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Cane da guardia: applaudire l'Islam, cercare i guru

Cane da guardia

 

Can che abbaia non morde, si dice. Che cosa fa allora il cane che abbaia, se non morde? Fa scappare il ladro, almeno quello che vuole avvicinarsi furtivamente, senza farsi vedere, perché ha intenzioni… Oppure sveglia il padrone, lo rende attento a ciò che succede per valutare il da farsi. Chi si avvicina potrebbe essere anche un amico, ancora sconosciuto al cane; in quel caso il padrone lo invita a tacere.

Se il cane non abbaia mai, non svolge il suo compito. Diventa inutile, anzi, un pericolo, perché ci si affida alla sua vigilanza, ma questa non c’è.

 

“I suoi guardiani sono tutti ciechi, non capiscono nulla. Sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare; sonnecchiano accovacciati, amano appisolarsi” (Is 56,10).

Il profeta Isaia usa questa immagine per accusare i capi del popolo che non avvertono le minacce e non avvertono dei pericoli. È più facile adagiarsi, far finta di non vedere, pensare a possibili buone intenzioni di chi ostacola il cammino della Chiesa e diffonde insegnamenti che la disgregano. Così nessuno si accorge dei pericoli di ragionamenti o di pratiche che, seguite perché non si usa discernimento, disgregano la fede o addirittura portano ad abbandonarla e ripudiarla.

Per questo motivo ritengo mio dovere scrivere per segnalare qualche pericolo per i fedeli della Chiesa santa di Dio.

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Quando una persona parla in pubblico, finito il discorso, gli si battono le mani. Ma si può applaudire qualunque cosa sia stata detta? Non farai attenzione? Potresti darti la zappa sul piede.

È successo ad un incontro cosiddetto ‘interreligioso’: dopo che ha parlato il parroco davanti ad un pubblico formato prevalentemente di cristiani, prende la parola l’imam della moschea. E il pubblico applaude.

Applaudono le parole dichiarate solennemente: “Dio non ha figli”. L’imam ha manifestato così chiaramente un dogma della sua credenza, in netta contrapposizione con la fede cristiana. In effetti decine di volte il Corano afferma che coloro che affermano che Gesù è Figlio di Dio sono condannati da Dio, perché: “In verità Egli - esaltata sia la Sua Maestà - non si è preso né compagna né figlio” (C 72:3). Egli non può accettare che Dio abbia avuto o abbia rapporti sessuali con una donna: dato che pensa così non possiamo che dargli ragione. Ma nessun cristiano d’altronde si accorge di applaudire l’abiura della propria fede? Il credo cristiano professa “Credo in Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio”, il segno di croce e la preghiera del Gloria proclamano “Padre e Figlio e Spirito Santo”, e ad ogni piè sospinto i cristiani si fanno forti, anche per amare i musulmani, del fatto che “siamo tutti figli di Dio”.

Applaudendo, i cristiani volevano far piacere all’imam o agli ‘amici’ islamici presenti? Ma questi, che messaggio hanno ricevuto dall’applauso? Hanno capito che i cristiani hanno accolto le dichiarazioni del Corano, hanno accettato di rinnegare la propria fede, si sono dichiarati pronti a cambiare religione. Hanno compreso ancora che i cristiani non danno peso alla propria fede, la ignorano tranquillamente, come la trascurano quando bestemmiano o quando tramano inganni sul lavoro, o quando disertano stabilmente le riunioni proposte dalla loro Chiesa. E si convincono che basterà imporre loro di diventare musulmani: accetteranno senza resistere, perché non vogliono dispiacere a chi sta loro davanti!

Quando ha parlato il parroco, nessun musulmano ha applaudito. E il parroco, quando ha formulato la preghiera, si è sforzato di usare parole che non possano risultare sgradite agli islamici, escludendo perciò il nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo e badando bene a non pronunciare quello di Gesù. Si illudeva forse che gli islamici avrebbero pregato insieme con lui? Non sapeva che per loro solo la preghiera in lingua araba raggiunge Dio? E che mai più accetterebbero di far proprie le parole che escono dalla bocca di un infedele, di uno destinato all’inferno, di uno con cui non è possibile stabilire amicizia?

