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NU

01. Ti ho visto sotto il fico Gv 1,1 - 4,3

natanaele

TI HO VISTO

“Tu sei il Figlio di Dio
Tu sei il Re d’Israele!” (Gv 1,49)

 

Meditazioni contemplative sul Vangelo di Giovanni 1,1-4,3

Iniziamo una serie di sette opuscoli, aiuto alla lettura del Vangelo secondo Giovanni. Al testo del Vangelo ( secondo la nuova traduzione CEI del 1997 ) viene affiancata una meditazione in forma di preghiera rivolta a Gesù, il Signore risorto che ci incontra: Egli ci rivela se stesso, termine e compimento delle Sacre Scritture e pienezza ed eternità della nostra vita.

Le undici meditazioni ti potrebbero accompagnare quando desideri percorrere un cammino di esercizi spirituali col metodo della Lectio Divina. Ti devi regalare almeno due o tre ore di tempo. Puoi leggere e rileggere adagio il brano del Vangelo con pace e tranquillità. Una prima lettura della meditazione può aiutarti a fissare ancora più l’attenzione sull’una o sull’altra frase del testo Sacro. Queste frasi le puoi ripetere, ciascuna molte volte, al ritmo del tuo respiro. Gli antichi Padri paragonavano questa ripetizione al ruminare degli animali, passaggio necessario perché il cibo diventi per essi energia vitale.

La Parola, passando e ripassando dalla nostra mente al nostro cuore, continuamente ‘rimasticata’, ci allieta e ci nutre con ciò che essa contiene. Essa è piena e pregna d’amore, anzi, di Spirito Santo, quello Spirito che fa risplendere sul tuo volto l’immagine e la gloria del Figlio!

1. IN LUI LA VITA Gv 1, 1-18

2. STA TRA VOI COLUI CHE VIENE Gv 1,19-28

3. L’AGNELLO DI DIO Gv 1,29-34

4. VENITE A VEDERE Gv 1,35-42

5. TI HO VISTO Gv 1,43-51

6. IL VINO PREGIATO Gv 2, 1-11

7. IN TRE GIORNI Gv 2,12-22

8. NASCERE DALL’ALTO Gv 2,23-25/ 3,1-12

9. DEVE ESSERE INNALZATO Gv 3,13-21

10. EGLI DEVE CRESCERE Gv 3,22-30

11. LO SPIRITO SENZA MISURA  Gv 3,31-36 / 4, 1-3

 

 

1. IN LUI LA VITA Gv 1, 1-18

 

1 In principio era il Verbo,

il Verbo era presso Dio

e il Verbo era Dio.

2 Egli era in principio presso Dio:

3 tutto è stato fatto per mezzo di lui,

e senza di lui niente è stato fatto di tutto ciò che esiste.

4 In lui era la vita

e la vita era la luce degli uomini;

5 la luce splende nelle tenebre,

ma le tenebre non l'hanno accolta.

6 Venne un uomo mandato da Dio

e il suo nome era Giovanni.

7 Egli venne come testimone

per rendere testimonianza alla luce,

perché tutti credessero per mezzo di lui.

8 Egli non era la luce,

ma doveva render testimonianza alla luce.

9 Veniva nel mondo la luce vera,

quella che illumina ogni uomo.

10 Egli era nel mondo,

e il mondo fu fatto per mezzo di lui,

eppure il mondo non lo riconobbe.

11 Venne fra la sua gente,

ma i suoi non l'hanno accolto.

12 A quanti però l'hanno accolto,

ha dato potere di diventare figli di Dio:

a quelli che credono nel suo nome,

13 i quali non da sangue,

né da volere di carne,

né da volere di uomo,

ma da Dio sono stati generati.

14 E il Verbo si fece carne

e venne ad abitare in mezzo a noi;

e noi vedemmo la sua gloria,

gloria come di unigenito dal Padre,

pieno di grazia e di verità.

15 Giovanni gli rende testimonianza

e grida: “Ecco l'uomo di cui io dissi:

Colui che viene dopo di me

mi è passato avanti,

perché era prima di me”.

16 Dalla sua pienezza

noi tutti abbiamo ricevuto

e grazia su grazia.

17 Perché la legge fu data per mezzo di Mosè,

la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo.

18 Dio nessuno l'ha mai visto:

proprio il Figlio unigenito,

che è nel seno del Padre,

lui lo ha rivelato.

 

1. IN LUI LA VITA Gv 1, 1-18

Quanto è grande il tuo mistero, mio Dio! Le nostre parole non bastano a dirlo, le nostre parole sono troppe per esprimerlo. Tu sei Dio, il Dio che parla, il Dio che dona la sua Parola piena della sapienza e della scienza del Creatore e dell’Amore! E la tua Parola è Dio con te e come te, è Amore che ama, tutto proteso a te, Dio Padre mio! In principio è così: questo tuo mistero è il fondamento di ogni realtà, è la fonte da cui scaturisce tutto, e il creato e l’uomo e la salvezza per l’uomo!

Quando Tu, Parola increata di Dio, vieni nel mondo portando in Te la pienezza dell’amore di Dio, allora sappiamo che c’è un Padre, perché accogliendo Te noi diveniamo suoi figli: portatori con Te del dono dell’amore gratuito, capaci di rispondere all’amore che riceviamo con un amore che doniamo!

E questa è la vita! Il muoversi dell’amore in me, la possibilità concreta di donarmi, di essere gratuità! Questa è vita! È la tua vita, è la vita di Dio, è la Vita! In Te contemplo questa Vita, incondizionata. Il tuo vivere, quando lo accolgo, mi diviene luce che comunica a tutta la realtà lo splendore divino, luce che mi fa comprendere e gustare il posto che ad ogni cosa è dato dall’amore del Padre!

Sei Tu, col tuo vivere in me, che mi rendi cosciente di vivere, di essere in Dio, di essere dono d’amore per tutti. Sei Tu che mi permetti di vedere come tutte le cose e tutte le persone sono dono di Dio per me e per tutto il mondo!

Sei Tu che mi illumini il volto di Dio, cosicché lo possa vedere come realmente è, Papà!

Sei Tu, col tuo esser Figlio unigenito, che mi fai sentire unico per il Padre, Tu, che puoi essere accolto non dalla folla, non dalla massa, ma dal cuore d’un uomo, dal sì segreto d’un uomo solo che non si lascia dominare e condizionare dal “come tutti”.

Chi si pone - solo - davanti a Te e Ti apre il cuore e Ti accoglie, quello è salvo! Quello è figlio! Quello è dono di Dio per tutti gli altri uomini, progetto d’amore realizzato, salvato dalla tenebra: dal “no”, dal no dato a Dio per restare chiuso nell’egoismo che non vede l’amore, che non gode la vita, che nulla sa della luce.

Tu, Gesù, ci ottieni la figliolanza a Dio, la natura divina, Tu che sei amore costantemente rivolto al Padre tuo. Se guardo Te ho luce per vedere anche il Padre: vedo Dio che è amore che sempre si dona e sempre risponde amore. Sempre.

Un uomo Ti ha testimoniato, Gesù: un uomo dono di Dio, Giovanni.

È sempre l’uomo che nella sua povertà e debolezza mostra agli uomini la tua bellezza e la tua grandezza!

Gesù, manderai anche me a testimoniarti? A donare agli uomini la testimonianza del tuo Spirito di amore? Sei Tu la vita, sei Tu la luce: possa Tu risplendere in me, per la salvezza di molti, di tutti.

Tu hai posto la tua tenda in mezzo a noi, anzi in noi: Tu dimori nella nostra umanità: così noi vediamo nel tuo essere uomo la gloria del Padre, tua eredità completa, gloria fatta di amore e di luce, di grazia e di verità, dono che manifesta il vero volto di Dio, e lo manifesta perché lo comunica.

Tu dai pure a noi quanto hai ricevuto: noi riceviamo la pienezza dell’amore, la tua divinità, e diveniamo luce di Dio, sua manifestazione nel mondo.

Con Mosè abbiamo ricevuto il dono della Legge, ma siamo rimasti carnali, egoisti, incapaci di amare gratuitamente e di assomigliarti. Da Te, Gesù, riceviamo Dio stesso, diveniamo uno con Lui; con te entra in noi la potenza della divinità, la forza dell’amore.

