OMELIE / Omelie IT
11 mag 2014 11/05/2014 - 4ª domenica del T.P. - A
11/05/2014 - 4ª domenica del T.P. - A
preghiera per le vocazioni
1ª lettura At 2,14.36-41 * dal Salmo 22 * 2ª lettura 1Pt 2,20-25 * Vangelo Gv 10,1-10
“Salvatevi da questa generazione perversa”, disse Pietro agli abitanti di Gerusalemme. Ed essi credettero all’annuncio di Gesù crocifisso e risorto e si fecero battezzare. L’esortazione di Pietro è ancora attuale, per tutti. Anche i cristiani hanno bisogno, non di ripetere il battesimo, ma di rivedere la propria adesione al mistero di Gesù Cristo e di rinnovare e rinfrescare il proprio inserimento nella sua Chiesa. Avremmo bisogno tutti, come ha detto un esorcista, di farci esorcizzare! Le opinioni ricorrenti infatti, e le filosofie pagane e nemiche del Signore continuano ad agire nei nostri cuori e nelle nostre menti lasciando il loro segno, un segno della presenza del nemico. La nostra obbedienza a Gesù ne risulta molto annacquata e l’adesione a lui ben poco incisiva. Anche le nostre discordie provocate dagli egoismi quotidiani ci tengono legati al maligno! “Che cosa dobbiamo fare, fratelli?”: potremmo ripetere questa domanda senza darci da noi stessi una risposta scontata. È necessaria una conversione, vera e profonda. È necessaria la conversione dei desideri, delle attese, del programma di vita, dei motivi per il nostro agire. La conversione deve mettere al centro Gesù. Faccio qualche esempio, che può persino sembrare assurdo: perché ti sposi? Perché metti al mondo dei figli? Perché vai a lavorare? Perché scegli di fare un viaggio? Di cambiare appartamento? Se la risposta ad ogni domanda non è Gesù, ti troverai sempre incerto, in balia di te stesso, e insoddisfatto. Chi si sposa, lo deve fare per amore di Gesù, e non della persona amata: allora avrà la forza di essere fedele e di dare la vita per il coniuge. Chi mette al mondo dei figli lo deve fare per amore di Gesù, allora avrà gioia nell’accudirli e nel soffrire ogni giorno per loro. Chi va a lavorare deve farlo per Gesù, per essere testimone del suo amore: allora porterà nel suo ambiente di lavoro un clima di pace e di serenità. Chi fa un viaggio, se lo fa in obbedienza a Gesù o per suo amore, sarà come un pellegrino di bontà, portatore di fede e di gioia. Se uno deve cambiar casa e nel scegliere la nuova tiene conto di Gesù, sarà in quella nuova parrocchia seminatore di comunione. Tutto sia fatto per amore di Gesù, il “pastore e custode delle nostre anime”. Dice san Pietro, nella lettera, che noi eravamo “erranti come pecore”: abbiamo bisogno di trovare e seguire il pastore!
Il pastore “chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori”. Il pastore chiama: il termine corrispondente latino ha dato origine alla parola vocazione, cioè chiamata. Io ho una vocazione, tu hai una vocazione, significa che io e tu siamo chiamati per nome dal pastore. Siamo chiamati a lasciarci condurre da lui, chiamati a percorrere la nostra strada dietro a lui, chiamati a fare tutto con lui e per lui. Per questo la quarta domenica di Pasqua è stata scelta come giornata di preghiera per le vocazioni, cioè perché i cristiani seguano la chiamata che Gesù loro rivolge. Ognuno di noi deve essere consapevole che la nostra vita va vissuta come risposta alla voce del pastore che ci chiama. Egli ci chiama sempre a dargli tutta la vita, così com’è nel momento in cui diventiamo coscienti della sua voce e intendiamo rispondere. Per questo San Paolo ha scritto ai Corinzi: “Ciascuno rimanga nella condizione in cui era quando fu chiamato”. Se uno fosse stato chiamato da schiavo, non si vergogni e non cerchi la libertà, se uno è stato chiamato da celibe, rimanga tale. Ciò che conta è la presenza del Signore nella vita di ciascuno. Tutto per amore di Gesù! Sono certamente possibili variazioni nella vita, ma queste non devono mai ignorare il “Pastore e custode delle nostre anime”.
Oggi la nostra preghiera e il nostro sacrificio di lode sarà offerto per le vocazioni nella Chiesa: per coloro che sono chiamati da Gesù a formare una famiglia cristiana, luogo di fede e preghiera, per chi è chiamato a continuare con fedeltà l’impegno già intrapreso con il coniuge e con i figli, per coloro che si sentono chiamati ad offrirsi per il servizio pastorale o missionario, come sacerdoti, e per coloro che si scoprono invitati ad essere del tutto di Gesù in una vita offerta a lui nel silenzio e nella vita fraterna o nel servizio ai poveri, anche in paesi lontani. Il Signore chiama sempre, perché non lascia la sua Chiesa priva dei doni necessari. Gli uomini, giovani o meno, hanno bisogno del nostro sostegno spirituale e quindi della nostra preghiera per avere la forza di rispondere: il mondo di oggi non è d’aiuto ai ragazzi e ai giovani per dare una risposta fedele e perseverante a nessuna delle chiamate del Signore. Viviamo in una generazione perversa, e rispondiamo alle chiamate di Gesù per essere salvati e per portare proprio in questo mondo, problematico e immerso nella tenebra, la novità e la bellezza del cielo!
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