01. Gli fu messo nome Gesù Lc1-2
GLI FU MESSO NOME GESÙ
Meditazioni contemplative sul Vangelo secondo Luca capp. 1-2 - opuscolo 1/10
Iniziamo una serie di dieci opuscoli, sostegno alla lettura del Vangelo secondo Luca. Al testo del Vangelo (traduzione CEI del 1997) viene affiancata una meditazione in forma di preghiera rivolta a Gesù, il Signore risorto che ci incontra: Egli ci rivela se stesso, termine e compimento delle Sacre Scritture, pienezza ed eternità della nostra vita.
Le undici meditazioni ti potrebbero accompagnare quando desideri percorrere un cammino di esercizi spirituali con metodo simile alla Lectio Divina.
Ti devi regalare qualche ora di tempo. Puoi leggere e rileggere adagio il brano del Vangelo con pace e tranquillità. Una prima lettura della meditazione può aiutarti a fissare ancora più l’attenzione sull’una o sull’altra frase del Testo evangelico. Queste frasi le puoi ripetere una ad una molte volte, con calma, al ritmo del tuo respiro. Gli antichi Padri paragonavano questa ripetizione al ruminare degli animali, passaggio per essi necessario perché il cibo diventi energia vitale.
La Parola, passando e ripassando dalla nostra mente al nostro cuore, continuamente “rimasticata”, ci allieta e ci nutre con ciò che essa contiene. Essa è piena e pregna d’amore, anzi, di Spirito Santo, quello Spirito che fa risplendere sul tuo volto l’immagine e la gloria del Figlio!
Come la spugna, pregna d’acqua, passando sul tavolo lo bagna e lo pulisce, così la Parola, passando e ripassando, purifica la nostra mente da ogni pensiero mondano e riempie il nostro cuore dello Spirito del Dio vivente!
1. Al tempo del re Erode... 1, 1-12
2. La tua preghiera è stata esaudita. 1,13-25
3. Hai trovato grazia. 1,26-38
4. L'anima mia magnifica il Signore. 1,39-56
5. Giovanni è il suo nome. 1,57-66
6. Benedetto il Signore 1,67-80
8. Gli fu messo nome Gesù. 2,13-21
9. Lo prese tra le braccia 2,22-33
10. Segno di contraddizione 2,34-40
11. Stava loro sottomesso. 2,41-52
1. Al tempo del re Erode... 1, 1-12
1 Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo noi,
2 come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola,
3 così anch'io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo,
4 in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
5 Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote chiamato Zaccaria, della classe di Abìa, e sua moglie, una discendente di Aronne, chiamata Elisabetta.
6 Ambedue erano giusti davanti a Dio e osservavano irreprensibili tutte le leggi e le prescrizioni del Signore.
7 Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.
8 Avvenne che, mentre Zaccaria svolgeva le sue funzioni davanti al Signore durante il turno della sua classe,
9 gli toccò in sorte, secondo l'usanza del servizio sacerdotale, di entrare nel tempio del Signore per fare l'offerta dell'incenso.
10 Fuori, tutta l'assemblea del popolo stava pregava nell'ora dell'incenso.
11 Apparve a lui un angelo del Signore, ritto alla destra dell'altare dell'incenso.
12 Quando lo vide, Zaccaria si turbò e fu preso da timore.
1. Al tempo del re Erode... 1, 1-12
Signore Gesù, il tuo discepolo Luca, si è fatto strumento di Dio. Ci ha descritto come il Padre ha agito nella storia e ha cercato con accuratezza e con amore di raccogliere le testimonianze di coloro che hanno visto l'amore di Dio, quell’amore che ha incontrato gli uomini, e poi hanno dedicato la vita a proclamarlo. Il suo lavoro è un grande dono: lo riceviamo con gioia perché ci aiuta ad incontrare non solo la parola dei testimoni, ma anche la sapienza, la forza, la grandezza e la bontà di Dio, il Padre che realizza pienamente le sue promesse!
Padre, t'adoriamo: tu agisci e susciti chi trasmette le testimonianze fedeli del tuo agire, del tuo amore che si fa concreto nella storia degli uomini. Essi contano gli anni e distinguono le epoche coi nomi dei personaggi che fan parlare di sé: chi è Erode? Un uomo che non si occupa di obbedirti, ma si fa schiavo dell'ambizione e del potere. Mentre la storia degli uomini è segnata dalle sofferenze provocate da questi tuoi nemici, Tu, mio Signore e Dio, agisci ancora. Tu sei attento a chi - secondo l'esperienza umana - non può attendere nulla né promettere nulla!
Ci sono gli sposi Zaccaria ed Elisabetta che hanno sofferto e soffrono vergogna tra gli uomini. Essi sono fedeli alla tua parola, e l'osservano, nonostante siano considerati e si ritengano abbandonati da te, quasi «maledetti».
Unico dono che possiedono è il loro nome, un nome profetico, che annuncia verità grandi, misteriose, più grandi di loro.
Zaccaria: Dio ricorda!
Elisabetta: Dio ha giurato!
della classe di “Abia”: Dio è Padre!
Che cosa ricorda Dio? Che cosa deve ricordare Dio? Non i peccati degli uomini, non occorre ricordarli, poiché sono sempre presenti e di nuovo vissuti in ogni generazione. Egli deve ricordare le sue promesse: Dio ha promesso salvezza, ha promesso con giuramento un Salvatore, uno che mostri agli uomini la sua paternità! La profezia dei nomi, profezia del tutto inconsapevole, si concretizzerà in un nuovo nome, quello del bambino che nascerà!
Sì, la presentazione di questi sposi si sofferma a descrivere la loro incapacità a generare, proprio come quella di Abramo e di Sara, come quella di Anna, madre di Samuele, e come quella dei genitori di Sansone. Quando gli uomini non possono, proprio allora Dio può:
Egli sceglie l'impossibilità umana per agire, in modo che l'azione sia richiamo sicuro a Lui.
Tu, o Padre, hai fermato il tuo sguardo su Zaccaria, e lo incontri là dove egli conosce la tua Presenza! Tu lo incontri mentre tutto il popolo prega, perché tu non agisci per lui, ma adoperi lui per esaudire la preghiera di tutti, la preghiera dei secoli.
Tu gradisci l'offerta dell'incenso, segno dell'attesa orante del tuo popolo.
Il profumo ti è gradito, come ti è gradita la preghiera!
Il tuo angelo sta alla destra, perché al centro sei tu, tu che ami e che salvi, tu che ami e attendi il momento in cui l'uomo è capace di ricevere da te l'amore.
