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OMELIE / Omelie IT

28 gen 2024
28/01/2023 - 4ª Domenica del Tempo Ordinario - B

28/01/2023 - 4ª Domenica del Tempo Ordinario - B

Iª lettura Dt 18, 15-20 dal Salmo 94 IIª lettura 1 Cor 7, 32-35 Vangelo Mc 1, 21-28

Quanto è importante la parola! Essa può aiutarci a vivere, può illuminarci nelle scelte grandi e piccole della vita, può farci vivere relazioni serene e felici, può donarci capacità di cancellare divisioni e discordie, ma può essere pure strumento e causa di sofferenza e delusione.

Mosè rivela al popolo l’intenzione di Dio di suscitare dopo di lui un altro profeta, un uomo del popolo, che avrà il compito di trasmettere la sua Parola affinché tutti l’ascoltino e sappiano quanto sono amati e come devono comportarsi per essere strumento della sua sapienza.

L’uomo, ogni uomo, non dovrà mai fidarsi di se stesso, ma avrà sempre bisogno di qualcuno che gli faccia ascoltare le intenzioni e le soluzioni di Dio, l’unico che conosce e vuole il vero bene di ogni singolo uomo, in modo che quest’uomo sia a sua volta benedizione anche per tutto il popolo. Verrà un profeta veramente obbediente a Dio, un profeta che non ingannerà nessuno. Chi lo contraddirà, chi insegnerà cose diverse, sarà un servo della morte: quello non dovrà essere ascoltato.

La rivelazione di Mosè si avvera in colui che parla nella sinagoga di Cafarnao, e tutti si accorgono che parla come uno che ha vera autorità: è Gesù! Tutti si accorgono che la sua parola non è parola d’uomo, ma parola che penetra e tocca in profondità, parola che suscita gioia e comunione. Tutti lo percepiscono, ma non tutti sono disposti ad accogliere né quella parola, né colui che la pronuncia: qualcuno rifiuta, perché rifiuta la verità e la vita, la luce e la comunione.

Tra gli uomini presenti in sinagoga c’è chi contraddice la Parola che viene dall’alto, e perciò vuole impedire che essa sia pronunciata e accolta. Chi oppone questo rifiuto non è l’uomo, ma lo spirito che lo possiede. Gesù se ne accorge. L’uomo ha tutto il vantaggio di ascoltare e accogliere la sua Parola, e, se non lo fa e si oppone, è perché in lui c’è uno spirito che glielo impedisce. Con la sua autorità Gesù fa tacere quello spirito, e con la sua autorità gli impone di andarsene.

Finalmente libero, l’uomo gode della presenza di Gesù e di ogni sua parola, che contiene la bellezza e la bontà dell’amore di Dio.

Quante persone vorrebbero far tacere Gesù e impedire che la sua parola sia pronunciata e accolta! Noi amiamo anche quelle persone, e preghiamo Gesù stesso che le liberi dallo spirito che le tiene prigioniere, che le fa soffrire e le rende strumento di morte per molti, grandi e piccoli. Non ci lasciamo intimidire da chi grida contro Gesù, nemmeno da chi avesse trovato il modo di farlo in pubblico, attraverso giornali o televisione, nemmeno se avesse trovato l’appoggio di qualche personaggio famoso o di organizzazioni subdole e potenti.

Gesù è risorto ed è vivo nella sua Chiesa, e qui continua a parlare e donare i suoi insegnamenti per la gioia dell’uomo e la pace dei popoli.

Quando San Paolo scrive ai Corinzi, sa di trasmettere la Parola di quel Gesù che è un uomo non solo vissuto nel passato, ma continua ad essere presente nei secoli come capo della Chiesa. L’apostolo dice una parola che ha trovato uditori attenti: il cristiano può vivere in modo da preoccuparsi solo delle cose del Signore, come piacere a lui.

Uomini e donne hanno accolto questa parola e ne hanno fatto la regola della propria vita: consacrati a Dio nella verginità e nella povertà molti cristiani sono diventati Parola vivente di Dio e benedizione per la Chiesa e per il mondo. Attraverso di loro Gesù continua a parlare, continua ad annunciare che il suo amore è capace di riempire il cuore dell’uomo, dandogli vita e vera felicità, che dura oltre il tempo in cui si porta la croce.

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