E quando un musulmano qualsiasi dichiara: “Esiste un solo Dio”, sa molto bene di affermare la fede in quell’Allah che nessuno può conoscere e che riceve voce dal suo unico inviato e profeta Muhammad. Se il cristiano gli risponde: “Certamente, esiste un solo Dio”, l’interlocutore si convince che anche il cristiano dichiara che unico Dio è quello che non conosce perdono e non lo chiede ai suoi sudditi. Ai suoi occhi il cristiano ha professato la fede islamica. Quel cristiano non si è ricordato che sta scritto: “Il Signore è il nostro Dio, unico è il Signore” (Dt 6,4), cioè che il “nostro Dio”, quello d’Israele e che noi chiamiamo Padre del Signore nostro Gesù Cristo, è lui l’“unico Signore”, e non altri.

Un giorno un cristiano ha professato chiaramente la propria fede di fronte ad un musulmano. Questi gli ha detto: “Finalmente vedo un cristiano. Di solito i cristiani che incontro non vanno in chiesa, bestemmiano, non parlano bene della loro fede”.

 

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Un cristiano, battezzato, che ha celebrato solennemente la Prima Comunione, è stato cresimato, si è preparato al sacramento del Matrimonio, va tutte le domeniche a celebrare l’Eucaristia, cantando nel coro o prestandosi a leggere la Parola di Dio, o si offre a insegnare il catechismo ai bambini della parrocchia, anche lui, o lei, ha bisogno di nutrimento e di sostegno spirituale. Quando se ne accorge, dove lo cerca? Dove lo trova? Quali passi fa per avvantaggiarsene?

Succede spesso che un cristiano sente parlare di una persona che sa prendere in mano la vita e dare consigli ‘disinteressati’, o che guarisce con le mani da qualsiasi dolore o disturbo, o che sa dire oggi cosa capiterà domani, o che fa parlare con una persona amata già passata all’al di là. Vede cartelli che invitano a corsi che insegnano una ginnastica che tiene conto dei ‘chakra’, del karma e del prana, dei meridiani, dell’aura e del fluido, che insegnano a influire – naturalmente bene – sulla vita altrui anche a distanza, come reiki o tocco terapeutico…, allora il cristiano corre, convinto di aver trovato la fonte del nutrimento spirituale di cui ha bisogno, di aver raggiunto finalmente la pace e la libertà.

Oppure sente parlare di gruppi dove si cantano preghiere, dove ci si vuol bene, o dove può raggiungere un benessere particolare... senza tener conto della Chiesa e senza preti tra i piedi: e il cristiano, - che si ritiene intelligente e maturo, gradito a Dio e sicuro perché fa qualcosa in chiesa, - corre a mettersi in mano ai nemici della croce di Cristo e nemici del suo Corpo. Non pensa e non dubita che sia così, non sa discernere fino a questo punto, anzi, se qualcuno glielo dice si rifiuta di crederlo. Non conosce infatti la sua fede.

Nemmeno gli passa per la mente di chiedere consiglio a qualcuno che ha autorità nella sua Chiesa, a colui che lo ha preparato alla Prima Comunione, a colui che lo ha perdonato col perdono di Dio, a colui che ha benedetto il suo Matrimonio!

Si ritroverà in mezzo a persone che non parlano mai della croce di Gesù, dove ognuno si preoccupa del proprio benessere psicofisico, dove il comandamento “amatevi gli uni gli altri” viene seguito soltanto quando non si deve sopportare nulla. Si ritroverà, forse senza accorgersene e senza rendersi conto della gravità, a farsi giudice della Chiesa, ad essere privo di Spirito Santo, libero da impegno di fedeltà, isolato da tutti gli altri: lo spirito di comunione e di fedeltà infatti sono frutto dello Spirito Santo!

 

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Il fuoco del cortile di Caifa era acceso nella notte fredda, e scaldava. Scaldava davvero, e per questo Pietro si è messo lì vicino, pensando di scaldarsi. Non pensava ad altro.

Ad altro pensavano quelli che lo avevano acceso. Per non perdere quel tepore, Pietro, rispondendo a loro, ha detto delle parole che gli parevano le uniche possibili, addirittura rispettose dei suoi interlocutori.

C’è voluto il canto del gallo, altrimenti non si sarebbe nemmeno accorto che quel che aveva detto era grave peccato che lo aveva allontanato dal suo Signore e dalla sua Chiesa.

Quel gallo è stato come il cane da guardia per lui. Lo ha svegliato da un coma profondo.

 

Altro... : Esorcismo? ...