ME
NU

Io sono il Signore Dio tuo

*

Io sono il Signore Dio tuo 





 

Dio mi parla: io valgo per Lui!

Lo ascolto: Lui vale per me!

 

Copertina: 

Maria, Madre dell’accoglienza, ci invita a tenere il nostro sguardo e il nostro desiderio rivolti alla patria definitiva. Avremo gioia e forza per obbedire alla sapienza che il Padre ci ha trasmesso con i suoi comandamenti!

 

  

Dio è il mio Dio quando è in cima ai miei pensieri e ai miei desideri. Se sopra di lui ci fosse qualche altro interesse, qualche desiderio, qualche ricchezza, qualche ambizione o potere, quello sarebbe il vero Dio del mio cuore. E allora il mio cuore sarebbe nel buio, preda di tutte le concupiscenze.

Il Signore, che ha liberato il popolo d’Israele dalla schiavitù, e che libera e ha liberato me dal peccato, quello mi ricorda e mi ripete che è lui il mio Dio: è lui degno di occupare il primo posto nei miei desideri, quindi è lui che devo interrogare prima di qualunque altro, è da lui che devo dipendere, se voglio che la mia vita sia piena e pienamente realizzata.

I comandamenti di Dio non sono delle limitazioni, anzi, sono delle indicazioni molto sapienti per me, per te e per tutti, credenti e non credenti. 

In queste paginette riassumo lunghe riflessioni che sorgono nel cuore leggendo i dieci comandamenti come dono dell’amore del Padre. Con le paginette che iniziano “Quindi è peccato” cerco poi di ricordarmi quali pensieri o parole o azioni o omissioni potrebbero manifestare o segnare il rifiuto della sapienza di Dio. 

Come suggeriscono gli apostoli, ci aiutiamo gli uni gli altri a ricordare queste parole sagge e ricche del nostro Dio e Padre. È un modo per vivere il comandamento nuovo: “Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato”! 

Don Vigilio

 

INDICE  

1. Non avrai altro Dio all’infuori di me

2. Non nominare il nome di Dio invano

3. Ricordati di santificare le feste

4. Onora il padre e la madre

5. Non uccidere

6. Non commettere atti impuri (non fornicare)

7. Non rubare

8. Non testimoniare il falso

9. Non desiderare la donna d’altri

10. Non desiderare la roba d’altri

Peccato e peccato grave

Preghiera dopo un esame di coscienza

inizio

 

1. 

Non avrai altro Dio all’infuori di me!

 

È facile trattare il Padre non come Dio,

ma come servo, o come padrone,

o come fosse cieco, o sordo o muto!

È facile avere altri dei:

denaro, dominio sugli altri, divertimento,

(tre d come diavolo!)

o ricorrere a forme magiche per non adoperare la fede!

Chi si fida dell’uomo invece che di Dio

si affida in realtà a Satana, il Nemico. 

 

Non voglio fare come se Dio non esistesse, per vivere come mi pare e piace.

Non mi rivolgo alle stelle, ai pendoli, a chi dice di vedere bene e male o colpe o futuro in carte o cristalli.

Non cerco i medium, chi interroga i morti e chi seduce con parole e locuzioni che non si possono verificare.

 

Cerco la Parola di Dio, per conoscere e comprendere la sua volontà, i suoi disegni per la mia vita e per la vita di tutti gli uomini. Cerco di conoscere Gesù, colui che il Padre ha mandato per la salvezza di tutti. 

 

“Uno solo, infatti, è Dio e uno solo il mediatore fra Dio e gli uomini, l'uomo Cristo Gesù”

1Tim 2,5

 

 

Quindi è peccato:

