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Come un giglio fra i cardi

 Come un giglio fra i cardi

 

“Come un giglio fra i cardi, così la mia amata tra le fanciulle!”

(Ct 2,2)

 

Lettere a mio nipote, da quando ha cominciato a pensare al suo matrimonio. 

Con omissione di nomi, date, convenevoli, e altre notizie più personali. 

 

La frase “come un giglio fra i cardi, così la mia amata tra le fanciulle!” è una delle molte immagini poetiche presenti nel Cantico dei Cantici, libro della Bibbia che descrive l’amore di due giovani che si cercano, si trovano, si cercano ancora...

Un giglio è un fiore meraviglioso, profumato, vistoso! Così “la mia amata”, ma tra i cardi: si fa fatica ad avvicinarlo, ci si può pungere, è necessaria molta delicatezza, prudenza, e tentativi pazienti per coglierlo senza rovinarlo!

Quest’immagine può descrivere qualche aspetto della tua vicenda di questi anni: la bellezza del matrimonio viene conquistata a fatica!

Il giglio è tra i cardi: hai incontrato molte difficoltà e tentazioni, hai affrontato dubbi e sofferenze per raggiungere quella luce e serenità che ti rende un cuor solo e un’anima sola con la “tua” ragazza, luce che farà di voi un “Sacramento” dell’amore del Dio unico, amico degli uomini, luce che vi renderà “piccola Chiesa” in questo mondo malvagio, nel quale dovete “splendere come astri”! 

Tuo zio

 

A chi curiosa nelle lettere a mio nipote: 

devi sapere che tra l’una e l’altra di queste lettere ci sono stati anche incontri, colloqui e dialoghi a due e, verso la fine, a tre.

Dovrai anche tu, se ti trovi in situazioni analoghe a quelle di mio nipote, cercare uno ...zio che ti ascolti, ti spieghi, ti aiuti a riflettere. Mio nipote ha pure letto un paio di libri che trattano più approfonditamente qualcuna delle problematiche qui soltanto sfiorate, sia dal punto di vista della fede che della psicologia, testi consigliati agli incontri del Corso organizzato dalla parrocchia.

Se trovi qualche punto che non condividi o che non capisci, sottolinea, e poi va a cercare qualcuno che sia d’accordo con me, e spiegagli le tue ragioni; poi ascolta. Importante è che trovi chi sia d’accordo con me, perché ho cercato di dire cose che non sono solo mie, ma della Chiesa di Gesù Cristo che vive nel mondo, distinta dal mondo, nel quale essa ama tutti di amore che non inganna! 

Don Vigilio Covi

 

1. 

Carissimo,

mi sono deciso a scriverti, anche se non sono sicuro di trovare le parole giuste per dirti quello che penso...

Alla mia età non ci sono più molti sogni, ma alla tua essi ci sono, e come! Essi sono una ricchezza da decifrare, comprendere, scoprire lentamente. Ai tuoi sogni se n’è aggiunto da poco uno diverso dagli altri, uno che è già in piazza (non sei capace infatti di nasconderlo): esso è diverso dagli altri sogni perché senti che è più grande di te, come se non dipendesse da te, eppure ti dà tanta gioia: è quello di trovare una ragazza!

Come sarà questo “angelo”?

Questo sogno lo giri e rigiri: un giorno sogni il colore dei suoi capelli, un altro giorno la foggia del suo vestito, poi il tono della voce, qualche volta la sogni piena di cultura, in altra occasione capace di cucinare, quando hai mal di denti te la sogni infermiera.

Dopo il sogno, la domanda: c’è davvero una ragazza per me? Troverò la mia? Ed ella si accorgerà di me?

Ed ecco che il sogno diventa azione: ti vesti e ti impiastricci in modo che ti veda, provi, quando sei in gruppo, a rombare con la tua moto, o a raccontare barzellette per “smascherare” quella che ride non per le battute, ma perché prova interesse per te!

Provi anche in discoteca... chissà che non abbia avuto anche lei la stessa idea: cercare, instancabilmente, in ogni luogo, anche in quelli più chiassosi e movimentati, dove la voce del cuore è sopraffatta da musiche violente, che tuttavia non riescono a farti dimenticare ciò che vai cercando. 

È lei? Si è accorta di te? Oh sogno raggiunto!

Sei diverso, più grande, meno solo: hai la ragazza.

Ma quell’unico primo pensiero ne suscita molti: Penserà ella come me? Le piaceranno le stesse cose che piacciono a me? Sarà contenta di stare con me come io lo sono di stare con lei? Saprò riempire la sua vita? 

Gioia vera con nuovi timori: lei pensa in modo diverso da te... non capisce tutti i tuoi interessi... a volte ha dei gusti che proprio non condividi.

Ma il sogno continua, e la gioia della compagnia viene coltivata, e allora ecco una rinuncia alla partita a calcio che non avresti abbandonato per nessuna ragione al mondo, ecco il rifiuto di andare a mangiare una pizza coi tuoi “vecchi” amici, come tante altre volte...

Ecco anche altre esperienze: conoscere i suoi amici e le sue amiche, il suo “giro”, imparare a conoscere la sua famiglia, dopo averla immaginata attraverso le sue parole e le sue contestazioni, i suoi fratelli o sorelle con la loro vita particolare, diversa dalla tua.

Ma bisogna proprio fare tutto questo? Che complicazione! Sarebbe così semplice ignorare tutto e restare solo con lei! 

I tuoi si sono accorti che sei diverso, ti fanno domande. Vorresti rispondere con tutta la gioia che hai in corpo, ma ti trattiene il pensiero che potrebbero non capirti, forse addirittura deriderti, e allora stai sul generale, imbavagliando il tuo cuore e le tue labbra.

Un giorno... compare una parola già sentita, ma che stavolta riguarda proprio te: “matrimonio”, cioè vivere insieme a lei per sempre, in una casa... con dei mobili... uno, due, tre lettini da bambini. E gli invitati? Il pranzo? Le foto, il viaggio in un paese lontano e meraviglioso... Un figlio... le notti insonni... le sue esigenze... 

Un sogno tira l’altro, come tanti anelli di una catena, della catena della vita: tu, a che punto sei di questa catena?

 

2. 

Carissimo,

ti scrivo nella festa di S.Giuseppe. Egli è colui cui Dio ha parlato attraverso vari sogni! E a proposito dei tuoi sogni (diversi certamente dai suoi!) voglio anzitutto dirti come la pensa un prete (come me). Te lo immagini già? Io penso che tu sei amato da Dio. Lo sapevi certamente. Ma io penso e so che quest’amore di Dio per te è bello, grande, profondo, e si manifesta poco a poco perché tu lo possa gustare tutto. Non te lo dico perché sei mio nipote, come un complimento, ma perché è vero!

I tuoi sogni sono un dono di Dio Padre, che ti ama, e che vuole che tu cresca e diventi un uomo maturo, raggiungendo la pienezza della vita umana. Egli ha riempito i tuoi sogni di amore. Egli è tuo Padre, e vuole che anche tu diventi come Lui, «padre», capace di amare, di dare la vita per amore, di vivere amando e di lasciarti amare come Lui si lascia amare...

Per questo tu hai desideri di incontrare, di condividere le tue ricchezze interiori e di godere di quelle degli altri. Dentro di te sta prendendo forma l’amore.

