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SENTINELLA VIGILE

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Post 2020: sentinella vigile

 

Non per nulla mi chiamo sentinella vigile

1 Problemi

Spero sia inutile quanto scrivo ora. Qualcuno mi ha scritto: «Come mai tu, che sei sapiente, non ci dici che la Chiesa cattolica è falsa, inganna, non dice tutta la verità, nasconde le verità fondamentali?». Immaginavo. Siamo in casa, e non ci incontriamo più nelle comunità e nei gruppi a pregare, ad ascoltare la Parola, a vivere momenti di fede. Rimaniamo privi di questo sostegno per il cuore e la mente. Adesso vediamo quanto queste occasioni sarebbero preziose.

Forse il mio interlocutore a distanza si trova costretto a vivere gran parte del giorno con persone influenzate da movimenti settari, chiaramente o velatamente eretici. Oppure si ritrova tra le mani filmati e messaggi di persone che si propongono come l’espressione della verità, di una verità più vera di quella che anch’io cerco di annunciare in sintonia con la Chiesa di Gesù. Se tento di rispondere non mi danno retta, perché sono ormai infatuati e fanatici. Il bello è che proprio queste persone non le ho quasi mai viste alle catechesi o ad altri momenti di formazione.

Purtroppo esse non sono in grado di riconoscere il metodo e le parole di quel serpente che ha detto ad Eva: “Dio non ti ha detto tutto, ti ha tenuto nascosto il meglio, te la dico io la verità…”. Persone e gruppi settari stanno approfittando della situazione di isolamento e sofferenza, di forzato ozio, per propinare dubbi e spargere opinioni, sospetti e calunnie riguardo la Chiesa, il papa e ogni istituzione ecclesiale. È troppo facile con gli strumenti che abbiamo in mano. Ma hai notato che non parlano mai contro le sette, contro i gruppetti evangelisti, contro i satanisti, contro i musulmani? Come mai sempre e solo contro la Chiesa cattolica? È l’unico loro nemico?

C’è un virus che divide e strazia le comunità e le persone, un virus più sottile e più pericoloso del coronavirus. Chi si lascia influenzare infatti non lo troverai più, non solo in chiesa, ma nemmeno nelle opere di carità e di solidarietà.

 

2 Pensar male

Qualcuno mi ha chiesto come dovrebbe comportarsi con persone attaccate dal divisor-virus, chiamiamolo così, per intenderci, come accennato nella prima paginetta. Avevo suggerito di intensificare la preghiera, e penso che sia l’unico strumento utile e possibile, perché il pregare cambia il nostro cuore e ci rende accoglienti e vigilanti. Con quelle persone è d’oro il silenzio, e con Dio Padre l’insistenza, l’invocazione del Sangue prezioso di Gesù e del suo Nome santo!

Io non sono psicologo, e non so come si chiamano né come si affrontano certi meccanismi della mente e del cuore. Pare che in quelle persone sia scattato qualcosa di particolare: si fidano soltanto di chi pensa e parla male, di chi semina sospetti, di chi ha diffidenza verso chi finora li ha solo beneficati, e si chiudono o si isolano, pronti ad ascoltare solo chi insinua sospetti e malignità. Se non ti unisci al loro modo di essere, ogni cosa tu dica, ogni gesto tu faccia verso di loro, viene da essi interpretato come qualcosa che nasconde volutamente inimicizia o volontà d’inganno. Non ti credono più. I tuoi ragionamenti sono ormai catalogati e rifiutati prima che tu inizi a proporli.

Se hai avuto a che fare con Testimoni di Geova o Scientology, con Mormoni o altre sette, comprendi facilmente. Vorrei fare un esempio. Alcuni, forse molti, hanno aderito ai movimenti sorti per screditare papa Francesco, descritto come apostata della fede, oppure per insinuare con certezza – nonostante la segretezza del Conclave - che ci sono stati intrallazzi per la sua elezione, tanto da poterla considerare invalida. Conclusione: dunque Francesco non è papa. Allora, se non è papa, perché ascoltarlo? Boicottano i suoi discorsi, omelie, interventi, preghiere, per ascoltare soltanto chi le spara più grosse contro di lui. E non passa per la loro mente il minimo dubbio sui loro informatori: non cercano nemmeno di verificare la loro veracità; siccome parlano male, per loro sono estremamente credibili: «segno che vogliono il bene della Chiesa», dicono a se stessi per convincersi! E allora, avanti! Continuano a cercare su YouTube e altri canali dei video e articoli che li appoggino. Ne trovano a bizzeffe. E non si accorgono che lo Spirito Santo è già sparito dal loro cuore: nemmeno se ne preoccupano.

 

3 Verità menzognere

Continuo. Coloro che parlano male della Chiesa cattolica e del papa trovano conferme su conferme in messaggi, visioni, locuzioni che attribuiscono alla Madonna o a qualche altro santo, nonché in relazioni di qualche giornalista e di qualche prete o vescovo dissidente: se li ascolti tre minuti t’accorgi da solo che da essi non ti arriva lo Spirito Santo. Essi sono diventati ‘tossicodipendenti’: cercano solo e sempre malignità – vere o false – riguardanti cardinali, vescovi, papa, la Chiesa cattolica. Ai loro occhi diventa credibile il veggente, anche quando mette in bocca alla Madonna predizioni catastrofiche o malignità riguardo alla Chiesa. Non passa per la loro mente nessun dubbio sui messaggi e locuzioni che sedicenti medium, anzi, veggenti, dicono di avere ricevuto.

Non ricordano quello che Sant’Antonio abate ha detto a due cittadini che sono giunti da lui a piedi dopo tre giorni di cammino nel deserto. Vedendoli arrivare ha chiesto: “Perché avete nascosto l’asino dietro un cespuglio? Peccato che è morto”. Ed essi: “Ma come fai a saperlo? Nessuno può avertelo detto, perché nessuno ci ha visti. Certamente un angelo o Dio stesso ti ha manifestato quel che ci è successo due giorni fa”. “No”, rispose Antonio “è stato il diavolo a rivelarmelo”. Grande sorpresa per quei due che venivano proprio per chiedergli se i sogni, visioni e predizioni di certe persone – predizioni che si avverano – sono da ritenere dono di Dio!

