ME
NU

Veglia inizio anno della fede

 

 

Unità Pastorale del Banale

Veglia per l’inizio dell’Anno della Fede 11/10/2012

 

Canto: Salga a te, Signore n. 7

 

Nel nome del Padre, …

La grazia e la pace di Dio nostro Padre, la salvezza del Figlio Gesù Cristo, la comunione e la gioia dello Spirito Santo sia con tutti voi.

E con il tuo spirito.

 

Presid.:

Siamo oggi uniti a tutta la Chiesa che ringrazia Dio per il 50mo anniversario dall’inizio del Concilio Vaticano II e supplica il Padre per un rinnovamento della fede in tutta la Chiesa.

Ascoltiamo innanzitutto l’invito rivoltoci dai Vescovi delle Chiese del Triveneto:

 

Lettore: Carissimi fratelli e sorelle,

stiamo per iniziare uno straordinario tempo di grazia: l’Anno della fede.

Il Papa Benedetto XVI ha indetto questo Anno perché riscopriamo la gioia del credere e ritro-viamo l’entusiasmo nel comunicare la fede. «La fede è un dono da riscoprire, da coltivare e da testimoniare», perché il Signore «conceda a ciascuno di noi di vivere la bellezza e la gioia dell’essere cristiani».

L’Anno della fede ci invita a riscoprire il fondamento della nostra fede, Gesù Cristo, e a convertirci a Lui, unico Salvatore del mondo. Egli dà alla nostra vita un nuovo orizzonte e la direzione decisiva. Nel mistero della sua morte e risurrezione, si rivela in pienezza l’Amore che salva.

Ma l’Anno della fede ci chiede anche di annunciare l’amore di Dio agli uomini del nostro tempo. L’amore di Cristo, che colma i nostri cuori, ci spinge ad evangelizzare. Egli ci invia per le strade del mondo per proclamare il suo Vangelo a tutti i popoli della terra (cf. Mt 28,19).

Per rivivere la gioia del credere e l’entusiasmo nel comunicare la fede, in questo Anno sia-mo invitati a riscoprire i contenuti della fede«professata, celebrata, vissuta e pregata».

Ce lo ricorda il Papa Benedetto XVI nella Lettera Apostolica Porta Fidei: «La conoscenza dei contenuti di fede è essenziale per dare il proprio assenso, cioè per aderire pienamente con l’intelligenza e la volontà a quanto viene proposto dalla Chiesa».

E aggiunge: «L’Anno della fede dovrà esprimere un corale impegno per la riscoperta e lo stu-dio dei contenuti fondamentali della fede che trovano nel Catechismo della Chiesa Cattolica la loro sintesi sistematica e organica» (PF 11).

Carissimi fratelli e sorelle, accogliamo l’invito del Papa: viviamo con gioia questo Anno della fede, mettendoci in ascolto della parola di Dio e meditando insieme i contenuti fondamentali della fede cristiana. Facciamoci testimoni dell’amore di Dio e rendiamo ragione della speranza che c’è in noi.

Mostriamo ai nostri fratelli come la fede in lui rende più vera, più giusta e più bella la nostra vita personale, familiare e sociale, rinnova i rapporti di amicizia, dà senso alla fatica del lavoro, all'impegno educativo e all'azione sociale, sostiene nelle prove e nella malattia, ci aiuta a dare un senso pieno alla nostra vita. …

20 settembre 2012 I Vescovi delle Chiese del Triveneto

 

Presid. : Preghiamo

O Dio, nostro Padre, unica fonte di ogni dono perfetto,

suscita in noi l'amore per te e ravviva la nostra fede,

perché si sviluppi in noi il germe del bene

e con il tuo aiuto maturi fino alla sua pienezza.

Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio, che è Dio...

 

Lettore

Dalla lettera di San Paolo apostolo ai Romani. (10,8-)

Vicino a te è la Parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore, cioè la parola della fede che noi predichiamo. 9 Perché se con la tua bocca proclamerai: «Gesù è il Signore!», e con il tuo cuore crederai che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. 10Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia, e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. 11Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso. 12Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che lo invocano. 13Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato.

Parola di Dio

 

Lettore Salmo 15/16:

Rit.: Ti benedico, signor, nella mia vita... ( canto 23/18)

 

Proteggimi, o Dio: in te mi rifugio.

Ho detto al Signore: «Il mio Signore sei tu,

solo in te è il mio bene».