 

ritenere qualche persona più importante di Dio Padre;

ascoltare con maggior attenzione gli uomini invece di Dio;

impegnarsi per qualche cosa anche a costo di disubbidire a Dio;

ritenere Dio servo dei propri bisogni e dei propri istinti;

ritenere Dio padrone cattivo e interessato;

evitare la Parola di Dio o non cercarla;

pregare Dio senza fiducia;

non pregare, o pregare solo per domandare;

aver vergogna di farsi vedere a pregare in famiglia o nella comunità cristiana; deridere coloro che pregano;

distogliere i figli o altri dalla preghiera e dall’ascolto del Vangelo;

ribellarsi alla volontà di Dio;

continuare a piangere, come se Dio non ti amasse e non si occupasse di te, o continuare a rimpiangere il passato;

non affidare a Dio il proprio futuro, ma volerlo scoprire interrogando le carte (cartomanti), le mani (chiromanti), cristalli, pendoli, astrologi, medium, morti (negromanti), sedute spiritiche: peccati gravissimi e molto pericolosi;

voler intervenire sulla propria vita o su quella altrui tramite magie;

chiedere a maghi o streghe di fare qualcosa per legare a sé delle persone, o per farle ammalare o morire o guarire: è chiedere aiuto al diavolo, che pretenderà molto da te in cambio;

adorare uomini (es. Sai Baba), piante, animali, cose (sciamanesimo);

portare amuleti o portafortuna;

vivere come se Dio non esistesse, come se non fosse capace di parlare e di ascoltare e di vedere;

arrabbiarsi (in fin dei conti è una forma di idolatria);

tenere nel cuore pensieri superbi o di orgoglio, oppure manifestarli con atteggiamenti o azioni di superiorità;

aderire ad altre religioni, sette, movimenti religiosi alternativi: accettare le loro iniziazioni e partecipare a società segrete;

rinnegare la propria fede cristiana (anche usando parole e pratiche delle religioni senza Dio, parole che provengono da credenze panteistiche e le esprimono).

 

Tu sei il mio Signore,

eccomi, fa’ di me ciò che vuoi!

inizio

Non nominare il nome di Dio invano 

 

Chi non nomina mai Dio

per lodarlo, benedirlo, glorificarlo,

quando lo nomina

lo fa per denigrarlo,

o per incensare se stesso! 

 

Lodo e ringrazio Dio soprattutto per quello che lui è,

non solo per ciò che fa!

Cerco le parole più belle per parlare di Lui!

Attribuisco a Dio il bene, e tutto il bene,

sia quello che faccio io che quello che fanno gli altri!

 

Non attribuisco colpa a Dio per il male che capita, per il peccato degli uomini, per le mie incapacità o pigrizia a vivere obbediente a lui.

Non penso e non dico che Dio dovrebbe fare, … non voglio insegnargli, presumendo d’essere più sapiente e intelligente di lui.

Non lo nomino per scherzo, non lo uso come protagonista di barzellette… 

 

Quale uomo può conoscere il volere di Dio?

Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?

Sap 9,13

O uomo, tu chi sei per disputare con Dio? Oserà forse dire il vaso plasmato a colui che lo plasmò: «Perché mi hai fatto così?». Rom 9,20

 

Quindi è peccato:

dare la colpa a Dio del male che capita, del peccato degli uomini, delle tue incapacità a vivere obbediente a lui;

pensare e dire che Dio dovrebbe fare diversamente, che Dio è ingiusto, ecc.;

pronunciare il nome di Dio per sciocchezze, per raccontare barzellette, per futilità;

usare il nome di Dio per proprio interesse, per darsi autorità, per farsi benvolere, o come nome magico;

bestemmiare, cioè inveire contro Dio con titoli ingiuriosi (non serve nemmeno il comandamento per capire la gravità di questo peccato diabolico);

non lodare mai Dio, nemmeno per i suoi evidenti benefici. 

Padre, ti benedico!

Gesù, ti adoro!

Spirito Santo, vieni!

inizio


3  

Ricordati di santificare le feste

 

Riempio il Giorno del Signore di opere di carità,

in esso mi dedico alla serenità della famiglia,

alla comunione del paese,

partecipo all’assemblea del popolo di Dio.

Non lo considero uguale a tutti gli altri giorni,

utile per il mio guadagno,

o giorno di divertimento,

adatto per dileguarmi dalla società! 

 

La festa è un dono per non dimenticare la meta,

anzi, per goderne già in anticipo la bellezza.

Se in quel giorno penso solo a me stesso

ho dimenticato il mio Dio, sono fuori strada.

 

Sono in attesa di Dio, e lo apprezzo, perciò celebro la festa con amore, con gioia, con pace. 