Tu, Gesù, unico Figlio di Dio, ci mostri e ci fai vivere la vita del Padre e del Figlio, ci fai entrare nel movimento di Dio!

Tu sei la parola del Padre, Gesù!

Dio ha un progetto d’amore, e con amore lo comunica e lo manifesta! Da quel momento Dio è Padre, e Dio è Figlio! Tutto quanto Dio ha creato, è avvenuto, ha preso esistenza e forma dalla Parola che ne comunica e manifesta l’amore. Possiamo conoscere tutto il creato come dono d’amore solo guardando a Te, Gesù, che dall’inizio e per sempre sei rivolto al Padre, sei amore che risponde all’amore, sei Dio in Dio!

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2. STA TRA VOI COLUI CHE VIENE Gv 1,19-28

 

19 E questa è la testimonianza di Giovanni, quando i Giudei gli inviarono da Gerusalemme sacerdoti e leviti a interrogarlo: “Chi sei tu?”.

20 Egli confessò e non negò, e confessò: “Io non sono il Cristo”.

21 Allora gli chiesero: “Che cosa dunque? Sei Elia?”. Rispose: “Non lo sono”. “Sei tu il profeta?”. Rispose: “No”.

22 Gli dissero dunque: “Chi sei? Perché possiamo dare una risposta a coloro che ci hanno mandato. Che cosa dici di te stesso?”.

23 Rispose:

“Io … voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore ,

come disse il profeta Isaia”.

24 Essi erano stati mandati da parte dei farisei.

25 Lo interrogarono e gli dissero: “Perché dunque battezzi se tu non sei il Cristo, né Elia, né il profeta?”.

26 Giovanni rispose loro: “Io battezzo con acqua, ma in mezzo a voi sta uno che voi non conoscete,

27 uno che viene dopo di me, al quale io non son degno di sciogliere il legaccio del sandalo”.

28 Questo avvenne in Betània, al di là del Giordano, dove Giovanni stava battezzando.

 

2. STA TRA VOI COLUI CHE VIENE Gv 1,19-28

Giovanni non è la luce, ma dà testimonianza alla luce in mezzo alle tenebre.

Ecco che avanzano le tenebre nella persona dei ministri dei Giudei. Insieme con loro vengono anche i Farisei: chi detiene il potere, chi vuole conservare prestigio per mezzo del denaro o della propria religiosità, sviluppando così l’orgoglio spirituale. Tenebre che vorrebbero far tacere la “Voce” che annuncia Te, Gesù.

Col loro operato danno occasione alla “Voce” di essere più precisa, più sicura! Le Tenebre hanno paura, non mettono alla luce i propri pensieri malvagi.

Il tuo testimone, Gesù, è coraggioso! Egli mette tutto in luce, anche i timori maligni, ma non s’inorgoglisce. Egli non prende il tuo posto. Il testimone non vive per sé, vive per Te.

“Io non sono il Messia.” “Non sono.” “No.”.

Risposte sempre più brevi. Vieni Tu, che sei la Parola. Giovanni non è il Messia, non è Elia, non è il Profeta: egli non ha i compiti che gli uomini si attendono da lui; egli è solo annuncio di ciò che Dio ha promesso e che ora sta compiendosi.

Giovanni è voce che si fa udire nel luogo dove è passato il popolo quando dalla schiavitù dell’Egitto è salito al servizio di Dio, voce che prepara i cuori ad accogliere te, Signore, che solo puoi guidare il popolo. Non importa chi sia Giovanni, importa quel che dice, poiché egli dice Parola di Dio. Il suo compito è dono, perché annuncia Colui che è, dà speranza, fa esultare l’attesa.

La sua voce è forte nel deserto, dice un evento sicuro e gradito.

La sua voce è gioia per i piccoli, per gli oppressi, è terrore invece per i grandi, per gli oppressori.

Sono essi che hanno rovinato la via del Signore, l’hanno riempita di ostacoli, hanno deviato sia il cammino proprio che quello di coloro che essi stanno opprimendo.

La sua voce risuona nel deserto, là dove solo chi è libero può udirla, solo chi sa distanziarsi dagli uomini, dalle cose, dall’affanno delle ricchezze, dalle preoccupazioni della terra, dalla gloria umana. Ad essi è mandata, ma come eco giunge anche a coloro che non la vorrebbero udire: ed essi cercano di soffocarla.

Abbi pietà di me, Signore Gesù.

Il tuo testimone sta già battezzando. Egli attira gli uomini a Te, e accorrono soprattutto i peccatori, coloro che sanno d’aver bisogno di un cambiamento. Coloro che si sentono schiavi del peccato e dell’orgoglio, coloro che non hanno speranza, con quest’acqua accolgono Colui che Giovanni annuncia presente: Te, Gesù.

Tu Ti sei già messo in mezzo agli uomini. Sei presente. Nessuno Ti riconosce, anche se tutti Ti vedono. Tu sei presente e dai valore al gesto di Giovanni e alla sua voce: egli mette gli uomini a contatto con Te prima che essi Ti conoscano. Tu sei sempre il primo, nascosto, operante già in chi Ti precede. Ancora oggi Tu agisci così.

Chi Ti annuncia può riconoscere l’opera del tuo amore dove egli crede di averti preceduto! C’è chi non sa di Te pur godendo già il mistero della tua meravigliosa presenza. Tu vieni dopo, pur essendo già presente!

Giovanni ti riconosce come il vero Sposo: Tu sei il Dio che ama il suo popolo di amore esclusivo. Egli, il profeta del deserto, non scioglie il legaccio del tuo sandalo, non prende cioè il tuo posto! Sei Tu lo sposo che ama la sposa! La sposa, il popolo di Dio, l’Israele scelto per amore, non ha dato figli d’amore, non ha dato discendenza al Dio dell’amore nella prima Alleanza, gli ha dato solo schiavi. Anzi, con il suo rifiuto e le sue idolatrie l’ha spezzata.

Occorre un’Alleanza nuova, stabile, fondata solo su di Te, che sei fedele!

Ora Tu vieni, sei lo Sposo fedele e vero che Ti prendi cura di questa Sposa: essa si presenta a Te rinnovata, lavata nell’acqua, desiderosa di aderire a Te.

Ancora sconosciuto Tu sei atteso; benché sconosciuto Tu ami, e ora vieni a dirlo e a dimostrarlo e a suscitare un amore fecondo nella Sposa stessa, che darà frutto d’amore al tuo amore gratuito e fedele.

Giovanni, il tuo testimone, prepara la Sposa al di là, al di fuori della terra promessa, come Mosè: ella entrerà con Te, che dai ad ogni terra un nome di “compiacimento”.

Ti lasci precedere dall’uomo, Signore Gesù. Riconosco e amo la tua umiltà. Tu sei presente, ma attendi che un uomo parli e agisca per farti riconoscere, per lasciarti accogliere come sposo, come vero amico degli uomini. Sei presente, e mi adoperi per annunciarti.

Sono servo del tuo amore, anch’io.

Tuo servo per raddrizzare la via che Ti conduce agli uomini, e la via su cui Tu porti gli uomini al Padre. Ogni uomo è destinato a Te. Non l’attirerò a me. Solo Tu doni Te stesso, solo Tu sei il vero sposo d’ogni cuore!

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3. L’AGNELLO DI DIO Gv 1,29-34

 

29 Il giorno dopo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: “Ecco l'agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!

30 Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me.

31 Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele”.

32 Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui.

33 Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L'uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo.

34 E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio”.

 

3. L’AGNELLO DI DIO Gv 1,29-34

Signore Gesù, Tu stesso vai incontro a Giovanni, i cui occhi d’uomo non ti riconoscono, ma che è illuminato dal Padre per farti conoscere a noi. Tu vieni come sconosciuto a tutti, conosciuto solo da Colui che Ti manda. Tu sei “l’Agnello di Dio che toglie il peccato del mondo”.

Sei il motivo della festa definitiva, che trasforma la vita dell’uomo - immerso nella tenebra e nell’oppressione - in festa perenne, duratura, vera.

Sei l’Agnello nuovo, dono dato da Dio; non occorre che l’uomo cerchi, che dia qualcosa di proprio. Ci sei tu, novità assoluta e piena.

Il sangue versato da Te e accolto dall’uomo libera l’umanità dalla distruzione, dall’oppressione, come il sangue dell’agnello liberò il popolo d’Israele dalla morte dei primogeniti e gli permise d’avviarsi alla libertà piena.