Agli idoli del paese, agli dèi potenti andava tutto il mio favore.

 

Moltiplicano le loro pene

quelli che corrono dietro a un dio straniero.

Io non spanderò le loro libagioni di sangue,

né pronuncerò con le mie labbra i loro nomi.

 

Il Signore è mia parte di eredità e mio calice:

nelle tue mani è la mia vita.

Per me la sorte è caduta su luoghi deliziosi:

la mia eredità è stupenda.

 

Benedico il Signore che mi ha dato consiglio;

anche di notte il mio animo mi istruisce.

Io pongo sempre davanti a me il Signore,

sta alla mia destra, non potrò vacillare.

 

Per questo gioisce il mio cuore ed esulta la mia anima;

anche il mio corpo riposa al sicuro,

perché non abbandonerai la mia vita negli inferi,

né lascerai che il tuo fedele veda la fossa.

 

Mi indicherai il sentiero della vita,

gioia piena alla tua presenza,

dolcezza senza fine alla tua destra.

 

Alleluia…

Questa è l’opera di Dio:

credere in colui che egli ha mandato

Alleluia…

 

Dal Vangelo secondo Giovanni (6,26-29)

Gesù (disse alle folle): «In verità, in verità io vi dico: voi mi cercate non perché avete visto dei segni, ma perché avete mangiato di quei pani e vi siete saziati. Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la vita eterna e che il Figlio dell’uomo vi darà. Perché su di lui il Padre, Dio, ha messo il suo sigillo». Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato».

Parola del Signore.

 

Lettore: Dalla Lettera Apostolica di Sua Santità Benedetto XVI Porta Fidei

1. La “porta della fede” (cfr At 14,27) che introduce alla vita di comunione con Dio e permette l’ingresso nella sua Chiesa è sempre aperta per noi. E’ possibile oltrepassare quella soglia quando la Parola di Dio viene annunciata e il cuore si lascia plasmare dalla grazia che trasforma. Attraversare quella porta comporta immettersi in un cammino che dura tutta la vita. Esso inizia con il Battesimo (cfr Rm 6, 4), mediante il quale possiamo chiamare Dio con il nome di Padre, e si conclude con il passaggio attraverso la morte alla vita eterna, frutto della risurrezione del Signore Gesù che, con il dono dello Spirito Santo, ha voluto coinvolgere nella sua stessa gloria quanti credono in Lui (cfr Gv17,22). Professare la fede nella Trinità – Padre, Figlio e Spirito Santo – equivale a credere in un solo Dio che è Amore (cfr 1Gv 4,8): il Padre, che nella pienezza del tempo ha inviato suo Figlio per la nostra salvezza; Gesù Cristo, che nel mistero della sua morte e risurrezione ha redento il mondo; lo Spirito Santo, che conduce la Chiesa attraverso i secoli nell’attesa del ritorno glorioso del Signore.

2. … “La Chiesa nel suo insieme, ed i Pastori in essa, come Cristo devono mettersi in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita, verso l’amicizia con il Figlio di Dio, verso Colui che ci dona la vita, la vita in pienezza”. Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato. Mentre nel passato era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone.

3. Non possiamo accettare che il sale diventi insipido e la luce sia tenuta nascosta (cfr Mt 5,13-16). Anche l’uomo di oggi può sentire di nuovo il bisogno di recarsi come la samaritana al pozzo per ascoltare Gesù, che invita a credere in Lui e ad attingere alla sua sorgente, zampillante di acqua viva (cfr Gv 4,14). Dobbiamo ritrovare il gusto di nutrirci della Parola di Dio, trasmessa dalla Chiesa in modo fedele, e del Pane della vita, offerti a sostegno di quanti sono suoi discepoli (cfr Gv 6,51). L’insegnamento di Gesù, infatti, risuona ancora ai nostri giorni con la stessa forza: “Datevi da fare non per il cibo che non dura, ma per il cibo che rimane per la via eterna” (Gv 6,27). L’interrogativo posto da quanti lo ascoltavano è lo stesso anche per noi oggi: “Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di Dio?” (Gv 6,28). Conosciamo la risposta di Gesù: “Questa è l’opera di Dio: che crediate in colui che egli ha mandato” (Gv 6,29). Credere in Gesù Cristo, dunque, è la via per poter giungere in modo definitivo alla salvezza.