 

“Non disertiamo le nostre riunioni,

come alcuni hanno l'abitudine di fare,

ma esortiamoci a vicenda;

tanto più che vedete avvicinarsi il giorno del Signore.”

Eb 10,25

 

Quindi è peccato:

di domenica o nelle solennità 

lavorare anche se si potrebbe evitarlo;

pensare solo a divertirsi;

non curarsi della propria famiglia;

ignorare le persone sole, sofferenti o malate; 

non frequentare l’assemblea Eucaristica;

frequentare la Messa svogliatamente, senza impegno a collaborare, come se si assistesse ad uno spettacolo;

prendere la S. Comunione in maniera sacrilega, (senza essersi confessati dei peccati gravi o continuando a vivere in modo disordinato).

 

inizio

4.  

Onora il padre e la madre

 

Da Dio viene la vita:

coloro che me l’hanno comunicata

sono suo strumento.

Ringrazio Dio amando i miei.

Onoro i miei amando Dio. 

Mi considero debitore

a genitori, a nonni, a fratelli:

essi sono stati, sono e saranno

segno dell’amore di Dio per me.

Cerco di essere anch’io dono di Dio per loro.

 

Non voglio ignorare le loro necessità spirituali e materiali.

Cerco prima di tutto la comunione fraterna, la pace, la concordia, prima e molto più dell’eredità. 

 

“Figli, obbedite ai vostri genitori nel Signore,

perché questo è giusto”.

Ef 6,1

 

Quindi è peccato: 

per i figli ancora giovani: 

non obbedire ai genitori;

far di testa propria senza interrogare i genitori, soprattutto se si vive con loro;

non occuparsi di loro;

pretendere da loro denaro, l’eredità, di farsi servire;

litigare con i fratelli per questioni materiali;

lasciare che i propri fratelli sbaglino nelle scelte di vita;

 

per i genitori e isuperiori: 

disinteressarsi dei figli piccoli e giovani;

accontentare tutti i loro capricci;

dar loro denaro senza assicurarsi che lo sappiano usare;

consegnare loro appartamenti e proprietà anche se non le sanno usare in modo corretto secondo i comandamenti di Dio;

non istruirsi in vista della loro educazione e dei loro problemi;

non farsi aiutare per comprenderli nei problemi del loro sviluppo.

 inizio


5. 

Non uccidere

 

Le armi per uccidere

sono costruite dalla disobbedienza a Dio.

Ogni volta che disubbidisco a Dio

sto iniziando a rovinare la vita al mio prossimo,

a rendergliela difficile,

a procurargli sofferenza. 

 

Non giudico nessuno: farei ciò che non mi spetta, che non sono in grado di fare, sbaglierei di sicuro.

Non approvo e non proteggo chi fa il male: sarei peggiore di lui.

Non tolgo a nessuno l’onore, la stima, il buon nome, la salute.

Non giustifico l’aborto, nemmeno come rimedio alla salute, all’economia, alla reputazione…

Non cedo al mio sconforto disperandomi, o pensando di togliermi la vita.

Il mio prossimo è immagine di Dio: perciò lo onoro e lo rispetto, anche se egli non contraccambia.

 

Cerco di istruirmi culturalmente e formarmi spiritualmente,

perché io possa diventare un aiuto e una benedizione per molti.

Tengo il sorriso pronto per ogni persona.

 

“Chiunque si adira con il proprio fratello,

sarà sottoposto a giudizio”.

Mt 5,22

 

Quindi è peccato: 

ritenersi e farsi padroni della vita propria o altrui;

operare in questa direzione, togliendo spazio vitale al prossimo;

ritenersi migliori degli altri con orgoglio o superbia;

offendere con parole o con gesti che nuocciano alla salute;

parlare male di qualcuno;

pensare il male o augurare il male o la morte;

maledire;

pensare o tentare il suicidio;

pensare all’omicidio;

consigliare o favorire l’aborto (vero omicidio, con gravi conseguenze alla salute psichica della madre);

consigliare o aiutare l’eutanasia (vero suicidio).

inizio 


6. 

Non commettere atti impuri

(Non fornicare)

 

La purezza degli occhi, del cuore e delle azioni

è grande dono di Dio, è libertà interiore,

aumenta la capacità di donarsi.

