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Lettera agli amici da Konya - giugno 2017

Lettera agli amici - giugno 2017

da KONYA


Cari amici e fratelli,

Nel dicembre scorso, dopo la stampa e la spedizione del calendario turco e dell’opuscoletto sulla preghiera sacerdotale di Gesù alle varie parrocchie sparse per la Turchia, abbiamo concluso l’anno liturgico con la celebrazione di Gesù, Re dell’universo. Per questa solennità abbiamo avuto il dono della s. Messa attraverso il sacerdote tedesco Nikolaus Wyrwoll, sempre disponibile a venire da Istanbul appena glielo chiediamo.

Pure per l’Avvento abbiamo avuto questo dono: p. Jean-Marc, gesuita che risiede ad Ankara, viene mensilmente. Ancora con lui abbiamo poi celebrato, anticipandolo, il Natale. Con questa celebrazione ci siamo congedate dalla comunità di qui per essere a Tavodo con la nostra Fraternità e celebrare insieme il Natale.

Con i “nostri” qui abbiamo continuato a rimanere in contatto attraverso e-mail e telefonate, soprattutto con i più bisognosi. Ai tre giovani africani impegnati nel cammino di preparazione alla Cresima abbiamo affidato il compito di venire a controllare e a tenere in ordine chiesa e giardino. Lo faranno spalando anche tanta neve! Infatti quest’inverno per la gioia degli agricoltori, meno dei cittadini, è stato un anno di nevicate eccezionali. Noi siamo grate al Signore che questo non ha causato danni né alla chiesa né alla casa.

Il 20 febbraio rieccoci di nuovo qui, Serena e Isabella, per iniziare il 23’ anno di presenza a Iconio sostenute anche dalla benedizione ricevuta pochi giorni prima dal Vescovo Lauro.

Poco dopo iniziamo pure la Quaresima con l’imposizione delle Ceneri. In questa occasione abbiamo visto che davvero il Padre guida ogni cosa: già da tempo il Nunzio aveva fissato il 5 marzo per venire a fare visita alla comunità, ma poi, per motivi di salute, gli è stato impossibile. Senza saperlo, ma provvidenzialmente, p. Nikolaus da tempo aveva acquistato il biglietto aereo per Konya proprio per quei giorni e così abbiamo avuto la messa delle Ceneri!

Rare volte abbiamo avuto l’imposizione delle ceneri. Ora, grazie alla disponibilità dei due sacerdoti sopra nominati, la vita della comunità qui sta divenendo liturgicamente più regolare: circa due domeniche al mese possiamo avere la messa e anche per il Triduo Pasquale abbiamo avuto tutte le celebrazioni.

Buona è stata la partecipazione alla Via Crucis settimanale e soprattutto al Triduo: eravamo quasi sempre una ventina. Toccante è stata la lettura dialogata della Passione in diverse lingue, in particolare per l’immedesimazione dei lettori, soprattutto dagli africani. Pure la messa di Pasqua è stata un momento molto forte di Chiesa e di gioia. Eravamo una 50ina con la presenza di ben 16 nazionalità: Turchia, Iraq, Iran, Siria, Georgia, Corea, Haiti, Brasile, Congo, Nigeria, Uganda, Camerun, Ruanda, Bosnia, Germania, Italia.

Come prevedevamo, la drastica diminuzione dei pellegrinaggi è continuata anche in questo periodo: solo 5 i gruppi arrivati: 2 coreani, 1 messicano, 1 brasiliano e 1 filippino.

