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OMELIE / Omelie IT

30 set 2012
30/09/2012 - 26ª DOMENICA del T. O. - B

30/09/2012 - 26ª DOMENICA del Tempo Ordinario - B

1ª lettura Nm 11,25-29 * dal Salmo 18 * 2ª lettura Gc 5,1-6 * Vangelo Mc 9,38-43.45.47-48

Per la quinta ed ultima volta ci accompagna l’apostolo san Giacomo con la sua parola forte e decisa. Egli dirige la sua attenzione ai ricchi. Egli sa, come dice Maria nel suo cantico, che il Signore “rimanda a mani vuote i ricchi”, e perciò si rivolge a loro per metterli in guardia. Qual è il pericolo che li minaccia? Essi sono attirati a considerare l’ammucchiarsi delle ricchezze dimenticando vistosamente le sofferenze dei poveri, anche di quelli che lavorano per loro. Non è difficile trovare persone tanto impegnate e possedute dai loro depositi e proprietà, da diventare spilorce con chi presta loro servizio, tanto da non accorgersi della loro povertà, se non addirittura della loro fame. Inoltre la ricchezza ha reso i loro cuori superficiali, tanto che si sono dati ai piaceri fino a rovinarsi da sè la salute. Questi atteggiamenti di avarizia, avidità e i piaceri li rende nemici del “Giusto”, cioè del Signore ingiustamente condannato e ucciso senza che opponesse resistenza. Ebbene, a questi ricchi Giacomo annuncia lo svuotamento dei loro depositi, la fine del loro falso benessere. Devono proprio convertirsi, cambiare sistema. Ci sono valori spirituali più importanti cui badare per non essere delusi.
Sembra tutt’altro argomento la vicenda occorsa a Mosè, raccontata dalla prima lettura. Essa ci aiuta a comprendere che la nostra vita non ha bisogno solo di cose materiali, anzi, esse proprio non la riempiono. Settanta uomini ricevono lo spirito per profetizzare, per farsi cioè portavoce di Dio presso gli altri membri del popolo. Settanta, un numero considerevole di persone che devono parlare la Parola di Dio! Già questo è un messaggio importante: in ogni ambiente di vita è la Parola di Dio che deve venire vissuta. Ecco cos’è necessario perché un popolo sia vivo, abbia speranza e possa affrontare il futuro: ha bisogno della Parola di Dio, e che questa Parola sia presente in ogni momento della vita e in ogni luogo. L’episodio è raccontato per un particolare. Se la Parola viene annunciata anche da chi non ne è ufficialmente incaricato, ben venga! Che interessa è la Parola di Dio, e che essa arrivi a tutti dappertutto. Nessuno deve avere invidia e tanto meno gelosia, se Dio si fa sentire anche tramite chi non è autorizzato. È lui che autorizza, ed egli è libero di servirsi di chiunque: noi dobbiamo godere di tutto ciò che lui dispone. Questo problema viene affrontato anche da Gesù. I suoi discepoli sono gelosi, ritengono di essere gli unici ad avere il brevetto del suo Spirito. Vorrebbero impedire ad altri di invocare il nome del Signore e di ottenere i miracoli di Dio. Ma Gesù è libero e gode di poter operare i suoi segni ovunque. Se non sono discepoli quelli che lo invocano, certamente lo diventeranno quando scopriranno di essere ascoltati ed esauditi da lui.
A nessuno bisogna porre ostacolo sulla strada che avvicina a lui, nessuno deve essere scandalizzato, cioè impedito dall’entrare in rapporto con lui, anche se in modo imperfetto. Quindi noi non solo non poniamo ostacoli agli altri, ma cerchiamo pure di non operare in modo da darci la zappa sui piedi! Le nostre attività, le nostre letture, i nostri viaggi potrebbero diventare uno scandalo a noi stessi, un impedimento a vivere la fede in Gesù. Ebbene, dobbiamo essere decisi. Gesù lo dice con immagini forti: la mano ti fa da ostacolo alla fede? Tagliala! La difficoltà viene dall’occhio? Cavalo! Modi di esprimersi per indicare che le attività delle tue mani e dei tuoi piedi e dei tuoi occhi non devono impedirti di vivere la tua fede. Noi diremmo appunto: se il tuo lavoro, i tuoi hobbyes, i tuoi viaggi turistici, i tuoi viaggi da internauta, i tuoi rotocalchi e l’uso del tuo telecomando, ti sono d’inciampo a vivere la fede in Gesù, fanne a meno, senza rimpiangerli. Se sono le tue amicizie o i tuoi colleghi ad esserti di ostacolo, non frequentarli più.
Ai ricchi, cui scriveva san Giacomo, erano le ricchezze a fare da ostacolo, a noi forse sono altre cose. La stessa decisione e lo stesso discernimento vanno usati comunque. Posporre Gesù alle altre realtà significa rovinarsi la vita, rinunciare alla gioia, perdere l’occasioni di godere la nostra salvezza.
Ascoltiamo la Parola del Signore, ovunque sia annunciata. E quando il Signore dà anche a noi l’occasione di pronunciarla o ricordarla a qualcuno, gioiamo di poter collaborare con lui!


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