Riflessioni
Riflessioni
Alla tua luce noi vediamo la luce! (Salmo 36, 10 b)
Qualcuno ha già letto alcune di queste pagine, o su Vita Trentina o su Voci di Primiero. Rileggerle fa bene anche a me, che le ho scritte.
Non c'è nesso tra l'una e l'altra: alcune sono nate per momenti particolari dell'anno liturgico; ma, come taluno si permette di prolungare il carnevale fino all'inizio del prossimo, così forse a qualche altro non fa male rivivere un po' di Quaresima quando essa è ancora lontana! Non mi preoccupa poi nemmeno il fatto che non ci sia legame logico tra le varie pagine. Chi semina l'orto, può seminare nello stesso giorno insalata, fagioli e anche qualche bel fiore variopinto: spunteranno e daranno frutto a tempo opportuno!
don Vigilio Covi
INDICE
Che cos'è la verità?
“Il mio Dio non è solo!”
“Gloria al Padre e al Figlio e allo Spirito Santo”
“Ricevete lo Spirito Santo”
Gli “spiriti” e lo “Spirito Santo”
“... Nell'attesa della sua venuta!”
«... Un solo ovile» ... «Un unico corpo»
“Cenere e Vangelo”
“Notte di compromesso”
“Alleluia!”
“È veramente cosa buona e giusta ...”
“Fate questo in memoria di me” (I)
“Fate questo in memoria di me” (II)
“Il Corpo di Cristo. Amen”
“La Messa è finita. Andate in pace”
“Un po' d'amore ai fratelli per la gloria di Dio!”
“Tu ed io: specchi di Dio”
CHE COS'È LA VERITÀ?
Non è solo Ponzio Pilato che fa questa domanda. Chissà quanta gente se l'è chiesto, più o meno seriamente! Ho conosciuto addirittura un giovane che per cercare la verità è arrivato fino in India!
C'è chi si dà le risposte da sé e c'è chi se le lascia dare dagli altri. C'è chi pensa che la verità siano alcune idee messe insieme per benino e che accontentino la ragione e c'è chi sa che la verità sarebbe troppo poco se fosse fatta di alcune idee e ideologie. C'è addirittura Gesù che dice: “Io sono la verità”. Io gli credo. Come gli credo tutto il resto, gli credo anche quest’affermazione. Da quando ho cominciato a credergli non ho più avuto sete di altre verità: mi sono accorto di aver finalmente trovato!
Che cos'è la verità? La mente dell'uomo sembra dover chiudere i battenti di fronte a troppe cose: troppe domande restano tenebra fitta. Il libro delle risposte rimane chiuso, sigillato. Dio sa. Dio conosce. La verità, come esprime il termine greco da cui deriva questa parola, è ciò che sta alla luce, ciò che è venuto fuori dalle tenebre. Gesù, che mostra i misteri di Dio, è la verità. Egli non solo dice la verità, ma è la verità: Egli infatti ci ama con l'amore di Dio, il suo perdono è quello di Dio... Egli ci fa vedere Dio: «chi vede Me, vede il Padre”. Per questo capisco che Gesù è la verità. Se lo guardo vedo ciò che altrimenti mi rimarrebbe nascosto per sempre: la vita di Dio. Se guardo Lui, capisco le domande più strane degli uomini e quelle più dolorose: Egli è la risposta di Dio alla sofferenza, al peccato, alla morte e alla vita di tutti.
E quand'è che io dico la verità? quand'è che io sono profondamente veritiero? È sufficiente che io non pronunci bugie o racconti le cose che veramente accadono per essere veritiero? lo dico verità quando la mia vita - e in essa le parole e le azioni - mette allo scoperto qualcosa di Dio. Se io perdono, se amo con disinteresse, se prego, se paziento... io mostro nella mia vita qualcosa di ciò che sa fare il mio Dio. Allora la mia azione o il mio atteggiamento è verità, metto alla luce ciò che di Dio non si vede guardando i fiori e le stelle e ancor meno osservando il mondo dominato dal male e dall'egoismo.
