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D. Fiorenzo, testimonianze

Don Fiorenzo Soraruf 

Testimonianze 


Don Fiorenzo, nostro fratello, è stato "promosso" al Regno dei cieli il 20 settembre 2017.


Venerdì 20 ottobre celebreremo il 30° dalla morte

alle ore 20 S. Messa nella pieve di Tavodo 

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Lettera da Lodi

Vi sono vicino in questi momenti di distacco. La speranza che la nostra vita si conclude tra le braccia di Dio Padre, ci dà tanta serenità, pur sentendo il dolore di non averlo più tra noi fisicamente. Sappiamo però che dal Paradiso ci è ancora vicino e per noi implora grazie benedizioni dal Signore Gesù.
Di don Fiorenzo ho sempre avuto una grande stima anche se i nostri colloqui era pochi e spesso solo di poche parole. Ero edificato dal suo stile di vita. Lo ritenevo veramente un uomo di Dio. Di lui ricordo in primo luogo le sue risate. Quando rideva apertamente  il suo volto diceva che era veramente felice. Ed era una gioia carica di un qualcosa di particolare, veniva veramente dal cuore. E poi mi piaceva sentire il suo modo di pronunciare una frase della preghiera alla Vergine all'inizio della giornata. Accentuava infatti molto l'espressione "..  e noi  poveri". Mi sembrava che volesse esprimere tutta la sua buona volontà di avere quella  povertà  di spirito che ci fa grandi davanti al Padre. 
Questa sua accentuazione si è così incisa nel mio animo, che quando ogni mattina elevo anch’io questa preghiera alla Vergine, mi sembra nel pronunciarla di percepire sempre la sua marcata sottolineatura.
Ho sentito dal sito le parole pronunciate dal Padre Vescovo e dai laici durante il rito di congedo. Sono stato edificato ancora.
Come è stato detto diverse volte ora vi è vicino in un modo tutto particolare. Penso che in Paradiso avrà anche per me un ricordo presso il Signore.
Vi dico anche che nelle pochissime volte che ho parlato con lui ci trovavamo in pieno accordo nel pensare alla gioia della vita eterna verso la quale sia tutti in cammino. Un giorno mi ha fatto avere anche dei suoi pensiero sui questo modo di concepire la vita. Penso di averle anche risposto.
Vi prometto di ricordarlo subito domani nella Messa al Santuario nel quale celebro ogni giorno. E con lui ci sarà senz’altro un ricordo anche per tutti voi.
E voi ricordatevi qualche volta di me. Io vi assicuro che siete sempre presenti nel mio stare con il Signore. Vuole essere il mio grazie per quanto da voi e con voi ho ricevuto in tutti gli anni nelle mie settimane vissute presso di voi nella vostra casa.
Con la certezza che Enrico e ora anche don Fiorenzo ci aiuteranno nel nostro cammino vero la meta, vi saluto tutti con affetto e stima.

Vostro aff.mo Don Giuseppe Raimondi



Testimonianza da Dorsino

ho piacere di condividere con voi alcuni ricordi di don Fiorenzo. Ho tra le mani il quaderno di preparazione alla Confessione e alla Comunione. Siamo stati la prima classe ad essere preparata da lui. Ricordo come fosse oggi che aveva forte il desiderio di insegnarci ad amare Gesù. Una volta ci raccontò che lui da piccolo quando si inginocchiava a pregare stava su un ginocchio solo, per fare una penitenza per Gesù. Questa testimonianza mi aveva colpito parecchio e spesso mi torna in mente.
Da bambini ci apriva la sala del calcetto la domenica pomeriggio, poi ci leggeva i fioretti di San Francesco.
In don Fiorenzo ho avuto una guida meravigliosa per la mia crescita.
Qualche mese fa allestivo l'albero in chiesa e cercavo dei sassi per fermarlo e lui mi ha chiesto se ce n'erano nell'armadio in sacrestia. Devo averlo guardato storto perché mi ha detto con un sorriso: sai, li facevo portare ai ragazzi che venivano a confessarsi, così si rendevano conto del peso dei peccati e di come ci si sente dopo!
Tempo fa sono andata a trovarlo e mi ha detto: Sai, sono passato dalla piazza e c'erano dei ragazzini che aggiustavano il motorino. Avevo paura mi prendessero in giro e allora volevo tirar dritto (eh si, era così umile che qualcuno ne approfittava), poi ho pensato che non era la volontà di Gesù e quei ragazzi mi facevano così pena, allora mi sono avvicinato e li ho salutati e ho detto qualcosa di Gesù, ma loro sembravano contenti. Sono andato via in pace. 
La malattia lo ha affinato. Prima era più distaccato dal dolore degli altri, poi è diventato molto più sensibile ed è riuscito a sviluppare un lato umano dolcissimo. Gliel'ho detto una volta, quando mi ha parlato del purgatorio. Gli ho detto che secondo me il Signore lo aveva lasciato qui per fargli sperimentare la comprensione e la condivisione del dolore degli altri, perché forse era la cosa che doveva ancora sviluppare. Mi ha dato ragione, col suo sorriso sornione. 
Un giorno sono passata a parlargli e non so come, ma ci siamo emozionati insieme a considerare l'amore di Dio per noi e mi sono trovata in ginocchio davanti a lui che mi dava una benedizione speciale..tutti due in lacrime.
Un'altra volta sono passata e lui stava guardando dalla finestra. Mi fatto guardar giù e mi ha detto: "guarda quel pezzo del cimitero, è lì che andrò io". Allora gli ho risposto: il corpo può andare dove vuole, l'importante è dove va l'anima... però mi si è stretto un po' il cuore. E' proprio lì che l'hanno sepolto.