La tua carne è cibo per l’uomo nel suo cammino nuovo, cibo di comunione con gli altri uomini, forza e sostegno nella fatica verso la patria lontana.

Tu sei il vero dono di Dio: chi Ti accoglie, chi mangia e beve di Te, si ritrova già fuori del mondo tenebroso e ribelle.

Chi accoglie Te è di nuovo amico di Dio. Quando Tu vieni, il peso della ribellione non grava più su di me. Tu ci sei già, sei pronto da sempre, mi precedi. Sono io sempre in ritardo.

Quando mi accorgo di Te, Tu sei già presente. Ed è sempre così.

Come Giovanni, nemmeno io Ti conosco. Se Ti conoscessi! Tu sei sempre nuovo, diverso dalle attese, più grande delle aspettative! La tua vita e la tua venuta è novità, perché Tu sei di Dio, di quel Dio che nessuno riesce ad immaginare. Tu sei sconosciuto all’uomo, anche al tuo testimone; così Davide, scelto da Dio, era sconosciuto a Samuele che lo doveva consacrare re per Israele!

Tu sconosciuto già presente vieni a sostituire tutte le regalità del mondo, che rendono l’uomo schiavo della paura. Giovanni ha visto lo Spirito scendere su di Te, e rimanere, come è sceso e rimase su Davide. Tu sei il nuovo e definitivo Re, il Figlio di Davide che regna per sempre! Sei l’uomo vero, l’uomo direttamente consacrato da Dio, l’uomo secondo il suo progetto, l’uomo che incarna la sapienza d’amore di Dio! Tu sei l’Uomo!

In Te la totalità di Dio, la sua Pienezza, in Te il soffio del Padre: in Te riposa, come colomba nel suo nido, la grazia e la verità di Dio, l’amore e la luce del Padre!

Lo Spirito non solo rimane in Te, ma anche su di Te, così lo possiamo contemplare tutti. Lo Spirito rimane su di Te, e Tu non sei geloso, come il Padre non è geloso della sua vita, ma Te l’ha donata!

Tu immergi gli uomini nel tuo Spirito e lo infondi in loro: essi ne riceveranno i frutti, ne rimarranno santificati, pur avendo sempre bisogno di santificazione.

Ricevendo il tuo Spirito, che doni senza misura, gli uomini non sentiranno più gli influssi del mondo, ne saranno liberi. Il tuo Spirito ci stacca dalla terra, poiché Tu sei del cielo! Il tuo Spirito ci libera dai pesi interiori ed esteriori, perché Tu sei dal Padre. Il tuo Spirito ci fa essere celesti, ci fa entrare nelle dimensioni dell’amore che supera ogni egoismo.

Ho bisogno, Gesù, del tuo Spirito!

Donami Spirito Santo, che mi sollevi per contemplare sempre il volto del Padre, per uscire dai lacci della morte in cui la terra mi vuol frenare, per donare a tutti testimonianza della tua Presenza sempre operante, e sempre nascosta.

Tu Gesù, che possiedi lo Spirito, sei veramente il Figlio di Dio: in Te il Padre riconosce la propria vita; in Te è la pienezza e la manifestazione della vita del Padre. Egli Ti ha generato e Tu rimani sempre rivolto verso di Lui come amore obbediente e fiducioso.

Tu, il Figlio di Dio.

Tu, la dimora del suo Spirito.

Tu, il Re del popolo nuovo.

Tu, il donatore della Vita.

Tu, l’Agnello che libera e nutre l’uomo.

Tu, Gesù!

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4. VENITE A VEDERE Gv 1,35-42

 

35 Il giorno dopo Giovanni stava ancora là con due dei suoi discepoli

36 e, fissando lo sguardo su Gesù che passava, disse: “Ecco l'agnello di Dio!”.

37 E i due discepoli, sentendolo parlare così, seguirono Gesù.

38 Gesù allora si voltò e, vedendo che lo seguivano, disse: “Che cercate?”. Gli risposero: “Rabbì (che significa maestro), dove abiti?”.

39 Disse loro: “Venite e vedrete”. Andarono dunque e videro dove abitava e quel giorno si fermarono presso di lui; erano circa le quattro del pomeriggio.

40 Uno dei due che avevano udito le parole di Giovanni e lo avevano seguito, era Andrea, fratello di Simon Pietro.

41 Egli incontrò per primo suo fratello Simone, e gli disse: “Abbiamo trovato il Messia (che significa il Cristo)”

42 e lo condusse da Gesù. Gesù, fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; ti chiamerai Cefa (che vuol dire Pietro) ”.

 

4. VENITE A VEDERE Gv 1,35-42

Gesù, il tuo testimone, Giovanni, non si accontenta di proclamare chi Tu sei e ciò che Tu farai; egli vuole, in maniera ancora più efficace, testimoniare che Tu sei lo Sposo vero e definitivo: egli stesso orienta a Te i suoi discepoli.

I due discepoli hanno ascoltato il loro maestro: lo hanno preso sul serio, hanno fatto proprio l’annuncio ricevuto e vi hanno aderito. Tu sei per loro l’Agnello di Dio, il dono gratuito del Padre, che va incontro alla morte per liberare il popolo e per nutrirlo con la sua carne, sei colui che dona lo Spirito.

Perciò essi Ti seguono. Seguono il tuo cammino interiore, seguono i tuoi passi d’amore al Padre. Essi sanno che Tu non vivi per Te stesso, e così iniziano a non vivere per se stessi: si donano a Te, con fiducia piena.

Tu, Gesù, Ti accorgi di loro, li contempli, vedi la loro intenzione, l’obbedienza al loro maestro. Non chiedi loro notizie su se stessi: sai che nessuno conosce se stesso. Tu chiedi solo quali aspettative e desideri hanno, vuoi cioè vedere a che cosa essi sono rivolti.

Questi due che ti seguono cercano qualcosa di terreno o cercano Te veramente?

Essi già Ti amano. Ti hanno scelto come loro maestro. Da Te vogliono imparare a vivere, ad amare Dio, ad ubbidirgli. Sanno che Tu sei amore, e vogliono perciò raggiungerti nel profondo del tuo essere. Vogliono avere con Te un rapporto familiare, intimo. A loro interessano le Tue cose, perché le Tue cose sono l’amore di Dio per il mondo.

Allora Tu li inviti. “Venite!”

E inviti anche me con questa parola!

La tua risposta non è un insegnamento. Tu accogli nella tua dimora, nella tua casa. “Venite!” E farete esperienza diretta!

Grazie, Signore Gesù!

Non vuoi nascondere nulla, anzi, vuoi far entrare anche noi nel segreto dei tuoi rapporti più continui e costanti, là dove Tu dimori.

Tu “hai posto nell’Altissimo la tua dimora”! (Sal 90) Là Tu vivi, là Tu vuoi far vivere anche me.

Tu, Agnello di Dio, morirai. Il tuo invito a venire con Te è un invito a morire della tua morte, a offrire la nostra vita sull’altare su cui Tu la offri!

Venire con Te permette di vedere. Tu Ti manifesti a chi Ti ama, e manifesti il Volto del Padre. I nostri occhi si apriranno, faremo esperienza della vita divina.

“Vedrete!”

Grazie, Gesù, della promessa. Grazie che hai già iniziato a manifestarti alla tua Chiesa, che Ti segue con amore. I due videro “dove abiti”. Videro dove dimori ancora oggi.

Il luogo della nostra abitazione sulla terra non importa. Ogni luogo cambia aspetto quando Tu vi sei presente. E ciò che importa non è la casa, il luogo esteriore, ma la tua presenza. Essa rende accogliente, caldo, luminoso e santo ogni luogo.

Videro dove abiti, dove “rimani”. Videro quello che anch’io posso vedere.

Rimasero presso di Te: Tu sei la casa, Tu sei il luogo della pace e della pienezza. Dove sei Tu posso rimanere anch’io. Non mi occorre altro. Presso di Te si riposa.

Ogni vero discepolo e tutta la Chiesa rimane presso di Te tutto il tempo che gli resta, tutto il tempo di cui dispone. E Tu poi gli inaugurerai un nuovo giorno di luce, una nuova vita.