A questo contribuiscono i sogni, il desiderio di una ragazza che ti ascolti, le prospettive di una vita vissuta sempre insieme e di una vita comune dalla quale “nascano” nuove vite! A questo contribuisce pure il desiderio sessuale, che spinge ad un incontro più duraturo ed esclusivo.

Dentro di te sta sviluppandosi l’amore, che è il segno che tu sei figlio di Dio!

Hai mai sentito dire che noi siamo chiamati ad amare? Che l’amore - con una parola presa dal latino - è la nostra “vocazione”? Anche tu hai ricevuto la “vocazione” ad amare!

Che cosa significa poi questa parola “amare”? La usiamo in molti modi diversi: amare i poveri, amare i peccatori, amare i figli, amare lo sposo e la sposa, amare Dio; e tu dici pure ora di amare la ragazza e lei insiste nel dichiararti che ama te, anche quando a te non sembra. Quante differenze tra questi vari amori! E che non ho citato altre frasi usuali: amare il lavoro, amare il divertimento, amare lo sport, amare la musica, amare la montagna, amare il denaro...

In queste ultime espressioni capisci che la parola amare può contenere e cercare di nascondere egoismo! Questo può mescolarsi, se non addirittura sostituirsi, all’amore anche nelle prime espressioni annotate. Non è difficile incontrare persone che, credendo di amare i poveri, cercano gratificazioni, desiderano far qualcosa per essere ringraziati o ammirati! Perfino i figli possono venire amati perché soddisfino a certi programmi dei genitori. Pure nell’amore tra lo sposo e la sposa può nascondersi un bel po' di egoismo. Diviene difficile parlare di amore, quando invece c’è pretesa o gelosia; eppure si continua a usare questa parola.

Se un ragazzo come te - non tu naturalmente - non sa amare, quando sente attrattiva per la ragazza, sia essa un’attrattiva psicologica o affettiva o sessuale, la definisce ugualmente amore. E si illude di amare e di saper amare.

Poveri noi! L’egoismo non è amore, nemmeno se mascherato di sogni e di desideri.

 

3. 

Carissimo,

mi hai fatto sapere che le mie lettere ti fanno piacere, e che sto azzeccando un po’ i tuoi pensieri. Allora continuo. Sei pronto?

L’egoismo non è amore. Tu sei invitato da Dio, che te ne dà pure la grazia, ad amare. Dio stesso mette l’amore nel tuo cuore, se lo lasci fare. Te lo riversa dentro come si versa l’acqua nel vaso di fiori per tenerli in vita. Conviene lasciarlo fare, anzi, chiederglielo.

Come faccio a sapere se ciò che ho nel cuore è l’amore che mi ha dato Dio, amore vero quindi, oppure se è surrogato, se è qualcosa che io chiamo amore e invece è qualcos’altro?

Devi confrontare i tuoi sentimenti con l’amore di Dio. Se combaciano è buon segno. Altrimenti bisogna cominciare a svuotare il cuore!

Dove conoscere l’amore di Dio, di quel Dio che è Padre? È possibile? Sì, è proprio possibile. Guarda Gesù, e vedrai l'amore di Dio senza ingannarti.

Guarda Gesù, da quando s’è lasciato avvicinare dai pastori e dai magi fino a quando ha risposto alla richiesta di un condannato a morte. Guarda a Lui e vedrai com’è fatto l'amore che Dio ha messo o vuole mettere in te. Non limitarti poi a guardarlo, ma ascoltalo pure.

Imparerai che l’amore vero è smettere di pensare a se stessi, è vincere il male col bene, è perdonare, è impegnare il proprio tempo e i propri risparmi come ha fatto il buon Samaritano, è accogliere bambini mocciosi e gente rifiutata dagli altri, è stare in ascolto dei desideri di chi non sa o non può parlare e di chi non vede, è prevenire il bisogno di chi non cammina, è star seduto a tavola con gente simpatica come i poveri e antipatica come i ricchi.

Continua a guardare Gesù e ad ascoltarlo. Vedrai l'amore di Dio e potrai poi consolarti se trovi che questo stesso amore vive in te.

Ma se in te trovi... che pensi ancora a te stesso, che pretendi, che critichi e giudichi, che non sai comprendere nè perdonare, che non t’interessa se gli altri soffrono per qualche tua parola o per qualche tuo gesto o per le tue abitudini, che non ti dispiace se qualcuno soffre attorno a te, che non cerchi mai di alleviare la solitudine di qualche anziano, che non pensi che a divertirti sia il sabato che la domenica, che non vuoi spendere tempo per conoscere l'amore di Dio, allora non dirmi che hai la vocazione al matrimonio!

Anche se hai la ragazza, anche se la tua ragazza è bella e brava, tu non sei autorizzato a farla soffrire nel matrimonio. Se in te ci sono i vari sintomi dell’egoismo, caro mio, datti da fare per cambiare, altrimenti devo concludere, anche se sei mio nipote, che non sei pronto per un passo così serio!

 

4. 

Carissimo,

è la festa di Pentecoste, la giornata che celebra - per noi cristiani - la venuta dello Spirito di Dio in noi, la venuta dell’amore divino nella nostra esperienza umana. E prepararti al matrimonio, se vuoi che esso ti dia gioia e pace, richiede appunto esercitarti nell’amare. Esercita quell’amore che Dio ti ha messo nel cuore: adoperalo, non lasciarlo arrugginire.

Ama i poveri, cercali per amarli. Ama i peccatori, cercali per perdonarli. Perdona le offese che ti pare di ricevere, impegna tempo e spendi denaro per coloro che non vivono senza l’aiuto di altri, cerca di far fatica pure - come la fai per frequentare un corso di nuoto o di danza - per istruire la tua mente e la tua fede. Ne sarai di certo capace, perché la Pentecoste è venuta anche per te: anche nel tuo cuore è stato riversato l’amore di Dio.

Se ti limiti ad amare la ragazza va a finire che non la ami. Se ti limiti ad amare la ragazza va a finire che cerchi solo di dar sfogo ad alcuni sentimenti, che cerchi che lei soddisfi ai tuoi desideri, ai vuoti del tuo cuore e poi anche alle pulsioni che vengono dal corpo. In breve tempo, se il tuo amore non lo confronti con quello di Dio e non lo eserciti come ho detto, con la ragazza cercherai solo quello che ti piace e ti piacerà quello che farà male a te e a lei. Cercherai di fare ciò che la obbligherà a sentirsi legata a te in modo da non poterti più lasciare. Diventerai suo dominatore. Cercherai pure l’esperienza sessuale, e questa fine a se stessa, cioè con tutte le precauzioni perché non nasca un bambino. Un bambino ti costringerebbe ad amare, a far fatica per amare, a soffrire per amare: e tu non ne saresti abituato, non ne saresti capace. Cercherai perciò soltanto il piacere. La tua ragazza diventerebbe strumento del tuo egoismo. Non conta niente che tu dica che invece ami. Non è vero!