4. Alla luce di tutto questo ho deciso di indire un Anno della fede. Esso avrà inizio l’11 ottobre 2012, nel cinquantesimo anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II, e terminerà nella solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo, il 24 novembre 2013. Nella data dell’11 ottobre 2012, ricorreranno anche i vent’anni dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, testo promulgato dal mio Predecessore, il Beato Papa Giovanni Paolo II, allo scopo di illustrare a tutti i fedeli la forza e la bellezza della fede. Questo documento, autentico frutto del Concilio Vaticano II, fu auspicato dal Sinodo Straordinario dei Vescovi del 1985 come strumento al servizio della catechesi e venne realizzato mediante la collaborazione di tutto l’Episcopato della Chiesa cattolica. E proprio l’Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi è stata da me convocata, nel mese di ottobre del 2012, sul tema de La nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede cristiana. Sarà quella un’occasione propizia per introdurre l’intera compagine ecclesiale ad un tempo di particolare riflessione e riscoperta della fede. Non è la prima volta che la Chiesa è chiamata a celebrare un Anno della fede. Il mio venerato Predecessore il Servo di Dio Paolo VI ne indisse uno simile nel 1967, per fare memoria del martirio degli Apostoli Pietro e Paolo nel diciannovesimo centenario della loro testimonianza suprema. Lo pensò come un momento solenne perché in tutta la Chiesa vi fosse “un'autentica e sincera professione della medesima fede”; egli, inoltre, volle che questa venisse confermata in maniera “individuale e collettiva, libera e cosciente, interiore ed esteriore, umile e franca”. Pensava che in tal modo la Chiesa intera potesse riprendere “esatta coscienza della sua fede, per ravvivarla, per purificarla, per confermarla, per confessarla”. I grandi sconvolgimenti che si verificarono in quell’Anno, resero ancora più evidente la necessità di una simile celebrazione. Essa si concluse con la Professione di fede del Popolo di Dio, per attestare quanto i contenuti essenziali che da secoli costituiscono il patrimonio di tutti i credenti hanno bisogno di essere confermati, compresi e approfonditi in maniera sempre nuova al fine di dare testimonianza coerente in condizioni storiche diverse dal passato.

… …

Possa questo Anno della fede rendere sempre più saldo il rapporto con Cristo Signore, poiché solo in Lui vi è la certezza per guardare al futuro e la garanzia di un amore autentico e duraturo. Le parole dell’apostolo Pietro gettano un ultimo squarcio di luce sulla fede: “Perciò siete ricolmi di gioia, anche se ora dovete essere, per un po’ di tempo, afflitti da varie prove, affinché la vostra fede, messa alla prova, molto più preziosa dell’oro – destinato a perire e tuttavia purificato con fuoco – torni a vostra lode, gloria e onore quando Gesù Cristo si manifesterà. Voi lo amate, pur senza averlo visto e ora, senza vederlo, credete in lui. Perciò esultate di gioia indicibile e gloriosa, mentre raggiungete la mèta della vostra fede: la salvezza delle anime” (1Pt 1,6-9). La vita dei cristiani conosce l’esperienza della gioia e quella della sofferenza. Quanti Santi hanno vissuto la solitudine! Quanti credenti, anche ai nostri giorni, sono provati dal silenzio di Dio mentre vorrebbero ascoltare la sua voce consolante! Le prove della vita, mentre consentono di comprendere il mistero della Croce e di partecipare alle sofferenze di Cristo (cfr Col 1,24), sono preludio alla gioia e alla speranza cui la fede conduce: “quando sono debole, è allora che sono forte” (2Cor 12,10). Noi crediamo con ferma certezza che il Signore Gesù ha sconfitto il male e la morte. Con questa sicura fiducia ci affidiamo a Lui: Egli, presente in mezzo a noi, vince il potere del maligno (cfr Lc 11,20) e la Chiesa, comunità visibile della sua misericordia, permane in Lui come segno della riconciliazione definitiva con il Padre.

Affidiamo alla Madre di Dio, proclamata “beata” perché “ha creduto” (Lc 1,45), questo tempo di grazia.

 

Momento di silenzio

 

Celebr.: Ed ora, con quella sicurezza di cui siamo capaci, e soprattutto con l’amore che ci è stato riversato nel cuore dallo Spirito Santo, proclamiamo con la bocca la nostra fede, affidandoci a Dio e aprendo il nostro cuore affinché la nostra vita porti il frutto della fede: la pace, la carità e la gioia, il perdono e la comunione con tutti.