Zaccaria, pur godendo di offrirti l'incenso e la preghiera del popolo, viene preso dal timore della tua manifestazione. L'uomo non è mai pronto al tuo manifestarti, a stare davanti a te. Tu gli sei sempre estraneo, finché egli non sarà membro del Corpo del tuo Cristo.
2. La tua preghiera è stata esaudita. 1,13-25
13 Ma l'angelo gli disse: “Non temere, Zaccaria, la tua preghiera è stata esaudita e tua moglie Elisabetta ti darà un figlio, e tu lo chiamerai Giovanni.
14 Avrai gioia ed esultanza e molti si rallegreranno della sua nascita,
15 perché egli sarà grande davanti al Signore; non berrà vino né bevande inebrianti, sarà pieno di Spirito santo fin dal seno di sua madre
16 e ricondurrà molti figli d'Israele al Signore loro Dio.
17 Egli camminerà dinanzi a lui con lo spirito e la potenza di Elia, per ricondurre i cuori dei padri verso i figli e i ribelli alla saggezza dei giusti e preparare al Signore un popolo ben disposto”.
18 Zaccaria disse all'angelo: “Come potrò conoscere questo? Io sono vecchio e mia moglie è avanti negli anni”.
19 L'angelo gli rispose: “Io sono Gabriele, che sto al cospetto di Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto messaggio.
20 Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, le quali si compiranno a loro tempo”.
21 Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria, e si meravigliava per il suo indugiare nel Tempio.
22 Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel Tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto.
23 Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa.
24 Dopo quei giorni Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva:
25 “Ecco che cosa ha fatto per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra le genti”.
2. La tua preghiera è stata esaudita. 1,13-25
Padre santo, il tuo angelo annuncia una gioia grande. Egli però deve, anzitutto, far sì che si dilegui quella paura che gli uomini portano nel cuore fin dall'antichità, fin da quando Adamo, peccatore, si è nascosto al tuo sguardo. La paura è segno del peccato, segno che l'uomo non conosce e non riconosce il tuo amore. Tu hai promesso un Salvatore, e gli uomini hanno continuato a chiederlo. Il popolo radunato nel tempio, popolo di cui ora Zaccaria è rappresentante, attende il tuo Salvatore, e aspetta la tua benedizione.
Tu stai per esaudire questa preghiera, stai per donare la pienezza del tuo amore. Il figlio che darai a Elisabetta è il segno che la preghiera del popolo e dei suoi sacerdoti è accolta da te. Tu sei il Dio che ama, tu sei il Padre che tratta gli uomini da figli: tu stesso dai il nome al bambino che nascerà, te ne fai protettore e garante e vuoi parlarci attraverso di lui. Egli ci dirà sempre - col suo nome - che tu sei clemente e buono! Egli anticiperà la gioia che tu ci darai all'apparire del tuo figlio.
La sua vita ascetica ci ricondurrà ai profeti, a coloro che non avevano se non la tua parola da trasmettere e da far amare; ci aiuterà a convertirci, a rimetterci sulla tua strada, a volgere a te il cuore distratto dalle cose, che - con la loro bellezza - ci fanno dimenticare te, che ce le doni!
Tu, Padre, mandi uno che riporti armonia nel popolo. I padri, presi dall'egoismo e dimentichi della tua alleanza, dimenticano di trasmettere il tuo Nome alle nuove generazioni, che si sentono abbandonate, lasciate a se stesse, senza radici e senza futuro.
L'annuncio di conversione del tuo profeta farà sì che essi trasmettano ancora le tue promesse e le tue certezze. E coloro che hanno fatto della vita una ribellione scopriranno la vera saggezza nella giustizia dei loro padri, nell' obbedienza a te sull'esempio dei santi patriarchi. Il tuo inviato, o Padre, il bambino, sarà un precursore fedele e sicuro come Elia, tuo amico.
L'incredulità di Zaccaria - egli non tiene conto della tua onnipotenza - è occasione per te di intervenire col silenzio. Silenzio davanti al tuo agire! Nessuno parli, finché non ha visto le tue opere! Nessuno parli, se non come testimone di avvenimenti! Nessuno dica ciò che ha udito solamente: l'uomo deve diventare testimone di eventi. L'angelo della tua forza parla e fa ammutolire. Segno che verrà la Voce ad annunciare la Parola!
Sta per venire infatti la tua Parola: tutto il resto ammutolisca! Il sacerdote non pronunci più la sua benedizione, perché tu stesso, Padre, stai donando la tua Benedizione! Tu sei il Benedetto che mandi il tuo Salvatore: ora sta per venire!
Nel tempio avviene l'annuncio, nella casa il compimento. Tu agisci là dove abitano gli uomini, e agisci attraverso di loro.
Elisabetta s'accompagna al silenzio di Zaccaria. Dio stesso farà conoscere le sue opere! Egli benedice e non distoglie il suo sguardo da chi spera in lui!
3. Hai trovato grazia. 1,26-38
26 Nel sesto mese, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret,
27 a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, chiamato Giuseppe. La vergine si chiamava Maria.
28 Entrando da lei, disse: “Rallègrati, piena di grazia: il Signore è con te”.
29 A queste parole essa fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo.
30 L'angelo le disse: “Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio.
31 Ed ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù.
32 Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell'Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre
33 e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine”.
34 Allora Maria disse all'angelo: “Come avverrà questo? Io non conosco uomo”.
35 Le rispose l'angelo: “Lo Spirito santo scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà santo sarà chiamato Figlio di Dio.
36 Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia, ha concepito un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile:
37 nulla sarà impossibile a Dio”.
38 Allora Maria disse: “Ecco la serva del Signore, avvenga per me come tu hai detto”. E l'angelo si allontanò da lei.
3. Hai trovato grazia. 1,26-38
Dio, vero Dio e Padre, tutte le tue opere sono un unico grande atto d'amore! Esse sono congiunte le une alle altre, sono in funzione de une delle altre, e ricevono significato, spiegazione e onore le une dalle altre. Il nuovo tiene conto dell'antico e l'antico viene incorporato nel nuovo in modo che dia gioia a chi contempla il tuo agire!
Tu mandi l'angelo della tua Forza in un luogo povero e insignificante per gli uomini, un luogo ai confini della vera fede, un luogo dove nessuno cercherebbe la tua presenza! Ma tu sei amico degli uomini, di tutti gli uomini!
