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5ª domenica di Quaresima - B
25/03/2012 - 5ª domenica di Quaresima - B

25/03/2012 - 5ª domenica di Quaresima - B

1ª lettura Ger 31,31-34 dal Salmo 50 2ª lettura Eb 5,7-9 Vangelo Gv 12,20-23

In quest’ultima domenica di quaresima ci prepariamo in maniera più diretta al triduo pasquale per celebrare la morte e risurrezione del Signore. Le letture che ascoltiamo ci rendono coscienti di quanto in esso è avvenuto. Il profeta Geremia ha annunciato l’alleanza nuova con cui Dio vuole arricchire e rassicurare il suo popolo. La lettera agli Ebrei ci annuncia a quale prezzo il Padre l’ha stipulata con gli uomini. E Gesù, nel vangelo, ci descrive e interpreta quanto egli ha vissuto con una brevissima parabola e ci annuncia l’efficacia della sua lotta e della sua vittoria.

Con le parole di Geremia Dio manifesta la sua delusione, se così possiamo dire, nel constatare come l’alleanza, che egli aveva concluso con il popolo attraverso Mosè, è stata infranta dal popolo stesso: non hanno tenuto conto che egli era Dio! Hanno infranto l’alleanza con lui come se lui fosse un buono a nulla, o come fosse incapace di assicurare vita e libertà. In questo modo il popolo meriterebbe d’essere abbandonato a se stesso, ma questo Dio non lo vuol fare, grazie all’amore sempre presente nel suo cuore! Che cosa farà? Ecco, stipulerà una nuova alleanza: questa volta soltanto lui si impegna a rimanere fedele, e darà ai vari membri del popolo di portare dentro di sè il desiderio di essergli uniti. Lo conosceranno infatti come Padre che li ama fino al perdono del loro peccato. Un’alleanza davvero nuova, perché nuovo il concetto stesso di alleanza: l’impegno è solo di Dio, l’uomo avrà solo il beneficio. All’uomo verrà chiesto solo di non rifiutarla!

La lettera agli Ebrei ci fa conoscere a quale prezzo la nuova alleanza è stata stipulata: l’obbedienza fino alla morte del Figlio, la sua generosa offerta di sè “con forti grida e lacrime”. Gesù poi ripete con altre parole queste stesse cose ad Andrea e Filippo, quando si fanno portavoce dei pagani che desiderano conoscere il Signore. Gesù capisce che, se i pagani lo vogliono incontrare, la sua venuta nel mondo sta portando frutto, e non solo per il popolo d’Israele, ma per tutti gli uomini. Il frutto così abbondante matura dal grano caduto a terra e morto. È giunta perciò l’ora della sua offerta, della sua morte. Gesù la può annunciare, non solo ad Andrea e a Filippo, ma anche a me, a te, a tutti coloro che lo seguono. Quanto accade a lui è una legge che vale per tutti coloro che vogliono che la propria vita abbia un significato nel regno di Dio. Le sue affermazioni devono perciò rimanere fisse nel nostro cuore e nella nostra mente per far da punto di partenza ai nostri ragionamenti e alle nostre scelte. “Chi ama la propria vita la perde”, Se uno mi vuol servire, mi segua”: chi prende seriamente queste sue parole non rimarrà senza consolazione! “Chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna”, “Se uno serve me, il Padre lo onorerà”: queste promesse ci rendono forti e generosi nel seguirlo. La voce che viene dal cielo conferma la verità di Gesù e conferma la verità della sua offerta di sè. L’amore che egli vive donando la propria vita è rivelazione della sua divinità, è la sua gloria. E la gloria vissuta da lui accettando di essere innalzato sulla croce, è una gloria che porta frutto per la salvezza degli uomini. Infatti “ora il principe di questo mondo sarà gettato fuori”. Gli uomini che sono attirati dal Figlio innalzato non sono più posseduti, nemmeno influenzati, dal principe di questo mondo, dal maligno. Essi conoscono la paternità di Dio e godono del suo amore: in essi la “nuova alleanza” diventa visibile: essi stessi vogliono ciò che Dio vuole, conoscono la sua volontà e la desiderano, sono trasformati in modo da sentirsi un tutt’uno con lui.

La Parola di questa domenica ci immerge nel significato più profondo del mistero pasquale, che vivremo tra pochi giorni. Ci prepariamo ad addentrarci in esso non solo con il ricordo e con il pensiero, ma con tutta la nostra vita. Ci disponiamo a “odiare la vita in questo mondo” per seguire il Signore Gesù e portare a lui coloro che manifestano anche solo vagamente il desiderio di conoscerlo. La voce dell’angelo che ha parlato a Gesù, ma che ha detto ciò che per noi è importante udire, ci terrà orientati a lui con forza, con decisione: egli è già glorificato e sarà ancora glorificato da Dio. Nulla ci deve distrarre da lui e dal mistero del suo amore.

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