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Testimoni di Geova - 2

2.

III parte

LA BIBBIA: lettura cristiana e interpretazione dei T. d. G.


I Testimoni di Geova sostengono le loro verità "Bibbia alla mano", e citano con destrezza capitoli e versetti del testo sacro, dopo essersi accuratamente preparati sul modo di parlare, sugli argomenti da trattare, sul come atteggiarsi, ecc... ecc..., come puoi vedere a pag. 66 e segg. Ma sono interpretati divinamente quei passi della Scrittura, quelle Parole di Dio?

La Sacra Scrittura è fonte di vita, di vita spirituale e autentica, ma solo quando viene letta nello Spirito di Dio. Non basta leggere la Scrittura, Parola di Dio: è necessario leggerla nello Spirito Santo, donato ai credenti e alla comunità di coloro che credono in Cristo Gesù, la stessa comunità cui è stato fatto il dono della S. Bibbia. « La S. Scrittura deve essere letta e interpretata con l'aiuto dello stesso Spirito mediante il quale è stata scritta » (Dei Verbum 12/89, Concilio Vaticano II).

Una pagina del prof. don Lorenzo Zani, docente di Sacra Scrittura, ci aiuta a comprendere come ci si debba accostare alla lettura della S. BIBBIA.

« La Bibbia non è un libro che vuoi comunicare anzitutto nozioni scientifiche o storiche, ma è un libro in cui si parla dell'incontro dì Dio con l'uomo, del cammino di Dio con l'uomo, delle risposte positive o negative dell'uomo all'invito di Dio. La Bibbia ci dice che Dio rivela se stesso intervenendo nella storia per farsi conoscere: Dio valica la distanza che lo separa dall'uomo, gli va incontro e gli parla per stabilire con l'uomo dei legami dì amicizia. La storia umana è il luogo in cui Dio sì rivela: Israele ha incontrato Dio nella storia e la Bibbia contiene la storia degli interventi di Dio. Dio agisce nella storia e commenta, spiega questo suo intervento. La Bibbia contiene la spiegazione degli interventi di Dio nella storia. È una spiegazione data da Dio stesso, ma espressa attraverso uomini, espressa con linguaggio umano. Gli uomini che hanno scritto la Bibbia sotto l'inspirazione di Dio, si sono serviti di fonti, orali o scritte, a loro preesistenti; hanno soprattutto usato dei modi dì esprimersi, dei generi letterari diversi dai nostri. Noi, leggendo la Bibbia, dobbiamo cercare di capire cosa volevano comunicarci gli autori sacri, qual era la loro intenzione, che verità intendevano professare.

La Bibbia contiene anzitutto una verità che riguarda la nostra salvezza, una verità dì ordine religioso. La Bibbia ad esempio, non intende dirci come esattamente Dio ha creato il mondo o quando lo ha creato, ma nelle prime pagine ci insegna che il mondo è stato creato da Dio, che i! mondo è buono, che il male non viene da lui, ma da noi, che l'uomo è stato creato per essere a immagine di Dio, per dialogare con Dio, per essere signore del mondo e non degli altri uomini, che Dio accompagna la coppia umana sempre con la sua benedizione, che il settimo giorno è il giorno in cui l'uomo è sollecitato a sentirsi particolarmente vicino e impegnato nell'alleanza di fedeltà a Dio. Analogamente la Bibbia non ci ha mai indicato quando verrà la fine della storia né come avverrà; ci ha solo detto che quel giorno sarà il giorno dell'incontro definitivo col Signore: "Levate il capo, perché la vostra liberazione è vicina" (Le 21,28). La Bibbia ci dice che Dio non abbandona mai l'uomo, che !a storia non termina in orizzonti di cenere o in cieli spenti: l'amore di Dio avrà l'ultima parola e salverà i credenti. Dio si è avvicinato all'uomo in Gesù di Nazaret, in questa persona che è Dio e Uomo. Da allora il cristiano deve essere un ottimista e testimoniare che il mondo è avvolto dalla misericordia di Dio.

Va inoltre ricordato che nella Bibbia, Dio si è rivelato progressivamente, adattandosi alla mentalità, ai costumi d'Israele ed educandolo gradualmente. Nella Bibbia quindi, e più precisamente nel Vecchio Testamento, ci sono pagine che presentano ancora imperfettamente il disegno di Dio, la realtà della salvezza, il problema del dolore, la sorte dell'uomo dopo la morte. La Bibbia perciò va letta globalmente; non basta stralciare una pagina o, peggio ancora, una riga: tutta la Bibbia è una grande pagina che testimonia l'amore di Dio, e questa pagina giunge a pienezza nel Nuovo Testamento.

Soprattutto va ricordato che nella Bibbia, più che informazioni o argomenti per approvare o respingere un determinato sistema, dobbiamo cercare il rapporto con Dio. A Dio che sì fa conoscere bisogna rispondere con disponibilità, con fede concreta. Perché possa svolgersi questo dialogo tra Dio e l'uomo, la Bibbia va letta nella preghiera. Solo così potremo comprendere la Parola di Dio ed annunciarla agli altri ». 1

1 Potrà essere utile ai lettori questa breve chiarificazione sui rapporto tra la Chiesa e la S. Scrittura:

... * Negli scritti del Nuovo e del Vecchio Testamento è contenuta la parola di Dio: ma donde viene tale certezza? Possiamo esserne certi solo per merito della Chiesa. Cristo infatti non scrisse e neppure comandò ai suoi discepoli dì scrivere.

Egli assegnò loro il compito di " andare in tutto il mondo a predicare il Vangelo a tutte le creature" (Me 16, 15). Gli apostoli adempirono questo incarico attraverso la predicazione orale. Pietro, Matteo, Giovanni, Giacomo, Giuda Taddeo e Paolo lo fecero anche con alcuni scritti. Non è però lecito dimenticare che la Chiesa era comunità fiorente, vera Chiesa che insegnava, amministrava sacramenti, salvava anime prima che esistesse una riga di Nuovo Testamento. La Chiesa era dunque Chiesa anche senza Nuovo Testamento: non è perciò debitrice né della sua esistenza, né del suo potere di magistero alla S. Scrittura. Essa possedeva tutto ciò prima che la S. Scrittura esistesse: il suo essere, la sua dottrina, i suoi poteri li ricevette direttamente da Cristo. La Chiesa, che annunciò la parola dì Dio certamente per un decennio prima che Matteo scrivesse il suo Vangelo, e settant'anni prima del compimento della Scrittura, nel Sinodo di Roma (n. 382), nei Concili di Ippona (a. 393) e di Cartagine (a. 397) separò pure dall'inondazione dì evangeli non autentici e scritti apocrifi quelli invece che erano da ritenere parola di Dio. Questo essa lo poteva fare, e solo essa, perché aveva ricevuto da Cristo il potere di magistero e la guida dello Spirito Santo. Pure per lo stesso motivo essa sola può interpretare autenticamente la parola dì Dio. La Chiesa non è dunque figlia, ma la madre della Bibbia. La Chiesa stabilì il canone, ossia la lista dei libri che compongono la Scrittura.

La fede nella ispirazione si fonda in fin dei conti su un'unica testimonianza: la dichiarazione della Chiesa che tutti i libri del Nuovo Testamento furono scritti sotto l'influsso divino.

Se la Chiesa non avesse accuratamente esaminati gli scritti dei suoi figli, respinti alcuni, altri ritenuti degni di essere assunti nel Canone, noi non avremmo oggi il Nuovo Testamento. Se la Chiesa non avesse dichiarato che i libri che lo compongono sono da Dio ispirati, noi non lo potremmo sapere. Possediamo solo una testimonianza che la S. Scrittura è sorta sotto l'influsso divino: la testimonianza della Chiesa. Se si ripudia la Chiesa viene a mancare la premessa logica per la fede nell'ispirazione della Bibbia» (Don S. Visìntainer in: «Botta e Risposta», n. 4. Trento 1963).

Nelle seguenti pagine cerco di spiegare brevemente e in modo semplice (quindi anche incompleto), le principali dottrine su cui si basa la fede apostolica che noi, cristiani cattolici, professiamo, e che sono rifiutate dai T. d. G.