Il tuo angelo trova una vergine: essa ancora non riceve nulla dall'uomo. Tu vuoi manifestare una potenza nuova e totalmente libera dall'agire dell'uomo. La vergine deve gioire, come gioisce la sposa che trova lo sposo! Motivo della gioia è l'amore gratuito ricevuto da te, Padre, una grazia che trasforma la vita in testimonianza del tuo amore, non più in manifestazione del peccato: una grazia che è la tua Presenza operante meraviglie attraverso la debolezza e l’incapacità dell'uomo! Il compito che Maria sta per ricevere da te sarà realizzato da te stesso tramite la sua piccolezza, come hai manifestato a Mosè e come hai confermato a Gedeone.
Il saluto è troppo grande per essere accolto: quale significato, quali conseguenze porterà?
Il tuo angelo richiama le profezie che tu vuoi realizzare. Ora si compie il tempo della tua salvezza agli uomini: tu hai trovato la vergine che si compiace di te, e a lei doni la grazia d'essere la nuova Eva, la vera madre dell'uomo vero, dell'uomo che viene da te come primo uomo, vero Adamo.
La vergine, che concepisce e dà alla luce e pronuncia il nome della tua salvezza, è il segno che tu offri al tuo popolo e a tutte le genti: è il segno che convince che tu sei il Padre, colui che ama e dà la vita, e che perciò va obbedito con amore, con fiducia, senza paura! Tu mandi colui che hai promesso, un re il cui regno non cambia, non lascia il posto ad altri regni: tu mandi colui che dà stabilità all'uomo instabile, che cerca, senza mai trovarla, la strada della tua casa, casa di Padre!
Maria crede. Ella pensa di dover fare qualcosa, forse ritiene di doversi sottomettere alle leggi umane per compiere la tua volontà. Ma a te basta il suo sì. È il tuo Spirito che la coprirà come la nube copre l'arca nel Tempio. Il tuo Spirito la renderà tempio della tua Gloria, luogo della tua Presenza, vera, viva e nascosta! Sei colui che si manifesta come il misterioso. La nube indica la tua Presenza e nasconde il tuo Volto. Così in Maria noi vedremo sbocciare il fiore della tua Gloria, che vedremo in pienezza solo sul Calvario. Colui che nascerà da Maria sarà santo: egli sarà il puro, il vero, sarà tuo, tutto tuo, sarà Dio con te, Padre!
Il tuo angelo continua a parlare con amore a Maria, che potrebbe essere colta da paura o da mille dubbi sulla veridicità del suo interlocutore e delle sue parole così grandi! Perciò le annuncia un’altra tua opera grande, che ella stessa potrà verificare: l’anziana parente attende un figlio! Davvero Dio può realizzare le sue promesse! Le sue parole non vengono pronunciate a vuoto. Maria potrà vedere quanto tu compi, lo vedrà quando si metterà nell’atteggiamento umile della serva. È proprio questo lo stile di Maria, essere tua serva, essere disponibile a tutto, a servire te e a proporsi come serva per le tue opere. La vedremo in casa di Elisabetta, perché ella non lascia cadere a vuoto nessuna delle parole e dei possibili desideri tuoi, suo Dio! L’angelo la può lasciare: ormai si è donata alla tua Parola! Maria rimane sola: sola con la tua parola che le dona vita e umile grandezza!
4. L'anima mia magnifica il Signore. 1,39-56
39 In quei giorni Maria si mise in viaggio verso la montagna, in fretta, e si diresse verso una città di Giuda.
40 Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
41 Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu piena di Spirito santo
42 ed esclamò a gran voce: “Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
43 A che debbo che la madre del mio Signore venga a me?
44 Ecco, appena il tuo saluto è giunta ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.
45 E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto”.
46 Allora Maria disse:
“L'anima mia magnifica il Signore
47 e il mio spirito esulta in Dio, mio salvatore,
48 perché ha guardato l'umiltà della sua serva.
D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata.
49 Grandi cose ha fatto in me l'Onnipotente
e Santo è il suo nome:
50 di generazione in generazione la sua misericordia
si stende su quelli che lo temono.
51 Ha spiegato la potenza del suo braccio,
ha disperso i superbi nei pensieri del loro cuore;
52 ha rovesciato i potenti dai troni,
ha innalzato gli umili;
53 ha ricolmato di beni gli affamati,
ha rimandato i ricchi a mani vuote .
54 Ha soccorso Israele, suo servo,
ricordandosi della sua misericordia,
55 come aveva promesso ai nostri padri,
ad Abramo e alla sua discendenza,
per sempre”.
56 Maria rimase con lei circa tre mesi, poi tornò a casa sua.
4. L'anima mia magnifica il Signore. 1,39-56
Sei tu, Gesù, che - nascosto in Maria - compi il tuo primo viaggio! Tu sei la Parola di Dio scesa dall'Alto dei cieli e cominci a percorrere la terra. Sono i piedi di Maria che ti portano, piedi beati che sui monti annunciano la pace! Pace è il saluto della Madre tua, la vergine, alla donna anziana sterile. Nell'incontro delle due donne che in modi diversi sperimentano la grandezza del Padre tuo, si incontrano l'Antico con il Nuovo, la preparazione e la promessa con la realizzazione, l'attesa con la Presenza.
In quest'incontro tu, Gesù, dai gioia e pienezza di significato a ciò che era, mentre tu stesso vieni manifestato per ciò che sei e sarai!
Maria è l'arca della tua Presenza, Presenza divina che fa esultare colui che ti conosce, il sacerdote e profeta Giovanni, come già l'Arca trasportata da Davide fece esultare il popolo: sei tu il Dio che viene ad abitare tra gli uomini.
Elisabetta benedice tua Madre con le parole rivolte già a Giaele e a Giuditta, le donne che liberarono il popolo uccidendo il nemico. E tua Madre, credendo senza vedere alla parola dell'angelo, ha davvero vinto ancor più il nemico che in lei non ha potuto manifestarsi. Ella credendo ha vinto l'orgoglio di colui che disse d'avere una parola migliore della parola di Dio, riuscendo a sedurre Adamo con tutti i suoi figli. Tua Madre invece non ha avuto un'altra parola!
Elisabetta, benedicendo tua Madre, riconosce te come colui che deve venire a rallegrare il mondo con la tua vittoria. La gioia di Giovanni nel suo grembo le è chiara profezia: tu sei il Messia, tu sei il Signore, tu sei il Dio che salva, il Dio che viene a portare il vero benessere, più ancora dell'Arca dell'Alleanza alla casa di Obed Edom. Tua Madre è benedetta ed è beata: ella ha creduto come Abramo! In lei si compie la benedizione promessa al patriarca e da lei la stessa benedizione si trasmette a tutti coloro che crederanno senza aver visto e metteranno in pratica la Parola che dalla tua bocca giungerà ai loro orecchi.