Canto Rit.: Credo, Signore, amen!

Dio nostro Padre, crediamo in te che hai creato noi e tutto ciò che ci circonda: Credo, Signore, amen!

Dio nostro Padre, ci affidiamo a te, che hai contato i capelli del nostro capo e sai ciò di cui abbiamo bisogno perché noi siamo utili al tuo regno:Credo, Signore, amen!

Dio nostro Padre, che ci hai donato il tuo Figlio per salvarci dal male e dal maligno: Credo, Signore, amen!

Gesù, Figlio del Dio vivente, crediamo in te che, incarnato nel grembo della Vergine Maria, sei venuto nella povertà per attirarci a te, affinché troviamo la strada che conduce al Padre: Credo, Signore, amen!

Gesù, Figlio del Dio vivente, crediamo in te che per i nostri peccati sei entrato nelle acque del Giordano, e sei salito sulla croce per rivelarci la pienezza dell’amore di Dio: Credo, Signore, amen!

Gesù, Figlio del Dio vivente, obbediamo a te che ci doni Parola di verità e, risorto dai morti, doni il tuo Spirito a coloro che ti amano: Credo, Signore, amen!

Gesù, Figlio del Dio vivente, crediamo in te che ti riveli a coloro che ti amano, e ora, seduto alla destra del Padre, giudichi con giustizia tutti i popoli della terra: Credo, Signore, amen!

Gesù, Figlio del Dio vivente, ci affidiamo a te che hai parole di vita eterna e ci custodisci con quell’amore con cui il buon pastore nutre e custodisce il suo gregge: Credo, Signore, amen!

Spirito Santo, crediamo in te che sei il Paraclito, Consolatore e difensore, rivelatore dei pensieri di Dio: Credo, Signore, amen!

Spirito Santo, crediamo in te che hai ispirato le Sacre Scritture e ancora illumini e apri la mente di chi ama Gesù, perché lo accolgano e siano da lui trasformati: Credo, Signore, amen!

Spirito Santo, crediamo in te che continui a guidare la Chiesa nelle vicende dolorose del mondo e la mantieni fedele a Dio Padre e al suo Cristo, Gesù Signore, e perdoni i peccati a coloro che li confessano per convertirsi: Credo, Signore, amen!

Dio Padre, Figlio, Spirito Santo, crediamo in te che bussi alla porta ed entri là dove qualcuno ti apre per cenare con lui e riempire di gioia la sua vita: Credo, Signore, amen!

Dio Padre, Figlio, Spirito Santo, crediamo in te che fai della Chiesa il tuo tempio, dove tutti ti possono incontrare per ricevere da te salvezza eterna: Credo, Signore, amen!

Dio Padre, Figlio, Spirito Santo, crediamo in te che ci attendi alla fine del mondo perché godiamo comunione con te e tutti i tuoi santi: Credo, Signore, amen!

 

Ora, uniti al Figlio tuo, come un sol figlio, ti diciamo:

Padre nostro… (cantato)

 

E insieme diciamo: (tutti insieme) 

 

Noi crediamo in te, Padre!

Crediamo in te, Gesù, salvatore.

Crediamo in te, Spirito Santo vivificante.

Al di fuori della fede in te

non c’è esperienza di comunione,

non c’è amore che sappia arrivare fino al dono di sé,

fino alla sofferenza e alla morte!

Al di fuori della fede in te

c’è continua incertezza, insicurezza, tensione e paura!

Fidandoci di te il nostro cuore riposa,

le nostre membra si saziano della tua Presenza,

le nostre incertezze si rassicurano,

le nostre capacità si uniscono

per costruire l’edificio che accoglie chi soffre.

Credere in te è vita, è pace e grande sicurezza.

Com’è preziosa la fede che tu ci hai dato!

Com’è bella la fede che tu, con la tua fedeltà,

coltivi in noi e in tutta la tua Chiesa!

Amo la fede dei miei fratelli,

amo la mia fede,

amo la fede che dà stabilità secolare al nostro popolo!

 

Celebr.: O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia, il nostro Signore Gesù Cristo, che è Dio e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo ora e nei secoli dei secoli. Amen.

 

Il Signore sia con voi - E con il tuo spirito.

 

Benedizione:

La benedizione di Dio onnipotente e misericordioso scenda su di voi e vi renda testimoni della bontà e della misericordia di Dio:

nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo! Amen

Andate in pace.

 

- canto finale: Vergin santa… 193/2