Il piacere sessuale, se ricercato,

inganna il ragionamento,

rende il cuore insensibile,

procura sofferenze a se stessi e agli altri.

Non sono capace di mantenermi puro?

Ubbidisco a Gesù che ha detto: “Chiedete e otterrete”.

 

Non seguo tutte le inclinazioni che possono passare nel cuore o nella mente:

il piacere sessuale con chiunque,

per amore di un giorno o per finto amore,

a costo di adulterio o di rapporti sessuali con persone dell’uno o dell’altro sesso

né divertimenti con letture e immagini.

Considero l’essere uomo o donna come dono di Dio,

fonte di un amore capace di servire,

carisma per la trasmissione della vita fisica e spirituale.

Vedo il matrimonio come missione

che rivela la fedeltà e la fecondità di Dio,

penso il celibato come profezia del Regno dei cieli.

 

“Qualsiasi peccato l'uomo commetta,

è fuori del suo corpo; ma chi si dá alla fornicazione,

pecca contro il proprio corpo”.

1Cor 6,18

 

Quindi è peccato:

non dominare i propri pensieri e brame di tipo sessuale.

acquistare riviste pornografiche, frequentare film immorali, navigare in internet su siti porno o pedofili, seguire programmi televisivi osceni;

vestire in maniera da eccitare coloro che ti vedono;

ricercare il piacere sensuale con il proprio corpo;

cercare divertimenti con letture o immagini immorali;

cercare il piacere sessuale con chiunque, per finto amore o per amore di un giorno;

avere rapporti sessuali al di fuori del matrimonio o prima di averlo celebrato;

commettere adulterio, cioè rapporti sessuali con persona diversa dal proprio coniuge o, se sei libero, con persona già impegnata nel matrimonio;

guardare bambini e ragazzi con sguardo desideroso di piacere sensuale;

cercare il piacere sessuale con persone dello stesso sesso, e con animali;

partecipare ad orge ecc. 

inizio

7.  

Non rubare 

 

Chi ruba non considera Dio suo Padre

e non si ritiene fratello degli uomini:

si isola e rimane ingannato. 

Imparo ad essere generoso

e non mi verrà voglia di rubare.

 

Non adopero il denaro per accontentare gola e vanità,

piaceri e prepotenze,

né per comprare l’amore dei figli o degli amici.

Non considero il denaro sicurezza del mio futuro,

garanzia della vecchiaia,

più sicura della Parola del mio Dio!

 

Considero le ricchezze proprietà di Dio:

egli elegge l’uomo amministratore dei suoi beni;

glieli affida con fiducia, come strumento per rivelare e distribuire il suo amore.

Mi accontento del necessario, sono generoso verso i poveri e verso le opere con cui la Chiesa fa conoscere l’amore di Dio Padre e il suo Salvatore agli uomini. 

 

“Non accumulatevi tesori sulla terra.”     Mt 6,19

 

Quindi è peccato: 

tenere nel cuore invidia per quanto posseggono gli altri;

non accorgersi del bisogno dei poveri vicini o lontani;

essere avari;

non impegnarsi nel proprio lavoro retribuito;

non retribuire adeguatamente i propri dipendenti;

ingannare negli acquisti e nelle vendite;

desiderare la ricchezza materiale;

appropriarsi di ciò che appartiene agli altri;

evadere costantemente il fisco.

 inizio


8.  

Non testimoniare il falso

 

Mentire… è caratteristica del padre della menzogna.

Quando mento rinuncio ad avere Dio per Padre

e scelgo come padre della mia vita

il padre delle tenebre.

Se non posso dire qualche verità, taccio, ma non mento. 

 

Sapendo che gli altri sono figli di Dio, non mi permetto di ingannarli, anzi, mi presento loro limpido come l’acqua di sorgente!

Sapendo che io sono figlio di Dio,

non imparo dal padre della menzogna.

Considero la mia parola

strumento della Parola di Dio, verità, luce e benedizione.

 

Non voglio che gli altri perdano la fiducia in me.

Non voglio che la mia vita faccia pensare

ad un Dio senza cuore e antipatico.

Con la mia vita voglio essere testimone

che Dio è amore paziente e misericordioso. 

“Sia il vostro dire: si, si, no, no.

il di più viene dal maligno.”