Non ho illustrato in ogni punto in modo esauriente le motivazioni dei T. d. G.; sarebbe un lavoro arduo, anche per il fatto che c'è stato e c'è un evolversi e un cambiamento nelle loro affermazioni e negazioni. Ho cercato invece di chiarire la nostra dottrina riportando alcuni brani biblici da cui essa è nata, cercando in alcuni casi — dove sembrava più necessario — di commentarli brevemente.

Penso così di fare un servizio al lettore per un suo maggiore approfondimento delle verità del nostro Credo, anche se non dovesse mai incontrare un T. d. G.

Questo non è certamente il modo migliore per presentare la dottrina cattolica; nemmeno il modo migliore per premunirsi dagli errori biblici e dogmatici dei T. d. G. Non sarà nemmeno la lettura di queste pagine a dare ad un cristiano forza e coraggio per resistere alla tentazione di sfiducia, di curiosità e di superbia che assale coloro che si lasciano convincere dai T. d.G.: la vita esemplare di un cristiano convince più di un libro, per quanto bellissimo.

Spero solo che le prossime pagine possano essere un aiuto per i! lettore a vivere con maggior coerenza e maggior fede e amore la sua vita di figlio di Dio.

Inizio con un capitolo sul modo con cui i Proclamatori T. d. G. si presentano alla porta.


I T.d.G. DI CASA IN CASA: COME SI PRESENTANO

Arrivano in casa tua e predicano. Hanno l'ordine di predicare e sono istruiti a perfezione sulla successione degli argomenti con cui affrontare la discussione, oltre che sul modo di sorridere, di gesticolare, di modulare il tono della voce (vedi: Consigli sui discorsi e Sommario delle qualità oratorie in « Manuale per la scuola di Ministero Teocratico pg. 104-105, cfr. riproduz. a pag. 22 e « Qualificati... » cfr. pag, 66-68).

Anzitutto ti fanno un'osservazione alla quale devi dar ragione: « II mondo non va bene, non va più bene come una volta, ci sono tante brutture e delitti ».

Poi l'attenzione si sposta — se sanno o si accorgono che sei cristiano — sulla Chiesa: « nemmeno essa è stata capace di trasformare il mondo, anzi, ha in sé tanti cattivi esempi e scandali, non solo tra i fedeli, ma anche nella Gerarchia.

Ma Dio vuoi bene agli uomini e perciò ci deve essere la possibilità di un mondo diverso, nuovo ».

Persa la fiducia nei sacerdoti e poi nella Chiesa intera, il salto è facile, per chi non è vigilante e attento: « vieni con noi! ». Se però rifiuti questa loro proposta non parlano più di misericordia e di bontà di Dio, bensì passano alle minacce della perdizione eterna, anzi, dello «stroncamento» eterno.

L'insistenza con cui i predicatori T.d.G. vogliono entrare in casa tua o intrattenerti anche contro la tua volontà, può essere determinata non solo dall'amore per Geova, ma probabilmente anche dal fatto che hanno l'obbligo di compiere un determinato numero di « visite ulteriori » (per la seconda volta nella medesima casa). Se non raggiungono il numero prefissato, possono essere ripresi alla fine della settimana e non ottengono promozioni nella complessa gerarchia di servizi (cfr. G. Pape o.c. e il cap. sui Servizi a pagg. 23-27). Ammiriamo forse il fatto che tutti i T.d.G. sono predicatori più o meno diligenti: noi non faremmo altrettanto!

In molte occasioni tutti i cristiani sono chiamati a « dar ragione della loro speranza » come dice s. Pietro, ma non tutti sono incaricati di predicare. C'è però chi ne ha ricevuto il compito specifico. La Chiesa è come un corpo. Tutto l'organismo deve rendere testimonianza al Signore, ma non tutti hanno lo stesso compito. E' Cristo Gesù che fa alcuni apostoli, altri profeti, altri maestri, altri pastori, a vantaggio di tutti i fedeli. Così dice infatti s. Paolo in Corinzi 12, 12: Come infatti il corpo, pur essendo uno, ha molte membra e tutte le membra, pur essendo molte, sono un corpo solo, così anche Cristo...

Efesini 4, 11 : E' Lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri...

Se un cristiano non riceve il compito di predicatore dalla Chiesa, o non gli viene approvato da essa (come fecero per es. s. Francesco di Assisi e i suoi frati) non va in giro a predicare, perché conosce, o esegue senza conoscerle, le parole della Bibbia, che qui ora riporto.

Geremia 23,21 e 32: lo non ho inviato questi profeti ed essi corrono; non ho parlato a loro ed essi profetizzano. Eccomi contro i profeti di sogni menzogneri — dice il Signore — che li raccontano e traviato il mio popolo con menzogne e millanterie, lo non li ho inviati né ho dato alcun ordine: essi non gioveranno affatto a questo popolo. Parola del Signore.

Galati 1,6-8: Mi meraviglio che così in fretta da colui che vi ha chiamati con la grazia di Cristo passiate ad un altro Vangelo. In realtà però, non ce n'è un altro; solo che vi sono alcuni che vi turbano e vogliono sovvertire il vangelo di Cristo. Orbene, se anche noi stessi o un angelo dal Cielo vi predicasse un Vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema.

Ebrei 13, 8-9a: Gesù Cristo è lo stesso ieri, oggi e sempre! Non lasciatevi sviare da dottrine diverse e peregrine.

Romani 16, 17-18: Mi raccomando, poi, fratelli, di ben guardarvi da coloro che provocano divisioni e ostacoli contro la dottrina che avete appreso: tenetevi lontani da loro. Costoro, infatti, non servono Cristo nostro Signore, ma il proprio ventre e con un parlare solenne e lusinghiero ingannano il cuore dei semplici.


I T.d.G. E LA CONOSCENZA DELLA BIBBIA

E' molto bene conoscere la Bibbia. E' parola di Dio « luce ai miei passi », fondamento della preghiera e regola di vita. Più la conosci, più vorresti conoscerla: è fonte d'acqua viva. Per questo il cristiano invidia il T.d.G. per la sua conoscenza della Bibbia, che — a prima vista — sembra una conoscenza... a menadito!

Purtroppo «Per i T. d. G., la Bibbia è una riserva di citazioni per dedurne le cose più stravaganti. Ciò che permette loro di suscitare confusione o interrogativi tra i cristiani è la scarsa preparazione di questi ultimi. E' sufficiente avere una preparazione biblica anche minima per accorgersi di come i T.d.G. strumentalizzino la Bibbia, citando isolatamente qualche versetto, senza tener conto del contesto e commettendo grossolani errori» (prof. L. Zani). Sembra infatti che i T. d. G., invece di dipendere onestamente da ciò che dice la S. Scrittura, la usino a loro comodo, per sostenere le loro idee e le loro « scoperte ». Così insegnano ai loro Proclamatori nel libro: « Manuale per la scuola di Ministero Teocratico », 1971, a pag. 128, n. 13-15 (vedi riproduz. a pag. 69).

La conoscenza della Bibbia è molto importante. Ma dobbiamo stare attenti a come la conosciamo, perché anche Satana la conosce, eppure è menzognero nel modo in cui la presenta. Satana ha adoperato la parola di Dio per tentare Gesù.

Matteo 4, o: Allora il diavolo... gli disse: Se sei il figlio di Dio gettati giù, poiché sta scritto: «Ai suoi Angeli darà ordini, a tuo riguardo, ed essi ti sorreggeranno con le loro mani, perché non abbia a urtare contro un sasso il tuo piede» (frase del salmo 91, 11-12). L'uomo posseduto dallo spirito immondo disse il vero, eppure Gesù Io fece tacere;

Marco 1,24: «Io so chi tu sei: il Santo di Dio!». Gesù lo sgridò: « Taci, esci da quell'uomo! ».

I cristiani conoscono molto la parola di Dio imparata al catechismo o ascoltando le letture e le omelie domenicali, anche se non sanno dire il numero del capitolo e de! versetto in cui sì trovano. Conoscere « la lettera » della Bibbia è importante sì, ma non assolutamente indispensabile.