Può succedere peraltro che dalla mia bocca escano parole vere, descrizioni di fatti veramente accaduti: è la verità? So il mio racconto non esprime l'amore di Dio, se il mio racconto non è nello spirito del perdono e di comprensione, allora io, pur dicendo la “verità" sono menzognero, resto sotto il dominio del padre delle tenebre, non metto in luce nulla di Dio, non faccio Verità! Anche Satana può far uscire dalla sua bocca stupende verità e ciononostante rimane menzognero egli non attira a Dio, ma a sé. il Vangelo ne riporta esempi chiari. E la vita e le opere di tanti che giudicano, denunciano, accusano, pubblicano i peccati altrui credendo di fare un servizio alla verità, non fanno un servizio a Gesù Cristo, che è la Verità unica e vera, e non fanno un servizio agli uomini, che restano scoraggiati, irritati, orientati al male.
Chi fa conoscere il male del mondo senza portarne la croce del riscatto non fa che dar gloria a colui che è riuscito a provocare quel male: dà gloria al diavolo.
Il cristiano che sa dar gloria a Dio con la propria vita fa vedere le Sue opere e si fa strumento di Dio perché Egli possa essere presente e agire.
Il cristiano perciò, insieme con Gesù, è Verità!
Pilato non ha ricevuto parole da Gesù in risposta alla sua domanda, ma la risposta l'ha avuta: non ha saputo capirla perché non era disposto a viverla.
E nemmeno oggi c'è qualcuno che può capire che cos'è la Verità se non è disposto a viverla.
IL MIO DIO NON È SOLO!
“In fondo, a me non ne viene niente, che siano Uno o Tre o Quattro!”. Così talvolta qualche cristiano poco riflessivo liquida il mistero della vita Trinitaria del nostro Dio.
Vi è facilitato dal fatto che tutte le ragioni non cristiane e tutta la filosofia che s'interessa di Dio parlano di un Dio unica persona. Ciò non fa meraviglia, perché il mistero Trinitario lo conosciamo solo dalla testimonianza di Gesù! Ma anche qualche setta oggi fiorente, e che si spaccia per cristiana - nei suoi ragionamenti fa capire che la Trinità, così come l'adoriamo noi cristiani, è un'assurdità, un qualcosa di impensabile, addirittura - se usiamo le loro parole - di demoniaco!
Cosa devo pensarne io? Devo fidarmi della mia intelligenza e limitarmi a credere solo ciò che capisco? posso fidarmi della testimonianza di Gesù? ... o è anche quella un'invenzione?
Veramente, da qualche tempo, sto cominciando a godere che il mio Dio sia Trinità: e sono giunto ad un punto tale che... guai se il mio Dio non fosso Trinità, se non fossero Tre le Persone dell'unico Dio! Se fosse una persona sola... sarebbe mostruosamente egoista: sarebbe stato obbligato a creare il mondo per poter aver qualcuno da amare! dovrebbe temere l'uomo che lo offende e lo abbandona, dovrebbe fare il dittatore. Non potrebbe essere per me esempio e modello di amore, di umiltà, di generosità!
Chi s'immagina, infatti, che Dio sia un'unica persona, arriva a criticarlo e a sottometterlo a se stesso giudicandolo cattivo, despota... ecc. ecc.
Sono felice invece di poter conoscere (pur senza capire tutto) un pochino la vera vita di Dio Trinità: il Padre prima ancora che il mondo fosse poteva amare il Figlio, ed il Figlio poteva amare il Padre e lo Spirito Santo. Non ha avuto bisogno del mondo il mio Dio per esser se stesso, per essere Amore. Il mondo è nato da un amore non egoista, ma puro: il Padre vuoi regalare al Figlio dei fratelli, allo Spirito un campo d'azione nuovo. Il Figlio potrà mostrare gratitudine al Padre con un amore spinto fino alla morte per fare spazio nei cuori che diventeranno il tempio dello Spirito Santo! E lo Spirito può condurre il creato intero alla lode e all'adorazione del Padre e del Figlio.