Non prevedevamo invece le sorprese del Signore. La più grande, e che ci ha impegnato di più nel discernimento sul da farsi, è stata la nuova presenza di Iraniani iniziata a fine marzo. All’inizio era una presenza numerosa: più di 20-25 persone con le quali era difficile, quasi impossibile, comunicare a causa della lingua che non conosciamo; d’altro canto non volevamo nemmeno mandarli altrove senza prima aver fatto tutto quanto era nelle nostre possibilità: a Gesù potevano bastare ancora quei cinque pani… Abbiamo così cominciato ad accoglierli alla preghiera domenicale stampando le letture e l’omelia, oltre che in turco, inglese, francese e arabo, anche in persiano. Per noi diventava più complicato guidare la liturgia della Parola e cercare di aiutare tutti a pregare, comunque il Signore ha benedetto i nostri tentativi. In questi 2-3 mesi poi le intenzioni di questi Iraniani si sono chiarite: qualcuno ha pensato di ritornare in patria, qualcuno, già protestante, è andato altrove e per chi ha espresso il desiderio di continuare qui, il Signore è intervenuto con la richiesta del nostro Padre Vescovo di Smirne a un catechista di madrelingua persiana affinché venisse a conoscerli e, se possibile, a prendersene cura. E così da metà maggio, ogni domenica, oltre alla preghiera di tutta la comunità, possiamo offrire al piccolo gruppo iraniano rimasto fedele la registrazione di una catechesi. Affidiamo alla vostra preghiera il loro cammino! Questo catechista per venire a incontrarli ha viaggiato in pullman una notte per 10 ore e la notte seguente ha rifatto la stessa lunga strada! (Da noi i catechisti quanta ne fanno?)

Mancando i pellegrinaggi abbiamo potuto andare due volte a Izmir: in marzo per l’incontro mensile dei religiosi della nostra diocesi e in maggio per i 3 giorni dei religiosi di tutta la Turchia: tempi preziosi di incontro, confronto e soprattutto di comunione. In tutte e due le occasioni abbiamo fatto visita ad alcuni conoscenti.

Tra una volta e l’altra, in maggio, ci ha fatto visita d. Vigilio accompagnato da Giuseppe. Questa volta la sua permanenza è stata più breve del solito (9 giorni) e di conseguenza le giornate sono riuscite più intense. C’è stato il bell’incontro con una decina di laureandi e quello con i tre giovani in cammino per la Cresima. Siamo stati invitati e accolti con grande ospitalità da due famiglie: in una, cristiana, dopo aver gustato le specialità irachene, abbiamo pregato il rosario e benedetto la casa; con l’altra, quella del falegname, dopo un’altrettanto buona cena, abbiamo rivisto le foto di 20 anni fa, quando ci siamo conosciuti la prima volta. Dopo la messa domenicale d. Vigilio ha benedetto le due bambine della comunità e amministrato l’Unzione degli Infermi, molto richiesta. Si è poi continuato a stare insieme per il pranzo con il tipico döner-kebap. La mano esperta di Giuseppe ha rinnovato i vasi di fiori davanti alla chiesa e migliorato il giardino.

Il 29 maggio è sempre una festa che sentiamo con speciale intensità, trovandoci nella terra natale dei nostri evangelizzatori e martiri Sisinio, Martirio ed Alessandro; è un giorno che viviamo in particolare unità con la nostra diocesi di Trento. Pure il nostro vescovo di Izmir, che spesso ci chiama per sapere come va qui in questa sua comunità più lontana, in quel giorno non ha mancato di telefonarci e benedirci.

Due pomeriggi in settimana abbiamo continuato l’accoglienza in chiesa dei visitatori locali, sempre numerosi, due volte anche di alcune classi delle medie e di un liceo religioso accompagnate dai loro insegnanti. Quest’anno la polizia non ha ripreso il servizio di sorveglianza durante l’apertura, ma lo prendiamo come un buon segno: si vede che il pericolo s’è attenuato.

Abbiamo potuto offrire con regolarità la traduzione in turco e arabo delle omelie di d. Vigilio che diverse persone attendono. Questo ci dà anche la gioia di lavorare per il Regno di Dio insieme ad alcune altre persone.

Con p. Jean-Marc i tre giovani continuano la preparazione alla Cresima con un itinerario di lettura della Bibbia, dimostrando tanta serietà. Per quanto l’impegno scolastico lo ha permesso loro, ci sono stati d’aiuto in qualche lavoro per giardino e chiesa. P. Jean-Marc ha pure preparato, con alcuni incontri, una coppia ugandese per il battesimo della loro bimba celebrato il 10 giugno.

Ricevuto prima del solito il messaggio del Vaticano per il Ramadan, abbiamo avuto o cercato occasione di donarlo a conoscenti, a vicini, all’autorità religiosa della nostra zona e anche di metterlo a disposizione dei visitatori.

Carissimi, nella comunione dello Spirito Santo, da poco celebrato e invocato, vi salutiamo fraternamente e vi ringraziamo di cuore.

Isabella e Serena