Se cerchi solo la tua soddisfazione la tua ragazza stessa ‘sente’ che non la ami, anche se non saprebbe dirtelo, anche se non volesse dirtelo per paura di rimanere sola, avendola ormai toccata nel più profondo del suo essere: là dove nasce la vita! Troverà il coraggio di dirtelo tra quindici o vent’anni. Allora ti dirà che quando tu credevi di amarla lei si sentiva sfruttata. Ti dirà che avvertiva il tuo egoismo, ma non conoscendo nemmeno lei l’amore, non poteva fare confronti e credeva che quello fosse l’amore giusto. Te lo dirà, e forse ti lascerà. Tu non l’hai abituata a dominarsi per amare! Se il tuo amore è saper fare all’amore, come si dice, non sei ancora capace di vivere la vocazione al matrimonio. Questo è altra cosa, ben più impegnativa.

 

5. 

Carissimo,

oggi devo pensare a S.Giovanni Battista, perché ne ricordiamo la morte violenta. La sua morte, inflittagli a causa dei disordini matrimoniali del suo re, mi fa pensare alla bellezza del matrimonio, quale Dio lo ha pensato.

Quello che ho in mente di esprimerti ora credo sia un po' impegnativo. Ma ho notato che tu mi segui nel mio modo di dirti le cose: la tua telefonata mi ha fatto piacere e mi dà l’occasione di scriverti queste cose, che alla cornetta non riesco ad esprimere.

Dio invita ogni uomo ad amare e gliene dà la capacità e l’occasione. Quando una persona si è esercitata in questo amore, ecco che allora Dio chiama al matrimonio.

La parola matrimonio e simili non dispiace a Dio. Anzi, è una delle parole che egli usa di più per farci capire che ci ama e che vuole un legame d’amore stabile con noi. E ancora egli usa questo termine per dirci che Lui non ha altri cui pensare se non noi, come lo sposo pensa alla sposa che ama; con questo paragone ci vuol far comprendere che Egli tutto quel che fa nel mondo lo vuol fare insieme con noi, come un vero sposo fa tutto in accordo con la sposa che ama. Dio si fa chiamare “sposo mio” dal suo popolo e chiama il popolo: sposa, fidanzata, mio amore!

E quando Dio si fa uomo, ecco che proprio il rude Giovanni Battista dice di se stesso d’essere “l’amico dello sposo”, colui cioè che presenta la sposa allo sposo il giorno delle nozze! Giovanni ha presentato il popolo purificato nel suo battesimo a Gesù e ha presentato Gesù sia al popolo che ai propri discepoli, che divennero suoi.

E ancora Gesù stesso difende dalle accuse dei farisei i propri apostoli che non praticano i soliti digiuni, dicendo: “Non possono digiunare gli invitati a nozze mentre lo sposo è con loro!”

Egli si dava il titolo di sposo. Sposo di chi? Chi amava Lui fino al dono della propria vita? Chi amava Lui tanto da prendersi a carico il peso di tutta la sua esistenza?

Lo si è visto: Egli ha amato tutti, peccatori e non, poveri e ricchi, ebrei e romani, religiosi e pagani, e in modo più intimo i suoi dodici. Persino nella sua morte ritorna questo titolo, in questo modo: il suo sepolcro nuovo e le sue bende sono state profumate coi profumi che si usavano per il vestito dello sposo e per la stanza dove questi doveva incontrare la sposa!

Gesù ha celebrato le sue nozze con l’umanità quando ci ha amato fino a dare la vita! Quello è il momento del suo amore più pieno, quello è il sigillo del “matrimonio” di Dio!

A Dio non dispiace dunque la parola matrimonio: anzi, Egli stesso le dà il significato più pieno e più vero!

E desidera che qualcuno - i suoi figli - realizzi un matrimonio dove questo significato possa esser messo in luce e visto da tutti, dove l’amore che si offre fino alla fine, fino alla morte, possa raggiungere molti ed entrare nella storia degli uomini.

Dio cerca ragazzi e ragazze che si sposino sapendo di vivere in modo che l’amore di Gesù per i suoi discepoli e quello dei suoi discepoli per Lui diventi visibile e concreto, venga fuori dalla carta dei libri su cui è scritto per entrare nella loro intimità.

Dio propone il matrimonio, ma non un matrimonio qualsiasi, bensì un matrimonio che sia sacramento!

 

6. 

Carissimo,

le parole conclusive della mia ultima ti hanno lasciato perplesso, perché ho usato una parola che non ti è familiare. Mi immagino il punto interrogativo nei tuoi occhi: non sai cosa significa la parola “sacramento”. Questo termine indica che una realtà visibile viene adoperata dal Dio invisibile per farci gustare qualcosa della sua Presenza; Dio ci trasmette la sua “grazia”, il suo amore grande, divino, attraverso qualcosa di visibile, mediante un gesto o una parola di qualcuno che ci raggiunge in maniera concreta. Ti faccio un esempio: Dio adopera la parola e il gesto della mano del sacerdote per donarti il suo perdono, quando ne sei pentito e glielo chiedi. Tu incontri così il Padre, che è nei cieli, qui sulla terra e ricevi il suo amore misericordioso che ti rinnova e ti dà gioia!

Dio Padre cerca giovani con cui accordarsi per farli strumento della sua Presenza sulla terra, segno concreto del suo amore eterno. Ti pare di capire?

Questo vuol dire che tu con la tua ragazza potete tener conto pure di Dio. Il vostro amore - quando è davvero amore - lo potete offrire a Lui perché diventi suo e Lui lo possa adoperare per mostrare al mondo come Lui è capace di amare.

Tu e la tua ragazza dovete - se siete d’accordo, se vi preme collaborare con Dio - abituare il vostro amore ad assumere le caratteristiche di quello di Dio! E poi mettervi d’accordo ancora di consegnarlo a Lui perché l’adoperi come vuole. Il vostro eventuale matrimonio riceve così una specie di consacrazione.

Sei battezzato, vero? Sei già consacrato a Dio! Tutto quello che fai è sacro quindi e riflette la tua consacrazione. Anche il tuo amore.

Vuoi rispondere al desiderio di Dio? Accetti che il tuo matrimonio sia Sacramento? Sono certo che vuoi dirmi di sì. E da come ti conosco ritengo che tu possa e voglia farlo.

Allora comincia coll’accettare le dimensioni dell’amore divino: esso è fedele, è creatore, è perenne!

Puoi cominciare a pregare per questo. L’amore è un modo di vivere e non lo si riceve una volta per sempre. Esso è un dono che viene comunicato come l’acqua dalla sorgente, o dal rubinetto: ti bagna le mani fin tanto che le tieni sotto. Tu sai amare la tua ragazza fin che rimani unito a Dio, e la tua ragazza ti ama, allo stesso modo, fin che rimane unita a Lui. Per questo non solo tu preghi con fedeltà, ma ritieni già da ora tuo compito aiutare lei a pregare. Non è solo tuo compito: è già un momento grande, il più intenso, del tuo amore per lei. Tu la ami molto quando l’aiuti a star vicina a Dio per ascoltarlo, per ringraziarlo, per obbedirgli, per confrontarsi con la sua Parola. Naturalmente, se anche lei aiuta te in questo, accetta, e gioisci!

Ti aiuto anch’io con la mia povera preghiera. Ora mi trovo vicino ad un santuario della Madonna per predicare un corso di esercizi spirituali: nel pomeriggio andrò nella cappella silenziosa sotto la grande chiesa e pregherò per voi.

 

7. 

