OMELIE / Omelie IT
09 nov 2025 09/11/2025 - Dedicazione della Basilica Lateranense
09/11/2025 - Dedicazione della Basilica Lateranense
in Italia, anche Giornata del Ringraziamento
Prima lettura Ez 47,1-2.8-9.12 dal Sal 94 Seconda lettura 1Cor 3,9c-11.16-17 Vangelo Gv 2,13-22
Le comunità cristiane d’Italia oggi ringraziano il Padre per tutti i suoi benefici, in particolare per i frutti della terra e i raccolti delle campagne. L’atteggiamento di riconoscenza è tipico del cristiano, abituato a celebrare ogni domenica, o ogni giorno, l’Eucaristia, come rendimento di grazie a Dio per la sua paternità, per il Figlio che il Padre ci ha inviato, e per lo Spirito Santo che ha effuso su di noi.
Al termine del raccolto dei prodotti della terra è giusto ed è bello unirci per dire grazie anche delle cose materiali con cui possiamo sostentare la nostra vita e la nostra famiglia. In qualche luogo la siccità o la troppa pioggia hanno fatto scarseggiare i raccolti: nonostante questo noi ringraziamo. Il Padre sa il perché degli eventi che possono mettere alla prova la fede e la pazienza dei suoi figli. Noi lo ringraziamo perché comunque egli ci è Padre.
Il ringraziamento tiene il nostro cuore aperto a quei fratelli che possono disporre dei beni ancor meno di noi, e soffrono povertà, miseria o fame. A Dio lode e gloria, anche perché pane e vino, frutto della terra e della sua benedizione al lavoro dell’uomo, presentati sull’altare, diventano Corpo e Sangue del Figlio suo, nutrimento per noi e nostro sacrificio accetto a lui!
Un ringraziamento particolare oggi si leva a Dio da tutta la Chiesa romana per la Dedicazione della Basilica Lateranense. Essa è la cattedrale del Vescovo di Roma e considerata quindi la madre di tutte le chiese. È occasione preziosa per rendere grazie per il ministero del Papa e per la Chiesa che egli presiede, la prima di tutte. La festa per l’edificio però diviene stimolo a riflettere su realtà ben più grandi dell’edificio stesso, più interiori e spirituali.
La visione di Ezechiele introduce la nostra meditazione. Da sotto la soglia del lato destro del tempio esce dell’acqua, che scorre aumentando e arrivando al mare, il mare senza vita. All’arrivo di quest’acqua, l’acqua del mare si risana e diventa l’ambiente ideale per il pesce e per gli alberi che crescono sulle sue rive. Questi porteranno frutti ogni mese, e persino le loro foglie saranno medicina per gli uomini. Se l’acqua esce dal lato destro, come non pensare all’acqua uscita dal cuore di Gesù, quando è stato trafitto proprio al lato destro? È lui vita e salute per tutti gli uomini e per tutti i popoli! È lui il vero tempio, di cui Dio si serve per donarci vita e salute!
L’apostolo Paolo parla di tempio edificato da noi. Ci esorta a stare attenti perché non costruiamo invano, perché non fatichiamo inutilmente. E perciò staremo attenti alle fondamenta. La pietra sicura su cui fondare tutto l’edificio è Gesù Cristo. Non ci sono dubbi. Se qualcuno costruisce sui ragionamenti degli uomini, per quanto sapienti possano sembrare, lavora inutilmente. Ascolteremo Gesù, ubbidiremo a lui, lo seguiremo, e allora la nostra vita sarà edificata al sicuro per l’eternità. Con lui alla base, noi saremo il tempio di Dio, il luogo dove tutti possono incontrare l’amore del Padre, la sapienza dello Spirito Santo e la pace, che è Gesù stesso.
Che noi stessi siamo tempio di Dio è affar serio. Per diventarlo e quindi continuare a vivere in modo adeguato a questa verità, staremo ancora attenti a Gesù.
Il vangelo di oggi ci fa osservare come Gesù prende sul serio l’edificio del tempio, quello fatto ricostruire sì dal re di cui tutti avevano paura, Erode, ma nel quale tutto il popolo entra per lodare Dio e offrirgli i propri sacrifici. È di questo tempio che è stato detto che sarà «casa di preghiera» per tutti i popoli. Quando Gesù arriva, grande è la sua delusione. È diventato un luogo di mercato: c’è chi vende gli animali da offrire in sacrificio, c’è chi li compra, ci sono quelli che cambiano la valuta. Questi affari dovrebbero essere svolti fuori del tempio, in altri luoghi. E invece, proprio qui. Gesù vien preso da grande zelo, e con pace confeziona una frusta, e con sicurezza l’adopera per gli animali. Li caccia tutti fuori. Ciò che avviene in questo luogo santo non aiuta la preghiera, e rende il tempio stesso un ambiente che fa pensare che Dio sia un commerciante, non un Padre.
Gesù sa che il tempio in sé non è importante, ma è pur sempre profezia e rivelazione. È profezia per lui, il vero luogo dove Dio incontra gli uomini con la pienezza del suo amore. È rivelazione dell’amore di Padre che anima il cuore di Dio. Ma se è ridotto a luogo di mercato danneggia e scredita il suo principale scopo.
Ripensiamo a queste luci quando entriamo in ogni chiesa, in ogni luogo edificato dalla fede e dall’amore dei fedeli. Sono soltanto edifici, ma hanno un ruolo importante per la nostra fede e per la carità che ci fa incontrare in essi gli altri fratelli e sorelle che adorano il Signore e lo servono con amore.
È per questo che oggi celebriamo con gioia la Dedicazione della Basilica del Laterano, la prima di tutte le chiese.
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