parole di salmi ed altre invocazioni. Dopo alcuni minuti, improvvisamente, in me è tornata la pace e mi è rimasto come un senso di silenzio. Fui sorpreso e contento di vedere il Signore Gesù così vicino.

33 Raccontarono

Mi stavo recando a celebrare la S. Messa. Mi avrebbe poi atteso un altro impegno, ma io non ne avevo nessuna voglia, nessuna attrattiva. Mi ricordai la Parola che avevamo scelto da tenere particolarmente presente durante quella settimana: "Sarai pescatore di uomini". Allora ho detto a Gesù: "Voglio assolvere a questi impegni solo perché sei tu che mi chiami e li vuoi. Chissà che tu non abbia intenzione di salvare qualcuno?". Proprio quel giorno due persone mi hanno cercato, due persone che in maniera diversa avevano bisogno del Signore.

  

34 Raccontarono

Stavo guidando un momento di preghiera. Durante il canto una voce non era in armonia con le altre; cercavo di richiamare, con qualche gesto, l'interessato, ma egli persisteva nel suo sbaglio. Affidai allora la cosa a Gesù: subito quella persona si corresse.

35 Raccontarono

Stavo tornando a casa in corriera. Per l'ultimo tratto del viaggio non avrei trovato la coincidenza; chiesi all'autista il favore di lasciarmi scendere in un punto da dove avrei raggiunto la nostra casa per una via più breve, a piedi. Egli mi rispose che quel luogo non era consentita una fermata. Non ribattei, mi sedetti ed aspettai. Quando scesi alla fermata normale, vidi arrivare la nostra macchina: un fratello era venuto a prendermi. Se fossi scesa prima non mi avrebbe trovata e io sarei arrivata a casa più tardi e con maggior fatica. Con gioia m'è parso di vedere la bontà del Padre, la sua cura e la sua guida anche in queste 'piccole situazioni pratiche'.

 

  1. Raccontarono

Un giorno siamo andate a trovare due persone. Per circa mezz'ora abbiamo parlato del più e del meno, della loro famiglia, della salute. Prima di andar via, abbiamo proposto di pregare un po' insieme: in poco tempo è nata una grande unità, che in mezz'ora di 'chiacchiere' non si era saputo instaurare. Alla partenza ci hanno salutate con una gioia e una gratitudine tale che ci sorprendeva. Quella preghiera aveva suscitato una comunione nuova, non solamente umana: la comunione dello Spirito Santo. In essa quelle persone si sono sentite accolte ed aiutate, non superficialmente, ma nelle loro esigenze più profonde.

  1. Raccontarono

Dovendo collegare gli scarichi delle acque bianche alla rete comunale, s’è visto che per un tratto le fondamenta della casa non erano solide. Bisognava perciò lavorare più in profondità, con parecchi metri cubi di cemento e molte ore di lavoro degli operai, più del previsto. Il Signore mi concesse di non preoccuparmi per il denaro: ricordavo la Parola: "il Padre vostro sa...". Qualche giorno prima di iniziare i lavori, nella casetta delle offerte abbiamo trovato un cartoccio con milione e settecentomila lire. Mentre i lavori procedevano, una persona è venuta da lontano con un'altra offerta di un milione; e il giorno seguente arrivò per posta ancora un assegno della stessa cifra. Il Signore aveva provveduto prima che ci fosse venuto in mente di chiederglielo. Alcune settimane dopo la fine dei lavori è arrivata la fattura. Ebbene, quelle offerte erano sufficienti, anzi esatte, per coprire le spese del lavoro eseguito. Il Padre è un vero papà: sa prima di noi quanto occorre!

  1. Raccontarono

Era il primo giorno di una settimana di ritiro; mi trovavo da solo, in una casetta di campagna, isolata, vicino al bosco. Verso sera cominciai ad avere un po' di paura sapendo di essere lì tutto solo. Man mano che imbruniva cresceva in me l'apprensione. Scesa la notte, dopo Compieta, andai a dormire. Il letto era nel sottotetto. Spenta la luce, un ghiro si mise a girare sulle travi del soffitto e ogni tanto lasciava cadere sul mio letto dei sassolini. Sentivo altri rumori, qualche fruscio... Tutto intorno era buio profondo: la paura cresceva. Cominciai a pregare, ma la paura rimaneva, anzi diventava angoscia. "In questa situazione, - pensai -, l'unica mia salvezza sei Tu, Gesù". Cominciai a invocare il suo Nome. Una grande pace, quella che solo il Signore può dare, mi scese nel cuore; mi addormentai pieno di gioia e dormii tranquillo fino al mattino. Quella gioia e quella pace mi accompagnarono per tutto il tempo che rimasi in quel luogo.