Carissimo,

sono rimasto sorpreso della tua risposta laconica in cartolina: non sei capace di pregare? Non puoi quindi aiutare la tua ragazza a farlo? Non è vero. Tu sei capace di ascoltare. Il primo passo della preghiera è l’ascolto, che è il motorino di avviamento dell’amore. Quando tu dimostri di amare la tua ragazza? Quando l’ascolti, quando le sue parole diventano importanti per te, quando quelle parole ti vengono in mente nel prendere decisioni e nel far delle scelte.

E così è anche il tuo amore per Dio. Tu lo ami - e perciò sei “nella preghiera” - quando ascolti la voce di Dio, quando cioè le sue parole diventano importanti e cominciano ad orientare le tue scelte.

Che la preghiera vera poi sia amore è abbastanza facile da capire. Siccome Dio è amore tu lo puoi incontrare solo sulla strada dell’amore. Quando con amore lo ascolti sei già avviato nella preghiera, capace di pregare.

Non aspettare a dare quest’amore alla tua ragazza. Rimarrebbe come un vuoto tra voi due, uno spazio in cui ti senti insicuro. Aiutala a pregare, ad ascoltare la parola del Signore: sta tranquillo, non è tempo perso. Anzi, crescerete tutt’e due, e crescerà pure e s’approfondirà il vostro amore.

Forse sei abituato a sentir dire che pregare è inutile, tempo perso. L’hai già detto anche tu a qualcuno?

Io ti dico che ciò può esser vero. È vero cioè nel caso che la preghiera sia come quella dei pagani, ai quali non interessa sapere chi è Dio, qual è il suo volto. Per essi la preghiera è solo un voler approfittare della potenza e delle capacità di un Essere superiore per chiedergli d’intervenire a loro vantaggio nelle loro incapacità: questa forma di preghiera sì è inutile, e forse dannosa!

Questa immagine di Dio infatti mi farebbe continuare a guardare alle mie cose per vedere quel che mi manca, ed Egli sarebbe quindi (nella mia considerazione) un buon servitore del mio egocentrismo, se non persino del mio egoismo. Lui padrone di tutto, per dare a me quel che io voglio. Questa è la preghiera di coloro che a forza di pregare diventano peggio degli altri.

Non insegnare questa preghiera alla tua ragazza!

Quando invece la preghiera è ascolto, cioè quando in essa tu dici a Dio: “Parla, dimmi quali sono i tuoi segreti, fammeli conoscere perché io ti voglio aiutare! Parla, perché le tue parole mi sono preziose! Quello che tu dici è bello! Io faccio quello che tu desideri, perché sei mio Padre, eccomi!”, allora non c’è il pericolo che tu diventi peggiore di prima, anzi! Diventerai più bello, di quella bellezza interiore che piace anche alla tua ragazza! Diventerai più docile e più disponibile, più attento e più generoso, più profondo nell’osservare la realtà della vita!

E anche lei, se prega così, diventerà più bella, meravigliosa! Non è questo che vuoi?

Abbiamo appena cominciato il tempo di Avvento, tempo che per la Chiesa è prezioso per prepararsi alle “cose ultime”, cioè alla venuta del Signore nella gloria. Prendete questa occasione per esercitarvi ad ascoltarlo, ad amarlo, per essere pronti a riconoscerlo e a riceverlo quando arriverà!

 

8. 

Carissimo,

forse l’occasione delle festività natalizie ti ha aiutato ad aprire il cuore e a scrivermi così a lungo, come non hai mai fatto finora. Grazie! Mi poni, tra il resto, la domanda: “Come fare a proporre la preghiera alla mia ragazza? Mi vergogno!”

Ti dico che probabilmente lei questa domanda se l’aspetta. Diglielo semplicemente. Dille che desidereresti farlo, ma che ti vergogni. Ella stessa ti aiuterà... Poi incominciate come siete capaci. Potreste anche venire a trovarmi, o, meglio, andare insieme da qualcuno che cominci con voi.

Non aver paura nè pudore a farti aiutare. Non c’è nulla di male nel chiedere aiuto e consiglio nel periodo della tua maturazione e della posa in opera delle fondamenta di una costruzione così importante. Chiedete a qualcuno che prega, che preghi con voi o che vi dica come fare.

Per intanto comincia così, se anche lei è d’accordo: prendete in mano il Vangelo e cominciate a leggerne ad alta voce una pagina per ciascuno. Concludete recitando insieme un Padre nostro e un’Ave Maria.

Più avanti, dopo aver letto, ditevi l’un l’altro quel che vi ha maggiormente colpito, o dato gioia, o impressionato.

Più avanti ancora, prima di recitare il Padre nostro, formulate con le vostre parole qualche frase di ringraziamento rivolta a Gesù o al Padre.

Se occorre, non dimenticatevi di chiedervi perdono e di chiedere perdono a Dio di eventuali mancanze di rispetto reciproche o di atti d’egoismo che avete avuto, o di disobbedienza ai suggerimenti del Signore.

Più avanti andrete insieme là dove altri pregano per pregare insieme e imparare ancora. 

Intanto sarà cresciuta di molto la vostra amicizia, che sarà divenuta addirittura spirituale! Se vi aiuterete così a incontrare con amore il Dio vivente, dal quale viene il vostro amore reciproco, e che vi elegge a vivere come ‘Sacramento’ del suo amore, allora scoprirete che vi amate davvero.

Vi preparate in questo modo ad essere una piccola Chiesa, un luogo di presenza e benedizione di Dio.

Non tralasciare poi la tua abitudine a pregare anche da solo, nel segreto del tuo cuore e della tua camera!

Dimenticavo: io vado troppo avanti con i pensieri... voi siete ancora giovani, alla ricerca di sapere se davvero è Dio che vuole il vostro matrimonio, alla ricerca di scoprire se vi amate davvero o se questa vostra amicizia non sia solo un’infatuazione del momento! E poi dovete ancora attendere, perché si devono finire gli studi, bisogna risparmiare qualcosa - anzi, un bel po' - per poter incominciare a metter su casa!

E ci sono ancora varie prove da superare, quelle dei primi conflitti, quelle dei gusti diversi, quelle delle attese dei genitori, quelle - non indifferenti - delle tentazioni che il diavolo non vi risparmierà: egli non è molto contento infatti che sulla faccia della terra compaia una nuova ‘piccola Chiesa’!

 

9. 

Carissimo,

mentre sento fuori sulla strada la baldoria dell’ultimo di carnevale, - e forse anche tu oggi sei in qualche luogo speciale - voglio continuare il mio dialogo con te. Prevedo che durante la Quaresima mi sarebbe difficile trovare tempo per questo. Ti parlo delle tentazioni, ora: la prima Domenica di Quaresima ci presenta Gesù tentato dal diavolo. Non è male che noi ci fermiamo a considerare le nostre prove.

Quali sono le tentazioni che possono turbarti o rovinare il vostro cammino o porre dentro il vostro amore delle mine antiuomo che potrebbero - da un momento all’altro - ferire o distruggere?

Non so quali tentazioni tu hai o avrai. Se quelle che elenco ora non sono tue, non cercarle! Una tentazione che il diavolo cercherà di insinuare è proprio quella di sottovalutare la proposta della preghiera che ti ho fatto, o di rimandarla a dopo, dopo il matrimonio, quando ci saranno i bambini, come se la preghiera fosse cosa da bambini! Poveretti, come impareranno a pregare se tu, se voi, non lo fate? È troppo presto pensare ai bambini?