Mt 5,37

 

Quindi è peccato:

mentire

per farsi approvare;

per danneggiare gli altri;

testimoniare il falso in qualsiasi tribunale;

dire il falso o nascondere peccati durante la confessione;

giurare per farsi credere;

ingannare.

 inizio

 

9.  

Non desiderare la donna d’altri.

 

I desideri, manifestazione della psiche,

non sono da seguire a tutti i costi

per realizzarsi o per essere felici.

Essi talora sono tentazione,

che porta fuori dalla strada di Dio

a rovinare se stessi e gli altri.

Ho desideri?

Li confronto con la Parola di Dio e ubbidisco a lui.

Mi piace una donna?

Interrogo Dio prima di seguire il desiderio. 

 

Sto attento a discernere i pensieri e i desideri.

Tra di essi promuovo quelli che vengono dal mio Dio, fedele e santo.

Confronto i miei desideri con la parola di Gesù

e accolgo solo quelli che mi realizzano come figlio di Dio.

Custodisco il mio cuore nella fedeltà alla mia missione in famiglia e faccio il possibile che anche le altre famiglie siano unite e stabili.

 

“Chiunque guarda una donna per desiderarla,

ha già commesso adulterio con lei nel suo cuore”.

Mt 5,28


Quindi è peccato: 

desiderare l’affetto di uomini o donne che non siano il proprio coniuge;

manifestare interesse… perdere tempo a fantasticare, chattare o messaggiare con altri uomini e donne;

offrire al proprio coniuge l’occasione o permettere di fare altrettanto.

 inizio

 

10. 

Non desiderare la roba d’altri.

 

Bramosia invidia gelosia,

caratteristiche del cuore che non si sa accontentare.

Chi le segue non si considera figlio di Dio,

amato e accompagnato da lui.

Desiderio di qualsiasi cosa può diventare idolatria. 

 

Quanto io possiedo è strumento per la missione

che mi è stata affidata nel mondo.

Se un altro adopera le mie cose per il Regno di Dio,

ecco, le adoperi pure.

 

L’invidia rende avari,

chiude gli occhi alle necessità dei fratelli,

fa litigare e odiare.

Domino l’invidia: è desiderio che mi toglie la pace,

mi rende diffidente,

mi fa perdere la stima degli altri

e non mi permette di godere comunione e armonia.

  

“L’uomo non può avere tutto.”

Sir 17,25

 

Quindi è peccato: 

confrontare la propria posizione con quella altrui;

invidiare la ricchezza e qualunque proprietà degli altri;

desiderare di possedere come gli altri.

inizio 

 

 

Peccato e peccato grave 

 

Alcune persone si mettono in viaggio per incontrare il loro più grande amico, che abita sulle montagne e già ha mandato qualcuno che vada loro incontro. La strada, lunga e a tratti faticosa, è segnata. È necessario fare attenzione ai segni, perché ci sono vari incroci. Se si imboccano strade sbagliate, invece di avvicinarsi alla meta ce se ne allontana: non si ci può permettere di ignorare le indicazioni!

Il gruppetto si è incamminato e procede con gioia.

 

  1. Capita però che qualcuno, distratto da qualche suono gradito o dallo spavento di qualche rumore inatteso, inciampa e cade. Nulla di grave, nonostante il dolore di un ginocchio sbucciato. Si rialza da solo e riprende il cammino.

 

  1. Talvolta, esagerando nell’avvicinarsi troppo al bordo, qualcuno perde l’equilibrio e sdrucciola giù per la scarpata. Spine e cardi lo pungono, ma può risalire aiutato dagli altri. Ha perduto e fatto perdere del tempo. In un altro posto, cadendo così, uno si frattura una gamba. Ci sono gli altri che lo aiutano, per fortuna; lo portano e gli portano lo zaino. Tutti fanno ritardo e faticano molto di più.

 

  1. Due di loro, avanzando più veloci degli altri, imboccano una strada sbagliata. Quando gli altri si accorgono, perdono molto tempo a cercarli e richiamarli. Quello però che, nonostante i richiami, continua a camminare ostinato sulla strada errata intrapresa, convinto che sia quella giusta, pur senza graffiature e senza gambe rotte cammina veloce, ma non potrà arrivare dove si era prefisso. Continuerà a camminare? Verso dove? La gioia che cerca si allontana sempre più da lui!