Il diavolo può sapere le cose che succedono anche cinque mesi prima, a settembre per gennaio, tanto per intenderci. Quindi queste predizioni possono non essere della Madonna, checché ne dica il veggente. Prima di prenderle sul serio attendo la parola dei pastori della Chiesa, cui è stato affidato il compito di guidare il gregge. Maria, la Madre di Gesù, non si è mai messa contro la Chiesa, che significherebbe contro suo Figlio. Non ha mai parlato male della Chiesa, non ha mai invitato nessuno ad allontanarsi da essa. Non ha mai criticato e condannato né papa, né vescovi, né preti sospesi o scomunicati: questo non è opera di quello Spirito Santo che le occupa il cuore. Al massimo ha invitato – ed è suo amore – a pregare per loro. Certamene è e dev’essere addolorata per i peccati di alcuni o molti preti o vescovi, ma essi non sono la Chiesa.

I veggenti, persino quelli ‘autentici’, quando interiormente e segretamente cominciano a compiacersi per i messaggi loro affidati, fanno presto a diventare strumento non più del Cielo, bensì dell’inferno: il diavolo ride sotto i baffi se trova un ‘veggente’ compiacente di se stesso.

 

4 Incontrare il diavolo

Non so dove si metta la sentinella al giorno d’oggi, ma so che anticamente stava sulle mura. Da quella altezza poteva accorgersi se si levava del fumo sospetto da qualche abitazione all’interno della città, per poter così avvertire chi era addetto a spegnere gli incendi, come pure poteva avvistare se si avvicinava da fuori qualche ospite pericoloso, magari nascosto in un cavallo di Troia. Il mio posto di osservazione non è particolarmente adeguato, ma continuo ugualmente.

Puoi incontrare il diavolo su tutte le strade, anche su quelle della lectio divina, della preghiera, della predicazione, dell’esegesi scritturistica, della catechesi, della teologia più raffinata, e anche della mistica, ma non lo incontrerai mai, proprio mai, sulla strada dell’obbedienza. Questa strada è asfaltata di umiltà, che non solo è sgradita al diavolo, ma proprio non ne vuol sentire l’odore. Per questo i santi, i veri santi, quando hanno qualche visione o sogno profetico, qualche locuzione o rivelazione, il che è assolutamente possibile, prima di tutto le consegnano o al loro padre spirituale o al superiore o al vescovo, e poi ubbidiscono senza discutere. Leggi quanto, a questo proposito, scrivono S. Teresa di Gesù e S. Paolo della Croce, e come si comportavano il B. Antonio Rosmini e la serva di Dio Veronica del SS. Sacramento di Ferrara.

 

5 Santi e non santi

I santi non dubitano minimamente del Signore, ma riescono a mettere in discussione se stessi, soprattutto le proprie eventuali visioni e le proprie conclusioni. Sanno che il nemico è astuto e può ingannare facilmente gli uomini, anche quelli devoti, a meno che non siano liberi da se stessi e esplicitamente obbedienti.

All’inizio del 1200 Pietro Valdo vedeva con lucidità vari errori della Chiesa, del clero e dell’episcopato. Aveva intuizioni sante, ma non un animo umile. La sua opera di riforma della Chiesa, peraltro necessaria, è diventata fonte e occasione di divisione. In quegli stessi anni Francesco d’Assisi aveva la stessa visione del peccato degli uomini, ma baciava – così per dire – dove passava un prete, fosse stato anche un vile prete: egli sì ha messo le basi per una grande riforma della Chiesa che ha portato prolungati frutti di santità!

Martin Lutero ha avuto lucido discernimento sui comportamenti degli ecclesiastici che rovinavano la fede dei fedeli invece che sostenerla. Ha agito con l’intelligenza e la durezza, non con l’umiltà e l’obbedienza: il suo discernimento è diventato occasione e causa di divisioni, lotte, e persino lunghissime guerre. Nel medesimo secolo sedicesimo, con gli stessi papi a guida della Chiesa, anche Santa Teresa d’Avila era ben consapevole della necessità di un serio rinnovamento e di una profonda riforma. Pur essendo donna, l’ha proposta e promossa con decisione, ma con umiltà e obbedienza: ha dovuto attendere, faticare e soffrire, partecipando così alla sofferenza del Signore stesso. E la sua riforma porta frutti ancora oggi.

 

6 Chiesa senza difetti

Quanto a quelli che si allontanano dalla Chiesa attuale per rimanere fedeli alla Chiesa del passato, dimenticando che proprio la Chiesa del passato ha attraversato i secoli grazie all’obbedienza e all’umiltà dei santi, ricordo un fatto. Centocinquant’anni fa qualche gruppo di cattolici si è rifiutato di accettare le decisioni del Concilio Vaticano I e del Papa di allora. Erano persuasi che la loro ragione fosse fedele a Dio e alla vera Chiesa più dei vescovi riuniti. Hanno creato una spaccatura, si sono divisi, mettendo in piedi una Chiesa parallela, tuttora esistente, chiamata dei Vecchio o Vetero Cattolici. Rifiutando il Concilio proclamarono che autorità della Chiesa non è il papa, ma il concilio! Hanno fatto consacrare vescovo un prete che era d’accordo con le loro idee, per le mani di un vescovo già dissidente per altri motivi, e hanno dichiarato il papa “primus inter pares”, così da non dovergli più prestare ubbidienza. Nelle loro intenzioni questa loro Chiesa avrebbe dovuto essere una Chiesa sicuramente più sicura e più fedele alla Tradizione di quella che accettava le conclusioni del Concilio.

Lo crederesti? Proprio essi dal 1996 ammettono le donne all’ordinazione diaconale, sacerdotale ed episcopale. Dov’è andata a finire la loro fedeltà alla Chiesa del passato? Sarebbe d’accordo con loro papa San Pio V? o Pio VII, tornato dalla prigionia di Napoleone? Come mai è potuta succedere questa novità? È facile da capire: quando qualcuno si affida a se stesso, ai propri ragionamenti, alle proprie rivelazioni, allora si allontana dallo Spirito Santo; abbandona l’amore al Signore Gesù, che prega il Padre perché rimaniamo uniti a lui e tra noi. Quei cristiani hanno iniziato a disubbidire alla Chiesa intera, per ubbidire a se stessi. Si ritrovano a braccetto con i protestanti del sedicesimo secolo.

La profezia di Geremia, “Maledetto l’uomo che confida nell’uomo”, continua la sua validità, anche se quell’uomo fossi io stesso.

 

7 Chiesa amazzonica

Torniamo a papa Francesco. Quelli che lo demonizzano non ascoltano più le sue omelie, non partecipano alla sua preghiera, non accettano i suoi inviti. Non sanno cosa lui dice e nemmeno come ama il Signore. Essi ascoltano solo quelli che fanno il mestiere di interpretare i suoi gesti come apostasia dalla fede.