Non credo sia troppo presto. Puoi già pensare a loro, ed essi - anche se ancora lontani - ti possono già aiutare molto ad essere responsabile di ciò che fai, e quindi anche a pregare.

È probabile che i bimbi arrivino, conseguenza del vostro amore. Un amore, il vostro, che vi attrae fisicamente. Un amore che vi porta a toccarvi, a stringervi l’uno all’altro come se voleste essere uno solo, a baciarvi. Un amore che vi dà gioia e anche piacere al corpo. E questo vi porta, direte naturalmente, all’unione sessuale. Ed è qui che arriva un’altra tentazione del vostro nemico. Una tentazione che fa da capofila ad una serie interminabile di altre. Vi sembrerà che il rapporto sessuale sia necessario per dirvi che vi volete bene. La tentazione vi fa pensare così. Essa però non vi dice che è tentazione, che non è voce di Dio, che non è vero amore questo per voi, ora. Vi piace, o vi piacerebbe? Ciò che piace può esser veleno se preso al momento sbagliato.

L’unione sessuale è riservata per manifestare un’appartenenza reciproca piena; è un grande modo per dire: io sono tuo per sempre, tu sei mia, noi siamo creatori di una nuova vita umana!

Ma voi non vi appartenete ancora del tutto.

Tu hai paura a prenderti un impegno per tutta la vita, non hai ancora pensato a caricarti del peso di lei per sempre!

Quell’atto che sembra d’amore diventa in effetti una bugia, lo fareste diventare menzogna: non esprime ciò che dovrebbe esprimere.

E così il primo atto menzognero rischierebbe di rovinare anche tutti quelli che seguiranno, anche quando vi sposerete. Ogni volta vi ricorderete che quello è il gesto con cui vi siete ingannati l’un l’altro.

Tentazione terribile, far passare per bene ciò che distorce il senso dei momenti più sacri!

 

10. 

Carissimo,

grazie della tua telefonata. Mi solleciti a continuare a scriverti. Prima della Settimana Santa - ne approfitto per ricordarti che è un grande dono celebrarla con amore e assiduità - voglio obbedirti, e continuo la conversazione riprendendo dall’ultima frase della lettera precedente: ce l’hai ancora sottomano? Ti ho detto che la tentazione dell’unione sessuale prima del matrimonio fa da capofila, da primo anello di una lunga catena di altre tentazioni.

Stammi a sentire. Se per caso cedi, devi subito pensare a difenderti. Devi difenderti dall’eventuale possibilità di un bambino, che ancora non vuoi avere come figlio, perché non sei preparato ad averlo! E così subito, il corpo, che hai cercato, della ragazza, ti diventa nemico. Tu cominci ad avere paura di conseguenze. Conseguenze ci sono: prima di tutto il legame psicologico che si crea in una tale circostanza. È un legame che fa sentire costretti coloro che ne sono compromessi. Potrebbe diventare strumento di ricatto, e allora entrano in te nuove paure: cercherai di nascondertele, ma esse ci sono e... poco o tanto appariranno in altri modi nella tua vita!

Il bambino non verrà? Vi siete premuniti? Questo premunirsi non manifesta paura l’uno dell’altro, e falsità nell’amore quindi?

Il bambino viene? Che cosa fai? Che cosa fa lei? Che cosa fanno i tuoi genitori? E i suoi? Aborto? Dare la vita per toglierla? Farsi padroni di ciò di cui non si è padroni? Un padre, una madre, assassini?

Sposarsi in tutta fretta perché il bambino abbia una famiglia normale? Sposarsi in tutta fretta, senza serenità, è una base troppo fragile per il lungo futuro che vi aspetta. 

Ho usato la parola tentazione. È un termine in disuso.

Ormai siamo abituati al linguaggio più moderno, portato dalle cosiddette filosofie orientali. Queste danno l’impressione che tutto ciò che avviene nel cuore dell’uomo sia un bene, un qualcosa che ti realizza, da sviluppare perché viene da energie o da capacità sopite che si risvegliano... Storie! Le filosofie orientali ignorano la presenza di Dio e del suo Amore e, se parlano di un Dio, lo fanno tacere, lo dicono muto e sordo, non Persona che ti parla, e ti risponde se lo interroghi.

Tu difenditi, mi raccomando, se non vuoi prender lucciole per lanterne!

Tu sai che Dio è Padre, un papà che sa parlare ai suoi figli e li sa e li vuole ascoltare. Tu sai perciò che tutto ciò che ti farebbe voltargli le spalle è tentazione: viene da chi ti vuol male, da chi ti vorrebbe distruggere.

Tu vuoi la gioia vera e piena anche della tua ragazza: non costringerla a disubbidire a Dio, non esser tu di tentazione a lei.

Ora Dio dice appunto che c’è un tempo per ogni cosa e che il tempo per il rapporto sessuale viene quando Lui benedice il vostro reciproco sì perenne!

 

11. 

Carissimo,

mi hai detto che sei andato a confessarti, e anche lei. E che vi siete chiesti perdono l’un l’altro per esservi fatti tentazione, per aver ognuno di voi due attirato l’altro nella disobbedienza a Dio. E che vi siete perdonati. E che vi siete ripromessi di rispettarvi in modo da non aver più rapporti sessuali prima del giorno della benedizione.

Ti devo confessare però che mi ha dato tanta tristezza e mi è dispiaciuto molto sapere che non mi hai ascoltato: ti sei privato di una grande grazia e di una gioia profonda. Avete però fatto bene ad andare a chiedere perdono, avete fatto molto bene. Ciò vuol dire che non avete cercato di giustificarvi nè dicendo che vi pareva di far bene, nè adducendo la frase fatta “così fan tutti”. Presso Dio le nostre giustificazioni suonano orgoglio. Presso di Lui l’umile trova perdono e misericordia. E anche redenzione: le conseguenze del vostro peccato, dal momento che lo avete riconosciuto e presentato con umiltà al ministro della Chiesa, e che vi è stato perdonato da Dio, non saranno più così rovinose nè per la vostra fede nè per il vostro amore.

Vi esorto però a non adagiarvi. La tentazione ritornerà. Forse più forte. Preparati e preparatevi. Come?

Preghiera da soli e insieme, e frequenza ai Sacramenti santi. La confessione ti diventi abituale, abbastanza frequente: non devi averne paura, perché essa è un incontro vivo con Gesù che porta il peso dei tuoi peccati. E poi la S.Comunione al Corpo di Cristo: è il nutrimento celeste per la vita terrena! Vale più di quel che capisci, e devi riceverlo molte volte con vero amore prima di capirlo davvero!

La tua esistenza, già immersa nel sacramento del Battesimo, deve immergersi anche negli altri Sacramenti dell’amore di Dio, se vuoi che la vita con la tua futura sposa diventi davvero un sacramento nel quale voi stessi e i vostri figli e i vostri amici si immergano per trovare l'amore del Padre e del Figlio e la consolazione dello Spirito Santo! Così porrete le basi di una vita interiore e di una fortezza che vi aiuterà a rimanere fedeli l’uno all’altro anche in futuro, anche dopo la celebrazione del Matrimonio.

Ci saranno anche dopo tentazioni. Tu vedrai donne e signorine belle e attraenti, buone e amichevoli. Se sarai interiormente saldo sulla Parola del Signore, con la sua forza, rimarrai fedele alla tua sposa. Altrimenti, se sei in balìa dei tuoi sentimenti, cadrai, distruggerai la tua famiglia e creerai nuove sofferenze, persino ai tuoi figli, che non vorresti mai veder soffrire.