Voglio anch'io, Gesù, cantare con tua Madre il canto della pura lode! Voglio riconoscere a Dio la sua grandezza, alla sua Parola il primato tra le parole. Nulla è più grande del mio Dio, nessuna Parola ha più valore della sua! Io sono nulla, sono vaso fragile e inutile, grande solo perché lo sguardo del Padre vede il mio nulla e lo riempie con la luce dei suoi occhi e la ricchezza della sua Parola.
Anche a me si comunica la grande gioia di tua Madre, gioia per la grandezza di Dio, che mi salva dall'essere fuggiasco come Adamo e come Caino. Con te vengo al Padre e godo.
Tua Madre è davvero proclamata beata da tutte le generazioni, perché ogni uomo riconosce la grandezza di Dio, che in lei si è manifestato.
L'amore del Padre è misericordioso, perché è rivolto ad uomini immersi tutti nel peccato e nel dolore.
Egli riempie l'umiltà e la fame dei piccoli e svuota la falsa sazietà dei superbi e dei potenti perché possano desiderare di venir riempiti dei beni divini, di te, che sei il Pane e il tesoro e il dono per ogni cuore.
Sei tu, Gesù, la misericordia del Padre, atteso da sempre, promesso ad Abramo, donato a tutti, per sempre.
Ora tua Madre, riconfermata nella fede, può tornare al suo silenzio, alla dimora preparatole dalla Provvidenza del Padre, come l'Arca, fonte di benedizione, è venuta tra canti e danze al suo luogo definitivo.
5. Giovanni è il suo nome. 1,57-66
57 Per Elisabetta intanto si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio.
58 I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua misericordia, e si rallegravano con lei.
59 Otto giorno dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo col nome di suo padre, Zaccaria.
60 Ma sua madre intervenne: “No, si chiamerà Giovanni”.
61 Le dissero: “Non c'è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome”.
62 Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse.
63 Egli chiese una tavoletta, e scrisse: “Giovanni è il suo nome”. Tutti furono meravigliati.
64 In quel medesimo istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio.
65 Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose.
66 Coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo: “Che sarà mai questo bambino?” E davvero la mano del Signore era con lui.
5. Giovanni è il suo nome. 1,57-66
Il tuo amore, o Dio, è davvero grande e accompagna la vita dell'uomo da sempre, fin dal suo sorgere: anche questo è preparato da te. Il nome di ogni uomo è scritto sul palmo della tua mano, e al suo nascere tu porti a compimento un tratto del tuo amore.
Il figlio è per Elisabetta un dono della tua misericordia, e perciò l'annuncio della sua nascita diviene annuncio del tuo amore per chi è dimenticato e disprezzato. La grandezza e bellezza del tuo amore risplende nella tua opera, che riempie di gioia gli umili e i poveri.
Anche questo bambino, tuo dono, viene sottomesso alla Legge e aggregato al popolo della tua alleanza con un nome nuovo: il nome che manifesta il compiersi del tuo amore di salvezza.
Gli uomini sono abituati a considerarsi sempre peccatori, e giustamente! Perciò essi sanno che tu, o Dio, ti ricordi della tua misericordia, ti ricordi del tuo amore e delle tue promesse: ma essi sono abituati a vivere in un'attesa continua che non giunge mai a realizzarsi.
Ora la madre sa e il padre ancora muto conferma che la tua salvezza si sta già compiendo: proprio il loro bambino ne ha dato i segni con la sua gioia ed esultanza all'avvicinarsi della Madre Vergine.
Le parole di benedizione che sgorgano dal cuore e dalle labbra di Zaccaria sono un altro segno che conferma il tuo amore meraviglioso, Padre, che castighi e usi misericordia, che chiedi fiducia per poter maggiormente beneficare, che fai tacere l'incredulità per impedirle di danneggiare e fai gridare di gioia la fede perché diventi sostegno e aiuto.
La tua opera, o Padre, benché nascosta è come città sul monte, come luce posta in alto: e così tutti s'accorgono di te, e i cuori di tutti si riempiono del mormorio benefico di una parola di cui ancora non si comprende il significato. La tua parola, preceduta dai fatti, si fa attendere per poter maggiormente penetrare e produrre frutti duraturi.
Il bambino è nato, il suo nome rivela la tua Presenza che salva gratuitamente gli uomini peccatori. Ma il bambino cresce, diventerà uomo. Che cosa farai tu, Padre, allora? Che cosa manifesterai ancora? Che cosa produrrà la grazia tua già annunciata e già iniziata?
Gloria a te, Padre!
6. Benedetto il Signore 1,67-80
67 Zaccaria, suo padre, fu pieno di Spirito Santo, e profetò dicendo:
68 “Benedetto il Signore Dio d'Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
69 e ha suscitato per noi una salvezza potente
nella casa di Davide, suo servo,
70 come aveva promesso
per bocca dei suoi santi profeti d'un tempo:
71 salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
72 Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
73 del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
74 di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore,
75 in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
76 E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell'Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
77 per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati,
78 grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio,
per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge
79 per rischiarare quelli che stanno nelle tenebre
e nell'ombra della morte
e dirigere i nostri passi sulla via della pace”.
80 Il bambino cresceva e si fortificava nello spirito. Visse in regioni deserte fino al giorno della sua manifestazione a Israele.
6. Benedetto il Signore 1,67-80
Padre santo e buono, voglio benedirti anch'io come continua a benedirti la Chiesa con le parole ispirate del sacerdote Zaccaria. Egli, appena ebbe il segno e il primo frutto della tua promessa aprì la bocca per benedirti. Lodare te è la gioia più grande per l'uomo, perché gli fa sentire la pienezza di vita, la pienezza di comunione con la tua Persona, la vera e definitiva statura dell'uomo. L'uomo nuovo, il tuo Figlio, esulta e ti benedice! Ed è sempre il tuo Spirito che concede di lodarti e che fa della lode dell’uomo parola tua che illumina il passato ed il futuro, raggiunti e preparati dai fatti che ora avvengono!
Benedetto sei tu che benedici sempre, che ami gli uomini, li osservi e ti pieghi su di loro per far loro sperimentare la tua salvezza. Il tuo intervento è redenzione, perché ciò che gli uomini compiono è sempre frutto e sorgente di peccato: tu redimi e fai scaturire salvezza!