L’anno scorso, durante il Sinodo della Chiesa amazzonica, qualcuno dei partecipanti ha organizzato una manifestazione nei Giardini Vaticani, invitando indigeni amazzonici a presentare i loro modi di pregare. Chissà se erano pagani, oppure cristiani che usavano le loro abitudini ancestrali per manifestare adorazione a Dio? Non ero presente e non ho avuto modo di interrogare qualcuno che lo è stato; perciò non posso pronunciarmi. Ammettiamo il peggiore dei casi, che quei riti fossero stati del tutto pagani, cioè adorazione di feticci o di idoli veri e propri. Quei riti li ha organizzati lui, il papa, o il papa è stato ‘costretto’ a presenziarvi? Io riesco a pensare anche questo, che si sia trovato l’improvvisata bell’e pronta: capirai alla prossima pagina perché mi ritrovo a pensare questo.

L’episodio, che, del resto, non si è più ripetuto, è stata una manna per i nemici di papa Francesco. Hanno interpretato tutto a suo sfavore e si sono dati piena ragione e autorità per dichiararlo apostata dalla fede, quindi scomunicato. Stando le cose così non lo si dovrebbe più né ascoltare né guardare. Io riesco a pensare addirittura che a promuovere le cerimonie in giardino siano stati proprio essi, quelli che ce l’hanno a morte con lui per altri motivi: cioè i suoi interventi riguardanti i prelati omosessuali o quelli impelagati con l’amore al denaro!

E i miei interlocutori, quelli di cui ho parlato al nr 1, non hanno naturalmente né visto né ascoltato com’è andata a finire la farsa ai Giardini Vaticani.

In quell’occasione, cos’ha fatto papa Francesco? Finiti i riti amazzonici, tutti si aspettavano da lui un abbraccio, un discorso, un sermone, un elogio che approvasse ciò a cui aveva assistito. E invece…

 

8 Dite “Padre nostro”

… E invece Papa Francesco si è comportato come Gesù quando si è recato a Cesarea di Filippo, dove si trovava il grande e famoso tempio del dio Pan presso le sorgenti del Giordano, o come ha reagito San Paolo a Listra e, qualche anno dopo, ad Atene.

Gesù proprio nelle vicinanze di quel tempio si è rivelato ai discepoli come il Figlio di Dio, senza peraltro tentare di abbattere una sola delle statue di Pan; Paolo a Listra ha presentato la sua fede in Dio creatore provvidente, e ad Atene ha annunciato Gesù risorto dai morti, senza prendere a picconate nessuno degli altari eretti davanti alle numerose statue delle varie divinità che vedeva lungo il suo percorso.

Ebbene, Papa Francesco, finite le cerimonie esotiche in giardino, si è alzato in piedi e ha cominciato a proclamare ad alta voce: “Padre nostro, che sei nei cieli”, e ciò che segue, senza premettere o aggiungere parola. Ha lasciato tutti con un palmo di naso, tutti a bocca asciutta. Ma in tal modo ha fatto la sua bella e sicura professione di fede, facendo capire ai presenti, pagani e cristiani, o perlomeno che ritenevano di esserlo, che l’unico Dio è il Padre, come Gesù ce lo ha rivelato, e che è soltanto a lui che noi ci rivolgiamo per adorarlo, amarlo e servirlo. Non solo, pregando in tal modo ha fatto anche un potente esorcismo ai Giardini Vaticani, dicendo, con l’autorità di Gesù: “Liberaci dal male”. “Chi ha orecchi, intenda”, direbbe il Signore!

Papa Francesco con il suo comportamento e le sue parole non ha offeso nessuno dei personaggi amazzonici presenti, e nemmeno quelli che mescolavano la loro fede cristiana con credenze pagane: questi semmai hanno dovuto ricredersi. Quindi, fosse stato quello «il peggiore dei casi», il Papa è rimasto nella carità, senza la quale un cristiano non è cristiano, e senza la quale la fede diviene fanatismo, e ha dato lezione di fede autentica, semplice e attraente.

Capisci ora perché sono persino orgoglioso di papa Francesco.

 

9 Condanne

Ancora a riguardo di Papa Francesco, o meglio, dei suoi interpreti. Mi è pervenuto un video: una raccolta di vari spezzoni di registrazioni e fotografie, tutte volte a giustificare la condanna del papa come apostata della fede. In realtà dimostrano la malizia di certi suoi interpreti.

Si poteva vedere il papa che riceveva dal presidente della Bolivia un dono che pareva una ‘falce e martello’, ma al posto del martello c’era una croce. Io l’avevo a suo tempo intesa come chiara offesa alla fede del papa, ma essi la vedono come se il papa avesse prenotato proprio quel regalo, e quindi…

Si vede poi il papa con un bastone pastorale di legno, regalatogli da chissà chi: poteva essere il dono di un fedele che aveva tentato di rappresentare nella parte superiore un’allusione alla Trinità, tre punte volte in alto. Macché, questi vi vedono una professione di satanismo, perché secondo loro è sicuramente un simbolo satanico. Mi chiedo: come fanno a sapere che è simbolo satanico? Si vede che ci son dentro fino al collo nel satanismo, da vedere ovunque le loro particolarità.

E ancora si vede il papa che, insieme ad alcuni ragazzi tenta di adeguarsi al loro modo di salutare o di comunicare, atteggiando, goffamente, la mano con alcune dita alzate. Ebbene, crederesti? questo gesto viene interpretato come una chiara professione di fede massonica.

Essi sì che sono davvero satanici, interessati a rovinare e dividere la Chiesa: si servono pure di papa Benedetto, offendendolo, dato che lui, dal suo silenzio, non interviene per difendersi. Non continuo. Basta questo per dirti: ascolta il papa e prega con lui. Se ascolti i suoi detrattori la tua fede e la tua carità farebbero una brutta fine.

 

10 E Papa Benedetto?

E ora facciamo visita a Papa Benedetto. È l’unico papa con cui mi è stato concesso di parlare, sia pur brevemente, e di avere una sua foto con me, l’unico papa che ho potuto osservare da vicino e che mi ha edificato per la sua umiltà. Ora mi spiace proprio molto che venga vilipeso e offeso. Chi dice: “Io sto con Benedetto” oppure “Io sono di Benedetto”, invece di fargli piacere lo sta umiliando e offendendo, disprezza la sua fede, gli sta procurando una sofferenza che lo farà morire di crepacuore. È come dirgli: «Ti nomino antipapa! Per colpa tua la Chiesa è divisa. Non credo a ciò che tu hai affermato: coltivavi intenzioni segrete che non hai voluto dirci. Io so cosa tu pensavi, so io la verità delle tue dimissioni, tu sei menzognero».