La fedeltà, la tua fedeltà a quella che sarà tua moglie, è sacramento della fedeltà di Dio. Egli è fedele per sempre, egli non abbandona coloro cui ha promesso amore. La tua fedeltà o è sua o è... inconsistente!

Anche la tua ragazza può avere tentazioni. Se la sua fedeltà è fondata in Dio, puoi star tranquillo, altrimenti diverrai geloso fino a dubitare delle parole e dei gesti più innocenti.

 

12. 

Carissimo,

mi hai scritto di intoppi. Qualcosa protrae la data del vostro sì. Ci sono di mezzo malattie dei genitori? O difficoltà economiche? O la bocciatura della tua... dottoressa? Non me l’hai specificato, lo devo immaginare. Comunque sia, qualche ritardo non fa male: è occasione per amarsi di più, per approfondire l’amore affinché diventi provato, capace di pazientare.

Certo non farete come quel tale di cui mi hai parlato un giorno: fidanzato da ventiquattro anni! E ancora è indeciso! Non si può! Ci si può sposare anche in situazioni non ideali, precarie. Bisogna sapersi pure fidare della Provvidenza di Dio: se si scopre che il matrimonio è la propria vocazione, si devono fare i passi necessari per viverla! Altrimenti è senz’altro meglio lasciarsi. L’amore cannibale non è amore. Se lei vuole stare con lui solo perché le fa comodo avere qualcuno con cui uscire, o lui è contento di averla accanto quando va al cinema, ma l’uno o l’altro dei due non sa o non vuole impegnarsi, nè a lasciare i genitori, nè la casa, nè il lavoro o il paese, possono lasciarsi! È segno che non si amano; si “vogliono” soltanto.

Mi hai anche aggiornato del tuo amico che ha deciso di convivere. Non giudichiamo nessuno, ma possiamo dire con chiarezza che quella è una situazione precaria e, perché no?, menzognera. Dicono di amarsi, ma non si impegnano di fronte a nessuno. Dicono che così sono più liberi... di lasciarsi, nel caso che... È vero, sono più liberi di lasciarsi. Ma quale amore può esser fondato in questa prospettiva? Si costringono a vivere sulle spine, sempre attenti a non urtarsi (non per amore, per paura!): vedo continuo clima di sfiducia tra di loro. E i figli? Non ne vogliono? Un amore che esclude i figli diventa puro egoismo.

Almeno si impegnino l’uno per l’altra dichiarandolo davanti al sindaco. Si donino questo minimo di garanzia sociale.

Se non sono credenti, se non ritengono la Chiesa loro patria e loro Madre, non possono fare altro. Ma quello almeno devono farlo.

Sono cristiani? Allora questa decisione è una grave offesa al Signore, alla loro fede e alla Chiesa: dichiarano inutile per la loro vita il Sacramento istituito dal Signore, e dichiarano inutile la Comunione dei santi! Vivono un aspetto così importante, un aspetto che coinvolge tutta la vita, senza tener conto della volontà di Dio e rifiutando la sua grazia. Privandosi del Sacramento del matrimonio si privano della possibilità di godere dell’aspetto sacramentale della vita della Chiesa; non potranno accostarsi nè al perdono nè alla Comunione sacramentali, così necessari per la vita cristiana!

Tra quattro giorni festeggerai il tuo compleanno, e con esso ti ricorderai del tuo santo Battesimo. Mi ricordo il momento in cui i tuoi genitori mi hanno chiamato per quella bella celebrazione. Eri come tutti i bambini: i tuoi vedevano somiglianze, chi alla mamma, chi al papà, mentre io cercavo di vedere la tua somiglianza al Figlio, al Figlio di Dio! Da quando ho pronunciato quelle parole famose in obbedienza a Gesù, “Io ti battezzo nel Nome...”, da allora sei stato diverso. I miei occhi ti hanno visto diverso. Il sacramento del Battesimo ti ha fatto davvero “ri”nascere. Da allora la tua vita è diventata “sacramentale”, segno della bellezza dell’amore del Padre. Il tuo matrimonio sarà il completarsi di quella bellezza, il continuare la vita nella fede del Dio vivente!

Ringrazio il Signore che mi dà occasione di dirtelo, e così partecipo alla gioia della tua festa: ringraziando il Padre per la tua vita!

 

13. 

Carissimo,

è passata da poco la festa della patrona d’Italia, S.Caterina da Siena! Lo sai che era la ventiseiesima figlia di sua madre Monna Lapa? Se questa donna avesse avuto paura dei figli, l’Italia sarebbe senza patrona! Mi è venuta alla mente in seguito all’ultima nostra chiacchierata, quando mi hai parlato dei tuoi figli, che nasceranno, se Dio vorrà!

Ripensando a quel colloquio ho notato che tenevi presente la possibilità di un numero prefissato di figli, come fosse pacifico che ne avrai uno o due! Non l’hai detto, ma lo sottintendevi. È vero? E mi ricordo che - sempre per sottintesi - stavi pensando a una lunga attesa prima di avere il primo figlio e poi di un’altra prima del secondo. E così diventi un bravo pianificatore della storia dei bambini, di quelli che vuoi amare, tanto che essi dovranno dire: “I miei genitori hanno fatto molti calcoli economici e ambientalistici prima di volermi, prima di amarmi. Non sono frutto del loro amore, ma del loro calcolo. Più di me amavano la casa e i mobili e il loro lavoro. Io sono qui forse non gradito.” Oppure: “Sono frutto di interesse, frutto di una serie di egoismi...!”

So che non vuoi arrivare fin qui, so che vuoi solo amare. Comincia subito ad amare i bambini e ad amare i tuoi figli. Comincia a sognarli. Sognali insieme a lei. A proposito, sei contento che sia lei la mamma dei tuoi bambini? Diglielo! E lei è contenta che sia tu il papà dei suoi figli? Chiediglielo.

Quanti ne avrete? Non decidete nulla adesso. Cominciate a vederli come creature di Dio e suoi figli! Amateli come amati dal Padre e da Gesù! Non guardate alle mode: nè a quelle moderne nè a quelle antiche. Quelle antiche ne esigevano uno all’anno, quelle moderne uno in tutto. Voi guardate al Padre e avrete amore e gioia per accoglierne anche tre, quattro, cinque, ... e avrete amore per attendere tra l’uno e l’altro in modo da poter badare a tutti con egual disponibilità e letizia.

Preparatevi al loro arrivo con gioia: essi stessi vi ringiovaniranno e vi daranno maggior forza e coraggio.

Preparatevi pure a saper attendere tra l’uno e l’altro con amore, con sacrificio: cioè senza “pillole” e senza sistemi che introducano qualcosa di artificiale e di consumistico nel vostro amore. Preparatevi a conoscere la fisiologia normale e specifica della vostra sessualità, per poterla gestire sempre come strumento e dono d’amore. C’è qualche coppia di sposi preparata che vi può aiutare.

Hai già detto a Dio che lo ringrazi di poterti - forse - presto chiamare padre come Lui?

E se vi preparate pure al battesimo dei vostri marmocchi, non sarà certo tempo perduto!

 

14. 