Il Padre ha una fiducia totale nel Figlio suo: non dice ai discepoli di Gesù: «venite a me che sono io il Padre”! Invece li manda a Gesù: “AscoltateLo”. Lo stesso avviene per Gesù: Egli vuoi portare tutti al Padre dopo che sono stati ammaestrati dallo Spirito.
E lo Spirito fa nascere nel cuore dell'uomo libero il grido: Abbà! Padre! e fa piegare le ginocchia degli uomini davanti a Gesù: "Signore"!
Il Dio Trinità è un vero Dio, il vero Dio, e non ve n'è altri. Ed io sono contento che il mio Dio sia così. Egli può essermi modello di servizio, di amore, di umiltà, di fiducia ... !
Un altro Dio mi sarebbe solo modello di padronanza e diventerei facilmente... superbo e insofferente come il Dio che mi immaginerei. Grazie, Padre, Figlio, Spirito Santo, unico Dio: siete la famiglia ideale: posso guardarvi e imitarvi, posso amare come Voi amate, posso godere della Vostra amicizia, senza obbligarti a godere della mia!
GLORIA AL PADRE E AL FIGLIO E ALLO SPIRITO SANTO...
... dico volentieri questa preghiera, perché è la più corta ... Talvolta però mi sembra di dire una bugia. Una bugia di quelle di cui non ci si confessa nemmeno, tanto... è così grossa!
Dico "Gloria al Padre"... e sono preoccupato di tutto il mio avvenire, del vestito, del cibo, della casa, delle tasse, della salute, ecc., come se fossi senza Padre. Le preoccupazioni invadono la mia vita come maggiolini le foglie di pruno!
Come può ricevere gloria il Padre? Di Lui sappiamo che conosce le nostre necessità! Gli darei gloria se rimanessi nella pace, accontentandomi di ciò che ho, fidandomi di Lui, della sua provvidenza che non mi lascia mancare nulla di ciò che serve alla vita!
Dico "gloria al Figlio". Sì, è degno il Figlio di ricevere gloria da me, poiché per merito suo non sento più il peso dei miei peccati. È degno di ricevere gloria da me, ma non solo a parole!
La mia vita potrebbe esser tutta gloria sua se non mi lasciassi tappare la bocca e paralizzare le gambe spesso da quello sporco rispetto umano che, sia nell'assemblea, a Messa, sia durante le altre centosessantasette ore della settimana mi vince ben più che l'amore per il Figlio!
Eppure non dimentico che Egli ha detto: “Chi mi riconoscerà davanti agli uomini, anch'io lo riconoscerò davanti al Padre mio». Dico "gloria allo Spirito Santo". Forse questa è la bugia più grossa, perché mai mi sono preoccupato di sapere chi sia lo Spirito Santo. So però che è in me come in un tempio: come posso dargli gloria? Se io sono suo tempio, penso che Egli voglia cantare e lodare e ringraziare il Padre ed il Figlio, e forse vuole pregare, e forse vuole amare e parlare: tutto ciò dentro di me!
Lo fa anche se io non me ne accorgo?
Gli do certamente maggior gloria se gli metto a disposizione anche la mia intelligenza e la mia coscienza e la mia voce: lo ascolterò ' seguirò i suoi gemiti, dirò con le mie labbra i suoi ringraziamenti, gli presterò i miei occhi per vedere se qualcuno ha bisogno di amore, e le mie mani per realizzare quei gesti d'amore che vedo possibili! Così do veramente gloria almeno allo Spirito Santo ed Egli mi aiuterà a dar gloria anche al Padre e al Figlio: proprio come era in principio, quando il Padre riceveva gloria dal Figlio
ora la può ricevere da me, Suo nuovo figlio, e così sarò nei secoli dei secoli, quando nessuno più mi distrarrà, perché Lo vedrò a faccia a faccia! Amen!
