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OMELIE / Omelie IT

29 lug 2018
29/07/2018  17ª Domenica del T.O. - B 

29/07/2018  17ª Domenica del T.O. - B 

1ª lettura 2Re 4,42-44 * dal Salmo 144 * 2ª lettura Ef 4,1-6 * Vangelo Gv 6,1-15

 

“Gli occhi di tutti sono rivolti a te in attesa e tu provvedi loro il cibo a suo tempo”. Il salmo responsoriale ci fa pregare con queste parole, che vediamo realizzarsi sia tramite il profeta Eliseo (I lett.) che, soprattutto, tramite Gesù! Il profeta è certo che il pane che ha ricevuto in dono non può essere troppo poco per le persone che stanno con lui. È un dono di Dio, e noi non possiamo accusare Dio di avarizia! Qualora noi fossimo generosi com’egli lo è, non mancherebbe mai nulla! Gesù è ancora più sicuro del profeta: una grande folla viene da lui nei giorni che precedono la Pasqua, vengono da lui anziché andare a Gerusalemme; questo è segno che quella folla lo cerca come si cerca la presenza di Dio! Essi vogliono stare con lui anche se non hanno da mangiare. Gesù vede quella gente e la fede che la muove. Tutti sono certi d’aver trovato il Salvatore e di stare ascoltando da lui la Parola di Dio. Gesù non vuole deluderli. Ma egli non vuole agire da solo, perché ormai forma un’unica famiglia con i suoi discepoli. Vuole che anch’essi partecipino ai suoi progetti e al suo agire. Che cosa farebbero essi?

Filippo se la vede brutta: egli fa calcoli con il portafoglio, ma con i suoi calcoli la situazione appare insostenibile. Andrea invece si guarda attorno, cerca le eventuali riserve di cibo, ma queste sono talmente esigue che non si possono nemmeno prendere in considerazione. Gesù invece prende sul serio quel poco che può essergli donato: ciò che viene offerto al Padre e preso dalla sua Mano come dono suo, diventa nutrimento sufficiente per tutti!

Ubbidendo a Gesù, tutti si siedono sull’erba: nemmeno Mosè fu tanto grande! Infatti la gente guidata da Mosè doveva stare in piedi, camminare nel deserto e attendere sospirando il luogo del riposo. Gesù è più di Mosè, è colui che dà inizio al nuovo popolo e lo porta davvero al riposo. Egli, per questo popolo, inaugura un nuovo modo di vivere: è un modo fraterno, dove ognuno offre a Dio se stesso e tutto ciò che possiede, e così a nessuno manca nulla. Gli uomini che vengono saziati dai cinque pani dati dal ragazzo sono molti, molto più numerosi degli uomini saziati dal profeta Eliseo: sono numerosi quanto la prima Chiesa di Gerusalemme (Atti 4,4)! E gli Apostoli hanno imparato: difatti quella Chiesa vivrà proprio così, condividendo quanto avevano.

Un’altra novità: i pezzi avanzati del pane distribuito dai discepoli non restano nelle mani degli uomini sazi: nessuno deve farne scorta, nessuno deve arricchire. Tutto ciò che è avanzato ritorna nelle mani degli Apostoli, che saranno ancora incaricati di nutrire il popolo col pane, dono di Dio, il pane della riconoscenza, il pane della fraternità, il pane dell’unità!

Tutti hanno capito chi è Gesù, ma non del tutto. Quelli che credono d’aver capito qualcosa, dimostrano di non aver compreso la cosa principale. Essi vogliono che Gesù diventi re, un re che ubbidisca al loro desiderio di benessere materiale. Gesù è davvero re, ma re del regno di Dio, re che non può obbedire ai desideri egoistici degli uomini! Il re del regno di Dio deve essere obbediente al Padre, farne risplendere la paternità, e questo può avvenire soltanto facendo vivere gli uomini da fratelli! Gesù, invece che comandare come un re, dovrà morire perché gli uomini possano essere perdonati dai loro peccati, altrimenti non riuscirebbero a vivere da fratelli! Egli perciò si nasconde, cerca un luogo solitario ove pregare e vincere nuovamente la tentazione del potere, nemico della fraternità!

La lettura della pagina di San Paolo ci elenca i motivi per cui i credenti devono vivere da fratelli e ci offre le indicazioni necessarie. Le motivazioni sono profonde: siamo un solo corpo, ci anima un solo Spirito, abbiamo la medesima speranza, ci accomuna una stessa vocazione, una stessa fede, un identico battesimo, obbediamo allo stesso Signore. Il Dio che adoriamo è Padre di tutti, e perciò noi non possiamo creare divisioni nella sua famiglia. Non è possibile che ci mostriamo testimoni falsi della volontà di Dio, che ci vuole fratelli!

Umiltà, mansuetudine, pazienza, sopportazione, volontà di pace a costo di perdere: queste sono le regole della vita cristiana. Sono regole difficili da seguire per le nostre abitudini egoistiche, ma molto efficaci in vista dell’armonia, della pace, della crescita della fraternità tra di noi.

Saremo un popolo capace di condividere, di donare il poco che possediamo, di accettare con riconoscenza da Gesù, tramite le mani degli Apostoli, tutto ciò che serve alla nostra vita. Potremo così godere di stare seduti alla presenza del Signore in comunione con molti fratelli!

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