Carissimo,

tua madre mi ha riferito che ti vede frequentare volentieri il corso che la Parrocchia ha indetto per la preparazione al matrimonio. Sono contento! Sono sicuro che riceverai molte sollecitazioni a riflettere, a comprendere, a sviluppare e conoscere vari aspetti della vita matrimoniale, sia dal punto di vista psicologico che morale e spirituale. Quanto ti ho detto o scritto io è molto limitato. Ci sono molte altre cose che ti possono arricchire.

Frequenta il Corso con attenzione. Partecipa agli eventuali dibattiti. Parla, anche rischiando di dire cose incomplete o imperfette: è l’occasione per approfondire. Anche dicessi cose sbagliate, è l’occasione per correggerle. Esprimiti, così aiuti gli altri che frequentano con te ed essi aiuteranno te. E se nei vari temi che vengono proposti senti che sorgono problemi da approfondire, chiedi che si prolunghi il Corso stesso! Anche su argomenti che riguardano la fede! Lo sai già che sei ignorante in questo campo, perché da quando hai ricevuto il Sacramento della Cresima non hai più avuto modo di istruirti e rinvigorire la tua conoscenza di Dio e dei suoi grandi misteri. Approfittane. Chissà quanto dovresti attendere prima di avere una nuova occasione simile!

Questa è poi un’occasione ideale per discorrere con la tua ragazza di cose di cui mai avete parlato e su cui è necessario che vi confrontiate.

Ti consiglio pure di pregare per coloro che guidano le istruzioni e le conversazioni, perché siano illuminati all’Alto e voi veniate preparati davvero a celebrare il Sacramento che avvolgerà la vostra vita fino alla morte! Prega anche per le altre coppie di giovani che partecipano al corso con voi. Chissà che in futuro, per l’amicizia che in questi incontri potrà nascere, non abbiate il coraggio di formare un gruppo che continui a radunarsi, semplicemente, per condividere gioie, speranze, difficoltà, per cercare insieme risposte a problemi, per aiutarvi a maturare come sposi e come genitori in quell’amore di Dio di cui sarete “Sacramento”?

Mi dimenticavo: anch’io prego per il vostro Corso. Esso non è solo un corso, ma un’esperienza di Chiesa, un dono e un segno d’amore di Colui che apprezza e vuole benedire il tuo amore per la tua prossima sposa!

 

15. 

Carissimo,

ho ricevuto il tuo annuncio di matrimonio: non ancora il biglietto ufficiale, poiché mi pare ci sia ancora qualche mese di tempo. Ti ringrazio di avermi fatto partecipe così in anticipo. E ringrazia anche lei.

Mi hai pure inviato bruttacopia della lettera che consegnerai presto al Parroco per chiedere ufficialmente alla Chiesa la celebrazione del Sacramento. Grazie anche di questo gesto di fiducia e di confidenza. Ti dico subito che mi è piaciuta, perché non l’hai scritta come un formulario compilato in modo burocratico, ma come una domanda umile, dove manifesti pure la tua fede nel Signore Gesù e la tua comunione con la comunità cristiana.

Se mi permetti ti proporrei di correggere, rendendolo più chiaro e più esplicito, il punto dove dichiari di sapere e di volere che il tuo matrimonio sia fedele, indissolubile e fecondo. Sono le caratteristiche tipiche delle nozze cristiane, elementi che le distinguono da un matrimonio civile, per esempio, o musulmano. Sono le caratteristiche che ti tengono in stretto contatto con Dio, perché la fedeltà è del suo amore, l’indissolubilità è delle sue promesse e la fecondità della sua vita!

Sono le tue finestre aperte sull’amore, sull’eternità e sulla onnipotenza creatrice di Dio. Sono tre atteggiamenti che tu chiedi a Dio come una grazia e nello stesso tempo ti impegni a maturare e coltivare. Con questa chiarezza tu escludi dalla tua intimità altre donne, dai tuoi pensieri il tornar indietro, dai tuoi desideri la paura di essere responsabile di altre vite, dei figli appunto.

Verranno tentazioni che cercheranno di rovinare la fedeltà col presentarti come un bene la momentanea confidenza e intimità con un’altra signora o signorina, tentazioni che ti faranno pensare a cercare un’altra compagna, tentazioni che ti faranno vedere i figli come un disturbo. Dichiara nella tua domanda che vuoi accogliere queste caratteristiche della fedeltà indissolubilità e fecondità come un dono di Dio, e che preghi per ottenerne la grazia e che chiedi per questo anche la preghiera e il sostegno della comunità intera.

Stamattina ti ho spedito un opuscolo che ho scritto qualche anno fa: in esso troverai qualche pensiero in più riguardo alle cose che ti ho detto oggi; l’ho intitolato “Ricevi quest’anello”. Ti farà certamente piacere leggerlo, anche insieme al tuo “giglio”!

Ti ringrazio ancora e resto in attesa dell’annuncio ufficiale. Mi manderai pure i confetti? Non preoccupartene però. Preferisco sapere che le tue preoccupazioni rimangono sulla preparazione spirituale al grande momento!

La festa dell’Assunta, che capita nel bel mezzo delle tue ferie, può essere una bella occasione per trovare l’amicizia di Maria, sempre Madre per i cristiani, e affidare a lei pensieri e timori, e - ammirando la sua fedeltà - rafforzarti nella grazia che Dio ti sta donando. E se nelle vostre ferie trovaste tre giorni per ritirarvi in un luogo di preghiera per riflettere, pregare e lasciarvi aiutare ad approfondire l’amicizia con Gesù?

 

16. 

Carissimo,

nell’ultima mia mi sono dimenticato di dirti qualcosa di... urgente. Te lo scrivo prima che arrivi l’annuncio ufficiale con l’orario e le indicazioni per il pranzo. So che mi inviterai. Forse non serve che queste cose te le dica io: sei già abbastanza sensibile, e anche la tua “bella” (che non è solo bella!) condivide con te cose serie e un orientamento solido in tutte le scelte.

Sarei contento che tu, per il tuo matrimonio, facessi come ho fatto io per la mia prima Messa. Ho cercato di fare in modo da evitare sprechi e paganesimo: l’ho fatto ricordandomi dei poveri. Ho invitato parenti e amici a ricordarsi di loro.

Desidero proprio che tu in quel giorno ti senta membro vivo della Chiesa, e voi coscienti di formare una piccola Chiesa che riflette il volto della grande e santa Chiesa.

Della Chiesa fanno parte poveri e persone che si occupano di loro, catecumeni e chi li istruisce, missionari che distribuiscono pane e Vangeli a popoli affamati appunto di pane e di Parola. Voi farete festa dentro questa Chiesa. Non dimenticatevi di loro e non sarete dimenticati nei cieli!

Ti propongo perciò sobrietà: chiedete al fioraio che faccia la chiesa bella come a Pasqua, non di più!

Col fotografo non contrattate un album da milioni: siate modesti e sobrii! Per gioire non serve la copertina d’oro, nè un numero sproporzionato di foto in tutte le pose, naturali o artificiose; sarete più contenti di presentarne uno di cartone agli amici, e voi stessi lo guarderete con più serietà se sarà povero: anche i vostri figli lo guarderanno con fierezza, se semplice.