Andrea ormai Ti conosce, Gesù. Egli sa che da Te riceverà libertà dal peso del passato e lo Spirito Santo di cui tu sei unto. Sa che Tu sei per tutti il dono di Dio e perciò comunica la sua gioia al fratello.

Gesù, Tu sei veramente il miglior regalo per chiunque, anzitutto per quelli che amo. Li ingannerei se non li portassi a Te!

Tu riconosci il figlio di Giovanni, colui che ha accolto in pieno l’eredità del tuo testimone. Tu riconosci in Simone colui che sarà tuo testimone per sempre, come lo è ora Giovanni Battista.

Il tuo sguardo penetrante lo trasforma. Il tuo sguardo d’amore dà nuove dimensioni al cuore dell’uomo. Chi incontrerà Simone lo chiamerà Pietro, perché Tu lo rendi stabile e fermo e deciso, tanto da mettergli in mano il bastone per le Tue pecore.

Chiunque è fissato dal tuo sguardo si ritrova diverso, come Simone, capace di vivere non più per sé, ma per il Regno che Tu inauguri.

Anch’io, guardato con attenzione da Te, non sono più io, ma sono diventato un dono di Dio, un segno del suo amore, poiché Tu hai trasfuso grazia e verità nel mio cuore. I tuoi occhi sono quelli di Dio. Dio vede, e tutto è buono! Tu guardi, e l’uomo diviene capace di accogliere potenza di Dio.

Gesù, guardami ancora, finché non vedrai più nulla da cambiare.

Tu sei il mio Dio: abbi pietà di me!

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5. TI HO VISTO Gv 1,43-51

 

43 Il giorno dopo Gesù aveva stabilito di partire per la Galilea; incontrò Filippo e gli disse: “Seguimi”.

44 Filippo era di Betsàida, la città di Andrea e di Pietro.

45 Filippo incontrò Natanaèle e gli disse: “Abbiamo trovato colui del quale hanno scritto Mosè nella Legge e i Profeti, Gesù, figlio di Giuseppe di Nazaret”.

46 Natanaèle esclamò: “Da Nazaret può mai venire qualcosa di buono?”. Filippo gli rispose: “Vieni e vedi”.

47 Gesù intanto, visto Natanaèle che gli veniva incontro, disse di lui: “Ecco davvero un Israelita in cui non c'è falsità”.

48 Natanaèle gli domandò: “Come mi conosci?”. Gli rispose Gesù: “Prima che Filippo ti chiamasse, io ti ho visto quando eri sotto il fico”.

49 Gli replicò Natanaèle: “Rabbì, tu sei il Figlio di Dio, tu sei il re d'Israele!”.

50 Gli rispose Gesù: “Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, credi? Vedrai cose maggiori di queste!”.

51 Poi gli disse: “In verità, in verità vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di Dio salire e scendere sul Figlio dell'uomo”.

 

5. TI HO VISTO Gv 1,43-51

Hai lasciato il luogo di Giovanni, luogo dove sei ormai conosciuto come l’Agnello di Dio, per inoltrarti là dove nessuno sa nulla di Te, nella Galilea, luogo dove la vera fede è in costante pericolo. Là trovi Filippo, e lo chiami a seguirti.

Perché? Perché hai chiamato Filippo?

Le Tue chiamate sono un mistero, un mistero d’amore.

Così hai chiamato me: un dono per me, un dono per molti. Hai chiamato Filippo: hai preso sul serio il fatto che il Padre Ti ha mandato già alcuni discepoli; lo hai preso come segno che è giunto il momento di formare il nuovo popolo d’Israele, che sarà sigillato nel patto del tuo sangue e nutrito della tua carne.

Ora cominci a chiamare Tu, con decisione.

In questa decisione Filippo ha sentito la stessa forza della vocazione con cui Elia ha chiamato Eliseo! Ha sentito la gioia d’essere amato da Dio, tanto che riconobbe e confessò a Natanaele che Tu sei il profetizzato, che Tu sei la Scrittura di Mosè e dei profeti, che Tu sei la Parola di Dio al popolo e al mondo. Tu sei l’atteso da tutti, e Filippo è certo d’aver trovato colui che tutti cercano!

Gesù, il tuo nome, amato da Filippo, risuona come un dono sulle sue labbra! Tu, di Nazaret! Tu, Nazareno, Germoglio o fiore, come sarà scritto per sempre sulla croce: Tu “il germoglio della casa di Davide”, il “servo Germoglio che sorgerà da sé ricostruirà il tempio del Signore, e riceverà la gloria e sederà da sovrano sul suo trono”. ( Zc 6,12 s).

Dall’uomo - peccatore - non possono sorgere le cose di Dio, perciò Natanaele esprime la propria ironia. Da Nazaret?

Proprio ciò che è ignobile e disprezzato e stolto Dio ha scelto per compiere i suoi prodigi e per manifestare la sua potenza. Non lo si può credere. Bisogna farne l’esperienza: “vieni e vedi”. Non si può definire l’incontro con Gesù, né lo si può discutere. Ognuno deve provarlo, perché in ciascuno in modi diversi egli riversa il suo amore!

Tu, Gesù, hai visto i passi umili e discreti di Natanaele. Egli non è intestardito nei suoi giudizi e nelle sue convinzioni: si lascia condurre a Te.

Egli viene per verificare la tua “bontà”, per vedere se Tu sei da Dio, se Tu sei colui di cui le Scritture parlano al popolo.

Tu ti accorgi che Natanaele non è amante di sé, chiuso nell’amor proprio, ma ama Dio e lo cerca. Tu lo ami già!

Egli è il vero Israelita, è colui che attende senza finzioni e senza interessi personali il manifestarsi di Dio. Egli non si fida perciò di sé stesso e viene a vedere il segno che l’amico gli ha indicato. Egli attende il dono di Dio, non è fisso sulla propria mente, idolo vano e menzognero.

Tu, Gesù, lo conosci, perché riconosci la luce di Dio nel cuore dell’uomo. Tu lo ami per primo, ed egli così si scopre già amato, già scelto, già benedetto.

Tu l’hai osservato sotto il fico, nell’umiltà di chi sa d’essere peccatore, figlio di Adamo bisognoso di salvezza (Gen 3,7), e capace di comunione come il salvato che chiama a condividere i doni di Dio (Zc 3, 10). Lo hai visto sotto il fico: hai visto cioè il suo desiderio di incontrare e riconoscere il Messia, hai visto il suo impegno nel cercare nelle Sacre Scritture i segni della Presenza di Colui che deve venire, i segni della tua Presenza!

Egli si è sentito amato ed accolto nella sua povertà e nella sua generosità. L’amore che previene e che precede è l’amore di Dio, non c’è dubbio. Natanaele perciò scoppia di gioia e di fede nel grido che anch’io voglio rivolgerti, Gesù!

“Maestro, Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il re d’Israele!”

Maestro, da Te voglio imparare!

Figlio di Dio, Tu mi puoi introdurre alla vita, al vero incontro col Padre, poiché Tu sei per Lui figlio! Tu hai ricevuto tutto da Dio, tuo Padre: ciò che Tu mi darai sarà dono di Dio, vita eterna.

Re d’Israele, sei il vero rappresentante di Dio per tutti, non solo per me. Tutto il popolo è tuo, e Tu lo devi guidare alla vita, alla fede, alla pace.

Tu sei maestro per il mondo e per me, sei Figlio umile e docile per il Padre, sei guida sicura per i fedeli di Dio!

Gesù, Tu apprezzi questa fede immediata che crede al tuo amore! Ma Tu vuoi dare dei segni ancora più forti e decisivi.

È grande la fede di chi si sente amato e perciò aderisce a Te, ma è più grande la fede di chi riconosce in Te la scala che unisce la terra al cielo, luogo d’incontro di Dio con la terra, cielo sempre aperto.

Tu, uomo, figlio dell’uomo, mostri la luce e la gloria di Dio.

Tu, uomo vero secondo il progetto di Dio, uomo completo, nato nell’amore, ci mostri nella tua umanità, che non ha conosciuto la corruzione del peccato, ci mostri il vero volto di Dio. Sei sì il Figlio di Dio, ma sei l’uomo che ci mostra il vero volto del Padre. Sei l’uomo che porti l’immagine e la somiglianza di Dio non distorta, non rovinata!

Gesù, maestro, vero uomo, gloria di Dio, abbi pietà di me.

Gloria a Te, che mi ami e mi avvicini al cielo di Dio!

