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OMELIE / Omelie IT

08 gen 2017
08/01/2017 - Battesimo del Signore - A

08/01/2017 - Battesimo del Signore - A

1ª lettura Is 42,1-4.6-7 * dal Salmo 28/29 * 2ª lettura At 10,34-38 * Vangelo Mt 3,13-17


Facciamo fatica a capire la risposta di Gesù alla richiesta di Giovanni. Il Signore si era presentato a lui per farsi battezzare, solidale con tutti i peccatori che ubbidivano al suo invito. Il Battista sapeva però che egli non era peccatore e perciò non avrebbe voluto battezzarlo: non ne aveva bisogno, era già puro, libero dal peso e dalla confusione causati dal peccato e unito a Dio in modo perfetto. Avrebbe invece desiderato di essere lui battezzato da Gesù. Ma questi rispose: “Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia”. Quale giustizia devono adempiere Gesù e Giovanni? Gesù si trova tra gli uomini, tutti peccatori, e deve essere accolto da loro come vero uomo. Egli confida che sarà Dio stesso semmai a farlo conoscere come il salvatore, che avvera il suo stesso nome. Egli compie questa volontà di Dio, questa giustizia, che lo porta ad offrirsi per accollarsi il peccato degli uomini e portarne le conseguenze. Per questo Giovanni lo deve battezzare come tutti i peccatori. Così Gesù entra con loro nell’acqua, che, grazie a lui, li può purificare. In tal modo adempie ogni aspetto della giustizia.

Quando gli uomini parlano di giustizia guardano al passato. «Hai combinato questo e quest’altro, paga! Ti meriti questo e anche di più per quel che hai fatto!». È così anche la giustizia di Dio? Gesù, imparando dal Padre, non guarda al passato, ma al futuro. Guardando al futuro lui dice: sì, è vero che gli uomini le hanno combinate grosse, ma se io adesso mostro loro il mio amore e faccio loro il regalo del mio perdono, essi potranno diventare miei amici, miei collaboratori, costruttori specializzati del mio edificio spirituale, del mio regno!

Sappiamo infatti che Gesù, a quel Simone che lo inviterà a pranzo, dirà: «Due debitori, uno di 500 denari e l’altro di 50, vengono condonati gratis. Quale dei due amerà di più?». Ora il nostro maestro entra nell’acqua per amare tutti i peccatori, per essere con loro senza mettersi al di sopra di loro. Chi non lo amerà, chi non lo ringrazierà immensamente?

Il primo che gli dimostra di apprezzare questo gesto è proprio il Padre che è nei cieli. Egli vede l’umiltà e l’ubbidienza di Gesù, che vuole redimere tutti gli uomini dal loro peccato, vuole offrirsi per far giungere loro la misericordia paterna. E il Padre glorifica il Figlio, che con questo gesto si mostra davvero Figlio suo, portatore della perfezione e della pienezza del suo amore. Il Padre si trova, diremmo, costretto a far conoscere a tutti, non solo che quel Gesù che Giovanni sta battezzando è senza peccato, ma che è il suo Prediletto, è colui di cui hanno parlato i profeti, colui che realizza la sua volontà, cioè la misericordia per gli uomini. E interviene non solo il Padre; si rende visibile anche lo Spirito Santo per renderci consapevoli che lui, lo Spirito di cui proprio oggi il profeta ci ha parlato, lo possiamo trovare sempre in Gesù.

La voce del Padre, udita al Giordano, riassume brevemente la pagina del profeta. Gesù è «il» servo di Dio, colui che lo rappresenta autorevolmente e degnamente. Infatti Dio si compiace di lui, perché egli fa vedere a noi, uomini, la bellezza e tenerezza del suo amore. Egli avrà modi di fare che non sono scostanti, bensì attraenti. Farà in modo che il nome di Dio non susciti ripulsa né timore negli uomini che lo odono, anzi. Il suo modo di vivere e di guardare le debolezze e fragilità umane sarà tale, da far invogliare tutti a correre al Padre. Guarderà con benevolenza gli uomini più bisognosi, quelli da tutti ritenuti grandi peccatori, da dover essere castigati nel loro corpo con malattie e deficienze. Li beneficherà fino a risanarli, aprirà gli occhi ai ciechi e libererà i prigionieri del male, persino i prigionieri della morte. Farà così vedere il contrasto tra la giustizia divina e quella umana. Saprà apprezzare anche i piccoli gesti di amore imperfetti e incompleti, e anche quelli rovinati: la canna incrinata e la fiamma smorta le saprà non spezzare e spegnere, ma raddrizzare, ravvivare e fortificare. Tutti vedranno la giustizia di Dio, diversa da quella esercitata dagli uomini: questa infatti commette ulteriori ingiustizie nel mentre viene praticata. Quella di Dio salva e libera, perdona e incoraggia. Ebbene, Gesù ne sarà maestro e testimone. Lo ha visto e goduto san Pietro: oggi lo afferma istruendo il pagano Cornelio con la sua famiglia a Cesarea. Egli dice addirittura che Gesù “passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo”: questi non li ha castigati perché ubbidivano al nemico, ma li ha beneficati perché, risorti dal male, divenissero operai del regno di Dio! Gesù ha davvero adempiuto ogni giustizia divina!

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