Tu doni il "corno di salvezza", fai sorgere un Salvatore, Gesù, cui ci possiamo aggrappare per evitare la condanna del nemico. Il tuo salvatore è quello atteso, atteso perché già promesso concretamente nella casa di Davide! I profeti non hanno parlato invano: ora si compie la tua parola da essi fatta risuonare a orecchi increduli. Arriva il tuo Salvatore: tutti ne abbiamo bisogno, perché tutti siamo toccati dal nemico così profondamente, che ci ha fatto vedere te come nemico, e perciò di tutto abbiamo paura: della vita e della morte, degli uomini e degli animali, dell'inizio e della fine.
Tu, Padre, hai già iniziato a far gustare la tua gioia di salvezza con le promesse: ora porti a compimento la promessa: ti ricordi del giuramento e lo realizzi. A noi concedi di servirti come figli, con il Figlio, senza il timore della schiavitù, nell'amorosa obbedienza di chi si sente ed è amato e accolto da te. Davanti a te, ogni giorno col Figlio tuo, nostro salvatore, per amarti!
Tutto questo è preparato: il bambino che ha svelato la tua misericordia a Elisabetta offrirà la parola santa di Dio, parola che annuncia la venuta di colui che farà sperimentare il perdono, il ritorno a te, la piena armonia paradisiaca, la bellezza della vita che tu hai donato e doni!
Il bambino Giovanni è grande per la missione affidatagli, perché è grande e necessario colui che egli introduce al cuore degli uomini.
Egli verrà come rampollo che dà origine ad un popolo nuovo, come astro che illumina in modo nuovo le genti, tutti quelli che stanno nel mondo rivolti con le spalle al loro Creatore e che non vedono davanti a sé se non morte e disperazione. Gesù sarà luce per tutti e inizierà il cammino che ci porterà a godere la piena comunione del tuo amore. Egli darà la sua pace, la sua pienezza di vita, egli aliterà il tuo Spirito rivestendoci della pace che farà di noi tuoi testimoni e altrettanti annunciatori della tua misericordia!
Con la sua vita nel deserto, alla tua scuola, il bambino ci aiuta a stare in attesa dell'astro nuovo, del corno di salvezza, di colui che cambia la nostra vita di schiavi in vita di figli!
7. Una grande gioia! 2, 1-12
1 In quei giorni un decreto di Cesare Augusto ordinò che si facesse il censimento di tutta la terra.
2 Questo primo censimento fu fatto quando Quirinio era governatore della Siria .
3 Tutti andavano a dare il loro nome, ciascuno nella sua città.
4 Anche Giuseppe, dalla Galilea, dalla città di Nazaret, salì in Giudea alla città di Davide chiamata Betlemme: egli apparteneva infatti alla casa e alla famiglia di Davide.
5 dove dare il proprio nome insieme a Maria, sua promessa sposa, la quale era incinta.
6 Mentre si trovavano in quel luogo, si compirono per lei i giorni del parto.
7 Diede alla luce il suo figlio primogenito, lo avvolse in fasce e lo pose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'alloggio.
8 C'erano in quella regione alcuni pastori che, pernottando all'aperto, vegliavano tutta la notte facendo la guardia al loro gregge.
9 Un angelo del Signore si presentò a loro e la gloria del Signore li avvolse di luce. Essi furono presi da grande spavento,
10 ma l'angelo disse loro: “Non temete: ecco, vi annunzio una grande gioia, che sarà di tutto il popolo:
11 oggi, nella città di Davide, è nato per voi il Salvatore, che è Cristo Signore.
12 Questo per voi il segno: troverete un bambino avvolto in fasce, adagiato in una mangiatoia”.
7. Una grande gioia! 2, 1-12
Padre santo e grande, per te tutto ciò che gli uomini fanno è piccolo e insignificante; ma tu adoperi le false grandezze dell'uomo, che provocano sofferenze e generano catene di violenza, come piccoli particolari del tuo grande disegno di salvezza! Chi è Cesare Augusto per te? Chi sono i suoi ministri? Tutti tuoi servi, tutti strumenti ignari del tuo amore per gli uomini di tutta la terra. Tu ami davvero e adoperi l'agire iniquo dell'uomo per realizzare il tuo amore, come userai l'agire di Giuda e dei Giudei contro Gesù per glorificare il tuo Figlio ed effondere il tuo Spirito!
Tu hai scelto Giuseppe, l'uomo che ti ama: egli non è un ribelle, egli ubbidisce agli uomini sapendo che sei tu che muovi la storia. Egli già vive con Maria e già ama colui che nascerà da lei, il tuo santo, il tuo Figlio! Per lui e per lei si compie il tuo disegno, la tua santa Volontà: tu vuoi che nasca al mondo un bambino, figlio della vergine, come ha detto il profeta!
Eccolo, è nato! Egli è il primo nato: appartiene tutto a te!
Egli è il primo tra molti fratelli, egli è il primo di tutta la creazione: nessuno è nato da una vergine! Egli è tuo, e sarà consacrato a te chiunque si unirà a lui!
Egli è come tutti i figli degli uomini, nulla lo distingue da loro. Anch'egli è destinato a morire e ad essere sepolto: viene avvolto in bende e deposto in una mangiatoia, come il cibo per gli animali! Egli è davvero il pane per i peccatori, che come lupi e cani e bufali e leoni lo circonderanno per nutrirsi della sua carne e del suo sangue, ed essere così trasformati in figli di Dio!
Gesù, tu rifiutato dagli uomini, non considerato uno di loro, fin dalla nascita il tuo rifugio è nel luogo degli animali: tra essi ti fermerai nel deserto per prepararti alla tua manifestazione.
I primi che godono di te sono i rifiutati, gli esclusi, gli immondi, i pastori. E pastori saranno i tuoi messaggeri che veglieranno sul tuo gregge. Essi sono scelti dal Padre per portare la tua gloria, quella gloria che non trova più nel tempio il suo riposo. La presenza tua, o Dio, è tutta novità per loro che non entrano mai nei sacri recinti. Il loro spavento è grande, tanto più grande la gioia della tua rivelazione. La gioia messianica conquista prima i piccoli e i disprezzati per raggiungere poi tutto il popolo: non c'è più attesa, la promessa si è realizzata! Possiamo godere, possiamo gridare l'avvenuta salvezza.
I pastori, eredi di Davide, pastore quando è stato scelto e consacrato, si sentono oggi scelti e consacrati re con regalità divina! Non sono più schiavi, non più in soggezione di alcun uomo perché Dio li ama! Ecco il promesso da secoli, ecco il Re, ecco il vero Salvatore divino, l'Unto di Dio, il vero Signore portatore della Gloria divina: egli è davvero il Dio con noi!
