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OMELIE / Omelie IT

09 gen 2022
09/01/2022 - Battesimo del Signore - C

09/01/2022 - Battesimo del Signore - C

Prima lett. Isaia 40,1-5.9-11 dal Salmo 103 2ª lett. Tito 2,11-14; 3,4-7 Vangelo Luca 3,15-16.21-22

Isaia annuncia la fine della schiavitù del popolo e un’altra notizia che deve essere gridata con forza dai luoghi più alti: Dio stesso viene, viene col premio, ma viene come un pastore che si cura del gregge. È la parola di consolazione di cui aveva bisogno il popolo ebreo, ed è la consolazione di cui ha bisogno ogni popolo in ogni epoca della storia. È la parola di cui abbiamo bisogno noi oggi.

Quante persone sono legate, costrette da vari padroni a vivere diversamente da come desiderano! I padroni sono le mode, le ideologie, i discorsi insulsi propinati da dialoghi televisivi, gli occhi indifferenti, curiosi, superficiali dei vicini, dei colleghi di lavoro… e, peggio ancora, i nostri stessi desideri coltivati con egoismo sottile. Quanta tristezza e quanta sofferenza ci procura il vivere sotto questi padroni, in questa schiavitù! “Alza la voce con forza, tu che rechi liete notizie”. Siamo purtroppo portati ad abbassare il tono, persino a tacere la bella notizia che il nostro Signore Gesù è entrato nella nostra vita, che ci ha liberato dal peso dei nostri peccati, che ci ha dato di aprire gli occhi e di vedere una strada di pace e di comunione con tutti. “Alza la voce con forza” ci dice Isaia. È ciò che ha fatto Giovanni Battista.

Egli con verità dichiara di essere soltanto uno che prepara l’arrivo di colui che il cuore di tutti attende: è Gesù colui che può entrare nel nostro interno per deporvi lo Spirito Santo affinché in noi si accenda un fuoco di gioia e di amore.

Ed ecco Gesù. Anche lui ascolta Giovanni e riceve il battesimo. Noi vediamo tanta umiltà in questa discesa nell’acqua, dove prima di lui erano scesi gli uomini carichi di peccato, di superbia, di violenze, di perversioni sessuali, di furti e omicidi, di bestemmie e di eresie, di magie e di inganno. «Che cosa fai, Gesù in quell’acqua? Tu non sei macchiato della nostra superbia e del nostro egoismo, tu non hai mai commesso quello che noi commettiamo, non hai bisogno di essere lavato. Che cosa fai sotto la mano di Giovanni? Perché scendi in quell’acqua che noi abbiamo annerito?».

Gesù è in silenzio, su di lui pesa un mare di male, di sofferenze, di cattiverie, di suicidi, di avarizie, di ingiustizie, di frodi, di menzogne, di adulteri e di sensualità. Egli non ci risponde: comincia a portare una croce molto grande, la somma di quelle che toccherebbero a noi.

Ci risponde invece il Padre, dall’alto dei cieli, dal suo silenzio. Egli ci risponde inviando su quell’uomo sceso nell’acqua la colomba, lo Spirito Santo. Gesù è gradito al Padre, perché in questo momento prende su di sè il peccato che ogni uomo commette e che nessun uomo ripara. Gesù compie un atto d’amore così grande che il Padre stesso ne rimane commosso. Infatti egli compie un gesto che dice: «Dà a me il castigo meritato da questi peccati che intorbidano l’acqua del fiume della fede e dell’amore, li riparo io». Ecco, per questo il Padre, che vuole che ogni uomo sia salvo, riconosce in lui la grandezza e la pienezza del proprio amore, e perciò gli dichiara: «Tu, proprio tu, sei davvero mio Figlio, mi assomigli del tutto, il tuo amore è il mio».

San Paolo, scrivendo a Tito, ci aiuta ad applicare alla nostra vita il mistero che contempliamo oggi vivente nel gesto di Gesù: “Ci insegna a rinnegare l’empietà e i desideri mondani e a vivere in questo mondo con sobrietà, con giustizia e con pietà, nell’attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e salvatore Gesù Cristo”. Impariamo a rinnegare i desideri mondani, perché essi non portano alla gioia e alla pienezza. Ci aiutano invece gli atteggiamenti di sobrietà, per fare la volontà del Padre e rimanere attenti a lui.

Faremo qualche passo di umiltà con Gesù e come lui, domineremo i nostri istinti per permettere allo Spirito Santo, che ci viene dato da Gesù, di rendere il nostro cuore simile a quello del Padre, un cuore misericordioso e libero, santo e ricco di ogni grazia e di ogni bontà.

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