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OMELIE / Omelie IT

12 nov 2023
12/11/2023 - 32ª Domenica del T.O. - anno A

12/11/2023 - 32ª Domenica del T.O. - anno A

Iª lettura Sap 6,12-16 dal Salmo 63 IIª lettura 1Ts 4,13-18 Vangelo Mt 25,1-13

San Paolo si sofferma a dare consolazione ai credenti: essi ritenevano che i fedeli che morivano non avrebbero potuto essere presenti al ritorno glorioso di Gesù; pensavano infatti che il Signore sarebbe ritornato di lì a poco! L’apostolo li assicura che il Signore non farà differenze: quando verrà chiamerà anche i suoi fedeli già morti. Egli sa godere della nostra e della loro presenza allo stesso modo. Non siamo ancora capaci di immaginare l’onnipotenza dell’amore di Dio, per questo facciamo fatica a pensare alla risurrezione. Il Signore ci vuole con sè!

Egli ci vuole con sè come le vergini prudenti e sagge di cui ha parlato raccontando la parabola. Tutte le dieci vergini sanno che lo sposo, che esse devono accompagnare festosamente alle nozze, sta per arrivare.

Sanno che egli può venire di giorno, ma che potrebbe anche tardare e arrivare nel cuore della notte. Quelle che sono davvero desiderose di fargli festa si tengono pronte e tengono pronta anche la riserva di olio per le loro lampade.

Alcune invece non hanno pensato alla riserva: che cosa significa? Significa che il loro amore allo Sposo, che deve essere festeggiato, è del tutto assente, o fasullo, apparenza ingannevole. Quando arriva la chiamata, l’amore pronto e deciso delle ragazze prudenti e sagge non serve ad aiutare quelle pigre e simulatrici. Esse sono riconosciute come tali, e il loro posto rimane quello in cui si trovano, un posto senza luce, senza calore, senza la gioia dell’amore.

Gesù ha raccontato questa parabola per aiutarci ad essere vigilanti, sempre pronti ad incontrarlo in maniera da essergli graditi.

Egli non può e non vuole far nulla contro o indipendentemente dalla nostra volontà. Se noi non vogliamo essere salvati, egli non ci può salvare. Nostra salvezza è accogliere il Salvatore che ci viene incontro, Gesù, lo sposo che si dona a tutti e accoglie l’amore di ognuno per farlo partecipe della gioia piena ed eterna. Egli stesso soffrirebbe di doverci dire: “Non vi conosco!”.

Alle ragazze chiamate ‘stolte’ lo deve dire: “Non vi conosco!”, non fate parte della mia vita, non siete interessate al mio regno, a vivere e diffondere la mia sapienza e il mio amore. “Non vi conosco!” e non posso far nulla: non posso dirvi “Sarai con me in paradiso”, dato che venite solo perché è comodo per voi e vi fa piacere. Non godrete nemmeno in paradiso, dato che manca l’amore disinteressato nel vostro cuore, vi manca la comunione con me.

Se noi ci disinteressassimo di lui, egli non potrebbe far altro che dare questa risposta alla nostra eventuale preghiera di essere accolti. Egli ci apre la porta con grande desiderio, se ci trova desiderosi di lui.

Questa è la vera sapienza: cercarlo con amore, cercarlo di buon mattino, come dice la prima lettura, cercarlo con insistenza e perseveranza. Da chi lo cerca egli si lascia trovare. Chi non lo cerca rimane con il vuoto nel cuore e la tristezza nello sguardo, perché non vede e non conosce nemmeno il significato del proprio vivere e del proprio morire.

Ripeteremo perciò: Ha sete di te, Signore, l’anima mia! Il tuo amore vale più̀ della vita, le mie labbra canteranno la tua lode.

Ripeteremo questa preghiera cercando in ogni momento di vivere così come sappiamo che piace a Gesù, lo sposo che ci vuole con sè per riempirci di gioia e di pace.

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