Il suo segno non è come i segni prodigiosi e terrificanti che gettano l'uomo nel terrore. Il suo segno, il suo distintivo, segno di riconoscimento, sarà sempre la piccolezza, l'umiltà, la semplicità dell'uomo comune che si offre come cibo. Anch'io troverò te, Gesù, sempre mite e umile di cuore, ti troverò sempre nelle mani degli uomini che ti adagiano là dove io, peccatore, cerco il mio cibo, il mio sostegno, la mia forza.
8. Gli fu messo nome Gesù. 2,13-21
13 E subito apparve con l'angelo una moltitudine dell'esercito celeste, che lodava Dio e diceva:
14 “Gloria a Dio nel più alto dei cieli
e sulla terra pace tra gli uomini, che egli ama”.
15 Appena gli angeli si furono allontanati per tornare al cielo, i pastori dicevano fra loro: “Andiamo fino a Betlemme, vediamo questo avvenimento che il Signore ci ha fatto conoscere”.
16 Andarono dunque senza indugio e trovarono Maria e Giuseppe e il bambino, adagiato nella mangiatoia.
17 E dopo averlo visto, riferirono ciò che del bambino era stato detto loro.
18 Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose che i pastori dicevano.
19 Maria, da parte sua, custodiva tutti questi fatti, meditandoli nel suo cuore.
20 I pastori poi se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com'era stato detto loro.
21 Quando furon passati gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall'angelo prima di essere concepito nel grembo della madre.
8. Gli fu messo nome Gesù. 2,13-21
Signore Gesù, alla tua nascita sulla terra tutto il cielo si apre, come avesse nostalgia di te!
Tutti gli angeli portano nel mondo quella lode che è riservata ai cieli e ci fanno partecipi dei segreti della vita futura!
Gloria a Dio è la tua nascita avvenuta: essa manifesta il luogo della Presenza ineffabile, che non è più nei freddi edifici e ricchi riti del Tempio, ma qui, nelle membra calde del bambino e nei poveri gesti di una madre che fa come può!
Pace in terra agli uomini è la nascita del bambino: con te giunge la pace messianica, pienezza di vita, di partecipazione alla comunione trinitaria, manifestazione dell'amore e della conseguente fraternità tra gli uomini amati da Dio. Essi sanno ora che Dio non è terribile con loro, non è il nemico che credevano fosse. Lo ritenevano così perché sedotti dall'invidioso Avversario, eredi della deviazione di Adamo.
Egli invece è colui che li ama: tu, bambino, povero, cui è possibile avvicinarsi senza timore, ne sei la dimostrazione. Alla tua presenza, nessun senso di timore né di paura. I pastori arrivano con gioia, con libertà, con amore. Essi sanno che la Parola di Dio è vera. Perciò ubbidiscono con fede all'implicito invito del primo messaggero. Non vanno a verificare, vanno a vedere: vanno a vedere le parole cui hanno creduto.
Essi trovano te, Gesù, nella semplicità della tua famiglia, nella povertà del segno, che diviene il tuo segno distintivo: la povertà semplice! Questa povertà ora si arricchisce delle parole del messaggero celeste riferite dai pastori: la povertà diviene segno del divino amore quando è illuminata dalle parole!
Tra lo stupore generale risalta il silenzio di Maria. Ella non si stupisce, ella custodisce le parole come una vera discepola. Per lei ogni parola che si riferisce a te, Gesù, è preziosa, è dono, è rivelazione. Le parole sono il dono che ella riceve dal Padre anche se riferite da pastori, uomini cui nessuno dà fiducia.
Se il Padre concede fiducia anche a loro, perché non accogliere la loro parola?
E tua Madre, che ha già delle parole nel cuore, confronta queste ultime con quelle, e trova che combaciano, che ne sono la continuazione e la realizzazione. Maria è troppo occupata con le parole che vengono dall'alto. Il suo silenzio è ricchezza di vita che si muove nel suo intimo e produce fedeltà e pace e certezza incrollabile. Ella sta diventando il faro sicuro per tutti coloro che vorranno seguirti!
I pastori sanno tornare al loro gregge, continuano il loro servizio, la loro semplice vita. Essi sono cambiati nell'intimo, dove ora hanno una gioia, un motivo, una nuova luce per le loro giornate e per il loro agire. Ora non parleranno tra loro più solo di animali e di pascoli e sorgenti, ma ci sarai tu a dar loro significato e grazia. Essi non sono più rozzi pastori!
Essi sono ora cantori della gloria di Dio e la cantano con maggior precisione dei cantori del tempio!
Anche tu, Gesù, entri nell'alleanza di sangue, con Abramo, per ubbidire al Padre: ed ora viene finalmente pronunciato il nome che egli ti ha dato per manifestare il suo amore a tutti gli uomini.
Il tuo nome comincia a correre di bocca in bocca, di cuore in cuore, fino a riempire il mondo: e il mondo si riempie di salvezza, perché al risuonare del tuo nome, amato dal Padre, i demoni rimangono terrorizzati, gli idoli perdono la loro efficacia, l'odio e l'invidia dei cuori si sciolgono. Il tuo nome, Gesù, è quello che ti appartiene da sempre: gli uomini non te lo danno, ma lo possono pronunciare a propria salvezza!
Gesù! Gesù! Gesù!
La pace di Dio impregna il cuore al risuonare del tuo nome: Gesù!
9. Lo prese tra le braccia 2,22-33
22 Quando venne il tempo della loro purificazione rituale secondo la Legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore -
23 come è scritto nella Legge del Signore: ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore -
24 e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o di giovani colombi , come prescrive la legge del Signore.
25 Ora a Gerusalemme c'era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d'Israele, e lo Spirito santo era su di lui.
26 lo Spirito santo gli aveva preannunziato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore.
27 Mosso dallo Spirito, si recò al Tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per adempiere la Legge,
28 anch'egli lo accolse nelle sue braccia e benedisse Dio, dicendo:
29 “Ora lascia, o Signore, che il tuo servo
vada in pace secondo la tua parola;
30 perché i miei occhi han visto la tua salvezza,
31 preparata da te davanti a tutti i popoli,
32 luce per illuminare le genti
e gloria del tuo popolo, Israele”.
33 Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.
9. Lo prese tra le braccia 2,22-33
Signore Gesù, ancor bambino entri nel Tempio santo, luogo dell'incontro degli uomini con Dio. Il tuo ingresso semplice e povero tra i poveri è dono di salvezza e di purificazione. Gli uomini pensano che tua Madre debba essere purificata e tu santificato, mentre sei tu che, entrando nel centro simbolico del popolo da cui viene la salvezza al mondo intero, purifichi tutti gli uomini che si rivolgono a Dio con sincerità.