Alessia


Da Milano

Ho conosciuto Don Fiorenzo quando iniziai a venire a Tavodo per gli esercizi spirituali, l'immagine che porterò sempre con me risale all'anno scorso, quando ci si riuniva sotto la tettoia in cortile. Poi lui si sedeva con noi, ascoltava assorto le riflessioni di ciascuno sulla catechesi del giorno, poi con la sua voce pacata ci spiegava la Parola così da dipanare ogni dubbio, aprendo nuovi orizzonti di fede, di pensiero e di speranza nel nome di Gesu.
Altra immagine è quando ritornava tranquillo dalla passeggiata in Tavodo,  mi salutava sempre con un sorriso.   Cinzia


un'eremita!

Sono in profonda comunione qui dall' eremo. Desidero esprimere la gioia nello spirito per il dono di don Fiorenzo.
Mi si palesa nell' intimo l' importanza della sua vicinanza spirituale; sentivo come comprendesse profondamente il senso di questo stare nell'eremo; mi trasmetteva l' ardore intenso della comunione con Dio che egli stesso viveva, nell'eremo del suo cuore...Il suo silenzio colmo di Presenza. La sua contemplazione  effondeva come grazia spirituale. Le sue parole mi si sono impresse indelebilmente a carattere di fuoco: luci preziose per il mio cammino.

Posso attestare grazie immense in occasione di brevi incontri e per la sua preghiera.
L' ultima volta mi ha salutato con affetto, dandomi il bacio di Gesù...
Anche se piango la sua assenza da questa terra, sono felice che egli possa godere del volto di Gesù, che ha sempre contemplato nel suo cuore e so di avere in cielo un altro amico, che vede le cose dall' alto e intercede per noi tutti.
Grazie di cuore... nella vostra fraternita e germinato questo fiore: 'fiorente di gemme fragranti di grazia, continuerà a fiorire nel giardino del Re, spandendo nella Chiesa il suo profumo,...'

Oggi, san Fiorenzo eremita.

      


da Milano

Don Fiorenzo è nel mio cuore e lo sarà sempre.
Quel poco che abbiamo potuto scambiare è stato di grande potenza.
Una volta mi ha chiesto: ma tu cosa chiedi a Gesù?
Sono domande che ti sconquassano perché ti rendi conto che nella semplicità più nuda sta la risposta alla domanda: ma io (di) chi sono?
E se ti rendi conto di essere un figlio di Gesù, allora non c'è niente che chiedi a lui ma è lui che chiede a te.
Io non so ancora cosa lui mi chiede ma cerco ogni giorno di ascoltare.
So che quando cresce in me la rabbia, lui mi chiede di non cedere.
Che quando ho pensieri di giudizio, lui mi chiede di non averne.
Sono cose che la mia vita non aveva prima.
Una direzione. Posso dire che io chiedo a Gesù una direzione.
Oggi io non posso essere alfunerale, ma sono vicina a voi tutti nel saluto a Don Fiorenzo.
Chiedo a voi di salutarlo per me con la tenerezza che ho sempre provato quando stavamo seduti alla mensa, quando eravamo in cappellina.
La parte più bella era quando ci scambiavamo il segno della pace. "La pace del Signore sia con te don Fiorenzo", "e con te Adriana"...


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