Nessun comando è dato da Gesù di conoscere a memoria la S. Scrittura! Più importante è ricevere in sé lo Spirito Santo di Dio!, spirito di amore, di preghiera, dì ubbidienza, di comunione, di umiltà, che è lo scopo della conoscenza stessa della Bibbia. Gesù stesso non ha scritto nulla. Egli ha dato ai suoi Apostoli il potere sugli spiriti immondi e la parola (vedi Me 6,6 ss)! Non ha dato loro la parola scritta, ma si è fidato dello Spirito Santo che avrebbe aperto loro la bocca ad annunciare i! Vangelo. La parola scritta è stato un aiuto per la predicazione e per la memoria del popolo di Dio!

Prima si è formato il popolo dì Dio, poi è stata scritta la Sua Parola! E la parola di Dio non è stata consegnata al singolo per il suo uso personale, ma a! popolo di Dio, alle varie comunità per l'uso di tutti; è evidente perciò che nessuna Scrittura, come dice s. Pietro, va soggetta a privata spiegazione, poiché è lo Spirito che deve dare l'interpretazione (cfr. nota a pg. 30).

Ricorda quanto dicono gli Apostoli!

1. Pietro 1,20: Sappiate anzitutto questo: nessuna scrittura profetica va soggetta a privata spiegazione.

2. Corinzi 8,2b: Se alcuno crede di sapere qualche cosa, non ha ancora imparato come bisogna sapere.

Da quando il fondatore dei T.d.G. C. T. Russel, ha scoperto nella Bibbia la profezia dell'invenzione della ferrovia, dei fiammiferi, della macchina da mungere e di quella per cucire le scarpe, delle automobili, come segni del tempo della fine e della presenza di Cristo dal 1874, e da quando ha creduto di aver trovato nella Bibbia la data della creazione di Adamo e quella di Èva, ecc., siamo autorizzati a dubitare della sua serietà di interpretazione e dì lettura della Parola di Dio!

(cfr. Pape, o.e., pag. 9)

Il Vecchio Testamento è per essi una miniera di dati storici e scientifici. Con calcoli acrobatici stabilirono che la settimana creativa dì Genesi 1, cominciò 45025 anni fa. Ognuno di quei giorni dura settemila anni; ora ci troviamo verso i seimila anni del settimo giorno, quindi alle porte de! regno millenario di Cristo.

Nel « terzo giorno », fra il 35025 e il 28025, la terra era ricoperta da una « volta di acque che stava sopra la distesa atmosferica, che faceva passare i raggi di luce e di calore del sole, diffondendoli dappertutto, ma che come serra, impediva al calore di disperdersi» (Nuovi cicli e nuova terra, pg. 47).

Questa volta dì acque cadde però nei giorni del diluvio (anno 2370 a. C.) ed allora apparvero per la prima volta agli occhi degli uomini... il sole e la luna. Molte altre notizie scientifiche di questo genere sono diffuse come dati biblici!

(riassunto da Visintainer, o.c.)


I T.d.G. E IL VERO NOME DI Dio

I T.d.G. ritengono conoscere il «vero» Nome di Dio. Molti sono i Nomi di Dio riferiti dalla Bibbia: Adonai, Elohim, Jahweh (il Nome rivelato a Mosè dal roveto ardente). Essi lo chiamano Geova. Come mai?

A partire dall'età dopo l'esilio dì Babilonia (verso il 500 a. C. circa), il Nome santo non lo sì pronunciava più, per paura di pronunciarlo senza attenzione e quindi profanarlo. Allora anche nella scrittura sì introdussero dei modi per avvertire il lettore che non lo pronunciasse: per es. in alcuni manoscritti trovati nelle grotte del Mar Morto (commento di Abacuc) la scrittura è quadrata; quando s'arriva alle quattro lettere del Nome Sacro (JHWH), queste sono scritte in scrittura antica, fenicia, una scrittura che non si usava più. Più tardi, quando hanno messo le vocali sotto il testo consonantico (anticamente gli Ebrei scrivevano solo le consonanti), tutte le volte che trovavano le 4 lettere del Nome Sacro vi mettevano !e vocali del nome Adonai, in modo che il lettore, vedendo quelle vocali pronunciasse "Adonai" (= mìo Signore). La pronuncia JaHWèH è una pronuncia ricostruita. Dal Nome JHWH vocalizzato con Adonai è risultato, presso i cristiani dal Rinascimento in poi, una lettura che è erronea: Jehowah; i T.d.G. suppongono che sia il Nome di Dio, ma è un errore grammaticale molto elementare.

Conoscere il Nome di Dio non significa sapere come dev'esser chiamato, ma invece avere un rapporto personale con Lui, tanto da lasciarsi guidare e trasformare la vita. Vuoi dire lasciarsi fare da Lui. La parola « conoscere » nella Bibbia significa « conoscere con amore ». « Conoscere il Nome » vuoi dire entrare in comunione con la realtà rappresentata dal nome, avere in qualche maniera una presa diretta su questa realtà, sicché conoscere il Nome di Dio vorrebbe dire toccarlo in qualche maniera, mettergli su le mani; perciò Dio aspetta a rivelare il suo Nome in un tempo che è maturo, in modo che il popolo possa veramente raggiungerlo!

Teniamo presente questo fatto quando diciamo " sia santificato il tuo Nome " e quando ci segniamo " nel Nome del Padre... "!

II Nome dì Dio, come ogni nome di persona nella cultura ebraica, indica o l'essenza o il compito dì quella persona. Il Nome JHWH vorrebbe dire « lo sono l'Esistente », oppure « lo sono colui che è efficacemente presente », oppure « lo sono ciò che sono ». Con questo termine Dio si rivela, e nello stesso tempo si nasconde alla curiosità umana. Egli è colui che esiste e della cui esistenza ed azione benefica sono testimoni i Padri Abramo, Isacco e Giacobbe!

Ce ne dà conferma il brano biblico del colloquio di Mosè con Dio presso il Roveto:

Esodo 3,13-15: Mosè disse a Dio: «Ecco io arrivo dagli Israeliti e dico loro: il Dio dei vostri padri mi ha mandato a voi. Ma mi diranno: Come si chiama? E io che cosa risponderò loro? ». Dio disse a Mosè: « lo sono colui che sono », Dio aggiunse a Mosè: « Dirai agli Israeliti: II Signore, il Dio dei vostri padri, il Dio di Abramo, il Dio di Isacco, il Dio di Giacobbe mi ha mandato a voi. Questo è il mio nome per sempre; questo è il titolo con cui sarò ricordato di generazione in generazione ».

Potremmo quindi tradurre il "Nome di Dio": «Colui che c'è (non vi abbandonerà mai)».1

Osserviamo inoltre che, come i figli non chiamano mai il loro papa per nome (perché sarebbe mettersi in atteggiamento dì parità o di distanza), così i cristiani. Figli di Dio, non chiamano Dio Padre per nome, ma semplicemente, come ha insegnato e fatto Gesù: « Abbà » Padre!

Ecco l'insegnamento di Gesù e degli Apostoli:

Matteo 6.9: Voi dunque pregate così:

Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato il tuo nome.

Romani 8, 15: Voi non avete ricevuto uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!

Chiamare Dio col nome «Padre» (papa) è certamente un modo confidenziale, che richiede vero spirito di figlio, vero amore semplice e sereno, e denota abbandono fiducioso nel suo cuore. Lo preferiamo perciò a qualsiasi altra usanza!

L'unico « nome » che noi abbiamo e che pronunciamo e nel quale troviamo salvezza è il Nome di Gesù, Figlio di Dio e Dio egli stesso.

I Sul nome di Dio scrive così dal trascrivere in maniera completa le quattro lettere del santo nome di Dio (il Tetragramma).. Il vero nome è il NOME INEFFABILE. Esso viene reso dagli Ebrei con Adonai (— Mio Signore), dai Samaritani con Hashem, e da coloro che tradussero la Bibbia in greco con la parola «Signore» (Kyrios). Secondo Abbà Saul, colui che pronuncia il Nome Ineffabile è tra quelli che non godranno della vita futura. « Nessuno può pronunciare il mistero del Tuo nome ».