C’è un Monsignore che sa parlare con ragionamenti a prima vista inoppugnabili per chi non è addentro in certi ambienti. Ebbene, egli elogia papa Benedetto denigrando papa Francesco. Ritiene forse di essere gradito al Signore Gesù? Qualche gruppetto che si autodefinisce “Chiesa Cattolica di…” lo ha già eletto papa, cioè antipapa. Che sia questo lo scopo del Monsignore? Fa davvero onore a papa Benedetto? Papa Benedetto può sentirsi amato da lui?

Non sono cose nuove. Già San Paolo ha avuto a che fare con problemi del genere. Quelli che dicevano: “«Io sono di Paolo, «Io invece sono di Apollo, «Io invece di Cefa»”, non amavano né Paolo né Apollo né Cefa, e non prendevano sul serio il loro insegnamento su Gesù Cristo. Amavano se stessi, anzi, nemmeno se stessi, ma qualche loro idea. Erano ideo-latri, idolatri! L’apostolo concludeva: “E io di Cristo”. È Gesù che Paolo, Apollo e Cefa seguono con amore fino a soffrire persecuzione. Per quanto santi siano, possono gli uomini essere trasformati in idoli? Chi ci guadagnerebbe? Quando Pietro aveva cominciato a voltarsi indietro per osservare cosa faceva Giovanni, quello che non aveva rinnegato il Signore, per vedere se veniva o no, se era migliore o peggiore, Gesù lo ha ripreso, benevolmente sì, ma con decisione: “Tu segui me!”. Solo quando Pietro segue Gesù, e non fa altro che seguire lui, diventa un dono per gli altri, per la Chiesa, per il mondo, per il Regno di Dio.

Quando uno afferma: “Io sono di Francesco”, o “Io sono di Benedetto”, sta dimostrando di non essere né dell’uno né dell’altro, perché è già del Divisore. Il mio amore c’è per l’uno e per l’altro, perché voglio usare l’amore di Gesù Cristo. Uno è il Papa, l’altro è suo predecessore, umile servo di Gesù. Il mio amore c'è anche per i distruttori della Chiesa: scrivo per risvegliare in loro l'amore umile alla Verità, a Gesù.

 

11 Divinità interessanti

Dando un’occhiata a cosa gira sui cosiddetti social, è facile imbattersi in ogni genere di proposte, e non solo in quelle che denigrano la Chiesa e la sua autorità. Pensando che in questi tempi varie persone di tutte le età tengono spesso in mano lo smartphone o il mouse, la loro curiosità, come spesso succede, è attratta dalle novità. Le proposte per la salute fisica e psichica, chiamata spesso erroneamente spirituale, attirano l’attenzione, paiono importanti e invitano a dedicar loro del tempo. C’è chi, per il tuo ‘vero’ benessere, ti propone i cristalli, oppure i numeri e la numerologia, i nomi, gli astri, i pianeti, le costellazioni astrali e quelle familiari, il tocco energetico e le aure, i meridiani e i paralleli, i chakra e i ki, i colori, i flussi energetici, e ancora e ancora. I discorsi che vengono fatti attorno a queste parole danno la parvenza di scientificità, per cui è facile lasciarsi attrarre. Ma se cerchi di approfondire, scopri che queste scienze sono basate sul fumo, usando termini che sono frutto di fantasia. Verificare è necessario. Chi parla è così sicuro di sé, che pensi di dargli retta anche se ti propone il ritorno alla venerazione degli dèi, di Mercurio e Marte, di Giove e Saturno, di Venere e Diana, per terminare col dio Pan, che riunisce in sè il Tutto e il Nulla.

Ti sei già lasciato attrarre da qualcuno di questi sapienti? Qualcuna delle loro parole ti è parsa interessante?

Ti esorto a fare molta attenzione: se una parola sola di un discorso affascinante non è verificabile, diffida. Cammina sul sicuro. Io ascolto san Pietro, che dice: “In lui solo c’è salvezza”, quando parla di Gesù. E lui, Pietro, tiene ancora in mano le chiavi che aprono e chiudono il regno dei cieli; non le può cedere a nessuno, perché le ha ricevute in consegna da colui che per noi è vissuto, morto e risorto.

 

12 Discernimento

Se in chi mi parla non è presente lo Spirito Santo, non posso dargli fiducia come fosse portatore della verità del Padre. Come faccio a riconoscere la presenza dello Spirito? Se, ascoltando chi parla di Dio, della Chiesa, del papa ecc., mi accorgo di essere rafforzato in almeno qualcuno di questi doni: “pace, gioia, amore, pazienza, bontà, benevolenza, fedeltà, mitezza, dominio di me stesso”, allora posso pensare che quella persona parli nello Spirito Santo, e che io ne stia ricevendo il frutto.

Se invece nell’ascoltarlo ricevo paura, o agitazione, o stimolo alla curiosità, alla preoccupazione, a stizza, alla tristezza, a sentimenti di condanna o persino di odio, è segno che chi mi parla, anche dicesse cose che potrebbero rispecchiare la realtà, non mi porge Spirito Santo, e quindi mi sta ingannando.

Dovrò ricordare che la firma di Dio è “non temere”! La firma del diavolo è la paura, l’accusa e l’agitazione. Continuerò ad essere sentinella sulle mura, attento a ciò che avviene dentro di me e attorno a noi tutti.

 

13 Locuzioni

Se io mi accorgessi di avere delle locuzioni interiori oppure rivelazioni simili a quelle di veggenti famosi, ti direi: non ascoltarmi, non credermi! Prima di credermi attendi, lascia che per te si pronunci il tuo ‘pastore’. Ti meravigli? Ha scritto così anche San Paolo ai Galati: se anche io stesso o un angelo ti annunciasse un Vangelo diverso da quello che hai ricevuto tramite la mia intelligenza, non ascoltarlo.

Ebbene? Non fidarti nemmeno delle tue stesse locuzioni interiori o esteriori, delle tue visioni oculari o intellettive, se ritieni di averne.

Non vede l’ora che arrivi questo momento il diavolo accovacciato alla tua porta. Troverebbe lì la fessura per cui insinuarsi e prender posto in te, come un serpente tra le fessure di un muro a secco. E quando è dentro, come farai a tirarlo fuori? Ti sembrerà che sia parte di te, della tua santità! Non fidarti di te stesso, nemmeno del tuo discernimento, anche se ti senti maturo e anziano. Fidati solo del discernimento della Chiesa, che, pur essendo antica, è sempre guidata da uno Spirito giovane, ricco di santità e speranza per il futuro. Essa gode di una promessa che vale ancora, perché pronunciata da colui che l’ha fondata, voluta e accompagnata ormai da secoli.