RICEVETE LO SPIRITO SANTO
I discepoli di Efeso non sapevano nemmeno che esistesse uno Spirito Santo, e quelli di Samaria, pur essendo già battezzati, non lo avevano ancora ricevuto.
Io lo so che esiste, perché quando mi segno col segno di croce dico anche il nome dello Spirito Santo! Lo so che esiste, ma per molto tempo lo pensavo abbastanza misterioso e abbastanza lontano, da non dovermi occupare per nulla di Lui. Lasciavo ogni' preoccupazione a Gesù Cristo. A me bastava non far nulla di male, sentirmi la coscienza a posto, ubbidire al parroco. Non basta?
Quando presi un po’ più sul serio le proposte di Gesù mi accorsi delle sue promesse e mi accorsi quanta importanza Egli stesso e gli Apostoli dessero allo Spirito Santo. Se volevo prendere sul serio Gesù Cristo dovevo prendere sul serio quanto Egli disse e promise di fare.
“Ricevete lo Spirito Santo”; “Chi è guidato dallo Spirito Santo costui è Figlio di Dio”; “Nessuno può dire Gesù è Signore se non in virtù dello Spirito Santo”. Furono affermazioni bomba, per me, che mi obbligarono a chiedermi: ce l'ho io lo Spirito Santo? che cos'è? come faccio ad accorgermi di lui?
M'è venuto alla mente il giorno della Cresima: il Vescovo aveva posto la sua mano sul mio capo perché ricevessi lo Spirito Santo: ma in che conto ho tenuto questo dono? la porta perché Egli entrasse in me era stata aperta: forse lo Spirito Santo attende che gli faccia posto?
Difatti più volte nella mia non lunga vita ho notato che quando ho rinunciato all'attaccamento alla mia volontà e ai miei affetti e desideri, allora penetrava in me una grande pace: quella che è frutto della presenza dello Spirito. Più m'accorgevo che lo Spirito era vicino più l'avrei desiderato. Ma non lo si può afferrare con la volontà. Ho scoperto che posso solo offrirgli il vuoto perché lo riempia; e ormai la mia preghiera più frequente è questa: "Vieni, Spirito Santo"! "Gesù, donami il tuo Spirito" e "Padre, riversa il tuo Spirito sulla persona che incontro"! ecc. ecc.
Ho scoperto che un cristiano senza Spirito Santo non fa un buon servizio al Regno di Dio, e, anche se ogni giorno chiede: "venga il Tuo Regno", egli lo può ostacolare molto facilmente.
Ho scoperto che un cristiano senza Spirito Santo non riesce a perdonare le offese, perché non è distaccato da se stesso e dalle sue ragioni: lo domina di più il fatto che l'altro abbia peccato che non il fatto che l'altro è ancora amato da Dio!
Ho scoperto che un cristiano senza Spirito Santo è sempre un preoccupato per cose secondarie e facilissimamente cade nel dominio del danaro, del sesso, dell'alcool, e delle idee più stravaganti che fanno il giro del mondo in cerca dei curiosi e dei vuoti!
Ho scoperto che un cristiano senza Spirito Santo può parlare di Dio e di Cristo e dello Spirito stesso senza diffondere attorno a sé la pace e la gioia e l'amore, frutti dello Spirito! E ho scoperto che di questi cristiani ce ne sono molti: purtroppo! Vorrei dire a tutti, lasciatevi rinnovare nello spirito, lasciatevi nutrire di Spirito Santo, prendete su di voi le preoccupazioni di Dio e non quelle del mondo, fatevi aiutare da chi vive immerso nello Spirito di Gesù e del Padre! È un buon affare!
