ME
NU

Lettera agli amici da Konya - giugno 2021

Lettera agli amici -

giugno 2021

da KONYA

Cari amici e soprattutto fratelli e sorelle in Gesù,

Carissimi, in novembre eravamo in preghiera per la nomina del nuovo arcivescovo di Smirne: alla solennità dell’Immacolata l’attesa è terminata accogliendo con gioia, come nostro nuovo Pastore, Padre Martin Kmetec, che già conoscevamo da anni.

Per il Natale, purtroppo, a causa delle restrizioni per la pandemia, il desiderio dell’arcivescovo Lorenzo, di celebrare ancora una volta il Natale qui, non si è potuto realizzare. Per celebrarlo è potuto invece venire p. Jean-Marc da Ankara. Anche se abbiamo dovuto celebrarlo in un giorno feriale, limitando la partecipazione, è stata una bella celebrazione. Dopo un po’ di fraternità gioiosa, abbiamo salutato la comunità in vista del nostro rientro in Italia.

Il Signore ci ha guidato per i lavori di chiusura e ci ha fatte arrivare con gioia in Casa a Tavodo alla vigilia di Natale.

Nei due mesi in Fraternità eravamo spesso col cuore in Turchia e sempre unite spiritualmente con la Chiesa di Smirne: soprattutto all’Epifania in occasione del saluto e ringraziamento al Padre Vescovo Lorenzo e il 2 febbraio per l’Ordinazione episcopale del nuovo vescovo Martin.

I due mesi sono passati velocissimi fra quarantena, esercizi personali, periodo di ritiro comunitario, qualche controllo medico e visita in famiglia.

Ed eccoci, il 19 febbraio, di nuovo atterrate a Konya. Quest’anno ci ha accolte tanto freddo. Qualche intoppo ci ha dato un po’ di preoccupazione. Con i consigli del tipografo, che da anni ci stampa il calendario, abbiamo potuto chiamare un bravo idraulico a sostituire il calorifero bucato e riparare la perdita d’acqua di un tubo nel muro.

Pochi giorni dopo il nostro arrivo ci hanno comunicato dal Consolato che era stato accordato il rinnovo del permesso di soggiorno per due anni. Ai primi di marzo siamo andate quindi a Izmir per espletare alcune pratiche. È stata una bella occasione per incontrare per la prima volta il nuovo arcivescovo Martin, col quale abbiamo vissuto un bel momento di comunione, e così pure con le sorelle presenti in episcopio e con qualche altro conoscente. Nel viaggio di andata ci eravamo fermate un giorno dalla famiglia iraniana che vive a tre ore da noi e che, nel novembre scorso, qui a Konya, finalmente era diventata membro della Chiesa. Momento di consolazione per loro e di gioia anche per noi!

Come sempre il primo appuntamento con la comunità cristiana è la celebrazione dell’imposizione delle Ceneri, grazie a p.Jean-Marc, il nostro parroco “pendolare mensile” da Ankara. Con lui la comunità ha avuto le celebrazioni del Giovedì e Venerdì santo, della Pasqua il Lunedì dell’angelo, e poi della Pentecoste. Tutte le altre settimane abbiamo continuato a radunarci per la Liturgia della Parola.

Purtroppo le restrizioni hanno condizionato e indebolito molto la comunità, soprattutto per il fatto che, a parte due settimane, in tutti gli altri fine settimana c’era, e c’è tuttora, il coprifuoco, per cui la Messa o la Liturgia della Parola domenicale bisogna farla in giorni feriali, quando molti sono impediti a causa del lavoro. Per mantenere viva la comunione e la vita di fede abbiamo cercato di pregare, via WhatsApp, rosario e letture domenicali per gruppi linguistici.

Quasi sempre a distanza abbiamo continuato la catechesi con due famiglie, sia per gli adulti che per i bambini, e così pure la mini-scuola per i tre bambini iracheni, tre volte in settimana. Questa ultima famiglia cerchiamo di sostenerla in modo particolare a causa della sua situazione molto difficile, anche con l’aiuto di amici e della Caritas. Su nostra segnalazione, la Caritas è potuta intervenire anche per altre famiglie. A una, che è stata, grazie al Signore, accolta dal Canada (ma chissà fra quanti mesi o anni partirà!) abbiamo potuto finanziare il corso di inglese e offrire la possibilità di fare un po’ di conversazione con amici che parlano inglese e che si sono generosamente messi a disposizione.