 

Perché questo racconto? Per capire cos’è peccato (= sbaglio il traguardo): il peccato, il peccato grave e il peccato mortale.

 

  1. Perdi tempo, ti sbucci le ginocchia? Peccato, non grave, perché sei rimasto sulla strada, non ti sei perso, puoi riprendere il cammino per incontrare il tuo amico, per incontrare il Padre!

 

  1. Ti procuri sofferenza e fai soffrire e perder tempo anche ad altri? Rallenti l’incontro, corri volutamente il rischio di perderne il desiderio? Peccato grave.

 

  1. Perdi la strada e vai da solo chissà dove? Non ascolti i richiami di chi ti ama? Le azioni suggerite dal tuo orgoglio e dalla tua ostinazione sono peccato mortale, perché ti metti in situazione di non incontrare più Colui che ti attende per amarti per sempre, o forse non desideri nemmeno più incontrarlo!

 

inizio 

 

Preghiera dopo un esame di coscienza  

 

Tu sei l’unico Dio, che ci ami sempre: invece di rispondere al tuo amore, abbiamo amato cose che passano e illudono, le abbiamo messe al tuo posto, come se fossero più importanti di te e tu non fossi in grado di riempire il nostro cuore. Perdonaci, o Dio, nostro Padre!

 

Il tuo nome è santo e il tuo amore per noi perfetto: noi ci siamo lamentati di te e abbiamo giudicato il tuo modo di agire. Abbiamo in tal modo bestemmiato te, nostro Padre! Perdonaci, o Dio, nostro Padre!

 

Ci hai donato un Giorno perché in esso godiamo la tua presenza e le tue opere, la risurrezione del tuo Figlio e la comunione con i fratelli, ma noi abbiamo adoperato quel Giorno santo per isolarci nel divertimento o per continuare il lavoro. Perdonaci, o Dio, nostro Padre!

 

Ci hai messo a fianco persone che ci amano e persone da amare. Ci siamo dimenticati che esse sono la tua immagine e le abbiamo ignorate, se non addirittura danneggiate con parole o opere. Perdonaci, o Dio, nostro Padre!

 

Ci hai donato un corpo perché con esso amiamo te e gli uomini: noi ne abbiamo fatto strumento di piacere. Perdonaci, o Dio, nostro Padre!

 

Ci hai messo a disposizione tante cose belle e buone. Ci siamo attaccati ad esse, ce ne siamo impadroniti, le abbiamo messe al tuo posto, guardate e stimate più dei tuoi figli. Perdonaci, o Dio, nostro Padre!

 

Ci hai donato la lingua per pronunciare la verità della tua parola e della tua lode: noi l’abbiamo usata per insulsaggini e futilità, cose che non aiutano nessuno e ingannano i fratelli. Perdonaci, o Dio, nostro Padre!

 

Ci hai donato un cuore per desiderare te, vero tesoro: abbiamo desiderato invece ciò che passa e non ci appartiene. Perdonaci, o Dio, nostro Padre!

 

E ora, con le parole di Cristo nostro Signore, ci rivolgiamo a Dio, nostro Padre, perché rimetta i nostri peccati e ci liberi da ogni male.

 

Padre nostro

 inizio

Guarda con bontà, o Signore, noi tuoi figli che ci riconosciamo peccatori, e fa’ che, liberati da ogni colpa, per il ministero della tua Chiesa, rendmano grazie al tuo amore misericordioso. Per Cristo nostro Signore. Amen.

 

 *** 

“Le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, idolatria, stregonerie, inimicizie, discordie, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, invidie, ubriachezze, orge e cose del genere: circa queste cose vi preavviso che chi le compie non erediterà il regno di Dio.” (Gal 5,20)

 

“Il frutto dello Spirito invece è: amore gioia pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé.” (Gal 5,22)

 

“Fratelli, qualora uno venga sorpreso in qualche colpa, voi che avete lo Spirito correggetelo con dolcezza.

E vigila su te stesso, per non cadere anche tu in tentazione.

Portate i pesi gli uni degli altri, così adempirete la legge di Cristo.” (Gal 6,1-2)

inizio