GLI “SPIRITI” E LO “SPIRITO SANTO”
Grande confusione nella mente di parecchi cristiani quando si parla di Spirito Santo. Credono sia qualcosa di nascosto dentro di noi, come la milza. C'è dentro, ma non dà fastidio e non fa niente. Averlo o non averlo, che differenza c'è? Per altri è una parola da catechismo per ragazzi.
Chi è lo Spirito Santo?
Come descriverlo?
Certamente tu t'accorgi, quando sei in macchina, se essa si muove o se sta ferma. Così ti accorgi pure, se non sei addormentato, cosa c'è dentro di te che ti orienta nelle tue scelte.
È spirito di vanità? o di superiorità? Talvolta c'è quello della comodità; qualche volta ti lasci guidare da spirito di prepotenza. Scappa qualche ossequio allo spirito di vendetta e a quello della incontentabilità. Quando vai alla Cooperativa ti puoi lasciar prendere dallo spirito di golosità o da quello di povertà nelle scelte degli acquisti. E alla sera, quando sarebbe ora di lasciarsi guidare da spirito di preghiera viene addosso quello di curiosità per la TV; al mattino quello della fretta. Quando parli coi colleghi e amici non ti è difficile lasciarti prendere da uno spirito di... volerla saper più lunga degli altri. Ho elencato una serie di “spiriti negativi”. Ci è più facile riconoscerli. Ora capisci che lo spirito non è un fantasma da soffitta che spaventa i ragni. È invece un qualcosa che è dentro di te come una forza.
Talvolta con un atto di fede riesci a cacciare via da te lo spirito di vendetta e sostituirlo con quello del perdono. Così per altri.
Cos'è allora lo Spirito Santo? Difficile da dire, ma facile a guardare. Sappiamo che Gesù aveva ricevuto in pienezza lo Spirito Santo. Ci resta solo da guardare da quali "spiriti" era orientato e si lasciava guidare Gesù. Scopriremo chi è lo Spirito Santo.
Vediamo Gesù pieno di spirito d’ubbidienza al Padre e di preghiera! Quante volte gli evangelisti ce lo presentano da solo a pregare! In Lui era presente spirito di perdono e di amore. Non sto a elencare i vari brani del Vangelo... sarebbero molti. Ma non mancava in lui vigilanza e prontezza e mansuetudine, qualità della colomba! (immagine dello Spirito Santo).
C'era in lui spirito di lode e riconoscenza a Dio, di sincerità e di purezza. Potremmo continuare.
Questi "spiriti" sono i vari modi con cui si manifesta - secondo la situazione - lo Spirito di Dio. In Gesù lo vediamo all'opera ogni momento.
Ma se ora torni a guardare a te riconosci che talvolta anche tu ti sei fatto obbediente allo Spirito Santo: quando hai perdonato, quando hai aiutato con disinteresse, quando ti sei accontentato del poco, quando ti sei inginocchiato a pregare o quando negli affari hai messo davanti la legge di Dio al desiderio di arricchire. Anche quando, pur potendo parlar male di qualcuno hai taciuto, era lo Spirito Santo che operava in te. Egli opera in te come forza e come luce.
Ora lo conosci. Ora puoi pregare perché il Padre te lo conceda.
“Lo Spirito Santo Dio l'ha dato a coloro che si sottomettono a Lui” (Atti 5, 32).
La tua vita - se guidata da Spirito Santo - è una vita divina, perché in sintonia col cuore di Dio, ad immagine di Gesù.
NELL'ATTESA DELLA SUA VENUTA!
Sono sicuro che tornerà. Non so quando, non so come, ma tornerà. E non mi importa sapere quando e come: io vivo per Lui adesso, come vivrei per Lui quando tornerà. Desidero che torni, perché Gli voglio bene. Anzi, aspetto che torni, perché Lui mi vuoi bene. Del mio amore posso e debbo spesso dubitare; ma del Suo no! Lo so che mi ama.