In marzo abbiamo avuto, come più volte l’anno scorso, un bell’incontro online con gli amici dell’Opera Pastorale Missionaria della nostra diocesi a Trento e con una decina di missionari sparsi per il mondo dalle Filippine e Nuova Zelanda fino all’Argentina, Brasile, Messico, passando da diversi Stati dell’Africa fino in Belgio...: è stata davvero una finestra aperta su un grande orizzonte, segno dell’amore universale del Padre per tutta l’umanità, ora tanto sofferente.

Un evento importante a cui abbiamo partecipato (di persona!) a metà aprile sono stati i due giorni di incontro ecclesiale proposti dal Vescovo Martin ai sacerdoti e religiosi per “partire insieme”. Furono giorni intensi di ascolto, confronto, comunione e preghiera sotto l’intercessione di Maria, a Efeso, nel santuario della Casa di “Mamma Maria - Meryemana”. Ella, Madre della Chiesa, aiuti questa Chiesa, a cui Gesù ha parlato nell’Apocalisse, a camminare sulle sue vie!

Proprio da questo santuario il 19 maggio è stata trasmessa la preghiera del rosario, alla quale anche alcuni di voi hanno partecipato, nell’ambito dell’iniziativa di Papa Francesco della maratona di preghiera per la fine della pandemia.

Siamo tanto grate al Signore che in aprile abbiamo potuto stampare e donare a tutte le parrocchie della Turchia due opuscoli: la traduzione di “Troverà la fede sulla terra?” e “Quando pregate dite…”. Ringraziamo di cuore quanti ci hanno aiutato per tradurre e pure per stampare. Altri testi li abbiamo offerti online come aiuto per la Pentecoste e per il mese di maggio.

Da metà aprile abbiamo ripreso l’apertura della chiesa ai visitatori locali, dopo un anno di sospensione. Per evitare l’affollamento, invece che nel pomeriggio apriamo al mattino. Vengono meno persone, ma più motivate.

A metà aprile era la Festa di Fine Ramadan: essendo giorni di restrizioni particolari (in cui però è sempre stato possibile partecipare alla preghiera in moschea) abbiamo fatto gli auguri attraverso e-mail, messaggi e telefonate. Come ogni anno, fra i destinatari c’è il Mufti, il responsabile religioso musulmano della nostra zona. E quest’anno, con una nota particolare. Infatti è stata una bella sorpresa, pochi giorni prima della festa, ricevere dal suo ufficio due grandi sacchi di alimentari. È un’iniziativa rivolta alle famiglie bisognose, e quest’anno, dopo aver saputo da una conversazione quasi casuale con noi, che vivevamo fidandoci di Dio con i doni che riceviamo, hanno desiderato beneficare anche noi. Il Padre ricompensi largamente chi ci ha dato molto di più di “un bicchier d’acqua”! Parte di questi doni li abbiamo potuti condividere come premi della tombola che facciamo mensilmente con alcune famiglie, un po’ in presenza e un po’online, spedendo poi i premi col corriere.

Il 29 maggio è sempre una data molto cara, nella quale ricordiamo l’amore dei Ss. Sisinio, Martirio e Alessandro, nella cui terra siamo chiamate ad essere un segno di riconoscenza per il dono della fede che hanno testimoniato in Anaunia fino al sangue: un giorno di particolare comunione con la nostra Chiesa di Trento.

Siamo in attesa, per giugno, della prima visita del vescovo Martin, che per forza di cose sarà breve, ma di sicuro benedetta. Egli ha promesso di farci sostituire in luglio e fin quasi a metà agosto, così da permettere il nostro rientro a Tavodo. Di questo siamo tanto riconoscenti, perché così possiamo essere presenti in Fraternità durante parte dei corsi di esercizi spirituali nei quali la Casa si riempie.

Con il dono dello Spirito Santo, invocato con tutta la Chiesa, vi salutiamo con serena fiducia, sapendoci tutti nelle mani dolcissime e sicurissime del nostro Signore Gesù Cristo, il Risorto.

 

Isabella e Serena

da Tavodo