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6. IL VINO PREGIATO Gv 2, 1-11

 

1 Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù.

2 Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli.

3 Nel frattempo, venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno più vino”.

4 E Gesù rispose: “Che ho da fare con te, o donna? Non è ancora giunta la mia ora”.

5 La madre dice ai servi: “Fate quello che vi dirà”.

6 Vi erano là sei giare di pietra per la purificazione dei Giudei, contenenti ciascuna due o tre barili.

7 E Gesù disse loro: “Riempite d'acqua le giare”; e le riempirono fino all'orlo.

8 Disse loro di nuovo: “Ora attingete e portatene al maestro di tavola”. Ed essi gliene portarono.

9 E come ebbe assaggiato l'acqua diventata vino, il maestro di tavola, che non sapeva di dove venisse (ma lo sapevano i servi che avevano attinto l'acqua), chiamò lo sposo

10 e gli disse: “Tutti servono da principio il vino buono e, quando sono un po’ brilli, quello meno buono; tu invece hai conservato fino ad ora il vino buono”.

11 Così Gesù diede inizio ai suoi miracoli in Cana di Galilea, manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

 

6. IL VINO PREGIATO Gv 2, 1-11

Signore Gesù, doni già un segno della tua gloria: Tu sarai glorificato quando mostrerai in croce il tuo amore pieno e perfetto come quello del Padre e lo donerai ai discepoli il terzo giorno, il giorno della tua risurrezione.

Ora al terzo giorno entri alle nozze per donare il vino: Tu sei il vero Sposo, il Dio che sigilla alleanza d’amore con gli uomini.

Tua madre, che ora si rivolge a te, appartiene alle vecchie nozze, l’Alleanza antica. Ella si accorge che in essa manca il vino della gioia e dell’amore. Nell’alleanza antica tra lo Sposo e la Sposa si frapponeva un ostacolo insormontabile: la paura, che alimentava sfiducia.

Il popolo riteneva che Dio fosse vendicativo, terribile, uno che si risente di ogni disobbedienza anche involontaria dei suoi sudditi. La legge così ha preso il suo posto. L’attenzione del popolo/sposa si è rivolta alle piccole norme, che pochi conoscono e spiegano agli altri a proprio capriccio o a proprio interesse. L’attenzione non è più rivolta al Padre!

Così gli uomini, anche quelli che vorrebbero amare il Padre, si trovano a vivere come schiavi, a subordinare l’amore a leggi e norme che immergono nella paura. In tal modo non si può amare Dio a tu per tu! Bisogna continuamente correre a purificarsi, non c’è mai tempo né capacità per uno scambio di amore col Padre.

Tua Madre s’accorge che manca l’amore in quelle Nozze. Lei, che Ti ha accolto con un grande atto d’amore al Padre, vede che il popolo non ama, e non gioisce.

Ella ha fiducia in Te. Ella crede che Tu sei il Messia, annunciato come colui che dà abbondanza di pane e di vino quando verrà! Ella non sa come, ma sa che sei Tu l’unico che può aprire i cuori alla gioia dell’amore vero e libero.

Non è giunta la tua ora: non è questo il momento in cui puoi aprire il cielo e riversare sulla terra la luce e l’acqua di Dio, vino di gioia per gli uomini: non è questa l’Ora di portare a compimento la tua missione. In questa circostanza la puoi soltanto rivelare con un primo segno, primizia e luce per tutti i segni.

La Madre tua, come rappresentante di coloro che nell’umiltà amano il Padre e attendono Te che adempi le promesse, prepara i servi ad esserti obbedienti, a non avere altri che te cui prestare ascolto e attenzione. La Madre insegna che Tu sei il primo, il capo, lo sposo.

La Madre tua Ti dà piena fiducia e sta rivolta a Te con amore, come Tu sei rivolto al Padre! E i servi Ti obbediscono. Le giare si riempiono d’acqua.

Questi recipienti di pietra, che col loro peso evocano la pesantezza della Legge scritta su pietra e con il loro numero simboleggiano la sua incompletezza, si riempiono per la tua Volontà e per la tua Parola.

Tu completerai la Legge. Tu la porti a compimento.

Quando tutto sarà compiuto, allora potrai donare la tua gloria ai tuoi discepoli, perché portino sul proprio volto l’immagine e la somiglianza del Dio dell’amore e della comunione.

Solo quando le giare sono piene fino all’orlo fai portare l’acqua, non più acqua, al capo delle nozze. Il capo delle nozze antiche riconosce la bontà del vino, ma non ne gioisce. Egli rimprovera lo sposo delle nozze che tiene in serbo novità migliori delle cose del passato. Lo sposo invece lascia fare a Te, che lo rappresenti e celebri le nuove nozze, ricche di vino pregiato, di amore gioioso, libero, grande! Tu celebri le nozze col nuovo popolo che aderisce a Te, crede in Te.

Né a Te, né a tua Madre devono più interessare le nozze ormai spente, prive di gioia!

Tu offri a tutti il tuo amore, l’acqua che diventa vino quando arriva in bocca, lo Spirito che diventa amore nel cuore, e gioia piena!

Anche ai capi delle vecchie nozze Tu offri, anzi a loro per primi doni la possibilità di gioire e godere. Ed essi invece si lamentano. Vogliono essere capi, e non accettano che lo Sposo offra sorprese, benchè gradite, stabilisca novità senza il loro consenso. Essi si privano così del dono nuovo, si privano della comunione con Te e col Padre. Essi restano legati allo spirito di dominio, rimangono chiusi nella loro morte.

I tuoi discepoli, quelli che ubbidiscono a Te, trovano in Te la vita, e non Ti lasceranno più, poiché Tu dai l’acqua che diviene vino. Tu rendi l’uomo uomo vero, capace di rispondere con amore all’amore che riceve!

Tu rendi l’uomo immagine di Dio, che sta rivolta verso di Lui per ricevere direttamente la sua luce e rispecchiarla. Tu rendi l’uomo capace di accogliere e godere la vita, quella che il Padre ha dato a Te perché Tu la doni a noi.

Grazie, Signore Gesù!

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7. IN TRE GIORNI Gv 2,12-22

 

12 Dopo questo fatto, discese a Cafarnao insieme con sua madre, i fratelli e i suoi discepoli e si fermarono colà solo pochi giorni.

13 Si avvicinava intanto la Pasqua dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme.

14 Trovò nel tempio gente che vendeva buoi, pecore e colombe, e i cambiavalute seduti al banco.

15 Fatta allora una sferza di cordicelle, scacciò tutti fuori del tempio con le pecore e i buoi; gettò a terra il denaro dei cambiavalute e ne rovesciò i banchi,

16 e ai venditori di colombe disse: “Portate via queste cose e non fate della casa del Padre mio un luogo di mercato”.

17 I discepoli si ricordarono che sta scritto: Lo zelo per la tua casa mi divora .

18 Allora i Giudei presero la parola e gli dissero: “Quale segno ci mostri per fare queste cose?”.

19 Rispose loro Gesù: “Distruggete questo tempio e in tre giorni lo farò risorgere”.

20 Gli dissero allora i Giudei: “Questo tempio è stato costruito in quarantasei anni e tu in tre giorni lo farai risorgere?”.

21 Ma egli parlava del tempio del suo corpo.

22 Quando poi fu risuscitato dai morti, i suoi discepoli si ricordarono che aveva detto questo, e credettero alla Scrittura e alla parola detta da Gesù.

 

7. IN TRE GIORNI Gv 2,12-22

Gesù, con la Madre, coi parenti e con i discepoli dimori qualche tempo a Cafarnao: ma Ti rechi anche Tu al luogo dove tutti ritengono sia la dimora di Dio, alla Città santa, dove gli uomini, attraverso sacrifici di animali e offerte, ricercano la comunione e la vita.

La cercano, ma accontentano solo il proprio orgoglio spirituale e non incontrano il Dio dell’amore e della libertà. Difatti, proprio là dove ognuno pensa risieda la gloria di Dio, là regna mammona. Non si vede null’altro che denaro, sete di denaro, dominio del denaro. E il denaro determina la consistenza dei sacrifici e soddisfa la vanità dei cuori.

C’è chi compra buoi, chi pecore, i poveracci solo colombe.

La casa del Padre tuo è diventata casa di commercio, piazza di mercato!