 

 

14 Frutti

Che cosa ho ottenuto con i miei interventi intermittenti? Chi ha già accolto lo spirito accusatore accuserà anche me e non verrà a ricevere la comunione al Corpo di Cristo quando io celebrerò l’Eucaristia. E non si accorge che, attento com’è ad accusare, non sarà più capace né di ascoltare né di annunciare Gesù salvatore, e vivrà con l’animo inacidito.

Frutto positivo invece potrà essere una tua più attenta vigilanza sui tuoi sentimenti e sullo spirito della tua mente, e un tuo amore incondizionato alla Chiesa, Corpo di Cristo.

È lo Spirito Santo che è stato mandato per guidare la Chiesa. Per questo è stato donato ai Dodici a Pentecoste. È lui che ci tiene uniti con la stessa unità che unisce Padre e Figlio. È lui che ci fa testimoni di Gesù. È lui che ci ricorda quanto Gesù ha insegnato e detto. È lui che suggerisce ai credenti le parole da dire, da donare e da vivere. E se un Tommaso qualunque ha tutte le buone ragioni per accusare gli altri Dieci di creduloneria facile e di menzogna, sarà lui a doversi ricredere, e non gli altri, uniti nella testimonianza! È lo Spirito Santo che ci fa vivere la vita del Figlio, rendendoci pronti a rinnegare noi stessi e “a sottometterci gli uni agli altri nel timore di Cristo”. È lui che ha tenuto uniti Paolo a Pietro, nonostante Paolo abbia dovuto rimproverare Pietro ad Antiochia, per correggerlo da un comportamento ingannevole. È lui, lo Spirito Santo, che diventa la nostra preghiera più vera, quella che il Padre può ascoltare senza girarsi dall’altra parte. È lui che talvolta geme nei nostri cuori “con gemiti inesprimibili”.

 

15 La carità

Lo Spirito Santo non si nasconde e nemmeno si manifesta nelle certezze giuridiche, ma nella carità. Lo dice senz’ombra di dubbio San Paolo nella prima lettera ai Corinzi, quando ci assicura che essa è il carisma più grande, insuperabile e indispensabile. Senza questo carisma, colui che avesse anche tutte le buone ragioni, si ritrova con un pugno di mosche in mano. Se chi crede ai veggenti (fosse lui stesso tale) e chi interpreta male gli atteggiamenti dei fratelli e dei pastori, e chi manca alla carità verso una sola persona (vescovo e papa compresi), il suo credere è spazzatura. Se qualcuno conosce i segreti, anche vaticani, e non sa coprire i peccati con la carità, a nulla giova il suo manifestarli, è suono di campana rotta, direbbe l’apostolo. Se qualcuno conosce i segreti, e li divulga, è sicuramente inaffidabile: Dio non gli rivelerà i suoi.

Vieni, Signore Gesù, vieni a custodire la tua Chiesa, a incontrare chi la perseguita anche solo con le parole, per regalargli quella cecità che ha aiutato il tuo persecutore Saulo a divenire tuo apostolo.

Signore Gesù Cristo, Figlio del Dio vivente, abbi pietà di me, peccatore.

 

 

16 Un metro, ai tempi del coronavirus

Un metro di distanza. Un metro al bar, al ristorante, in strada, in ufficio, sull’autobus, in palestra, in farmacia, in negozio, e un metro anche in chiesa, e ovviamente in sagrestia. Ci sono eccezioni? Pare di no. Che ne è di quegli uomini che hanno necessità di recarsi dalla propria prostituta o …? Mi viene questa preoccupazione: in questo tempo, con la legge del metro, le povere donne ormai schiave, costrette a questo ‘lavoro’, come riescono a vivere? Devono essere numerose, dal momento che pochi mesi fa si parlava di aprire per loro delle case adeguate. I loro abituali frequentatori se ne fanno carico in questo tempo? Le aiutano a vivere, o le hanno abbandonate del tutto? Infatti la legge del metro è valida anche per loro, benché nessuno li abbia esplicitamente menzionati. La osserveranno scrupolosamente: un metro.

È inoltre comunque interessante il fatto che il virus abbia costretto gli uomini di governo a emanare una legge che proibisce ciò che la “legge” di Dio da sempre aveva dichiarato pericoloso e dannoso. È anche strano che gli uomini, intelligenti come sono, non abbiano imparato e imitato prima la lungimiranza e la completezza della Legge di Dio, che non è legge, ma sapienza illuminata, dato che tiene conto non solo della salute fisica, ma anche di quella psichica, spirituale, sociale e familiare ed economica di uomini e donne, persino del bisogno di affetto sereno e puro dei loro figli!

 

 

17 Amen

Ultimo intervento di ‘sentinella vigile’. Qualcuno mi avrebbe chiesto di scrivere riguardo alla nuova ideologia del gender e argomenti collegati. Non mi sento preparato. Ti affido al cosiddetto buon senso che anche tu possiedi, come una signorina in Svezia. Diceva: «Se uno dice che si sente alto due metri, ma non supera di molto le mie spalle, prima di confezionargli un paio di pantaloni mi assicuro che il suo metro corrisponda al mio. Se uno dice che si sente cinese, se non ha gli occhi a mandorla, prima di parlargli in quella lingua mi assicuro che la capisca. Se uno dichiara di sentirsi un bambino di sette anni di età, non è detto che accettino di iscriverlo alla seconda elementare, dato che di anni pare ne abbia cinquanta. Se uno mi dice che si sente donna, controllo il suo numero di scarpe prima di comprargliene un paio, per non entrare nel negozio sbagliato». 

A proposito di questi miei interventi, qualcuno, sapientemente, mi ha fatto notare che papa Francesco risponde con il silenzio alle accuse e all’arbitrarietà delle interpretazioni malevole delle sue parole e dei suoi gesti. Piace il silenzio del papa, che somiglia al silenzio di Gesù davanti ad Erode. Ma proprio Gesù, quando c’è pericolo che la fede dei suoi discepoli sia minacciata da argomenti apparentemente santi e giusti di persone qualificate, come sono i farisei, preoccupati di difendere le regole religiose, proprio lui con la sua voce fa risuonare dei bei “Guai”, o il racconto di parabole adeguate.

Io ho cominciato a scrivere queste paginette quando ho visto alcuni fedeli turbati e sofferenti nel leggere paginoni o libri di qualche giornalista, che si dichiara preoccupato di difendere la Chiesa dal pericolo del papa argentino, fino al punto da dichiararlo ‘l’anticristo’. Non difende la Chiesa chi ne distrugge l’unità. Questi pare troppo impegnato a fare altri interessi: che sia profumatamente pagato? Quel turbamento e quella sofferenza mi hanno spinto ad intervenire.

