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Lettera agli amici da Konya - dicembre 2019

Lettera agli amici -

dicembre 2019

da KONYA

Cari amici e fratelli,

Appena prima del consueto rientro a Tavodo abbiamo avuto un gruppo di pellegrini del tutto particolare: il nostro Arcivescovo Lorenzo con i sacerdoti e le suore della nostra Diocesi di Smirne. Hanno voluto farci questo dono per il 25° anniversario della nostra presenza a Konya. Siamo andate loro incontro, con uno dei giovani africani, fino ad Antiochia di Pisidia - a circa 180 km da qui -. Abbiamo celebrato insieme la S. Messa proprio sul luogo, ancora ricco di reperti, della basilica paleocristiana, costruita sul luogo della sinagoga in cui S. Paolo ha pronunciato l'annuncio di Atti 13,16-43. Poi “... Essi andarono a Iconio, mentre i discepoli erano pieni di gioia e di Spirito Santo”. Anche noi, il giorno dopo, abbiamo celebrato nella chiesa di Konya: il P. Vescovo ci ha incoraggiati a confidare nell'aiuto dello Spirito Santo: il Paraclito, vicino ai Discepoli di Gesù, sia nelle missioni, sia nelle prove e servizi quotidiani. Abbiamo poi raggiunto Listra, coi suoi bei paesaggi e soprattutto le chiesette scavate nella roccia, con numerose tombe: silenziosi testimoni della presenza e della preghiera, nei secoli passati, di comunità cristiane, eredi della fede e delle fatiche di S. Paolo e S. Timoteo.

Al ritorno, in luglio, il servizio a Konya è stato ripreso da Lidia e Serena. All'arrivo abbiamo ringraziato di cuore i fratelli che ci avevano sostituite. Hanno fatto un grande lavoro per cercare di risolvere il problema, che ci accompagna da sempre, della muffa in casa; hanno accolto anche numerosi gruppi, quasi tutti italiani. L'ultimo giorno abbiamo preparato insieme un tratto del giardino per seminarvi l'erba in autunno. Il Padre ci ha preparato un'altra bella sorpresa: proprio nel mese della nostra assenza, il Comune ha effettuato un lavoro che da tempo ci si aspettava, e che ci dava preoccupazione: l'abbattimento del grande caseggiato, disabitato da anni, appena al di là del nostro giardino. Ora la chiesa, con la sua bella croce, si vede già da lontano e dal “nostro” pezzetto di terra si può contemplare il cielo, con il bell'azzurro di giorno e le stelle di notte. E, come hanno raccontato i fratelli, il lavoro è stato condotto con ordine e perizia, senza incidenti. Ringraziamo di cuore il Padre per la tenerezza con cui ci accompagna!

Durante il periodo estivo la nostra “famiglia parrocchiale” ha continuato a raccogliersi attorno a Gesù, nel suo Giorno: una volta abbiamo partecipato alla S. Messa di un gruppo spagnolo, un'altra la celebrazione ci è stata offerta da un sacerdote italiano, conosciuto già da alcuni anni, che ha chiesto di partecipare per qualche giorno alla nostra preghiera, un'altra volta ancora abbiamo chiesto il dono di una celebrazione eucaristica domenicale a P. Nicola. Le altre domeniche abbiamo accolto Gesù, ascoltandolo insieme nella sua Parola, spezzata con sapienza nell'omelia di don Vigilio; lo abbiamo lodato col canto, e poi con un momento di fraternità in giardino. Eravamo quasi sempre una ventina. Ringraziamo Gesù, perché ci ha dato aiuto, per questo servizio, tramite un paio di studenti africani, che hanno servito con gioioso impegno il Signore, sopperendo alle nostre carenze linguistiche ed organizzative. Spesso per la celebrazione arrivavano anche le rose, dal giardino di un uomo semplice della città, che diceva trovare pace visitando la chiesa.

I gruppi sono stati numerosi, provenivano anche da Paesi lontani, dell'Africa e dell'America Latina e dell’Asia: ci siamo unite ai loro canti, all'affettuosa preghiera a S. Paolo, alla venerazione per questa Terra Santa, culla della nostra fede e della nostro vivere “a Chiesa”.

Nei giorni dell'apertura della chiesa ai visitatori musulmani, il Padre ci mandava sempre qualcuno da accogliere, o con un sorriso soltanto o con l'ascolto o donando una parola di spiegazione o di amicizia. C'intrattenevano quasi sempre oltre l'orario di chiusura, tanto che poi, alla venuta di don Vigilio, abbiamo deciso di prolungare l'orario di queste visite “benedette”.

