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OMELIE / Omelie IT

29 nov 2015
29/11/2015 - 01ª Domenica del T.A. - C

29/11/2015 - 01ª Domenica del T.A. - C

1ª lettura Ger 33,14-16 dal Salmo 24 2ª lettura 1 Tes 3,12-4,2 Vangelo Lc 21,25-28.34-36 

Inizia oggi il nuovo anno liturgico: saremo accompagnati dall’evangelista Luca. La pagina che riporta l’insegnamento di Gesù riprende le parole del profeta Daniele che abbiamo udito due domeniche fa. È Gesù stesso che usa le parole del profeta per sollecitare la nostra vigilanza. Se tutte le attese di quel mondo che ha abbandonato Dio per seguire le proprie bramosie crollano e finiscono nel nulla, lasciando tutti nello sgomento e nella disperazione, noi non dobbiamo lasciarci deprimere. Se anche noi ci fossimo lasciati influenzare dal mondo, allora saremmo presi dallo spavento anche noi e ci parrà che tutto ci crolli addosso. Ma se invece siamo stati attenti e abbiamo vegliato, se è rimasta viva la preghiera nel nostro cuore, allora possiamo alzare il capo, perché vediamo arrivare l’occasione propizia per annunciare a tutti che il Salvatore è uno solo, ed è Gesù.

Chissà che il tempo che viviamo adesso non sia proprio uno dei tanti momenti della storia profetizzati dalle parole del Signore! Molte cose stanno cambiando, a molte siamo del tutto impreparati; è crollata la fiducia dei popoli nei propri governanti, ma non sappiamo nemmeno di chi ci si possa più fidare. Molte istituzioni, che sembravano sicure ed erano la gloria di cui ci vantavamo, non sono resistite al crollo dei valori avvenuto ovunque. Vediamo genitori che non possono più affidare serenamente i loro figli alla scuola; vediamo i lavoratori che non se la sentono di consegnare con serenità i propri risparmi alle banche; imprenditori che dopo aver lavorato impiegando denaro ed energie non ricevono quanto pattuito o devono attendere mesi e mesi col rischio di essere costretti a chiudere privando anche molti altri del loro onesto sostentamento; vediamo diffondersi il pericolo di azioni di guerriglia che ci tiene insicuri e paurosi ovunque; vediamo proliferare un vero e proprio banditismo; chi chiede giustizia ai tribunali, s’accorge che solo il denaro vince le cause opprimendo i poveri; e a questo s’aggiunga l’obbligo per tutti di pensare che uomo e donna non sono più differenti, e che i comportamenti sessuali finora ritenuti gravemente immorali sono normali, addirittura consigliati e incoraggiati; che i bambini si possono confezionare a piacere e comprare come al mercato: tutto questo ed altro ci fa pensare di essere ricaduti in una civiltà peggiore di quella barbarica. Chissà che cosa si farà per rassicurare i delusi e distrarli dalla tentazione di inscenare rivoluzioni distruttive! Attendiamo solo il restauro e la riapertura degli anfiteatri per assistere agli spettacoli dei leoni che sbranano i cristiani, come avvenne in tempi simili ai nostri. Infatti proprio noi cristiani siamo già perseguitati dappertutto, non solo nei paesi islamici, accusati d’essere la causa del degrado generale.

Dobbiamo vivere anche noi nella paura, terrorizzarci spaventati e fuggire dal mondo? “Risollevatevi e alzate il capo” ci dice Gesù. Certo, continua egli a dirci, ci è necessario vegliare, essere attenti anzitutto a noi stessi. Il pericolo numero uno è dentro di noi. Se ci lasciamo prendere anche noi dagli affanni della vita non riusciamo più ad essere quella luce che potremmo essere per il mondo, non saremmo più quel lievito che riesce a cambiare il nostro ambiente, non saremmo più quel sale che dà un sapore nuovo e gradevole a quella fetta di società in cui siamo presenti. “Vegliate in ogni momento pregando”, continua il Signore. Il pregare ci fa essere svegli, coscienti di quanto succede e del nostro compito giorno per giorno. Pregare in ogni momento, rimanere cioè costantemente orientati a Dio Padre, uniti a Gesù, che viene. Egli viene, come ci ricorda San Paolo. La sua venuta è avvenimento sicuro, è giorno di salvezza. Egli non salva accantonando i mali che gli uomini continuano a inventare, ma mette dentro di noi una vita che sa godere per altri motivi. Noi godiamo per l’amore del Padre e per la comunione con i fratelli. Le distruzioni dei valori cui dobbiamo assistere saranno le occasioni in cui essere portatori della gioia nuova ed eterna, portatori della conoscenza di Dio e del suo vangelo, portatori dell’amore vero e gratuito che può venire solo dall’alto. Il mondo deve risorgere dal baratro in cui sta precipitando. E potrà risorgere grazie al nostro sacrificio. Noi ci offriamo e ci offriremo perché quanti vagano nelle tenebre vedano una luce che li orienta, che li aiuta a scorgere il valore della vita umana e delle altre realtà create, a fare ordine, e un ordine serio, in tutti i comportamenti degli uomini. Saremo noi cristiani il nuovo inizio, il germoglio di una nuova società, come Gesù è stato il Germoglio cresciuto sul tronco dell’albero che è stato abbattuto perché non viveva gli insegnamenti della sapienza di Dio.

Farò germogliare per Davide un germoglio giusto” scrive Geremia. È venuto Gesù nei giorni della grande sofferenza del popolo e dei popoli. Il nostro compito e la nostra missione nel mondo è la stessa. Alziamo il capo, e, con coraggio, vegliando in preghiera, attendiamo Gesù, vivendo la sua gioia e donando a tutti speranza e pace.

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