Ti chiedo di pregare per la mia conversione. Ti sei accorto che ne ho bisogno? Grazie.

Amen.

 

18 Bartimeo e Cornelio

Dalle persone più disparate mi arriva un messaggio preoccupatissimo per la difesa della fede della Chiesa cattolica. Coloro che me lo inviano mi chiedono una parola: non posso non occuparmi della loro serenità.

Il messaggio è preoccupato perché il 14 maggio, festa di San Mattia apostolo, si svolge una giornata di preghiera e digiuno promossa dall’Alto Comitato per la Fratellanza Umana, che per chi ha scritto il messaggio pare sia un organismo massonico. La preoccupazione viene dal fatto che ne ha parlato il papa. Egli ha semplicemente detto: “E poiché la preghiera è un valore universale, ho accolto la proposta dell’Alto Comitato per la Fratellanza Umana affinché il prossimo 14 maggio i credenti di tutte le religioni si uniscano spiritualmente in una giornata di preghiera e digiuno e opere di carità, per implorare Dio di aiutare l’umanità a superare la pandemia di coronavirus. Ricordatevi: il 14 maggio, tutti i credenti insieme, credenti di diverse tradizioni, per pregare, digiunare e fare opere di carità”. (Angelus 03/05/2020)

Proprio in questo tempo papa Francesco ha iniziato una serie di catechesi sulla preghiera, naturalmente sulla preghiera cristiana: ha cominciato spiegando l’invocazione gridata da Bartimeo a Gesù. Anche i pagani pregano, bene o male. E Dio cosa fa? Egli ha ascoltato la preghiera del pagano Cornelio, tanto da mandargli un angelo. E Gesù ha ascoltato la preghiera della donna cananea, pagana, tanto da guarirle la figlia. Quindi, se un Comitato massonico ci chiede di pregare, noi potremmo, volendo, dirgli di no. Ma non possiamo mentire: infatti noi preghiamo sempre, tutti i giorni, e preghiamo la nostra preghiera, anche perché essi conoscano Gesù per essere salvati. Non occorre dirlo, né che preghiamo sempre né che preghiamo per la loro salvezza: questo lo sa colui che ci ascolta. Siamo anche capaci di digiunare spesso, senza dirlo, e quanto a opere di carità nessuno supera la Chiesa, prima e dopo il 14 maggio. Se pregassero davvero tutti, anche i pagani e gli idolatri, chissà che pioggia di grazie arriverebbero dal Padre nostro: nessun altro Dio infatti ascolta le preghiere degli uomini!

Se poi pagani o atei, come i massoni, si rivolgono a noi chiedendoci di pregare, che cosa magnifica! Si avverano le profezie: «In quei giorni, dieci uomini di tutte le lingue delle genti afferreranno un Giudeo per il lembo del mantello e gli diranno: Vogliamo venire con voi, perché abbiamo compreso che Dio è con voi» (Zac 8,23). Quelli che chiedono a noi di pregare sanno che la nostra preghiera è ascoltata, e che grazie ad essa anch’essi vengono beneficati. Proprio oggi era proposto il salmo 47, che canta: “I capi dei popoli si sono raccolti con il popolo del Dio di Abramo, perché di Dio sono i potenti della terra: egli è l'Altissimo”.

Quindi sta in pace, fratello o sorella. Non ascoltare coloro che sono abituati ad ogni piè sospinto a regalare intenzioni malvage al Papa: anzi, sta unito a lui. Anche grazie alla tua unità con lui, Gesù è presente e operante nella Chiesa, secondo la sua promessa.

 

19 Turbamenti

Ancora turbamenti. Abbiamo visto che ad Antiochia molti venivano turbati da "alcuni che non avevano ricevuto alcun incarico", eppure si erano ritenuti autorizzati ad insegnare, proponendo le loro opinioni come verità sacrosanta. Allora gli apostoli si riunirono a discutere e hanno scritto la loro risposta, sconfessando le opinioni dei turbatori (At 15). Io non sono degli apostoli, ma tengo conto di quanto i loro successori hanno già detto.

La Santa Comunione del Corpo di Cristo si deve o si può prendere sulla lingua o sulla mano?

Domando: È davvero sacrilegio e offesa grandissima al Signore 'prendere' il suo Corpo sulla mano e usare le dita per portarlo alla bocca?

Rispondo: Io so che "Dio guarda il cuore": l'aveva detto lui stesso a Samuele. Il resto gli importa poco. Se nel cuore trova umiltà ubbidiente, ne gode: ti vede conformato al suo Figlio, l'ubbidiente "fino alla morte". Gesù poi l'ha lasciato capire tante di quelle volte che Dio guarda il cuore! San Paolo scrive che il nostro corpo è "tempio di Dio" (1C 3,16.17) o "dello Spirito Santo" (1C 6,19): nientemeno che il nostro corpo! E un'altra volta, parlando del corpo parla del piede e della mano, dell'orecchio e dell'occhio: "Non può l'occhio dire alla mano: «Non ho bisogno di te»" (1C 12). Accenna poi alle parti indecorose ecc. Infatti del "tempio dello Spirito Santo" fanno parte tutte le membra, non solo il tubo digerente. Strano che non nomini nemmeno la lingua: di questa parla invece san Giacomo, ma non la tratta proprio molto bene. Le mie mani quindi sono tutte sante come la mia lingua, se io sono santo. E se sono peccatore il Corpo di Cristo mi santifica, e santifica tutte le membra, non solo qualcuna. Io dico sempre: "Non sono degno". Ed è vero, mai sono degno: "io non sono degno", non «la mia lingua è degnissima e la mia mano no», ma "io non sono degno"!

Non mi faccio problema alcuno perciò ad obbedire al vescovo o al sacerdote: anzi, se mi dice di prendere il Corpo di Cristo sulla mano, faccio come insegnava sant'Agostino: «Fai della destra un trono per la sinistra sulla quale si posa il tuo Re» (e Sant'Agostino è morto nel 430!). 

Se il vescovo mi dice di dartela in bocca, gli ubbidisco. Al Signore piace la mia ubbidienza, e la tua. Quella sì che “vale più del sacrificio", dicevano i profeti. I santi padri poi insegnavano che chi giudica il proprio superiore è un idolatra. Non c'è infatti idolo peggiore della propria idea, anche se issata sul piedistallo di documenti e norme e minacce forti. Proprio così si facevano ascoltare i farisei, quelli almeno per i quali Gesù si riteneva in obbligo ad alzare la voce.