Nonostante le vacanze non abbiamo interrotto gli incontri settimanali di catechesi-gioco con alcuni bambini iraniani e iracheni - quasi sempre presenti anche le mamme -, e nemmeno quelli di preghiera con semplice istruzione religiosa via WhatsApp, sia con una famigliola che vive in altra città, sia con un giovane studente che, da un'altra città della Turchia, si riferisce a noi per piccoli aiuti nella fede, a sua volta aiutandoci per qualche traduzione. La mamma della famiglia irachena – che, vivendo praticamente senza il padre, è la più bisognosa – è stata operata a tutte e due le mani: abbiamo cercato di venirle in aiuto, così come ci sembrava esserci suggerito dallo Spirito Santo. E stiamo ancora facendolo, perché possano anche loro vedere e gustare il volto del Padre celeste!

Verso la metà di settembre abbiamo accolto con gioia e riconoscenza il gruppo di pellegrini che, con don Vigilio, ha voluto visitare alcuni luoghi e incontrare dei fratelli in questa santa Terra di Turchia. Voleva essere soprattutto un ringraziamento al Signore per i 25 anni di presenza della nostra Fraternità a Konya. Con loro c'era Isabella, di ritorno dal periodo trascorso a Tavodo. La guida turca era un religioso cappuccino, che conosciamo dai primi anni, sempre disponibile ad aiutarci per traduzioni, e tanto ben preparato. Hanno visitato dapprima Istanbul, iniziando con la S. Messa nella Cattedrale di Santo Spirito: tanto bella e tanto cara per gli anni in cui Papa S. Giovanni XXIII vi è stato come Nunzio Apostolico. Qui i nostri pellegrini hanno avuto l'incontro col Vescovo Ruben e i salesiani che vivono lì, mentre nella visita al Patriarcato Ecumenico sono stati accolti e guidati gentilmente da uno degli Archimandriti: lo faceva per incarico del Patriarca Bartolomeo, in quei giorni a Roma. Per quella prima celebrazione eucaristica si è aggiunto P. Nicola, come sempre desideroso di esprimerci la sua vicinanza e comunione nel Signore. A Smirne, nella bella chiesa, tutta affrescata, di S. Policarpo, i nostri pellegrini erano attesi con amore e gioia dal nostro Arcivescovo Lorenzo, insieme alle due Sorelle “di Maria e Giovanni”, che già da alcuni anni prestano là il loro servizio. Il Padre Vescovo ci ha ringraziato e incoraggiato nel continuare il nostro servizio nella chiesa di Konya. I pellegrini hanno ascoltato con interesse e ammirazione anche la testimonianza delle due sorelle. Nella vicina Efeso, altra Chiesa dell'Apocalisse, sul Monte degli Usignoli, sono stai accolti, invece, da un padre cappuccino rumeno e da altre due Sorelle “di Maria e Giovanni”, nella piccola Casa di Meryem Ana – Mamma Maria -: celebrazione eucaristica e forte testimonianza del padre cappuccino e delle sorelle. Sulla strada da Smirne a Konya, a Gerapoli, la visita al Martyrion di S. Filippo: grazie ai recenti lavori archeologici, ora, salendo, con un po' di fatica, si può giungere alla tomba, che parla ancora dell'amore degli Apostoli al Signore Gesù e alla sua Chiesa. Prima di continuare verso la Cappadocia, Terra dei nostri Ss. Martiri Sisinio, Martirio e Alessandro, cui dobbiamo le motivazioni della nostra presenza in Turchia, rapida tappa a Konya-Iconio: don Vigilio ha celebrato la S. Messa in onore di S. Paolo, che qui ha vissuto la prima parte del suo servizio missionario. Abbiamo ricordato e pregato anche S. Timoteo, “che era tenuto in grande rispetto nella comunità di Iconio” e S. Tecla, nata proprio in questa città. Per rendere più veloce la sosta, ma anche per dire ai nostri pellegrini la gioia di averli un po' di più con noi, abbiamo offerto un semplice pranzo in giardino, utilizzando tutti i tavolini di cui disponevamo, stringendoci un po'. Il gruppo poi ha continuato il viaggio verso la Cappadocia. Visita al museo aperto di Göreme, ricco di chiese rupestri, qualcuna dotata di affreschi. In una di queste chiese ha celebrato la S. Messa in onore dei nostri Ss. Martiri, assaggiando un po' anche il freddo della Cappadocia. Ultimo giorno, domenica, a Konya: visita a Sille, antico e caratteristico paese greco, restaurato e abbellito in questi ultimi anni, con la sua grande chiesa greco ortodossa dedicata a S. Elena. Questa, infatti, l'aveva commissionata, passando di qui durante uno dei suoi pellegrinaggi in Terra Santa. Dopo il pranzo, celebrazione con la Comunità di Konya. L'abbiamo preparata sostando prima un'ora in adorazione – ringraziamento silenzioso: è stato un momento di preghiera e comunione molto bello. Quindi abbiamo celebrato con la gioiosa e giovane comunità composta in gran parte da studenti africani. Mentre il gruppo ha fatto ritorno in Italia, don Vigilio si è fermato ancora qualche giorno con noi, facendoci dono di un'altra celebrazione domenicale. Proprio in quei giorni la liturgia ci offriva la promessa del profeta: “Non temere, popolo di poveri, perché io vengo ad abitare in mezzo a te”. Come sempre ha potuto darci sapienti consigli, ricordandoci la Parola: “La sapienza che viene dall'alto è anzitutto pura, poi pacifica, mite arrendevole”, ha donato conforto e benedizione a qualcuno dei più bisognosi, ha visitato la famigliola di un’altra città, che aveva tanto chiesto questo dono al Signore!