 Dice s. Pietro in Atti 4, 12:

In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti altro NOME dato agli uomini sotto il cielo nel quale è stabilito che possiamo essere salvati!

Il Nome di Gesù è il nome divino con cui i cristiani si differenziano da tutte le altre religioni!


IL MISTERO DELLA SANTISSIMA TRINITÀ

Chi può conoscere la vita di Dio se non lo Spirito dì Dio stesso?

1 Cor 2, 11-12: I segreti di Dio nessuno li ha mai potuti conoscere se non lo Spirito di Dio. Ora, noi non abbiamo ricevuto lo spirito del mondo, ma lo Spirito di Dio per conoscere tutto ciò che Dio ci ha donato.

Molti brani del Nuovo Testamento ci fanno conoscere e ci mostrano la vita e la circolazione d'amore tra le Tre Divine Persone. E' un grande dono che Gesù ci ha fatto, il farcì penetrare almeno un pochino nella vita stessa di Dio per vederne almeno la sublimità e la superiorità. Chi può pretendere di capire, di dominare con la propria intelligenza la vita e la sapienza di Dio?

Romani 11,33: O profondità della ricchezza, della sapienza e della scienza di Dio! Quanto sono imperscrutabili i suoi giudizi e inaccessibili le sue vie!

Gesù ci si presenta come uguale al Padre, come convivente con Lui e con lo Spirito Santo. Dalle sue parole e dalle testimonianze degli Apostoli scopriamo che l'unico Dio è... una « famiglia », una « comunità ».

Ecco alcune, tra le molte asserzioni, che ci testimoniano la vita Trinità-nitaria:

Matteo 3, 15-17: « Egli vide lo Spirito di Dio scendere come una Colomba e venire su di Lui. Ed ecco una voce dal cielo che disse: « Questi è il mio Figlio prediletto, nel quale mi sono compiaciuto ». Matteo 28, 19: Andate dunque e ammaestrate tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Giovanni 14,16-26: lo pregherò il Padre ed Egli vi darà un altro Consolatore, perché rimanga con voi per sempre, lo Spirito di verità... Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto.

2 Corinzi 13, 13: La grazia del Signore Gesù Cristo, l'amore di Dio Padre e la comunione dello Spirito Santo siano con tutti voi.

Prendiamo con semplicità le parole del Signore; se vogliamo ragionarle con metodi di filosofia e di aritmetica faremmo presto a dar ragione ai Testimoni di Geova che definiscono la dottrina ed il Mistero della Santissima Trinità come menzogna diabolica di origine pagana. Secondo essi questa dottrina avrebbe origine nel paganesimo babilonico del 2200 a. C. e sarebbe stata assunta nel 11 sec. d. C. dalla Chiesa Cristiana, ormai fuori strada!

Per dimostrare la loro affermazione si servono di vari passi biblici, alcuni dei quali tolti dal loro contesto, altri tradotti con evidente falsificazione (come ad es. Gv 1,1; vedi pure nei capitoli "Gesù è Dio" e "Lo Spirito Santo").

E' vero che nella Bibbia non esiste la parola « Trinità » e che questa parola è stata coniata nel periodo postapostolico, ma è altrettanto vero che ciò che i cristiani intendono esprimere con questa parola è profondamente radicato negli scritti del Nuovo Testamento: questa è una parola che esprime l'unità profonda tra Padre, Figlio e Spirito Santo. Si potrà discutere (ed è compito di teologi e filosofi) se Padre e Figlio e Spirito Santo siano da definirsi « persona » o « ipostasi » o con altri termini, a seconda dell'evolversi del linguaggio, ma non si può discutere che Dio è Padre, che il Padre genera un Figlio a lui eguale, pur se distinto (altrimenti come potrebbe farsi chiamare "Padre"?) e che dal Padre e dal Figlio («per» il Figlio) esce una « forza -alito- vita » non creata, con propria esistenza e attività, quindi « persona », che viene chiamato Spirito Santo. La Chiesa è stata costretta molte volte lungo i secoli a pronunciarsi sull'interpretazione della Sacra Scrittura riguardo ai passi in cui parla delle relazioni tra il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo, per difendere i fedeli da grosse eresie che portavano in ultima analisi a cambiare il Vangelo e a far credere addirittura inutile il sacrificio di Cristo Gesù. Perciò è stata costretta a formulare delle definizioni, delle certezze con il linguaggio culturale e filosofico del tempo. E' così che si è formata la dottrina " trinitaria ": uno sguardo d'insieme a tutte le parole e i fatti che nei Vangeli e negli altri libri sacri parlano o lasciano intravedere le relazioni tra Padre, Figlio e Spirito Santo.

Il Padre è Dio, origine e principio senza principio. Con un gesto d'amore totale comunica tutto se stesso, donandosi completamente: così genera il Figlio!

Il Figlio è un riflesso perfetto del Padre, ha una sua distinta realtà, ma completamente ricevuta partecipata dal Padre, ed esiste come impeto d'amore tutto proteso verso il Padre in una risposta d'amore. La forza di questa comunione d'amore, la potenza di questo legame da origine a un nuovo « modo di essere » Divino, vera e propria sussistenza divina; questo legame perfetto tra Padre e Figlio ha tale energia e intensità che esso stesso è ancora una volta Dio. E' Dio non ne! modo della Paternità, né nel modo della Figliolanza, ma nel modo proprio della Comunione. E lo chiamiamo con le parole di Gesù, Spirito Santo. ]

L'unico Dio dunque esprime la sua vita misteriosa in tre forme di sussistenza realmente distinte e insieme intimamente compenetrate nella mutua relazione.

Sono le tre Persone nell'unico Dio, persone non semplicemente nel senso corrente psicologico del termine (che comporta una perfetta autonomia) perché in tal caso sarebbe pregiudicata l'unità della natura divina.

Sono tre « persone », tre « modi d'essere » dell'unico Dio la cui « sostanza » è pura relazione (in latino "esse ad"): Dio in sé è Colui che si dona, che esce da se stesso per donarsi completamente (Padre), per rispondere all'amore (Figlio), per comunicarsi (Spirito Santo).

Che Dio sia non un'unica persona, ma una Tri-unità di Persone e che così a noi si faccia conoscere è pure più logico e profondamente psicologico] Le varie filosofie che arrivano ad ammettere l'esistenza di un Dio lo conoscono solo come creatore o determinatore di tutto, senza rapporto con l'umanità. Le religioni non cristiane — che si basano su filosofie — e che cercano un rapporto con il Dio Unico ( unica persona ) si costruiscono un concetto di persona umana e di città terrena più conseguente all'idea da cui sono partite per scoprire Dio, che da una novità quale la Rivelazione.

Basterebbe osservare le conseguenze della radicalizzazione del concetto di Dio nei Musulmani: Dio unico Allah, ma terribilmente dittatore; così i suoi seguaci che radicalizzano la « teologia » islamica. Nella loro religione non c'è posto né per la grazia né per l'amore, né per i diritti dell'uomo. Nei primi secoli dell'Islamismo è stato stroncato con persecuzione e martirio il tentativo di alcuni di introdurre il concetto di Amore.

Così pure la dittatura con l'esclusione di qualsiasi possibilità di ricerca e di confronto la troviamo esercitata nella Società Torre di Guardia (cioè i T,d. G.).

1 Potremo trovare qualche esempio concreto nella nostra esperienza: come esempio-parabola non potrà essere sufficiente, ma può rendere l'idea: dai due poli di un generatore elettrostatico, carichi di energia, scocca la scintilla (così pure il fulmine): una terza realtà distinta, relazione tra le altre due, che esiste solo come relazione.

