OMELIE / Omelie IT
11 mag 2025 11/05/2025 - 4ª Domenica di Pasqua - anno C
11/05/2025 - 4ª Domenica di Pasqua - anno C
preghiera per le vocazioni
Iª lettura At 13, 14. 43-52 dal Salmo 99 IIª lettura Ap 7, 9. 14-17 Vangelo Gv 10, 27-30
“Era necessario che fosse proclamata prima di tutto a voi la parola di Dio, ma poiché la respingete e non vi giudicate degni della vita eterna, ecco: noi ci rivolgiamo ai pagani”. Con queste parole San Paolo e Barnaba rimproverano gli ebrei di Antiochia di Pisidia, che poi li scacceranno dal loro territorio.
Sono parole dure, perché mettono in evidenza quanto sia grave il non ascoltare la Parola di Dio, il non prendere sul serio l’annuncio di Gesù Cristo e del suo vangelo. Questa indifferenza o rifiuto significa la rinuncia alla vita eterna, alla comunione con Dio, ai benefici che egli solo può donarci già fin d’ora.
Oggi, sentendo il Vangelo del Buon Pastore, potremmo dire che tale rifiuto sarebbe la rinuncia a farci guidare al pascolo dal Pastore, a ricevere da lui protezione, vita e salvezza.
Certamente noi non vogliamo essere privati dei beni di cui parla la lettura odierna dall’Apocalisse, “Non avranno più fame né avranno più sete, non li colpirà il sole né arsura alcuna, perché l'Agnello che sta in mezzo al trono sarà il loro pastore e li guiderà alle fonti delle acque della vita. E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi”. Questi, che godono la consolazione eterna sono persone che hanno sofferto la persecuzione per la loro fedeltà: “sono passati attraverso la grande tribolazione”, ma hanno dato tutta la loro fiducia al sangue di Gesù, cioè al suo sacrificio e alla sua obbedienza al Padre. La fiducia in Gesù crocifisso li ha resi forti, capaci di soffrire a loro volta per rimanergli fedeli. Già in questo mondo sono stati premiati con una grande pace e fortezza, e in seguito, nel mondo futuro, godranno la gloria del Figlio di Dio, «l’agnello che siede sul trono»!
Agnello e pastore è il Signore Gesù. Egli è l’agnello che ha offerto la vita, e Dio l’ha reso pastore, per incarnare tutta la bontà di Dio per gli uomini. I profeti hanno descritto Dio proprio con l’immagine del pastore: «Il Signore è il mio pastore», dice il salmo; ed Ezechiele: «Io stesso condurrò le mie pecore al pascolo e io le farò riposare. Andrò in cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella smarrita; fascerò quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della grassa e della forte; le pascerò con giustizia». Questo è il compito di Gesù: servizio al Padre, per concretizzare il suo amore e la sua tenerezza verso di noi.
Amando il Padre egli ama noi. A questo compito sono invitati i cristiani. Per questo oggi parliamo di vocazioni, cioè persone chiamate a donare la vita. Ci sono vocazioni per rappresentare Gesù pastore in mezzo alle comunità: e sono le chiamate al sacerdozio. Ci sono poi vocazioni a rendere attuale l’amore di Gesù che prega e benedice, che accoglie malati e piccoli per assisterli nelle loro necessità, e sono le chiamate alla vita tutta consacrata a Dio e al servizio. Ci sono vocazioni destinate a rivelare l’infrangibilità dell’amore di Dio, e sono le chiamate a formare una famiglia cristiana, dove l’amore non si prende mai il permesso di essere infedele, nemmeno quando lo fosse il coniuge, perché sa che l’amore sponsale ha il compito di rivelare la bellezza e la forza e la perseveranza di quello di Dio.
Oggi preghiamo per le vocazioni nella Chiesa: preghiamo cioè perché ci sia sempre donato chi si offre a Dio per manifestare i vari aspetti del suo amore, sia in famiglia che nel mondo e nelle comunità parrocchiali o religiose.
E pregando ci offriamo anche noi, disponibili a vivere con la consapevolezza che siamo chiamati da Dio ad essere sempre rivelazione di lui, testimoni della sua santità. Non distogliamo quindi il nostro sguardo da Gesù, che cammina davanti a noi come un pastore fedele e sicuro!
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