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OMELIE / Omelie IT

26 giu 2022
26/06/2007 - 13ª Domenica T. O. - anno C

26/06/2007 - 13ª Domenica T. O. - anno C

Iª lettura 1Re19, 16.19-21 dal Salmo 15 IIª lettura Gal 5, 1.13-18 Vangelo Lc 9, 51-62

Iniziamo dalle ultime parole proclamate: “Nessuno che ha messo mano all'aratro e poi si volge indietro, è adatto per il regno di Dio”. Gesù si serve di un proverbio popolare per aiutarci a riflettere sulle nostre scelte e a decidere la nostra fedeltà a lui. Chi tiene l’aratro trainato dai buoi deve impegnare tutta l’attenzione affinché il solco risulti diritto e profondo: non può distogliere lo sguardo, nemmeno per vedere se quanto ha già fatto è riuscito bene. È una bella immagine significativa: stai seguendo Gesù? Non guardare altrove, non cercare nemmeno di compiacerti dei passi già fatti, non fermarti ad osservare i risultati raggiunti e il bene operato. Continua sempre e soltanto a guardare Gesù: è lui la tua gioia, è lui il tuo vanto, è lui la tua mèta, è lui il tuo impegno.

Questo lo deve sapere e vivere chiunque decida di stare con lui, ogni cristiano, se non vuol perder tempo o andare fuori strada. Ogni discepolo farà attenzione ai suggerimenti che il Signore ha dato a quei tre che chiesero di stare con lui.

Egli non possiede beni di questo mondo, “non ha dove posare il capo”: il suo discepolo non chiederà a Gesù la possibilità di aumentare il proprio capitale, non userà la fede e l’appartenenza alla Chiesa come metodo per la propria sicurezza economica o per il raggiungimento di un benessere materiale. Chi prega o partecipa ai misteri divini con questi scopi inganna se stesso e gli altri, e ben presto lascerà la strada della salvezza spirituale per correr dietro ad ogni idolo del mondo.

Chi vuol stare con Gesù deve saper dominare e orientare tutti i propri affetti umani, anche i propri legami sacri con i parenti. Egli dovrà sapere che il regno di Dio, quello di cui Gesù è il re, è per tutti, anche per i parenti, più importante della presenza a riti e convenienze sociali.

Chi vuol stare con Gesù deve essere disposto ad obbedire a lui anziché alle abitudini inveterate. Tutto quello che farà, lo farà seguendo la Parola del Signore e non si lascerà condizionare da ciò che pensano o dicono i suoi di casa.

Chi sta con Gesù non va dietro nemmeno ai propri ragionamenti fondati sulle sacre Scritture. Questo lo devono imparare anche i due discepoli, quelli più ‘anziani’ del gruppo. Giacomo e Giovanni si fanno forti di sapere quel che ha fatto Elia: come lui si è comportato con gli idolatri, così anch’essi vorrebbero invocare da Dio un castigo contro i Samaritani che non vogliono ospitare Gesù nel suo viaggio verso Gerusalemme. Essi stessi però lo seguono malvolentieri, sapendo che si concluderà con la persecuzione del loro Maestro. Gesù li rimprovera: non hanno ancora imparato da lui la tenerezza e la misericordia di Dio, non hanno cioè ancora preso sul serio la sua dolcezza e pazienza e nemmeno le parole con cui egli si è rivelato medico per i malati, salvatore dei peccatori.

Lui, Gesù, lui sì è veramente deciso di compiere la volontà del Padre, costi pure la vita. Egli si incammina decisamente verso la città santa, Gerusalemme. Da lui impariamo, e dalla sua decisione riceviamo coraggio e fede, e serenità nella nostra fedeltà.

Decidendo di seguire Gesù capiremo e condivideremo la gioia di Eliseo. Egli ha capito il gesto di Elia, che l’ha chiamato a condividere il suo ministero profetico. Per esprimere la gioia della sua obbedienza Eliseo preparò un grande banchetto nella sua casa per i suoi servi. È stato pronto a lasciare tutto in fretta, perché il compito ricevuto era importante per la fede del popolo.

Esempi grandi e belli ci aiutano ad accogliere l’esortazione dell’apostolo: “Siete stati chiamati a libertà. Purché questa libertà non divenga un pretesto per vivere secondo la carne, ma mediante la carità siate a servizio gli uni degli altri”. Siamo stati dotati di una grande libertà: per conservarla nella sua bellezza la vivremo come vocazione. È Dio che ci chiama a libertà, la libertà dei figli che amano e servono, non quella degli schiavi che cercano di scappare. La libertà di figli amati e amanti ci serve per seguire Gesù mettendoci a disposizione dell’amore di Dio e del suo amore per il mondo.

Fammi conoscere una persona più libera di chi segue e serve Gesù! Mostrami, se sei capace, una persona più gioiosa di una che segue e serve Gesù! Chi si innamora di lui al punto da non voler più possedere le cose del mondo e da non lasciarsi condizionare dagli affetti degli uomini, questi sperimenta la nuova e vera libertà, e quindi la gioia che non può essere rubata da nulla e da nessuno.

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