Gesù, quanto grande la tua sofferenza, e quanto severa la tua indignazione, al vedere che proprio là, dove i poveri vogliono incontrare il Padre, viene offerta di lui un’immagine compromessa col denaro.

Abbi pietà di me, perché anche nel tempio del mio corpo, dove Tu vivi e vuoi regnare, entrano pensieri e spiriti e modi di agire che non manifestano un Dio con Volto di Padre, anzi, lo nascondono.

Abbi pietà di me, e usa in me il tuo flagello di cordicelle, finché il mio intimo non sia purificato e rinnovato.

Rendimi capace di mantenere un rapporto puro col Padre tuo, che è mio!

Tu hai scacciato gli animali preparati per essere venduti per i sacrifici: ora c’è un solo sacrificio che piace al Padre, il tuo, un sacrificio di amore obbediente!

Voglio ascoltare anch’io il Padre attraverso la tua voce! Tu mi dai di godere ovunque il suo amore.

La casa del Padre tuo! Ovunque Tu sei, là è casa del Padre, là sono amato e desiderato. Là dove Tu sei.

Il tuo corpo fragile e santo è il luogo dell’unica e vera Colomba che piace al Padre: quella colomba voglio portare, e offrire continuamente, con gioia!

Tu, Gesù, santuario di Dio! In Te voglio lodare, benedire e ringraziare il Padre. In Te adorarlo. Obbedendo a Te chiedere riconciliazione. Tu, la casa del Padre!

Se la casa del Padre diventasse mercato, tutto il mondo sarebbe mercato, tutto il mondo profanato, oscurato, imbrattato. E il Padre si manifesterebbe come padrone, calcolatore, dominatore, tiranno. Gli uomini non lo conoscerebbero o non lo riconoscerebbero più così com’è, un papà.

Abbi pietà di me, Gesù, salvami dalle grosse tentazioni del denaro e del potere. Per amore del Padre e per amore mio usa la tua frusta con decisione.

Solo Tu sei il Salvatore anche da questo inganno. La tua autorità è l’amore e la conoscenza del Padre: e il tuo amore è tale che giunge fino a lasciarsi dare la morte.

Nessuno penserà di distruggere un tempio fonte di guadagno: penseranno di distruggere Te. E Tu sei pronto ad offrire al Padre un amore così intenso.

Tu sai che il Padre non può rimanere senza santuario sulla terra, perciò Tu risorgerai. Tu mostrerai a tutti la santità di Dio, e l’amore e la verità del Padre. In tre giorni tornerai a splendere. Dopo appena tre giorni potremo venire ad abitare in te, a dimorare nel tuo cuore che s’allarga per accogliere tutti quelli che vogliono servire il Padre.

Tre giorni per donare al mondo un luogo santo, la casa del Padre, la certezza che ogni uomo è amato fino all’estremo.

Il giorno del Padre che crea!

Il giorno dello Spirito, che purifica e riveste di luce.

Il giorno del Figlio, che dona la sua gloria, amore e verità.

Tu, Gesù, tempio vivo: in Te custodendo e vivendo la tua Parola, io offro me stesso come sacrificio, che Tu rendi gradito al Padre.

Con i tuoi anch’io credo, Gesù.

Credo alla Scrittura che Tu hai vissuto, credo alla Parola che Tu hai dato. La tua vita e la tua parola sono il dono di Dio per me, la pietra su cui mi sento sicuro.

Ti adoro, Signore Gesù.

Tu adoperi tutte le creature come strumento dell’amore del Padre, mentre noi ne facciamo strumento d’orgoglio e d’invidia, di vanità e di avarizia: le sottomettiamo al peccato e sottomettiamo noi stessi come schiavi del peccato. Tu le liberi, e liberi noi dall’egoismo e dall’idolatria.

Signore Gesù, gloria a Te!

Regna sempre anche in me.

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8. NASCERE DALL’ALTO Gv 2,23-25 / 3,1-12

23 Mentre era a Gerusalemme per la Pasqua, durante la festa molti, vedendo i segni che faceva, credettero nel suo nome.

24 Gesù però non si confidava con loro, perché conosceva tutti

25 e non aveva bisogno che qualcuno gli desse testimonianza su un altro, egli infatti sapeva quello che c'è in ogni uomo.

C 3

1 C'era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei.

2 Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: “Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui”.

3 Gli rispose Gesù: “In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dall'alto, non può vedere il regno di Dio”.

4 Gli disse Nicodèmo: “Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?”.

5 Gli rispose Gesù: “In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio.

6 Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito.

7 Non ti meravigliare se t'ho detto: dovete rinascere dall'alto.

8 Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è di chiunque è nato dallo Spirito”.

9 Replicò Nicodèmo: “Come può accadere questo?”.

10 Gli rispose Gesù: “Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose?

11 In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza.

12 Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo?

 

8. NASCERE DALL’ALTO Gv 2,23-25/ 3,1-12

Signore Gesù, Tu Ti percepisci approvato, ma da coloro che reputano che Tu sia venuto a dar soddisfazione alle loro attese. E così senti ancora più pesantemente la solitudine.

I tuoi segni vengono interpretati, non accolti come segni dell’amore del Padre, come presenza di Dio, del Dio altissimo e grande e buono. Perciò non Ti puoi confidare con nessuno, né Ti puoi fidare di alcuno. Tu sai cosa l’uomo si aspetta: ciò che accontenta il suo egocentrismo! Ciò che Dio Ti ha mandato a compiere è invece mettere lo Spirito dell’amore nell’uomo, perché egli si doni in offerta continua.

Uno di questi uomini che Ti interpretano a proprio vantaggio è Nicodemo, rappresentante di coloro che osservano la Legge, e, dato che sono nel Sinedrio, la vorrebbero far osservare a tutti.

Egli Ti avvicina, Ti considera Messia - Maestro, venuto con l’assistenza di Dio ad insegnare la Legge di Mosè a coloro che non la sanno. Ma egli e il suo gruppo la conoscono, e la osservano, e perciò possono ritenere di non aver bisogno di Te; piuttosto pensano di... essere appoggiati da Te nei loro intenti. Questo è l’inganno, questa è la notte, la tenebra che tenta di soffocare la luce.

Tu, Gesù, gli fai subito comprendere con certezza che non è il passato di un uomo a salvarlo. Anche se uno fosse ebreo e osservante della Legge deve ancora accogliere una nuova vita che viene dall’Alto.

È Dio stesso che dona all’uomo la capacità di vedere il Regno di Dio, di comprenderlo, di entrarvi. L’uomo non si può vantare di nulla, deve diventare bambino, lasciarsi amare, lasciarsi riempire il cuore della vita di Dio che è amore. E questo anche se l’uomo è già vecchio.

Ciò non avviene per decisione di popolo o di gruppo, ma per decisione personale. Tu Ti rivolgi a Nicodemo come a persona che deve decidere per sé, come Ti rivolgi a me perché io faccia la mia scelta senza l’appoggio di altri uomini, compromettendomi con te di fronte a tutti !

La vita che devo accogliere viene “da acqua e da Spirito”, da quell’acqua uscita dal tuo costato, acqua che è Spirito d’amore che giunge a donarsi fino alla morte. Da quell’acqua che nel battesimo mi immerge nella vita del Padre e del Figlio tramite lo Spirito Santo. È una vita che viene da Dio tramite l’azione della tua Chiesa che battezza nell’acqua!

“E dallo Spirito”: ciò che ho vissuto nel passato, anche solo ieri, le mie buone opere, le mie realizzazioni non generano vita spirituale. Solo lo Spirito può generare in me la vita di Dio, che è Spirito. Grazie, Gesù, che mi doni lo Spirito, che crei in me l’uomo nuovo che si fida solo del Padre. Anche i Farisei devono nascere di nuovo dall’Alto. In Alto stai tu, Gesù, quando sarai innalzato. Tu sarai innalzato perché noi possiamo ricevere vita dall’Alto: la tua vita di crocefisso, la vita che si offre liberamente per amore, la vita del Figlio obbediente!

Questa vita non ha confini, come non ha confini il vento. Questa vita può essere accolta dall’ebreo e dal pagano, dal dotto e dall’analfabeta, dal ricco e dal povero, dal peccatore e dal puro. Una vita che può sorgere ovunque, perché dipende dal dono di Dio.