Tu sei il Primogenito, sei sacro al Signore: non vieni riscattato col denaro: tu apparterrai sempre al Dio che ha salvato il popolo attraverso Mosè! La Legge data da questo mite obbediente servo di Dio trova in te piena realizzazione: piena e umile e pura, perché tua Madre - Arca della nuova Alleanza - non ha bisogno di offrire sacrifici per la sua purificazione, perché tu sei il santo che l'ha santificata. Ella offrendo le due colombe compie ogni giustizia, come tu la compirai quando entrerai nelle acque del Giordano insieme ai peccatori. Ella si sottomette alla legge degli immondi, perché essi siano purificati non tramite animali, ma grazie alla sua obbedienza e umiltà.
Ed ora, compiuto l'amore più puro, quello che si addossa le colpe altrui, il cielo non può starsene muto. Lo Spirito Santo stesso muove l'uomo pio e fedele per testimoniare che "Dio ha ascoltato" le preghiere e le attese dei poveri e dei sofferenti, degli uomini peccatori schiacciati dal peso di Satana.
Simeone ("Dio ha ascoltato") attendeva paziente il realizzarsi delle promesse di salvezza. Ed ora, obbediente agli impulsi dello Spirito, va al luogo dell'incontro, là dove si può incontrare la Maestà di Dio, dove riposa e si manifesta la sua Gloria, dov'è atteso da secoli l'ingresso del Messia del Signore!
Quale grazia per Simeone prenderti tra le braccia! Dolce peso il tuo, di te che vieni offerto al Padre da Giuseppe e Maria. "Dio ha ascoltato" ti tiene tra le braccia! Sei tu l'esaudimento della preghiera degli uomini. Sei tu la risposta dell'amore di Dio a tutte le domande e le suppliche di perdono e di grazia che il popolo d'Israele ti rivolge, e che pure gli altri popoli presenti nel cortile dei pagani si azzardano ad innalzarti.
Sei tu, Gesù, la gioia che fa superare la paura della morte! Sei tu che doni pienezza alla nostra vita e significato ad ogni momento della nostra storia. Quando tu sei sulle mie braccia non ha più importanza l'essere in questo mondo: il cielo è già aperto! Il compimento è già realizzato.
Tu sei la salvezza che i nostri occhi desiderano e contemplano, salvezza dal male, dal peccato, dall'essere perduti e senza speranza. Tu sei la salvezza preparata e messa a disposizione di tutti i popoli: i tuoi discepoli ti annunceranno fino ai confini del mondo! Tu sei la luce che illumina la strada del Padre a coloro che giacciono nella tenebra e nell'ombra di morte. Tu la luce che permette agli uomini di venire al Padre con cuore di fratelli. Tu la luce che dà sicurezza e fa gustare la bellezza di tutte le opere di Dio.
E ancora: tu sei la Gloria del tuo popolo, perché in esso tutti vedranno la spiegazione della tua vita e da esso riceveranno le Scritture per poterti riconoscere e incontrare. Tu sei per il tuo popolo il luogo della Presenza di Dio; la tua umanità, piccola, povera e sottomessa alla limitazione della natura umana, è come nube che nasconde il Volto di Dio, ma in essa si manifesta e si incontra la pienezza del suo Amore!
Gesù, tra le braccia di Simeone, ti adoro!
Anche le mie braccia sono fatte per portarti!
10. Segno di contraddizione 2,34-40
34 Simeone li benedisse e a Maria, sua madre, disse: “Egli è qui per la rovina e la risurrezione di molti in Israele, e come segno di contraddizione -
35 e anche a te una spada trafiggerà l'anima - affinché siano svelati i pensieri di molti cuori”.
36 C'era anche una profetessa, Anna, figlia di Fanuèle, della tribù di Aser. Era molto avanzata in età, aveva vissuto col marito sette anni dopo il suo matrimonio,
37 era poi rimasta vedova e ora aveva ottantaquattro anni. Non si allontanava mai dal Tempio, servendo Dio notte e giorno con digiuni e preghiere.
38 Sopraggiunta in quel momento, si mise anche lei a lodare Dio e parlava del bambino a quanti aspettavano la redenzione di Gerusalemme.
39 Quando ebbero adempiuto ogni cosa secondo la legge del Signore, fecero ritorno in Galilea, alla loro città di Nàzaret.
40 Il bambino cresceva e si fortificava, pieno di sapienza, e la grazia di Dio era sopra di lui.
10. Segno di contraddizione 2,34-40
Signore Gesù, tu sei motivo di benedizione per coloro che si occupano di te e ti amano! La parola profetica - che tu porti a compimento - si accompagna anche alla loro vita. Anzitutto Maria, la Madre, deve sapere chi tu sei e quale sarà il tuo compito in mezzo agli uomini. Da questo anch'ella saprà discernere il suo. Tu sei il segno dato dal Padre agli uomini, il segno della sua salvezza. Ma non tutti hanno il cuore aperto ad accogliere da Dio il suo dono. Qualcuno pretende di essere salvezza a se stesso, e perciò rifiuterà il dono di Dio, continuerà a contestare te, che del Padre sei rivelazione. Di fronte a te ci sarà perciò chi precipiterà da quel luogo in cui si sente sicuro di sé e delle proprie capacità morali o sociali. Di fronte a te ci sarà il misero e il miserabile che sarà innalzato e riceverà vita perché accoglierà te come inviato dal Padre! Morte e vita cominceranno in Israele, dove c'è chi ritiene d'esser salvo solo perché appartiene al popolo. Sei tu invece la vita anche per il popolo d'Israele! I pensieri e i ragionamenti di tutti gli uomini, illuminati dalla tua presenza, appariranno per ciò che sono: dono di Dio oppure inganno. Dono di Dio se aiutano ad accogliere e amare te, suo Figlio, inganno se pretendono di far senza di te!
Gesù, amico degli uomini, uomo contraddetto, tu sarai occasione di dolore e sofferenza per colei che ubbidisce a Dio e ti ha dato la vita. Una spada raggiungerà l'anima della Madre!
Maria, tu avrai sofferenza perché vedrai la divisione del popolo, vedrai l'indurimento del cuore di molti che rifiuteranno l'amore del tuo Figlio, rifiuteranno di accoglierlo come segno di Dio. Il tuo cuore che ama il popolo e che accoglie Gesù sarà diviso, la tua anima sentirà il buio della morte in cui molti figli si lasceranno cadere. Quel rifiuto che porterà Gesù al Calvario sarà anche per te dolore e sofferenza. Anche tu partecipi all'opera d'amore del tuo Figlio, dell'amore che si offre al Padre in silenzio!
