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OMELIE / Omelie IT

15 dic 2019
15/12/2019 - 03ª Domenica di Avvento - Anno A

15/12/2019 - Domenica 03ª del Tempo di Avvento - Anno A

 

Prima lettura Isaia 35,1-6.8.10 dal Salmo 145 Seconda lettura Giacomo 5,7-10 Vangelo Matteo 11,2-11

 

Ricordo che, quand’ero bambino, una volta al mese, la domenica mattina i vigili del fuoco lavavano le strade del paese prima della Messa. Chi usciva vestito a festa trovava così anche la strada pulita, accogliente. Andavo alla chiesa più volentieri, con una gioia in più al vedere quegli uomini forti, tra cui mio padre, dedicarsi ad un lavoro non remunerato, per rendere accogliente il percorso verso l’Eucaristia nel giorno del Signore. L’Eucaristia è un avvenimento, e come tale merita essere preparato con cura. Per un avvenimento importante si preparano anche le strade, e i vestiti e i fiori e varie altre piccole cose. L’Eucaristia è un avvenimento: naturalmente per chi lo vive, per chi se ne nutre, per chi crede.

Mi è venuto alla mente questo leggendo Isaia, che parla di una strada appianata, chiamata Via santa, preparata per persone che l’avrebbero percorsa con gioia e felicità, perché di ritorno dall’esilio dove abbondavano solo tristezza e pianto! Essi tornavano alla città di Sion, città della presenza del Signore. Quanto più ci prepariamo noi per l’incontro col Signore stesso, che ci parla e si dona a noi per nutrirci!

Gesù è proprio lui colui che è venuto e che viene per risollevarci da tutti i nostri bisogni, per rincuorarci nelle nostre sofferenze, per liberarci dai nostri pesi, per donarci quella parola che ci colma di consolazione. Aveva qualche dubbio Giovanni il Battista. Soffriva in carcere, dove era rinchiuso ingiustamente, riconosciuto colpevole d’aver pronunciato con chiarezza il volere di Dio ad uno dei re di questo mondo. Le sue sofferenze e il suo umano fallimento gli hanno fatto sorgere un dubbio al vedere che Gesù predicava misericordia con tenerezza e amore a tutti i peccatori: ho sbagliato? ho sbagliato ad indicare in Gesù il Messia? Come mai non mi libera da questo carcere? Forse non è lui quello che attendevo, che tutti attendiamo? chi mi può assicurare che non mi sono sbagliato? Così manda a interrogare lo stesso Gesù. E Gesù vuole trasformare i messaggeri in testimoni. Non dovranno portare la risposta di un altro, pur vera e illuminante, nemmeno se quest’altro è lui, ma dovranno essere testimoni: racconteranno ciò che hanno visto e ciò che hanno udito. Hanno visto i segni annunciati dai profeti per i giorni del Messia, hanno udito parole dolci e sante, parole consolanti, parole che fanno nascere la gioia perché proclamano beati quelli che sono poveri e afflitti come noi.

Chi si avvicina a Gesù diventa un testimone: vorrebbe forse riportare soltanto quello che gli altri dicono, ma l’incontro con Gesù trasforma! Così accade a molti curiosi che si recano in luoghi famosi, come Lourdes o altri santuari, o riunioni dove è presente il Signore! I discepoli di Giovanni sono diventati testimoni di Gesù.

E Gesù elogia il suo precursore, nonostante il suo dubbio. Egli assicura tutti che Giovanni è proprio un profeta di Dio, anzi, colui che prepara la via. Con questo elogio di Giovanni Gesù afferma anche la propria identità. Egli è davvero colui che deve venire!

Noi perciò lo attendiamo, e lo attendiamo con amore. Lo attendiamo con pazienza, perché le afflizioni ci fanno sempre dubitare, ci tengono l’animo in sospeso. Adottiamo la pazienza dell’agricoltore, come ci esorta San Giacomo.

Chi semina sa che deve attendere lunghi mesi prima di vedere il frutto e affrontare la fatica del raccolto, e in quei mesi attende con pazienza anche la pioggia, e poi attende la nuova stagione. Tutta la vita è fatta di attesa, attesa paziente. Noi siamo certi che il Signore viene e che è lui il giudice di tutto e di tutti. Viviamo comportandoci in modo da essere a lui graditi e accetti, vincendo le nostre inclinazioni ed esaminando sempre tutto alla luce della sua Parola.

L’attesa e la pazienza ci tengono desti su quella strada dove passa il Signore e coloro che sono da lui salvati: con loro gioiremo nell’incontro! L’elogio che Gesù farà di noi sarà ancora più bello di quello di Giovanni: noi infatti siamo membra del suo Corpo! Noi, per quanto piccoli nel Regno dei cieli, siamo lavati da lui, siamo nutriti di lui, e da lui santificati e divinizzati!

Grazie, Signore Gesù: vieni, ti attendiamo con gioia per poterti servire!

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