Egli tornerà!
Tornerà. Forse oggi, forse domani. Non ho paura, perché mi ama.
Se viene oggi mi trova pronto. Se viene domani, non lo so, perché chissà come sarò! Quante distrazioni mi impediscono di attenderlo!
Meglio sarebbe se venisse oggi.
Tornerà. Saprò riconoscerlo? Come sarà il suo sguardo? che tono avrà la sua voce? quali i suoi modi di fare? mi voglio esercitare a guardarlo, ad ascoltarlo, ad amarlo, per poterlo riconoscere.
Tornerà. Come gli piacerà trovarmi? sarà contento di trovarmi in ginocchio? oppure indaffarato ad amare il prossimo senza fermarmi con Lui, oppure intento nei miei affari, chiuso nei miei pensieri? Rimarrò in Dio sempre, qualsiasi cosa faccia. Farò tutto per Lui! naturalmente... tutto ciò che gli fa onore!
Tornerà. Dovrà riuscire a riconoscere sul mio volto i tratti di somiglianza col Padre: sono figlio di Dio! Spero non gli riesca troppo difficile
Come le sentinelle l'aurora così l’anima mia attende il Signore! “L'aurora! è finito l'incubo della notte! non c'è più il pericolo dell'agguato nascosto! si può finalmente riposare!”.
Come la madre attende il bambino...
Con Maria attendo... con gioia e trepidazione, nel silenzio e in preghiera! Con Maria attendo che venga... e già è in me: lo sento e lo amo, ma lo aspetto.
Come l'amico attende lo sposo...
Con Giovanni il Battista aspetto con pazienza e intanto preparo la via, la libero da ogni sozzura, da ogni inciampo e l'adorno con ogni cura, con fiori di bontà e di semplicità, con profumi di povertà e purezza.
VIENI, SIGNORE GESÙ'!
“UN SOLO OVILE” “UN UNICO CORPO”
Gesù è nato!
è stato adorato dai magi d'oriente!
Gesù è lieto di ricevere adorazione e ubbidienza da questi personaggi che vengono da lontano e ritornano a distanze ignote!
Ciò che resta in me come una dolcezza e come una spina è la gioia di Gesù!
Oggi la paragono alla gioia di Gesù nel vedersi onorato e cercato e seguito da tanti e tanti fratelli che io non chiamo sempre fratelli. Talvolta li chiamo protestanti, o li chiamo ortodossi oppure li chiamo "separati"!
Se guardo la gioia di Gesù - e certamente Gesù gioisce perché proprio da questi fratelli Egli riceve ubbidienza e adorazione se guardo la gioia di Gesù sento io pure la dolcezza del suo stesso compiacimento e sento però anche la spina... Quella gioia è un rimprovero per me, per la mia comunità, per la mia Chiesa.
Un rimprovero perché... spesso Gesù non può gioire di me, della mia comunità, della mia Chiesa! Gesù vuoi vedere anche in me la ricerca del Suo Volto, l'ubbidienza alla sua Parola, l'amore alla Sua Persona. Gesù vuoi vedere anche sul mio volto la gioia di sapere che altri fratelli lo amano e lo adorano e lo seguono e sono in cammino verso l'unità piena e completa.
Metti nel tuo cuore i sentimenti di Gesù soprattutto la Sua gioia!
Scoprirai di avere molti fratelli, più di quanti credessi!
CENERE E VANGELO
Sfilano chiome di tutte le firme e di tutti i colori sotto la mia mano che si stende e lascia cadere un pizzico, proprio un pizzico, di cenere. Quei capelli su cui passa di tanto in tanto con cura la mano del parrucchiere, e che ogni giorno sono rimessi a nuovo con pettini e brillantine e lacche di vario genere... quei capelli li imbratto di cenere!