Un’altra donna ti loda, Gesù, e ti presenta come Liberatore a coloro che attendono il dono di Dio! Ella, "grazia di Dio" (Anna) ha la "fortuna" (Aser) di vedere "il Volto di Dio" (Fanuel) che sei tu! Ella, che con l’età di ottantaquattro anni rappresenta la pienezza dell'Antico Israele unito alla completezza del Nuovo (12 x 7), ti loda e ti saluta! Ella che ha conosciuto la solitudine, quella del popolo solo che ha perduto la presenza dello Sposo a causa della sua infedeltà, ha iniziato un nuovo modo di vivere tutto consacrato a te: preghiera e digiuno, assiduità alle lodi e celebrazioni, consacrazione di tutto il tempo alla tua gloria. Dopo di lei molti continueranno nei secoli a vivere solo per te e a far della loro esistenza una lode eloquente della tua salvezza concreta e presente. Ella inizia la serie dei profeti che ti annunciano presente: donne e uomini di ogni categoria, ti daranno ancora la loro testimonianza.
Gesù, sei cresciuto in una famiglia obbediente. È questa l'atmosfera in cui la tua vita cresce e s'irrobustisce e dove anche tu divieni l’obbediente. Così la grazia di Dio può manifestarsi dal tuo volto e dalle tue parole di bambino. La sapienza di Dio inizia a risplendere nella tua vita nascosta tra gli uomini!
11. Stava loro sottomesso. 2,41-52
41 I suoi genitori si recavano tutti ogni anni a Gerusalemme per la festa di Pasqua.
42 Quando egli ebbe dodici anni, vi salirono secondo l'usanza;
43 ma, trascorsi i giorni della festa, mentre riprendevano la via del ritorno, il fanciullo Gesù rimase a Gerusalemme, senza che i genitori se ne accorgessero.
44 Credendolo che egli fosse nella comitiva, fecero una giornata di viaggio, e poi si misero a cercarlo tra i parenti e i conoscenti;
45 non avendolo trovato, tornarono in cerca di lui a Gerusalemme.
46 Dopo tre giorni lo trovarono nel Tempio, seduto in mezzo ai maestri, mentre li ascoltava e li interrogava.
47 E tutti quelli che l'udivano erano pieni di stupore per la sua intelligenza e le sue risposte.
48 Al vederlo restarono stupiti e sua madre gli disse: “Figlio, perché ci hai fatto questo? Ecco, tuo padre e io, angosciati, ti cercavamo”.
49 Ed egli rispose: “Perché mi cercavate? Non sapevate che io devo occuparmi delle cose del Padre mio?”.
50 Ma essi non compresero ciò che aveva detto loro.
51 Scese dunque con loro e venne a Nàzaret e stava loro sottomesso. Sua madre custodiva tutti questi fatti nel suo cuore.
52 E Gesù cresceva in sapienza, età e grazia davanti a Dio e agli uomini.
11. Stava loro sottomesso. 2,41-52
Signore Gesù, i tuoi genitori ti fanno entrare nell'obbedienza amorosa al Padre, a Dio che abita in Gerusalemme e che viene onorato con le feste annuali. Anche tu partecipi alla gioia dei pellegrini come "figlio del precetto".
Ora sei tu che decidi la tua obbedienza a Dio, non come chi è obbligato, ma come chi ama!
Tu pensi, forse, che se i tuoi genitori ti hanno portato alla Città santa, ti hanno portato là per rimanervi. Non c'è null'altro che occupi i tuoi pensieri e i tuoi desideri che la Parola di Dio, quella Parola che parla di te, quella parola dalla quale è già descritta tutta la tua vita. Tu ascolti, tu interroghi. Tu vivi come deve vivere ogni tuo discepolo futuro, al quale null'altro deve importare che la Parola del Padre, cibo e sostegno della vita.
I tuoi pensano di te ciò che si potrebbe pensare d'un ragazzo qualunque, ma tu non sei là dove si vorrebbe tu fossi. Tu non sei amante della parentela: essa costringe; non sei tra i conoscenti: anch'essi hanno le loro pretese e attese.
Chi ti cerca ti cerca inutilmente tra gli uomini, nei legami naturali. Anche chi cerca te deve staccarsi dalle sicurezze normali, «sociali», deve intraprendere la via contraria a quella percorsa da tutti. È una sofferenza, è un'angoscia dover abbandonare ogni sicurezza per trovare te. Ti trovano dopo tre giorni: il tempo di Giona, il tempo della tua morte.
Ti trovano occupato nell'ascolto e nell'apprendimento. Tu, che cresci nella sapienza, interroghi coloro che sono ritenuti sapienti dagli uomini.
Chi ti ha insegnato, Gesù, ad amare il Padre? Dove hai imparato ad ascoltare? Chi ti ha detto che ciò che è scritto è scritto per te?
Certamente tua Madre, col suo sguardo e la sua preghiera; e Giuseppe con il suo silenzio e la sua mite obbedienza. Da essi, da Maria e da Giuseppe, tu hai appreso! Ed ora essi si meravigliano: non sapevano di esserti stati maestri sicuri.
Tu li interroghi, meravigliato che essi non possano fare a meno di te. Tu sei stupito che essi - che già ti avevano offerto al tempio - ora non ti lascino là, come già Anna ha lasciato Samuele.
Tu devi essere col Padre tuo. Ma ciò vuol proprio dire rimanere nel tempio?
Sei tu, Gesù, il tempio di Dio.
Sei tu l'agnello offerto e che si offre.
Sei tu la luce che illumina la notte di chi cerca Dio e sei tu il profumo d'incenso che sale gradito.
Essere col Padre non vuol dire per te estraniarti dalla vita quotidiana e normale. Ora il Padre è con te, che sei il Figlio.
Dovunque tu sei come figlio, là è il Padre con la sua gloria.
Tu scendi a Nazaret, vi scendi come colui che ha Dio per Padre, vi scendi con la decisione di chi decide la propria vita. E tu decidi di vivere l'obbedienza, quella che il profeta ha già detto per te.
Tu vivi sottomesso, e godi del silenzio di tua Madre, che nulla dimentica e che tutto trattiene nell'attesa della luce che inserisce tutto nel progetto d'amore del Padre.
Possa anch'io crescere con te in sapienza e grazia! Essere sottomesso, è la strada che tu indichi come la via più sicura, la via da cui si è scostato Adamo, la via che tu hai ripreso con sicurezza, con amore!
Gloria a te, Signore Gesù!
Nulla Osta: cens eccl. P. Modesto Sartori, 23 luglio 2003
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