Dopo il rientro a Tavodo di don Vigilio e Lidia, abbiamo partecipato alla celebrazione della Theotokos nelle rovine della chiesa del Concilio a Efeso. Per questa celebrazione il nostro Arcivescovo Lorenzo aveva invitato, ancora per l’occasione del nostro 25°, l'Arcivescovo Lauro. Questo, molto occupato, ha chiesto all'Arcivescovo Emerito Bressan di sostituirlo: l'ha fatto in modo proprio bello, e lo ringraziamo. É stato un tempo particolare, in cui abbiamo sentito di essere amate e seguite sia dalla Chiesa di Smirne, sia da quella di Trento, e che il nostro umile servizio è prezioso agli occhi del Padre e di Gesù. Il dono di questo viaggio a Smirne ci ha permesso di far visita al alcune cristiane di là, che stanno vivendo il loro amore a Gesù in condizioni non facili.

Al ritorno ci attendevano due lavori urgenti: la semina dell'erba, prima dell'arrivo del freddo, e le ultime correzioni e ricerca delle immagini per il calendario turco. Il Padre, come sempre, ci ha assistite: l'erba è cresciuta, verde e fresca, e già i primi giorni di novembre abbiamo potuto spedire alle parrocchie delle tre Diocesi il calendario turco: dono atteso da molti, usato in qualche comunità anche da Fratelli Ortodossi. Ringraziamo il Signore che ci ha donato tempo e forza, e anche la possibilità economica, per portare a termine questo servizio.

Nelle varie domeniche di ottobre e novembre abbiamo avuto di frequente il dono della celebrazione della S. Messa: grazie a P. Jean Marc, che viene mensilmente anche per i due piccoli gruppi di studenti africani che sta seguendo – preparazione e post Cresima -, a mons. Miguel, Primo Consigliere alla Nunziatura, arrivato da poco in Turchia, molto disponibile a offrirci questo servizio, a P. Nicola, venuto per la celebrazione dei Santi e preghiera al cimitero cristiano. Vi sono stati sepolti da poco, solo con una semplice preghiera fatta da noi, un uomo e una donna russi, della cui presenza non avevamo alcuna notizia; la benedizione del sacerdote è stata certo un grande dono per queste due povere anime!

Un paio di giornate di ottobre abbiamo lavorato insieme ad una signora della Caritas di Smirne, venuta per portare aiuto ai profughi della città in particolare situazione di bisogno.

In questi ultimi mesi anche il nostro servizio per due famiglie di profughi iracheni e iraniani che frequentano la chiesa si è dovuto intensificare; la presenza più numerosa, attualmente, è costituita dagli Africani, che però studiano o lavorano, e quindi possono sostenersi da soli, anche se non in condizioni di ricchezza.

Intanto, a differenza degli anni scorsi, continuano ad arrivare gruppi, anche se più radi dei mesi scorsi.

Ora, contente di poter lavorare insieme ai fratelli a Tavodo, anche se a distanza, stiamo portando il nostro piccolo contributo di lavoro per il calendario italiano 2021.

Proprio in questi giorni la visita di una famigliola iraniana: abbiamo condiviso la preghiera, un momento di catechesi e una celebrazione domenicale della Parola. Questa famigliola, infatti, sta camminando nella fede con noi, anche se a distanza. E già pensiamo a far loro visita col P. Vescovo e P. Nicola, quando verranno - è già la terza volta! - per celebrare il S. Natale con la nostra Comunità, come al solito con qualche giorno di anticipo.

Concludiamo con un ringraziamento particolare al Signore, che in quest'anno ha voluto seminare tanti segni di amore e di benevolenza: ci hanno incoraggiato e fortificato! E vogliamo ringraziarlo anche per ogni fiore, che ha fatto crescere nel piccolo giardino, per le due tortore, che hanno nidificato sotto la nostra grondaia: ci hanno dato esempio di pazienza e fedeltà, di cura paterna e materna. E i piccoli, che facevano capolino dal nido, dormendo sotto le stesse ali, ricevendo il cibo dagli stessi genitori, stringendosi o scostandosi per fare posto al fratellino, ci hanno parlato di vita filiale e fraterna. E lo ringraziamo anche per te, per la tua preghiera e per il tuo affetto in lui.

“Dica Israele che egli è buono, che il suo amore è per sempre”!

Isabella e Serena

da Tavodo