Aggiungo qui ancora qualche riflessione semplice, a proposito della SS. Trinità, perché non è difficile sentir pronunciare anche da qualche cristiano frasi come questa: « In fondo a me non ne viene niente, che siano Uno o Tre o quattro! ». Vi è facilitato dal fatto che tutte le religioni non cristiane e tutta la filosofia che s'interessa di Dio, parlano dì un Dio unica persona. Ciò non fa meraviglia, perché il mistero Trinitario lo conosciamo solo dalla testimonianza di Gesù! Ma anche qualche setta oggi fiorente — tra cui i T. d. G. — e che sì spaccia per cristiana, nei suoi ragionamenti fa capire che la Trinità, così come l'adoriamo noi cristiani, è un'assurdità, un qualcosa di impensabile, addirittura — se usiamo le loro parole — di demoniaco!

Cosa devo pensare io? Devo fidarmi della mia intelligenza e limitarmi a credere solo ciò che capisco? Posso fidarmi della testimonianza di Gesù?... o è anche quella un'invenzione dei preti?

Veramente godo che il mio Dio sia Trinità: e sono giunto a un punto tale che... guai se il mio Dio non fosse Trinità, se non fossero tre le Persone dell'unico Dio! Se fosse una persona sola sarebbe mostruosamente egoista: sarebbe stato obbligato a creare il mondo per poter aver qualcuno da amare; dovrebbe temere l'uomo che lo offende e lo abbandona, dovrebbe fare il dittatore. Non potrebbe essere per noi esempio e modello di amore, di umiltà, di generosità! Chi s'immagina infatti che Dio sia un'unica persona, arriva a criticarlo e a sottometterlo a se stesso giudicandolo cattivo, despota... ecc... Siamo felici invece di poter conoscere (pur senza capire tutto) un pochino !a vera vita dì Dio Trinità: il Padre prima ancora che i! mondo fosse poteva amare il Figlio, ed il Figlio poteva amare il Padre e lo Spirito Santo. Dio non ha avuto bisogno del mondo per esser se stesso, per essere Amore. M mondo è nato da un amore non egoista, ma puro: il Padre vuoi regalare al Figlio dei fratelli, allo Spirito un campo d'azione nuovo, li Figlio potrà mostrare gratitudine al Padre con un amore spinto fino alla morte per fare spazio nel cuore degli uomini che diventeranno il tempio dello Spirito Santo! E lo Spirito può condurre i! creato intero alla lode e all'adorazione del Padre e del Figlio. Il Padre ha una fiducia totale de! figlio suo: non dice ai discepoli di Gesù: « venite a me che sono io il Padre »! invece li manda a Gesù: « ascoltatelo ». Lo stesso avviene per Gesù: Egli vuoi portare tutti al Padre dopo che sono stati ammaestrati dallo Spirito. E lo Spirito fa nascere nel cuore dell'uomo libero il grido « Abbà Padre! » e fa piegare le ginocchia degli uomini davanti a Gesù «Signore»! Il Dio Trinità è un vero Dio, il vero Dio, e non ve n'è altri. Egli può esserci modello di servizio, di amore, di umiltà, di fiducia...!

Chi radicalizza la sua sequela ed il suo amore a Dio Trinità si fa servitore di tutti e amante di tutti (vedi s. Francesco, s. Teresina, s. Giovanni Bosco...). Un altro Dio ci sarebbe solo modello di padronanza e diventeremmo facilmente... superbi e insofferenti come i! Dio che ci immagineremmo!


GESÙ, FIGLIO DI DIO

! T. d. G. negano la divinità di Gesù. Egli sarebbe una creatura, il primo dei servi salvati. Stando così le cose le conseguenze sono grosse: il suo Sacrificio non ha valore di redenzione, la sua Chiesa non è di origine divina, sua madre non è Madre di Dio, ecc. ecc... Rendiamo grazie a Dio di poter conoscere come in Gesù Cristo piacque a Dio far abitare corporalmente tutta la pienezza della divinità (Col 2,9) ed Egli sia la immagine del Dio invisibile (Col 1,15). Egli stesso ci garantisce, nella diversità, l'uguaglianza col Padre. Dove l'intelligenza non arriva, arriva la fede e l'amore. Ecco alcuni passi che ci sono testimonianza della divinità di Cristo: Giovanni 1,1: In principio era il Verbo, e il Verbo era presso Dio e il Verbo era Dio.

I T. d. G. traducono arbitrariamente questo versetto così: «In principio era la Parola e la Parola era con il Dio e la Parola era dio ». Mettendo l'iniziale minuscola a « dio » nella seconda parte del versetto (perché?) sostengono che !a Parola, il Verbo, il Figlio di Dio non è Dio, ma una creatura divina. Tale distinzione è gratuita, arbitraria. Nei testi greci antichi tutte le lettere sono maiuscole o tutte minuscole. La distinzione per le iniziali maiuscole è stata introdotta nel Medio Evo: non ci sono ragioni intrinseche al testo per mettere alla parola « Dio » la maiuscola o la minuscola! Ma ecco altre parole di Gesù che in modo evidente dichiarano la sua uguaglianza al Padre, perciò la sua divinità:

Giovanni 1,18: Dio nessuno lo ha mai visto; proprio il Figlio unigenito che è nel seno del Padre, Lui lo ha rivelato. La parola « il Figlio unigenito » c'è solo in alcuni codici antichi, mentre altri, molto importanti, dicono l'Unigenito Iddio, che è nel seno del Padre: ancora più chiaro dunque!

Giovanni 5, 17-18: Gesù rispose loro: « II Padre mio opera sempre e anch'io opero ». Proprio per questo i Giudei cercavano di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.

Giovanni 5,21-23: Come il Padre risuscita i morti e da la vita, così anche il Figlio da la vita a chi vuole; il Padre infatti non giudica nessuno, ma ha rimesso ogni giudizio al Figlio, perché tutti onorino il Figlio come onorano il Padre.

Chi non onora il Figlio, non onora il Padre che l'ha mandato. Giovanni 10,30: lo e il Padre siamo una cosa sola.

Giovanni 14,9 e 11: Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi dire mostraci il Padre?

(11): Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro credetelo per le opere stesse.

Matteo 11,27: Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.

Giovanni 17,21: Perché tutti siano una sola cosa. Come tu Padre sei in me e io in te, siano una sola cosa anch'essi in noi, perché il mondo creda che tu mi hai mandato.

1 Giovanni 5,20: Sappiamo anche che il Figlio di Dio è venuto e ci ha dato l'intelligenza per conoscere il vero Dio. E noi siamo nel vero Dio e nel Figlio suo Gesù Cristo: Egli è il vero Dio e la vita eterna.

Apocalisse 5,13: Tutte le creature del cielo e della terra, sotto la terra e nel mare e tutte le cose ivi contenute, udii che dicevano: «A colui che siede sul trono e all'Agnello lode, onore, gloria e potenza nei secoli dei secoli ».

Ebrei 1,5-6: Infatti a quali degli angeli Dio ha mai detto: «Tu sei mio Figlio, oggi ti ho generato? ». E ancora: « lo sarò per lui padre ed egli sarà per me figlio? ». E di nuovo quando introduce il primogenito nel mondo dice: « Lo adorino tutti gli Angeli di Dio ».

Anche la «Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture» (la Bibbia ufficiale dei Testimoni di Geova) traduce così questo versetto:

«Per esempio, a quale degli angeli ha egli detto mai: "Tu sei mio figlio; oggi ti ho generato "? e di nuovo: " lo gli sarò padre, ed egli mi sarà figlio "? Ma quando egli introduce di nuovo il suo Primogenito sulla terra abitata, dice: "E tutti gli angeli di Dio lo adorino"».

Perciò, se gli angeli devono « adorare » i! Primogenito, significa che Egli è Dio: solo Dio è degno di « adorazione »! (Vedi anche la loro traduzione di Mt 4, 10:

«Gesù gli disse: "Va via Satana! poiché è scritto: devi adorare Geova il Tuo Dio e a lui solo devi rendere sacro servizio"»).

E' vero che ci sono alcuni testi del Nuovo Testamento in cui sembrerebbe che Gesù sia inferiore a! Padre: Giovanni 14,28: II Padre è più grande di me.1 Questa affermazione non bisogna intenderla in senso quantitativo. Il Figlio, proprio come generato, non ha niente di originariamente suo, perché è originato tutto. All'interno della Trinità c'è relazione di generazione, che noi, nel linguaggio umano traduciamo istintivamente come dipendenza, però questa è un'imprecisione che proiettiamo nel piano della Trinità. Il Figlio è l'infinitamente povero che riceve tutto da Colui che è infinitamente ricco. In questo senso Egli può dire «i! Padre è maggiore di me», parlando delle relazioni intime della Trinità, ma non è che ci sia una disuguaglianza. C'è concatenazione intima di eterna generazione.