Anche all’organista proponete che accompagni canti con i quali tutti possano partecipare alla gioia di Dio, che vede realizzata la sua chiamata con cui vi ha destati alcuni anni fa. Evitate lo spettacolarismo di canti che mettono in evidenza la bella voce di un uomo a scapito della gloria del vostro Padre o della partecipazione della comunità.

Agli amici chiedete che non facciano sprechi alla porta della chiesa, nè oscenità prima o durante il pranzo: dite che siete cristiani e che volete che sia cristiano tutto!

E infine, sarà difficile, ma con un po' di decisione potrete riuscirci: con lo chef dell’albergo preparate un menù ... originale: buono, ma semplice, che non suoni offesa ai vostri fratelli poveri.

Ai parenti potrete chiedere, al posto del riso e di scherzi vari, un contributo per regalare e spedire Vangeli a bambini in Russia o in Kenya: lo faranno molto volentieri, e vi ringrazieranno!

 

17. 

Carissimo,

viaggio di nozze? Ma certo, fatelo. Un bel viaggetto, da soli, per godervi un po’ di pace e di riposo e di intimità dopo il via vai e i pensieri e i contrattempi e gli incontri e scontri delle ultime settimane. Dove lo farete? Nella culla del paganesimo, dimenticandovi che Dio vi ha benedetti per essere suo Sacramento?

Vi propongo di star lontani da agenzie che vi prospettano solo lusso e divertimento, sole e spiagge. Non riposerete.

Fate un bel viaggio con queste caratteristiche: semplicità, vicino a un luogo di preghiera - poiché ne avrete tempo - in luoghi dove possiate incontrare gente nuova con altre abitudini: vi aiuterà ad aprire i vostri orizzonti. So che qualcuno è andato a trovare - in viaggio di nozze - un missionario loro amico. Altri hanno approfittato per conoscere la Terra Santa. Altri fanno un pellegrinaggio con ammalati mettendosi a loro servizio! Se pensate solo al divertimento, non vi servirà per il vostro futuro.

E ora ho finito, finalmente! No, non ancora. Vorrei farvi la predica, ma quella la sentirete dal vostro Parroco, che aiuterete nello scegliere le letture per la Messa, la vostra Messa! Non invitare me a celebrare il tuo matrimonio, anche se sono tuo parente: nella Chiesa non è la parentela che conta, ma l’azione dello Spirito Santo, che dona le sue grazie e i ministeri in maniera del tutto libera dai legami affettivi umani.

Vi voglio dire ancora questo: il matrimonio non è un rito! Nemmeno la celebrazione di quel giorno è un rito: è un incontro col Signore Gesù nella sua comunità. Lo incomincerete il giorno precedente con una bella e calma e sincera confessione. Continuerete l’incontro con Lui durante la Messa e lo prolungherete ancora durante la giornata e la sera con una bella preghiera insieme, da soli. Non è un rito il vostro matrimonio, ma l’inizio di una vita! Una vita a due, sapendo che già il Signore Gesù è presente in casa vostra, perché egli ha promesso: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, là io sono in mezzo a loro”. È l’inizio di una vita santa e di un nuovo amore. Voi non vi amerete più perché vi siete simpatici, perché vi siete conosciuti e vi siete scelti. Vi amerete in obbedienza a Dio. Tu amerai la tua sposa perché Dio te ne avrà dato il compito. Amare la tua sposa è la tua missione e accettare il suo amore come dono di Dio è lo scopo nuovo della tua vita. Con la benedizione del Padre sul vostro amore le cose cambiano, diventano diverse, più grandi, più piene e complete!

 

18. 

Carissimo,

hai voluto ringraziarmi per le varie lettere che ti ho spedito in questi due anni e mezzo, ma ti dico che per queste lettere devi ringraziare soprattutto un monaco. È stato lui a suggerirmi, a pregarmi, a insistere di cominciare a scriverti. È un monaco che, pur avendoti visto una sola volta, ti vuol bene e prega per te. È uno che sa cosa ti è successo e ti succede, perché egli ha lasciato tutto per il Signore, e nel tutto c’era pure una bella e buona ragazza. Non ti dico chi è, così lo ringrazi solo con una preghiera, perché sia fedele alla sua dura vocazione. Egli non dà a vedere che è dura la sua vita, la vive gioiosamente, perché tutte le chiamate di Dio, se accolte, danno grande gioia!

Ebbene, saputo che non sarò io a farti la predica nel giorno delle tue nozze, mi ha pregato di scrivertene una lo stesso. Gli obbedisco. E obbedisco a te che ami le cose brevi. 

Carissimi, siete qui per celebrare...! No! Scusate. Siamo qui per ricevere una grande grazia da Dio, fedele e misericordioso. Voi ricevete un amore nuovo, che vi unisce in modo nuovo ed eterno. E noi riceviamo voi come nuova famiglia, un dono nuovo che Dio, fedele e buono, regala alla comunità parrocchiale e alla Chiesa.

Guardiamo l’amore che Dio dà a voi, e che noi - vostri amici e parenti e fratelli di fede - vi aiuteremo ad esercitare con perseveranza. L’amore che Dio vi dà è descritto nella prima lettura che ci è stata proclamata. Un brano della Bibbia che voi appenderete in casa, nell’angolo della preghiera della stanza più intima, e ve lo imprimerete nel cuore. In esso l’amore di Dio è chiamato “carità”. Quando lo rileggerete, ogni volta che compare il termine carità o il suo pronome, metterete il vostro nome, perché ormai quello è l’amore che riempie il vostro cuore e la vostra vita, l’amore che vi anima, che vi contraddistingue. Dopo lo faremo insieme.

La mia predica è la Parola di Dio. Non ho altro da dirvi.

La Parola di Dio sia quella parola che voi cercate, cui date importanza. Vi siete già abituati a leggerla insieme e a farne tesoro: continuate. In essa c’è vita e luce. In essa c’è il cuore di Gesù. In essa c’è la forza per amarvi e per accordarvi come amare i poveri, gli ignoranti, i piccoli, i vostri figli e i vostri genitori, che oggi raddoppiano. In essa troverete le indicazioni per rimanere sulla strada che vi aiuterete a percorrere verso la gloria eterna: vi aiuterete da oggi a entrare nei cieli, già aperti su Gesù, che vi accompagna e vi attende, mentre voi attendete Lui. Quella Parola la sentirete qui, dove tornerete ogni domenica, giorno del Signore, per ricevere la testimonianza della fede della Chiesa, che a sua volta si arricchisce della vostra!

Termino ora - come vi ho promesso - con la lettura di quel brano della Parola di Dio che descrive il suo amore e quindi la vostra nuova vita, che di quell’amore s’impregna.

Ogni volta che pronuncerò il termine “carità” cambiatelo con il vostro nome, perché siete voi che portate in cuore la carità!

Qui lascio lo spazio libero, coi puntini, per riempirlo col vostro nome. Siete pronti? 

”La ... è paziente, è benigna ...;

non è invidiosa ..., non si vanta ...,

... non si gonfia, ... non manca di rispetto,

... non cerca il suo interesse, ... non si adira,

... non tiene conto del male ricevuto,

... non gode dell'ingiustizia, ma si compiace della verità.

... tutto copre, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta.

Il nostro amore non avrà mai fine.”

( 1 Corinzi 13, 4-8 )

 

Nihil Obstat: Mons. Iginio Rogger, cens. eccl., Trento, 14 gennaio 1997.