Una vita che si distingue non per l’appartenenza a un gruppo, ma per la sua “voce”, dal modo cioè con cui parla di te, Gesù, poiché sei Tu, la Parola! Dal modo con cui vive di Te e con Te, dal fatto che esprime Te, che sei Parola di Dio, si distingue chi è nato dallo Spirito ed è entrato nel tuo Regno.

Nicodemo non ricorda le aspirazioni di Mosè, né le profezie dello Spirito. Egli è fermo a quanto è riuscito a studiare e non attende novità dal Padre!

Tu, Gesù, parli di vita d’amore già vissuta e sperimentata sulla terra, vita nello Spirito presente tra i tuoi! Tu parlerai pure - per annunciarli - dei misteri ancora da realizzare, che sono tra le intenzioni che il Padre vuole concretizzare con la tua vita: la morte e la risurrezione, il mistero pasquale, cose del cielo!

Come le comprenderò? Voglio affrettarmi a vivere ogni giorno la vita d’amore che si dona nell’obbedienza, per poter accogliere in pienezza il mistero del cielo che Tu vivi, hai vissuto e vuoi continuare a vivere anche in me.

Gesù, credo in Te. Abbi pietà di me.

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9. DEVE ESSERE INNALZATO Gv 3,13-21

 

13 Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell'uomo che è disceso dal cielo.

14 E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell'uomo,

15 perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna”.

16 Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non muoia, ma abbia la vita eterna.

17 Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di lui.

18 Chi crede in lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell'unigenito Figlio di Dio.

19 E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie.

20 Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere.

21 Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.

 

9. DEVE ESSERE INNALZATO Gv 3,13-21

Signore Gesù, hai ricevuto lo Spirito dal cielo: così il Padre ha manifestato che Tu vieni da Lui e porti in Te Dio stesso: Tu, l’uomo vero, l’uomo perfetto, Tu sei venuto dal cielo e vi sali: Tu entri nell’amore puro e pieno, Tu ci puoi manifestare e donare il cuore di Dio perché ne hai fatto esperienza. Tu ci riveli il Padre non con parole d’uomo imperfetto e peccatore, come sono le nostre, ma ce lo riveli come ne è degno, con parole d’amore! Grazie, Gesù!

Tu non attribuisci a Dio sentimenti d’uomo, leggi umane: Tu che vieni da Lui e sei in Lui ce lo fai “toccare”, ci permetti di amarlo direttamente.

Gesù, sei il dono di Dio dato per guarire dai morsi che l’antico serpente ci ha inflitto. Quegli ha iniettato in noi veleno di morte, veleno di egoismo e di vanità, di indipendenza e di ribellione dal Padre. (Gen 3,1)

Tu sei il segno per tutti, piccoli e poveri, grandi e ricchi, segno che può essere accolto da tutti con l’obbedienza umile, segno di fiducia e di amore e di desiderio di salvezza. Tu sei il segno che dev’essere innalzato, proprio dagli uomini con la loro malvagità. Il rifiuto di Te da parte di alcuni darà a tutti la possibilità di vedere l’amore di Dio. Dio vuole dare un segno di amore, e questo sei Tu innalzato. Non è lui a innalzarti, ma è suo disegno misterioso.

E così Tu, agli occhi dell’uomo, sei colui che vive l’amore a Dio e l’amore all’uomo peccatore nello stesso tempo e nello stesso modo. Il tuo amore non sono particolari azioni che danno benessere, ma il lasciarti innalzare in obbedienza al Padre.

E chi aderisce a Te innalzato riceve la Vita che dura per sempre. Chi aderisce a Te riceve in sé l’amore che si offre per farsi innalzare, accoglie come dal Padre - occasione per manifestarne l’amore - la sofferenza delle opere malvagie dell’uomo.

Il Padre ha manifestato in Te il suo amore e l’ha manifestato non nel donarti all’uomo come guaritore di malattie, ma “come serpente innalzato nel deserto”. (Nm 21,4-9)

Dio vuole donare a tutti la salvezza, perciò dona Te, l’unico Figlio generato. Tu vieni da Lui, dal suo seno, sei il Figlio. Chiunque Ti accoglie entra nelle dimensioni del Padre verso cui Tu sei costantemente proteso.

Dio non vuole pronunciare giudizi contro il mondo: egli non ha più delle leggi in base alle quali ritenere buoni o cattivi gli uomini. Egli ha soltanto amore, Egli ha Te, Gesù, che manifesti e doni agli uomini il suo amore: così essi possono essere salvati, sia i buoni che i cattivi! Quando gli uomini accolgono Te non sono più nel dominio della disobbedienza e della ribellione egoistica. Quando accolgono Te sono fuori dal dominio altrui, sono liberi, sono capaci di amare, portano Dio nella propria carne.

Non ci può essere giudizio per chi aderisce a Te e si rivolge verso di Te, anzi, c’è solo gloria e grazia, come è avvenuto al ladrone morto in croce accanto a te.

Chi invece non Ti accoglie rifiuta il Dono che salva; chi non Ti riconosce l’unico che viene da Dio come figlio ed erede, e attende invece ancora un altro, oppure pensa di ritenersi giusto per le proprie azioni, costui pronuncia da se stesso la propria condanna: “rifiuto il dono di Dio, rifiuto la salvezza”.

Io non posso ritenermi incaricato di giudicare. Io posso solo, e voglio solo, aderendo a te, Gesù, essere insieme a te segno innalzato dell’amore del Padre, segno di cui tutti quelli che vivono oggi possono accorgersi.

Abbi pietà di me, Gesù! Non ne sono capace, ma con la tua forza e la tua grazia tutto è possibile.

Tu sei la vita, e la vita è luce che illumina l’intimo dell’uomo. La gran folla degli uomini rifiuta la luce, preferisce le tenebre per rimanere nascosti nell’anonimato: vicino a Te si rivela la malvagità delle azioni, anche di quelle considerate buone e meritevoli! Quanto egocentrismo, quanta vanità, quanta sicurezza di sé e fiducia nell’uomo e quanto amor proprio e ricerca della gloria degli uomini si nasconde e si manifesta nelle cosiddette “buone azioni”!

Tu, col tuo stare in silenzio in Alto a causa dell’odio, riveli la malvagità dell’uomo. Ti odiano. Non Ti vogliono.

E se io Ti accolgo non vogliono neppure me.

Gesù, accetto e offro.

Chi obbedisce a Dio sta facendo la Verità. Chi accoglie Te non teme d’esser visto dal Padre e nemmeno dagli uomini, anzi! Chi viene a Te che sei la luce gode e gioisce di manifestare i modi di fare di Dio e sa di non essere meritevole, ma debitore di tutto quanto il bene che riesce a compiere. Egli ringrazia, egli vive lodando e benedicendo. La sua vita diventa tutta un’eucarestia!

Grazie, Signore Gesù. Grazie, Padre! Grazie, Spirito Santo!

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10. EGLI DEVE CRESCERE Gv 3,22-30

 

22 Dopo queste cose, Gesù andò con i suoi discepoli nella regione della Giudea; e là si trattenne con loro, e battezzava.

23 Anche Giovanni battezzava a Ennòn, vicino a Salìm, perché c'era là molta acqua; e la gente andava a farsi battezzare.

24 Giovanni, infatti, non era stato ancora imprigionato.

25 Nacque allora una discussione tra i discepoli di Giovanni e un Giudeo riguardo la purificazione.

26 Andarono perciò da Giovanni e gli dissero: “Rabbì, colui che era con te dall'altra parte del Giordano, e al quale hai reso testimonianza, ecco sta battezzando e tutti accorrono a lui”.

27 Giovanni rispose: “Nessuno può prendersi qualcosa se non gli è stato dato dal cielo.

28 Voi stessi mi siete testimoni che ho detto: Non sono io il Cristo, ma io sono stato mandato innanzi a lui.

29 Chi possiede la sposa è lo sposo; ma l'amico dello sposo, che è presente e l'ascolta, esulta di gioia alla voce dello sposo. Ora questa mia gioia è compiuta.

30 Egli deve crescere e io invece diminuire.

 

10. EGLI DEVE CRESCERE Gv 3,22-30

Gesù, con i tuoi discepoli accogli le persone desiderose di esser gradite a Dio. Esse vengono a Te, come al nuovo e vero tempio dove Dio parla e si lascia amare direttamente senza bisogno di denaro. Un animo contrito è gradito al Padre, un cuore affranto, come quello delle persone che si immergono nell’acqua davanti a Te riconoscendosi in peccato, ma fiduciosi della bontà del Padre che ha promesso la pace.