Un altro passo che potrebbe confermare la tesi dei T. d. G. è questo: 1 Corinzi 15,24: Egli (Gesù) consegnerà il Regno a Dio Padre.

28: Anche Lui, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che Gli ha sottomesso ogni cosa...

Ma dobbiamo chiarire che s. Paolo « considera le persone divine meno sul piano astratto della loro natura che sul piano concreto delle loro funzioni nell'opera della salvezza. Inoltre egli pensa sempre al Cristo storico nella sua realtà concreta di Dio fatto Uomo. Per questo egli lo mostra subordinato al Padre — sia nell'opera della creazione, che della restaurazione escatologica. Tuttavia il titolo di Kyrios (Signore) ricevuto dal Cristo nella Risurrezione (Fil 2,9-11; Ef 1,20-22; Ebr l,3s) non è nient'altro che il titolo divino dato a Jahwe nell'Antico Testamento (Rom 10,9 e 13; 1Cor 2,16)» (dalla Bibbia di Gerusalemme, nota a Rom 9,5).

Ma talvolta Paolo da pure a Gesù i! titolo di « Dio »: vedi ad es.: Romani 9,5: Cristo... Egli che è sopra ogni cosa, Dio benedetto nei secoli.

Tito 2,13: Nell'attesa della beata speranza e della manifestazione della gloria del nostro grande Dio e Salvatore Gesù Cristo.

Ebrei 13,21: Gesù Cristo al Quale sia gloria nei secoli dei secoli. Amen.

1 Cor 12,3: Nessuno può dire «Gesù è Signore» se non sotto l'azione dello Spirito Santo.

Col 2,9: Er in Cristo che abita corporalmente tutta la pienezza della divinità.

1 « Per ora la gloria del Figlio è velata, essendo in tutto simile agli uomini (Gv 1,14). Egli è uguale al Padre (Gv 10,30 e Gv 8,24) e la sua gloria risplenderà di nuovo (Gv 17,5; Fil. 2,6-9; Ebr 1,3)! » (cfr. Bibbia di Gerusalemme, nota a Gv 14,28).

Naturalmente ì T. d. G. cercano di tradurre arbitrariamente in modo diverso questi passi.

Che cosa pensava Gesù di se stesso? Quando i Profeti pronunciavano una parola di Dio introducevano sempre il loro discorso con « oracolo del Signore » e « Parola del Signore Dio ». Gesù non parla mai così. Egli dice: «Ma io vi dico», oppure «Amen, amen, vi dico» (cioè: « In verità, in verità vi dico»). La sua parola è parola di Dio perché Egli è Dio!


LO SPIRITO SANTO

I T. d. G. dicono che lo Spirito Santo non è Dio e non può essere " persona " divina, ma solo una forza divina.

II termine « persona » non è facile da definire né da spiegare, perché lungo i secoli il suo significato si è andato modificando. Noi usiamo questa parola per indicare l'individualità distinta, nel nostro caso dello Spirito Santo. Egli, cioè, non è il Padre, non è Gesù, il Figlio incarnatosi in Gesù. Ha delle caratteristiche proprie, compie delle azioni proprie. E' un altro.

E' uno che vive con il "Padre" e con il Figlio e... con noi (in noi)! (Se glielo permettiamo, naturalmente!).

Ecco cosa ci dice la Bibbia:

Luca 4, 1 : Gesù pieno di Spirito Santo, si allontanò dal Giordano e fu condotto dallo Spirito nel deserto.

1 Corinzi 6,19: O non sapete che il vostro corpo è tempio dello Spirito Santo che è in voi e che avete da Dio, e che non appartenete a voi stessi?

Atti 15,20: Abbiamo deciso, lo Spirito Santo e noi, di non imporvi nessun altro obbligo al di fuori di queste cose necessarie. Romani 5,5: La speranza poi non delude, perché l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato.

Lo Spirito Santo è una persona divina, è Dio egli stesso (cfr. pag. 35-36).

Nelle formule « trinitarie » viene nominato insieme al Padre e al Figlio senza distinzione:

Matteo 28,19: Battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo.

Gesù poi dice in Giovanni 15,26: Lo Spirito di verità procede dal Padre.

Il termine "procedere" lascia intendere chiaramente che lo Spirito Santo non è creatura, ma partecipe della natura Divina. Non ci meravigliamo della affermazione dei T. d. G. perché chi non ha lo Spirito Santo non può affermarne l'esistenza perché non lo vede e non Io conosce, secondo quanto dice Gesù del « mondo » in Giovanni 14, 17: II mondo non può riceverlo perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché Egli dimora presso di voi e sarà in voi.


LA CHIESA CATTOLICA

Per i T. d. G. la Chiesa cattolica (e le altre chiese cristiane) è diabolica. E' logico; se Gesù non è Dio, e Dio non è Trinità, la Chiesa che lo adora è diabolica. Ma ogni cristiano ha esperienza personale almeno del perdono dei peccati ricevuto per il ministero della Chiesa. Se il peccato — opera diabolica — viene tolto da noi nella Chiesa, questa certo non è opera de! demonio perché (Matteo 12,26): Se Satana scaccia Satana, egli è discorde con se stesso; come potrà dunque reggersi il suo regno?

2 Corinzi 5,18: Ha affidato a noi il ministero della riconciliazione. Inoltre tra i tanti brani del Nuovo Testamento leggiamo anche quelli di:

Matteo 16,18-19: Gesù dice a Pietro: Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra, sarà legato nei cieli e tutto ciò che scioglierai sulla terra, sarà sciolto nei cieli.

Con queste parole Gesù manifesta la sua intenzione: Egli ha in mente una sua famiglia che avrà una continuità. E' i! senso della continuità che domina pure nelle lettere di s. Paolo. Per es. nella lettera ai Galati (1,8) dice: Se un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anatema! La Chiesa non ha bisogno di tali riformatori: chi si pone nella Chiesa come suo riformatore, in realtà si mette fuori da essa. Una bella fotografia della Chiesa ce la da s. Paolo in: Efesini 2,20-22: Siete edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti, e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù. In Lui ogni costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo del Signore; in Lui anche voi insieme con gli altri venite edificati per diventare dimora di Dio per mezzo dello Spirito. La Chiesa Cattolica ha la convinzione di essere la stessa Chiesa di cui facevano parte gli apostoli Pietro e Paolo, che non esiste interruzione tra la loro comunità e l'attuale. Ne fanno fede, sul piano giuridico, l'imposizione delle mani per l'ordinazione dei vescovi, dei presbiteri e diaconi, mai interrotta, e sul piano spirituale, la testimonianza confortante di un'immensa schiera di martiri e santi, oltre all'esperienza psicologica, spirituale e mistica dei fedeli. Per i T, d. G. invece il cristianesimo vero è terminato alla fine del primo secolo alla morte dell'ultimo apostolo. E' ricominciato soltanto nel 1919 con i T. d. G., dopo una preparazione di circa 50 anni (dal 1874, anno in cui Russel iniziò la Società!). Nel frattempo ci sono stati 18 secoli di oscurità assoluta, non ci fu nessun cristiano vero, Dio rimase senza popolo, senza Chiesa!

(Così sarebbe falsa la parola di Gesù: «Le porte degli inferi non prevarranno sulla Chiesa »). Con queste affermazioni non s'accorgono di essere in contraddizione con se stessi: difatti la scelta dei libri del Nuovo Testamento così com'è e come essi lo usano è stata fissata dalla Chiesa appena alla fine del IV secolo! (cfr. nota pg. 30). La negazione dell'autorità del Papa, l'identificazione dei preti coi demoni e il rifiuto di altre verità ecclesiali, e dei santi Sacramenti sono una conseguenza più o meno diretta della precedente convinzione. E' tale convinzione (che la Chiesa sia satanica) che impedisce loro qualsiasi possibilità di dialogo e di collaborazione, nonché persino di partecipare insieme alla preghiera.