  

  1. Raccontarono

C'erano alcune difficoltà nella mia famiglia: anch'io ne portavo un po' il peso, perché non riuscivo a scorgere in esse l'amore del Padre. Un giorno parlai di questa situazione con i fratelli. Essi, ricordando la Parola: "Se due di voi sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli ve la concederà", invocarono insieme il Nome di Gesù. Non passò molto tempo e tutto si risolse: anzi, le cose cominciarono ad andare meglio di quanto avessi potuto sperare; mi pareva che il Regno di Dio fosse venuto di più tra i miei parenti.

La permanenza in Africa, di cui s'è già parlato, stava per concludersi. Prima del ritorno avevamo a disposizione alcuni giorni di riposo; uno di essi era domenica. Desideravamo partecipare alla S. Messa, ma la chiesa si trovava a 20 Km e noi eravamo appiedati. Sarebbe stata un'avventura temeraria metterci in viaggio? Eppure sentivamo che il Signore era degno della nostra fatica ed avevamo fiducia nel suo aiuto. Pensammo di chiedere a Lui consiglio e lo facemmo in modo semplice: tirammo a sorte. La 'sua' risposta fu di andare. Proprio in quel momento era in partenza il bus che serviva il personale dell'albergo che ci ospitava; lo raggiungemmo, e l'autista, pur non essendogli consentito, ci diede un passaggio; non solo, ma allungando il tragitto, ci portò fino alla cattedrale della città. Finita la S. Messa, eccoci di nuovo in difficoltà per il ritorno. Non avevamo neppure iniziato a chiedere informazioni, quando un furgone ci passò davanti: due volontari italiani incontrati alla Missione dove avevamo lavorato, stavano 'casualmente' passando di là proprio in quel momento! Ci salutarono con gioia e ci accompagnarono all'albergo. Gesù aveva provveduto a mandare i suoi "angeli": tutta la nostra 'avventura' s'era svolta nelle sue mani.

 

Sentivo una grande delusione e risentimento verso un fratello che non aveva fatto quello che gli avevo chiesto e mi veniva da esser sgarbato con lui, pur riconoscendo che era stato il Signore a disporre così. Mi sono accorto di non essere nello Spirito di Gesù e mi sono ricordato della Parola: "Non lasciarti vincere dal male ma vinci con il bene il male"! Ho voluto rimediare con un gesto d'amore: il primo che mi è venuto in mente è stato di offrirgli una caramella. Con questa piccola obbedienza alla Parola di Dio, la mia tristezza e il mio risentimento sono spariti.

  

42.

Durante il periodo in cui avevo il compito di distribuire il lavoro ai fratelli, mi accorsi che li facevo un po' correre. Dissi a uno di loro: "Mi accorgo che ti faccio lavorare sodo". Ed ebbi questa risposta, che mi colpì: "Non sei tu, è Gesù che mi fa lavorare". Provai gioia nel vedere quella fede e quello sguardo puro, che restava fedele al suo Signore.

    

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"Cosa giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima?". Questa Parola mi è stata fonte di pace, di forza per perdonare e di libertà dalle cose in occasione di un'ingiustizia ricevuta. Una persona cui avevo prestato - dando fiducia alla sua parola - parecchi milioni di lire, un giorno mi disse che non aveva intenzione di restituirmeli. La notte seguente la passai in bianco per la rabbia. Poi mi venne in mente quella Parola del Vangelo e compresi che quei soldi non erano importanti; vedevo che quella persona, anche se teneva tutti i miei soldi, era molto più 'povera' di me: le mancava il tesoro vero che io avevo trovato: Gesù, salvezza del mondo.

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Una persona mi chiese di insegnarle a pregare. Mi resi conto che neppure io sapevo pregare, pur vivendo in una Casa di Preghiera: non sapevo cosa dire, temevo d'ingannarmi e d'ingannare. Mi venne allora in mente che è lo Spirito Santo che prega in noi. Lo Spirito Santo prega bene; io cerco solo di lasciarmi abitare da Lui amando Gesù e il Padre. Senza timore ed esitazione potei dire a quella persona qualcosa che l'ha aiutata a scoprire la bellezza della preghiera.

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Sabato sera sono stata visitata da una prova: mi sono affidata al Signore, nell'attesa che quella 'nube' passasse. Il giorno seguente, per di più, ho avuto la compagnia di un disturbo fisico, che però non mi ha impedito di svolgere in pace i miei compiti. Proprio quel giorno due di noi annunciavano l'amore del Padre a un grosso gruppo di preghiera a Verona: mi è venuto da pensare che il Signore lasciava partecipare anche me alla fatica che i nostri fratelli stavano facendo per il suo Regno.

  

 

Detti dei padri del nuovo deserto 01 - 02 - 03 - Abba, Benedici!  -  Abba Bartolomeo (Padre nostro)  -  Gesù, il Nome rivelato   

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