PS: I Padri della Chiesa Origene († 251), San Cirillo di Gerusalemme († 387) e San Giovanni Crisostomo († 407) affermano che la santa Comunione si prendeva in mano. Una lapide del 7°-8° secolo in Francia ha scritto: “Prendi il cibo del Salvatore dei Santi... tenendo tra le tue palme il Pesce” cioè Cristo! (Mons. Bressan)

 

20 Libro o persona?

Perché mai Gesù ha detto: “Chi ascolta voi ascolta me, chi accoglie voi accoglie me”? Farà di certo brutta figura quando Pietro lo rinnegherà. Avrebbe potuto dire, e sarebbe stato più semplice: «Leggi il libro e fa’ quel che il libro dice. Lascia perdere gli apostoli, che non so se mi saranno fedeli. Chi legge il Libro ascolta me». E invece no: ha proprio detto: “Chi ascolta voi ascolta me”.

Oppure, perché ha detto a Pietro: “A te darò le chiavi…”. Avrebbe potuto dire: «A chi è capace di pensare e legge il Libro con intelligenza darò la tessera personalizzata per aprire per se stesso e per quelli che lui riesce a convincere». E invece no: proprio a Pietro ha detto: “A te darò le chiavi…”. L’avrà saputo che non era perfetto, che non sarebbe stato santo proprio sempre.

E ancora, perché ha detto: “A chi voi perdonerete i peccati, saranno perdonati…”; avrebbe potuto dire: «Non perdonate a nessuno, tanto nessuno ne ha di bisogno». Perché proprio quelli che erano nel Cenacolo, e non altri?

E anche: la Chiesa su una salda roccia? Macché! Meglio se Gesù avesse detto: «Ognuno faccia come gli pare: se gli piace il papa, se gli piacciono i vescovi e i preti, resti nella Chiesa. E anche tu, se non ti piacciono, o se, secondo te, non dicono quel che tu vuoi che sia detto, fa’ una tua chiesuola. Io verrò dappertutto dove qualcuno dice di volermi bene, anche se disobbedisce a papa e vescovi. Basterà che dica che mi vuol bene. Io avrò centinaia di chiesuole, ognuna fedele a mezza pagina del Libro».

Purtroppo, chi si limita a leggere il Libro, legge quel che vuole, come vuole, quando vuole, cioè fa quel che vuole e non conosce né obbedienza né umiltà: diventa un divisore, seminatore di zizzania, strumento di Satana. Conclusione: diventa uno che fa proprio gli interessi di una certa politica (americana) che spende molti dollari a finanziare chi fa di tutto per promuovere divisioni nella Chiesa cattolica.

 

21 La ricreazione della sentinella

Dall’alto delle mura la sentinella non vede solo eventi preoccupanti, ma anche scenette di cui ridere o sorridere.

Ti confesso che non sono erudito, te ne sei già accorto. Infatti non conosco nemmeno il termine psico-sociologico che dev’essere usato per quel che mia mamma chiamava “buon senso”. Ma adesso questo è solo un ricordo, non serve più saperne il nome, perché pare che l’ultimo virus arrivato se lo sia mangiato: se mia mamma tornasse, non lo troverebbe più.

Infatti… ecco: siccome sono cardiopatico, il mio cardiologo mi ha ordinato di fare ogni giorno una passeggiata di due chilometri. Coloro che sono stati autorizzati dal virus a comandare, me l’hanno proibito. Cosa dirò al dottore? Il mio vicino di casa, invece, usciva tutti i giorni: nessuno glielo poteva impedire, perché doveva far sgranchire le gambe al suo cagnolino. Non so quanti chilometri poteva percorrere, non gliel’ho chiesto. Mio cugino è stato più sveglio di me. Ogni giorno, per un’ora, dal suo amico prendeva a noleggio il cane. Mi pare d’aver capito che non ha speso molto, ma poteva andare dove voleva.

Non fatelo sapere al ministro, altrimenti la prossima volta troverete la tassa sui cani a noleggio, la RD-tax, la Rental Dog tax!

 

22 Pecorelle e pecoroni

Tutte belle e graziose le pecore, viste da lontano. Ma se ti avvicini, cominci a notare qualche coda sporca, senti l’odore che si chiama puzza, vedi qualche… smorfia e sgambetto che una fa all’altra per strapparle un filo d’erba dalla bocca. Poi vedi quella che tra sé e sé comincia a dire: «Io qui non ci sto. Non si può andar d’accordo con quella là. Non hai sentito cos’ha detto quell’altra lì? Non conosce la verità. La verità la conosco io. È quella verità che diceva l’altro aiutante del Pastore, quello che è morto ormai da un pezzo. Io me ne vado. Io dentro di me sento la voce del vero Pastore: dà messaggi direttamente al mio cuore, pensa. Io lo convincerò a costruirmi un altro ovile, tutto per me, e per quelle tre o quattro che condividono la mia verità. Poi andrà tutto bene. Nel mio nuovo ovile ci sarà solo profumo e avremo erba a sazietà, di quella senza ortiche…».

E così, se il Pastore ha un cane, questo dovrà correre e abbaiare parecchio. Ma se non ha il cane… dovrà camminare e camminare per cercare la pecora “smarrita”. Cosa farà se invece che “smarrita” la trova intestardita? Se è “smarrita” non le fa un nuovo ovile, ma la riporta con le altre, belle o brutte che siano. Ed essa si adatterà anche agli odori, ma almeno sarà al sicuro. Se invece è intestardita dovrà abbandonarla, come dice il salmo: “Solo i ribelli abbandona in arida terra” (68,7). Verrà il ladro? Quello sì ha un altro ovile. Ma sarà la prima a diventare pergamena. Verrà il lupo? Quello ha le zanne. Verrà la notte? Allora imparerà cosa vuol dire andare a tentoni, a non dormire più, ad avvertire nella carne gli unghioni dell’orso.

Beate le pecorelle che si fidano del Pastore e dei suoi aiutanti, anche quando trovano qualche pascolo nuovo, o qualche ruscello mai affrontato: le novità non spaventano se il Pastore e i suoi aiutanti sono sempre gli stessi!

 

23 Pecorelle in conversazione

Le pecorelle conversano tra di loro con le loro parole. Sentinella vigile ha imparato il loro linguaggio e ora traduce per te. 