Certamente la Chiesa, popolo di Dio in cammino, è e si riconosce sempre assemblea di imperfetti, di peccatori, di persone bisognose di misericordia, perché ognuno di noi che ne siamo le membra, siamo peccatori. Non è una novità. Anche tra la gerarchia stessa ci sono sempre stati e ci saranno peccatori!!! Questo è certamente motivo di continua revisione e conversione! Ma ciò non è motivo dì sfiducia, perché Dio si serve proprio di chi è debole e fragile per manifestare la sua potenza; egli ha messo il suo tesoro in vasi di creta! Ci spiace che i membri della Chiesa siano peccatori, ma questo fatto è pur sempre garanzia che in essa c'è posto anche per noi!


IL BATTESIMO

Date le convinzioni precedentemente illustrate i T. d. G. non possono battezzare « nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo » con Io stesso significato che noi diamo a queste parole. Il battesimo in acqua è solo un « simbolo » della « dedicazione » che fanno a Geova Dio.

Col battesimo e una vita moralmente integra sono automaticamente « ordinati ministri » di Geova Dio. Il ministro ha il dovere di non trascurare lo studio della Bibbia, la frequenza alle adunanze, e il ministero di campo.

Per il cristiano il battesimo non è solo un simbolo, ma una vera « immersione » nella vita di Dio, che avviene in quel momento, ed egli la compie per ubbidire ad un preciso comando di Gesù: Matteo 28, 19: Andate dunque ed ammaestrate tutte le nazioni e battezzatele nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo. Atti 2,38: Pentitevi e ciascuno si faccia battezzare nel nome di Gesù Cristo, per la remissione dei vostri peccati; dopo riceverete il dono dello Spirito Santo.

Battezzare nel nome di Dio vuoi dire passare in proprietà di Dio e quindi assumere il nome di Dio come proprio nome, tanto si è entrati in comunione con Lui! Noi assumiamo il nome del Padre amando per primi i nostri fratelli (amore dei nemici), poiché il Padre è colui che ama per primo, che ha l'iniziativa dell'amore! Assumiamo il nome del Figlio, che risponde ubbidendo con amore, sottomettendoci quindi a Dio e ai fratelli come Gesù! Assumiamo il nome dello Spirito Santo lasciandoci guidare in ogni circostanza a dipendere da Dio e non dalle cose e dalle forze di questa terra. In particolare il battesimo del cristiano è immergersi nel Figlio di Dio morente e risorgente, un morire al peccato e risorgere a vita nuova (Rom 6,3-11), è iniziare un processo vitale di conversione che ha bisogno poi di essere condotto avanti.

Siamo coscienti quindi che non basta certamente essere battezzati nel modo giusto. Chi crederà e sarà battezzato sarà salvo dice Gesù. L'impegno del cristiano nel far vivere la fede e nel dare spazio al proprio Dio nella vita (azioni, pensieri, progetti) deve essere continuamente presente.

Può essere certamente uno stimolo positivo per i cristiani l'impegno dei T. d. G, II Battesimo non va solo celebrato e registrato, ma vissuto quotidianamente!


IL BATTESIMO DEI BAMBINI

Il battesimo dei bambini per i T. d. G è antiscritturale e inutile. Non abbiamo nella Bibbia testimonianze dirette di battesimo conferito ai bambini, ma ci sono alcune affermazioni che non lo escludono:

Atti 16,15: Dopo essere stata battezzata assieme a tutta la sua famiglie...

Atti 18, 8; Crispo, capo della sinagoga, credette nel Signore insieme a tutta la sua famiglia; e anche molti dei Corinzi, udendo Paolo, credevano e si facevano battezzare.

Dicendo « tutta la famiglia » è probabile la presenza di bambini e fanciulli. La Scrittura ci assicura però che Dio può intervenire anche nella vita dei bambini. Vedi per es.:

1 Samuele 1,27: Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho chiesto; perciò anch'io lo do in cambio al Signore: per tutti ì giorni della sua vita egli è ceduto al Signore.

1 Samuele 2, 18: Samuele prestava servizio davanti al Signore, per quanto lo poteva un fanciullo.

Luca 1,15: ...Sarà pieno di Spirito Santo fino dal seno di sua madre (detto di Giovanni Battista).

Luca 18,16: Lasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite perché a chi è come loro appartiene il regno di Dio. E' vero anche che la Chiesa amministra il battesimo ai bambini se ci sono garanzie sufficienti (genitori e parenti credenti) che essi possano "respirare" un'atmosfera di fede e quindi crescere nell'amore del Padre, Figlio e Spirito Santo nel cui nome sono stati battezzati. Se non c'è alcuna prospettiva che il bambino possa essere aiutato a far propria la fede della Chiesa, essa non amministra il s. Battesimo.


ANIMA IMMORTALE

I T. d. G. sostengono che l'anima dell'uomo non è immortale. Trovano motivo per questa affermazione nelle parole della Bibbia, ma non si accorgono che nella S. Scrittura la parola « anima » indica « persona » « essere vivente »: vedi per es. quando Abramo volle spartire il bottino col re di Sodoma, questi gli disse: « Dammi le anime, ma tieni per te i beni » (traduz. dei T. d. G.). Intendeva certamente dire Dammi le persone, i beni prendili per te (Genesi 14,21).

Una parola del profeta Ezechiele (18,20) dice: «l'anima che pecca essa stessa morrà» (traduz. dei T. d.G.).

II contesto in cui il profeta mette questa frase vuole sostenere il fatto che Dio punisce chi pecca e non i suoi parenti, vuoi metter l'uomo nella condizione di assumersi la responsabilità delle proprie azioni: Colui che ha peccato e non altri deve morire; il figlio non sconta l'iniquità del padre, né il padre l'iniquità del figlio. AI giusto sarà accreditata la sua giustizia e al malvagio la sua malvagità.

Il profeta in questo passo usa il termine "anima" senza cambiargli il significato che aveva nel suo linguaggio d'allora, cioè « persona ». Perciò noi leggiamo quella riga così: « Colui che ha peccato e non altri morirà ».

I T. d. G. nel libro «Nuovi cieli e nuova terra» a pg. 82 dicono:

«Perciò, quando Abramo fosse tornato in polvere, quell'anima vivente sarebbe morta; era un'anima mortale e Dio poteva distruggerla... Più di 3400 anni dopo il peccato dì Adamo Geova Dio ispirò il profeta Ezechiele onde scrivesse: " ...l'anima che pecca sarà quella che morrà ". Quindi per Adamo la morte significò i! ritorno all'inesistenza ».

Interpretata così fuori del suo contesto tale frase porta alla conclusione che con la morte l'uomo subisce una distruzione: nulla più esiste di lui. Alla fine del presente "sistema di cose" solo il T. d. G. sarà nuovamente chiamato all'esistenza da Dio (vedi anche pg. 56). Non occorre ci serviamo di ragionamenti filosofici che dimostrano la immortalità dell'anima: abbiamo la Parola di Dio che ci conforta e ci rassicura che con la nostra morte il corpo subisce sì la corruzione, ma qualcosa dì noi (come chiamare questa cosa, « anima »?) sussiste.

Apocalisse 14, 13: Udii una voce dal cielo che diceva; Scrivi: beati d'ora in poi i morti che muoiono nel Signore. Sì, dice lo Spirito, riposeranno dalle loro fatiche, perché la loro opere li seguono. Sapienza 2,23: Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità; lo fece a immagine della propria natura.

Col vocabolo « morte » il libro della Sapienza intende solo la morte dell'empio, che non ha prospettiva davanti a sé. Le anime dei giusti invece sono nelle mani di Dio: per essi la morte ha il senso della continuità nella vita presso Dio.

