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Corpo e Sangue del Signore 2012
10/06/2012 - Corpo e Sangue del Signore 2012

10/06/2012 - Ss.mo Corpo e Sangue del Signore - B

1ª lettura Es 24,3-8 & dal Salmo 115 & 2ª lettura Eb 9,11-15 & Vangelo Mc 14,12-16.22-26

Gesù parla di alleanza nuova. Mosè stabilì l’alleanza tra Dio e il popolo con il sangue di giovenchi. L’alleanza era seria, tanto che il popolo ha capito e ha promesso: “Quanto ha detto il Signore, lo eseguiremo e vi presteremo ascolto”. Un popolo che ha Dio per alleato può starsene tranquillo, benché circondato da nemici più forti e agguerriti. Avere Dio per alleato significa sicurezza, stabilità, progresso. Per godere l’alleanza con Dio è necessario obbedire ai suoi comandi e quindi porre attenzione continua alla sua voce. Questo è ciò che il popolo non riesce a fare, perché quando gode di prosperità dimentica alleati e benefattori e si abbandona all’amore delle cose buone raggiunte, che per lui rischiano di diventare così degli idoli.

Dio, il Dio misericordioso e fedele, non abbandona il popolo idolatra. Pur lasciando che soffra, perché si accorga delle conseguenze nefaste dell’idolatria, lo segue con attenzione ed escogita un altro modo di stringere alleanza, un’alleanza tale, che non possa mai più essere infranta nemmeno dal peccato e dall’idolatria. Per stabilire questa alleanza si offre il Figlio, che assume per questo un corpo di carne, un corpo mortale, per poter donare il proprio sangue in sacrificio al posto di quello dei giovenchi.

Gesù dice infatti ai discepoli: “Questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti”. È una nuova alleanza, tanto nuova da essere quasi inconcepibile. L’amore di Dio si manifesta pienamente con questa alleanza, dove l’impegno è solo suo. Il popolo, cioè gli uomini, hanno tutto e solo da guadagnare: non viene loro chiesto nulla, se non che bevano quel sangue, mangino quel corpo, e si lascino trasformare da questo nuovo cibo e da questa nuova bevanda. Questi si chiamano perciò «Eucaristia», cioè azione di grazie. Noi abbiamo solo da ringraziare. La nostra riconoscenza non è solo una parola. Vogliamo essere davvero riconoscenti, e perciò offriamo a Gesù quella vita che egli stesso ci dona: viviamo per lui, gli diamo attenzione e obbedienza, facciamo posto in noi al suo santo Spirito. A differenza delle precedenti alleanze, per le quali era necessario obbedire a dei comandi quasi come dei servi, offriamo amore, obbedienza da figli, un’obbedienza che viene dall’amore e non dal timore di rimanere senza alleato.

Oggi facciamo festa: riconosciamo il Corpo di Cristo e il suo Sangue come la nostra ricchezza più grande, il dono di cui non possiamo esser privi, perché saremmo privi di Dio. Questi non sarebbe più nostro alleato! Fin che è con noi il Corpo e il Sangue di Cristo possiamo contare sulla presenza di Dio con noi, possiamo quindi sperare e cantare di gioia, nonostante i pericoli e anche le sofferenze quotidiane.

In molti luoghi possiamo osservare come sia venuta meno la speranza e la fiducia, la gioia e la serenità. Guardiamo con attenzione: là, in quei luoghi, è venuta meno l’attenzione alla presenza eucaristica, è venuta meno la partecipazione all’Eucaristia, per cause diverse. C’è chi non partecipa all’Eucaristia perché ha impostato la propria vita su strade che ignorano la comunione ecclesiale, come la convivenza senza la benedizione del Sacramento nuziale. C’è chi non partecipa all’Eucaristia perché non vive eucaristicamente, cioè non fa della propria vita un render grazie, ma continua a vantar diritti e perciò ignora i propri doveri e la propria obbedienza a Dio: egoismo e peccati sono diventati il suo pane quotidiano.

Oggi dichiariamo pubblicamente a noi gli uni agli altri, ma anche a tutti uscendo dalla chiesa in processione, che fonte della nostra speranza e del nostro amore alla vita e alla società è l’alleanza con Dio, quell’alleanza che è concretizzata dal Corpo e dal Sangue di Cristo Gesù, che si è offerto per noi e per tutti. La nostra processione diventa un invito missionario, invito a considerare che la stranezza di quel Pane, centro di un popolo, è fonte di vita vera, vita piena di amore vero!

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