  • Sai, mi spiace per il nostro pastore, ma in fondo sono quasi contenta che quella se ne sia andata con le sue amiche. Erano diventate tanto antipatiche e scontrose…!
  • Si, mi sono accorta e ho sofferto molto anch’io. Da quando quella ha dato retta a quel visitatore che criticava gli aiutanti del nostro pastore, si sentiva e si riteneva superiore a tutte noi. Anch’io non vedevo l’ora o che diventasse più umile o che sparisse dalla circolazione. Creava solo confusione e divisione.
  • Poteva accorgersi, intelligente come si credeva d’essere, che quel fanfarone era interessato a dar sfogo alla sua ambizione, e non gli interessava che noi andassimo d’accordo e ci aiutassimo…
  • L’umiltà non era il suo forte, e c’è cascata: gli ha creduto, e poi si vantava della sua verità. Con la scusa della sua verità non voleva più bene a nessuna di noi, e così le sue amiche. Era una verità senza amore. Ma ti pare? Può esserci mai una verità senza amore concreto, paziente e faticoso?
  • Infatti non c’erano mai quando era ora di pulire l’ovile, e, quando era ora di proporsi per qualche fatica, se la svignavano. Spingevano per avere sempre il primo posto al ruscello. Non collaboravano più con nessuna di noi, e non avevano pazienza con quelle più pigre.
  • Pensi che il nostro pastore costruisca un altro ovile per lei e le sue amiche?
  • Sei matta? Neanche per sogno! Il nostro pastore soffre molto. Forse andrà qualche volta a provare a convincerle a tornare…
  • Ah! Con la testardaggine che manifestano, bisognerà che si rompano almeno tre gambe prima di cedere… e lui di certo non gliele romperà. Se restano senza pascoli, piuttosto di sottomettersi brucheranno ortiche e cardi spinosi, ma non si lasceranno convincere!
  • Diciamo qualcosa almeno alle altre, che non si lascino ingannare come quelle?
  • Certo! Per questo è importante che tutte conoscano bene la bontà del nostro pastore e si affezionino a lui. Saranno ubbidienti ai suoi aiutanti e sapranno difendersi dagli ingannatori: li sapranno riconoscere per quel che sono.
  • Si, attiriamo tutte a stare attente al pastore, pronte ad ubbidirgli, anche quando ci toserà.
  • Vedi com’è attento a curarsi anche dei nostri agnellini!
  • È davvero un bel pastore: io sono innamorata di lui!

 

24 La vite

C’è la vite “vera” e la sua brutta copia. Prima guardiamo la brutta copia: è quella pianta che cresce e fa ombra nel mio orto.

D’inverno le si è avvicinato colui che se ne occupa. Aveva la forbice fredda e tagliente in mano, e la usava. I rami si accorciavano tremendamente. Qualcuno di essi finiva tutto per terra: era già secco. Adesso è piena di rametti con foglie e grappolini che dovrebbero diventare uva, tra qualche mese. Lui si avvicina di nuovo, spesso, senza forbice: osserva attentamente, e con le mani nude toglie qualche pollone che sa che darà solo ombra. I grappoli d’uva non crescono su quello che possiamo chiamare tronco, ma solo sui rami, che chiamiamo tralci. Eppure tutti dicono che l’uva è frutto della vite. I tralci infatti ricevono la linfa solo dal tronco, la vite. Ognuno di essi, se attaccato ad essa, non solo fa uva, ma del sole che riceve e dell’aria che respira godranno anche gli altri tralci. Sono molti i tralci, ma formano una vite sola. Il viticoltore li lega, possibilmente in modo che vadano verso il basso: lui sa che così porteranno maggior frutto. Se uno di essi invidia quello che sta sopra di lui, oppure si vanta perché è più in alto degli altri, nessuno lo ascolta. Se un tralcio si stanca di stare dov’è legato e vuole allontanarsi dagli altri che cominciano ad avere la peronospora, deve chiedere di essere tagliato. A chi lo chiederà? Il suo viticoltore non lo farà. Deve chiedere a un altro, a uno cui non preme né l’uva di quest’anno né quella degli anni prossimi. Deve cioè rivolgersi al nemico del suo curatore, nemico della vite stessa. Se lo chiede, quello lo staccherà: ma poi? Poi l’attende non un’altra vite, ma solo il fuoco.
Questa è la brutta copia.
E la vite vera? “Io sono la vite vera, e i tralci siete voi”: l’ha detto Gesù. Per il resto tutto uguale alla brutta copia. Guardala attentamente perciò, e non dimenticare.

  

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Dono di Natale 2022

ad abba Bartolomeo

Il cameriere passava e ripassava con sette piattini sul braccio per porgere la torta ai numerosi ospiti. Chi rifiutava il piatto rimaneva anche senza la torta.

Non ho visto nessuno degli ospiti mangiare il piattino: tutti mangiavano solo la torta. E se qualche piatto era quadrato invece che rotondo, o ovale invece che quadrato, o qualcuno persino sbeccato o incrinato, tutti erano contenti della torta e nessuno si lamentava per il piattino.

Questa strana osservazione mi ha aiutato a leggere alcune righe delle mie Scritture. San Paolo scriveva: Uno di voi dice “Io sono di Paolo”, un altro dice “Io sono di Apollo” e un altro ancora “Io sono di Cefa”, cioè di Pietro. E lui aggiunse: “Io invece sono di Cristo”! Così fece capire: “Il piatto è utile, ma io non lo mangio, mangio solo la torta, anche se non è sempre al cioccolato”.

Chi rifiuta il piatto non mangia, rimane affamato. Mi corre il pensiero a chi condanna papa Francesco, sì, a colui che lo rifiuta. Costui, nel suo presepio, la notte di Natale rischierà di trovare nella mangiatoia solo la paglia. E il Bambino? Non ci sarà. Infatti “l’accusatore dei fratelli è stato precipitato” (Ap 12,10): non godrà la presenza di Dio, né del Padre né del Figlio. Chi accusa finisce per condannare, usurpando il posto di Dio, come Lucifero, e diventa suo seguace. In lui non troverai benevolenza né gioia né carità, neppure santità, quindi nemmeno la Verità, cui tiene tanto.

Così succede anche a chi vuole Gesù senza Maria: troverà un Gesù senza pannolini, o i pannolini senza Gesù? Cosa farà? E chi vuole Gesù senza la Chiesa? Troverà un Gesù senza parole: dovrà inventarsele, rischiando di udire soltanto il proprio bla bla.

Dicendo “Buon Natale” diciamo: Gesù sia nel tuo cuore e sul tuo braccio. Ringrazierai chi te lo porge, chi custodisce la sua grotta, e chi te la indica, fosse pure una stella o un dito con le unghie annerite. Buon Natale a te, alla tua casa, alla tua Chiesa tutta intera senza esclusioni!