Tutta la Sacra Scrittura quando dice « anima » o « carne » indica la totalità della persona, ma con prospettive diverse: carne è l'uomo come creatura fragile, esposta alla morte; anima è la persona in quanto legata a Dio, aperta all'azione di Dio e perciò anche immortale. Che ci sia una vita oltre la morte non è mai stato messo in dubbio nell'Antico Testamento, pur non sapendo come fosse. S. Paolo dice: Così anche quelli che sono morti, Dio li radunerà per mezzo di Gesù insieme con Lui (1 Tess 4, 14). Ora Dio può « radunare » chi già esistei, non chi è annientato. Inoltre la Bibbia riferisce le visioni di s. Giovanni (in Apocalisse): Egli vede davanti al trono di Dio vegliardi e una « moltitudine immensa »: essi sono vivi davanti a Dio! « e Io servono giorno e notte! ».

Aggiungiamo qui un'altra affermazione dei T. d. G.: l'inferno non esiste.

Cerchiamo di non dimenticare alcune parole di Gesù e degli Apostoli per conoscere la verità.

Mt 25,41: Lontano da me, maledetti, nel fuoco eterno!... Giov 5,28-29: Coloro che sono nei sepolcri udranno la sua voce e ne usciranno: quanti fecero il bene per una risurrezione di vita e quanti fecero il male per una risurrezione di condanna. 2 Cor 5,10: Tutti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, ciascuno per ricevere la ricompensa delle opere compiute finché era nel corpo, sia in bene, che in male.


MARIA SANTISSIMA E I SANTI

Maria, la madre di Gesù, e i Santi non sono tenuti dai T. d. G. in alcuna considerazione. Anzi chi li venera è accusato di idolatria. Possiamo capirlo, se è vero che dall'anno 100 dopo Cristo fino al 1919 (il periodo del fondatore C. T, Russel, dal 1874 al 1919, viene definito periodo di " graduale risveglio ") non ci sono stati veri « adoratori! » (cfr. pag. 69). Non c'è stato cioè nessun cristiano!

Non ci vogliamo ritenere così superbi da non poter ripetere le parole che l'angelo Gabriele ed Elisabetta rivolsero a Maria: Luca 1,28: Ti saluto, piena di grazia, il Signore è con te.

Luca 1,42: Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo.

I cristiani non dimenticano queste altre parole della Bibbia pronunciate da Maria: Luca 1,48: D'ora in poi tutte le generazioni mi chiameranno beata!

Così, come si dice a riguardo di Maria, sorella di Lazzaro: Matteo 2ó,7 e 13: Gli si avvicinò una donna con un vaso di alabastro di olio profumato molto prezioso, e glielo versò sul capo mentre stava a mensa... Gesù disse: In verità vi dico: dovunque sarà predicato questo Vangelo, nel mondo intero, sarà detto anche ciò che essa ha fatto in ricordo di lei.

1 Corinzi 11,1: Fratelli, siate miei imitatori come io lo sono di Cristo.

Queste parole dì Paolo valgono anche oggi! Possiamo imitarlo anche

se ora vive « nascosto con Cristo in Dio »!

Venerando (non «adorando») i Santi, noi apprezziamo e lodiamo l'opera di Dio, che da peccatori li ha resi amici suoi e risplendenti o rispecchianti la sua santità. Solo Dio è santo! Nei « Santi » vediamo un riflesso della santità dì Dio!

Levitico 11,44: Siate santi, perché lo sono santo.

Efesini 1,4: Ci ha scelti per essere santi.


IL NUMERO DEI REDENTI

I T. d. G. posseggono un censimento esatto del proprio numero. Ciò è possibile grazie al controllo strettissimo su tutti i membri; ad es.:

media proclamatori 1980 in Italia: 81.569

media proclamatori 1981 in Italia: 87.854 (+8% del 1980)

media proclamatori 1980 nel mondo: 2.175.403

media proclamatori 1981 nel mondo: 2.247.486 (+3,3% del 1980).

Noi cristiani non ci preoccupiamo del numero esatto dei nostri fratelli.

Abbiamo letto nella Bibbia:

2Samuele 24,2-3 e 10: 11 re David disse a Joab: «Fate il censimento del popolo, perché io conosca il numero della popolazione ». Joab rispose al re: « II Signore Dio tuo moltiplichi il popolo cento volte più di quello che è, e gli occhi del re, mio signore, possano vederlo! Ma perché il re, mio signore, desidera questa cosa? ». Ma dopo che Davide ebbe fatto il censimento del popolo si sentì battere il cuore e disse al Signore: « Ho peccato molto per quanto ho fatto ».

Nel libro dell'Apocalisse di s. Giovanni leggiamo: Apocalisse 7,4: Poi udii il numero di coloro che furono segnati con il sigillo: centoquarantaquattromila, segnati da ogni tribù dei figli di Israele...

Da questo numero — che noi sappiamo essere simbolico (è il numero delle 12 tribù d'Israele moltiplicato per 12 e poi per mille: sta ad indicare il numero sterminato dei salvati) — i T. d. G. hanno dedotto che nel Paradiso saranno 144.000 ( + 1, cioè Cristo Gesù) coloro che regneranno: sono la « classe celeste ».

I predestinati sanno d'esserlo per rivelazione diretta. Essi sono gli unici che possono partecipare al « pasto serale del Signore» (« Commemorazione»1) una volta all'anno mangiando il «pane e vino emblematici » del corpo di Cristo.

Gli altri possono assistervi (dal 1938, prima non era permesso). Nel libro «Vita eterna, nella libertà dei figli di Dio» a pg. 120-156 sono contenute le indicazioni con cui ognuno può stabilire se è chiamato a partecipare alla Commemorazione (sono indicazioni molto confuse. Ognuno deve sentire dentro di sé tale chiamata). Il numero dei «partecipanti» è la cifra che manca a completare in cielo la « classe celeste » di 144.000. Tenendo conto dei decessi, il numero dei partecipanti dovrebbe diminuire di anno in anno. Non riusciamo a capire come mai nel 1973 i partecipanti in tutto il mondo furono 10.523 e nel 1974, il 7 .aprile, furono 10.723! Ne! 1976 invece furono 10.184. Nel 1981 furono 9.601. Alle stesse date "presenziarono" invece alla Commemorazione, senza mangiare il pane, rispettivamente 3.994.924 e 4.550.457 T. d. G. e 4.472.571 nel '76, nell'81, 5.987.893. In Italia, nel '76 presenziarono 130.748, nell'81, 187.165.

Tutti gli altri T. d. G. non andranno in cielo, ma vivranno in una terra da paradiso terrestre senza afflizioni, come Adamo ed Eva, prima del peccato. Chi non sarà T. d. G. sarà semplicemente annullato, «stroncato», non risorgerà. L'inferno non esiste (cfr. pg. 46). I « fortunati » che vivranno sulla terra nuova saranno comandati (regnati) dalla «classe celeste» dei 144.001.

In questo modo vengono interpretati i passi del libro dell'Apocalisse senza tener conto del loro significato allegorico e apocalittico.

Noi leggiamo con gioia il seguente versetto dell'Apocalisse: Apocalisse 7,9: Dopo ciò, apparve una moltitudine immensa, che nessuno poteva contare, di ogni nazione, razza, popolo e lingua. Tutti stavano in piedi davanti al trono e davanti all'Agnello, avvolti in vesti candide, e portavano palme nelle mani. Qui il Paradiso viene presentato in modo plastico, quasi terrestre. Come avrebbe potuto spiegare l'Apostolo le sue visioni e le sue esperienze mistiche se non con immagini tolte dalla nostra esperienza terrestre?

La realtà del " Paradiso " è certamente molto distante da ciò che la nostra bocca può proferire o che i nostri orecchi possono udire: c'è la distanza che ci può essere tra Dio e l'uomo! Ci sarà posto anche per noi? Se saremo fedeli a Gesù Cristo e non lo rinnegheremo, " regneremo con lui "!

Luca 13,23-24: Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salveranno? ». Rispose: « Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, vi dico, cercheranno di entrarvi, ma non ci riusciranno ».

Entrerà chiunque crede nel figlio di Dio, Gesù Cristo: Chi crede nel Figlio ha la vita!

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1 * Commemorazione » è la loro celebrazione in ricordo dell'ultima Cena. 52


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