Anche Giovanni continua a battezzare, continua ad amarti e a prepararti i cuori degli uomini, finché gli sarà concesso. La tenebra infatti non lo sopporterà a lungo, poiché annunciando Te fa brillare la tua luce. Egli è pronto a ripetere la sua testimonianza ai suoi discepoli e ai giudei: essi continuano a discutere sulla purificazione, sui riti, su ciò che l’uomo può fare: ancora non hanno aperto gli occhi su ciò che Dio fa, non si sono ancora accorti di Te, Gesù. Essi pensano forse che il tuo battesimo sia uno dei tanti modi per ritornare ad obbedire alla Legge, e non comprendono invece che Tu stesso accogli il popolo, Tu stesso raduni gli uomini, Tu stesso sei il pastore che ha cura delle pecore abbandonate e sfruttate. Giovanni invece sa che Tu hai ricevuto lo Spirito dall’Alto e ora accogli gli uomini perché ti sono dati dal Padre, come Sposa consegnata allo Sposo per stabilire l’alleanza dell’amore.

Dio è lo Sposo e Israele è la Sposa. Ora Tu sei Dio che formi e accogli il nuovo Israele fedele all’amore. Giovanni, come amico, Ti ha preparato la Sposa: ha fatto nascere nei cuori la speranza e il desiderio di incontrarti, di essere da te amati, e di amare.

Egli ora riconosce la tua voce, riconosce in ciò che fai e in ciò che dici la manifestazione dell’amore di Dio, riconosce in te lo Sposo.

La sposa ancora non si manifesta: essa inizierà a parlare la voce dello Spirito quando lo riceverà dalla tua Croce e dalla tua bocca di Risorto.

Ma l’arrivo dello Sposo è già gioia grande e piena. La gioia messianica promessa dai profeti al comparire della voce dello Sposo è già completa: Giovanni è al colmo di questa gioia!

La sua missione è compiuta, egli ora può entrare nel riposo, desiderando vedere il moltiplicarsi e il crescere del nuovo popolo, quello vero e santo.

Gesù, mio Signore, Ti adoro e Ti ringrazio, perché fai sentire anche a me il tuo amore di Sposo: Tu mi ami e doni la vita per me. I tuoi segni, azioni e parole, sono vero amore puro, sono l’amore di Dio che mi tocca, che mi salva, che mi libera dalle schiavitù e dalle false attese.

Tu porti al colmo la vita e la gioia. Tu dai la capacità e l’occasione di rispondere all’amore pieno e gratuito con un amore altrettanto totale, esclusivo e gratuito.

Amandomi come tua sposa Tu concedi anche a me di divenire espressione dell’amore eterno e celeste, riflesso di quello del Padre. Tu devi crescere, Gesù.

E io sarò a tua disposizione nella tua Chiesa-Sposa perché Tu possa dar vita ad altre persone, perché la tua vita si diffonda, e si moltiplichi il numero dei figli di Dio.

Come Giovanni so e voglio diminuire, esser piccolo: che il mio nome scompaia, dopo aver aggiunto al tuo nome quello di molti!

Gesù, pietà di me! Gesù, gloria a Te!

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11. LO SPIRITO SENZA MISURA Gv 3,31-36/ 4, 1-31

31 Chi viene dall'alto è al di sopra di tutti; ma chi viene dalla terra, appartiene alla terra e parla della terra. Chi viene dal cielo è al di sopra di tutti.

32 Egli attesta ciò che ha visto e udito, eppure nessuno accetta la sua testimonianza;

33 chi però ne accetta la testimonianza, certifica che Dio è veritiero.

34 Infatti colui che Dio ha mandato proferisce le parole di Dio e dà lo Spirito senza misura.

35 Il Padre ama il Figlio e gli ha dato in mano ogni cosa.

36 Chi crede nel Figlio ha la vita eterna; chi non obbedisce al Figlio non vedrà la vita, ma l'ira di Dio incombe su di lui”.

C 4 1 Quando il Signore venne a sapere che i farisei avevano sentito dire: Gesù fa più discepoli e battezza più di Giovanni

2 - sebbene non fosse Gesù in persona che battezzava, ma i suoi discepoli -,

3 lasciò la Giudea e si diresse di nuovo verso la Galilea.

 

11. LO SPIRITO SENZA MISURA Gv 3,31-36 / 4, 1-3

Gesù, il tuo Spirito, la tua vita, viene dall’Alto. Tu hai origine nel cuore del Padre. Non c’è confronto con Te sulla terra. Tu sei al di sopra di Giovanni e dei suoi discepoli. Tu sei colui che dà vita e significato a tutto. Tu sei al di sopra di me e di quanti mi vorrebbero conquistare il cuore. Nessuno sulla terra è alla pari con Te.

Chi vive sulla terra ha solo esperienze terrestri, limitate e corrotte dal peccato. Chi vive sulla terra reagisce a quanto avviene con reazioni terrestri, motivate dall’egocentrismo, dall’amor proprio. Io sono della terra e uso parole dettate dalla vita materiale.

Le mie parole così contengono solo ciò che muore, ciò che finirà. Esse sono inutili, anzi dannose come sale senza sapore, perché ingannano, alimentano desideri e volontà illusorie. Le mie parole non danno santità, con la loro pesantezza bloccano il mio cuore e quello di chi mi ascolta.

Tu Gesù vieni dal cielo, vieni dal cuore di Dio. Sei superiore a tutti, puoi portare tutti in Alto, puoi donarci ciò che hai visto e udito nell’amore puro. I desideri e la volontà e l’amore del Padre trovano espressione per noi in Te.

Ma noi, nell’esperienza terrena, non abbiamo riscontro dell’amore puro, e perciò non sappiamo accogliere degnamente la tua persona.

Signore Gesù, abbi pietà di me.

Se Ti do retta, se Ti ascolto e Ti obbedisco, allora solo posso verificare che ciò che Dio manifesta attraverso di Te è ciò che realizza la vita, è verità, è pienezza e gioia!

Dio è veramente Dio, dice e fa ciò che riempie la nostra umanità, la fa sua, partecipe della vita eterna, definitiva.

Gesù, anch’io posso già attestare e sigillare con la mia vita che quanto Tu hai portato da Dio è verità e pienezza. Nella mia vita già qualcosa di Te è maturato: anch’io con Te dichiaro che Tu sei l’unico e vero Figlio di Dio. Le parole che Tu hai donato, parole creatrici, parole che donano amore, sono di Dio. Dalla tua bocca esce ciò che è nel cuore di Dio, perciò noi riceviamo comunicazione del tuo Spirito.

Accogliendo ciò che Tu fai e ascoltando la tua voce riceviamo il tuo Spirito.

Tu non ci obblighi a fare come fece Eliseo con Elia per ricevere lo Spirito, e per riceverne solo due terzi! Tu non misuri il dono. Le Tue parole sono spirito e vita, e chi le accoglie riceve lo Spirito senza misura, nasce dall’Alto, potrà testimoniare e donare l’amore del Padre, manifestare i suoi disegni e la sua volontà. L’amore del Padre è tutto in Te, Figlio di Dio: e con amore il Padre ha donato tutto a Te.

La tua mano d’uomo contiene e porta tutto: ciò che è creato e lo Spirito Creatore.

Non mi preoccupo più di nulla, perché tutto è guidato da Te, dal tuo amore che non giudica e non condanna. Sfuggo “l’ira di Dio” accogliendo Te, Gesù.

Entro nel suo vivere accogliendo Te. Non sono più schiavo della terra, posso proferire parole del cielo, comunicare l’amore che il Padre nutre per tutte le creature, anzi, per il Figlio suo!

I tuoi discepoli battezzano: essi introducono gli uomini a Te, Te li avvicinano, li preparano ad accogliere la vita, a lasciarsi riempire e trasformare dallo Spirito che le Tue parole donano.

Gesù, concedi che anch’io continui l’opera dei tuoi discepoli.

Tu devi crescere Gesù.

Tu che doni il cielo alla terra che Ti rifiuta.

Vieni, Signore Gesù!

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Nihil obstat: cens. Eccl., D. Iginio Rogger, Trento, 25 marzo 2000