È un gesto profetico, una vera profezia: questi capelli, con tutto ciò che sta sotto, con tutti i pensieri che di essi si occupano, sono cenere, null'altro che cenere: tra cent'anni una cenere che non si distingue più dalla terra digerita dai lombrichi. È una profezia cruda, pochi la meditano, nessuno più la vorrebbe sentire in questi tempi in cui è più che mai attuale e crudele la sua attualizzazione! E pochi sono i profeti che ancora annunciano e ricordano alle folle il loro vero futuro!
Oggi io divento profeta con quel pizzico di cenere sulle dita. Un profeta di morte.
Anche tu non sei più di alcun altro, nulla ti distingue dagli altri: ti trovi davanti alla medesima realtà, il tuo futuro è uguale a quello di tutti: cenere.
Ma questo gesto realistico che una lunga fila di persone si lascia fare contiene una profonda speranza e una grande novità. Altrimenti, chi vorrebbe mettere i suoi capelli sotto le mie dita che spargono cenere?
Sì, sono fatto di terra, sono un niente davanti a tutti gli altri, sono un niente davanti a Dio, ma c'è un Vangelo, c'è una notizia nuova e interessante, che voglio ascoltare: io non sono solo creatura, io sono anche figlio! Sono un figlio! Un Padre mi ama.
Se ne vada pure il mio essere creatura, resta però il mio essere figlio! L'amore di Dio per me non può avere termine, perché Dio è fedele! Allora, la cenere mi dà gioia: la mia vita non è quella che vivo nella carne, limitata e povera e misera, io vivo una vita in Dio! Dio è la mia vita. È Lui che vive in me, che muove i miei sentimenti, che decide azioni e riposi, che offre parole alla sapienza e all'amore, che spinge le mani a servire e donare. La mia vita non può morire, perché una vita divina non muore.
Il vecchio Adamo è cenere. Il nuovo è spirito. Continuo a spargere cenere. E insieme alla cenere semino una parola: “convertiti, credi al vangelo”. Cambia vita, vivi la vita di Dio. Vivi il vangelo vivo, che è Gesù Cristo.
Un po' di cenere e una parola. Se sai di essere cenere, non puoi non accogliere la parola: credi alla meravigliosa notizia: sei figlio!
NOTTE DI COMPROMESSO
C'è una notte nell'anno che diventa il... giorno più luminoso. Una notte in cui la tenebra non dice nulla: parla solo la luce. È la notte di Pasqua. La celebrazione che vi si compie si chiama celebrazione della luce.
La luce del cero è ciò che tocca gli occhi, la luce della Parola di Dio tocca l'anima, la luce del fatto che celebriamo tocca il tempo e l'eternità e ogni cosa e... soprattutto lo spirito, che acquista dimensioni nuove e nuova realtà.
La luce si chiama Cristo. Cristo Gesù. È luce perché non è più nel sepolcro e non vi rientrerà mai. È luce perché è in Dio, anzi è Dio egli stesso e attira nella sua orbita, nella sua realtà anche ogni altro uomo: Cristo è luce, luce per il mondo.
Il mondo ha bisogno di luce. Nel mondo tenebre e menzogna formano l'atmosfera densa e reale che vorrebbe inghiottire e disperdere ogni traccia di bontà, di generosità, di vita, ogni traccia umana.
Questa notte è una notte tremenda: schiere di uomini fragili e deboli in tutto il mondo rifiutano, rinunciano la tenebra: milioni di persone si uniscono in un sol coro all'opera di Cristo Gesù che ha sconfitto Satana e la sua tenebra: rinuncio! alle opere del Maligno, al peccato, a ciò che vorrebbe fare dell'uomo un Caino, un Giuda, un oppressore.
Preparati alla scuola quaresimale, fatti forti dalla penitenza e dalla Parola di Dio proclamano la vittoria di Gesù che sta riportando nuovi trionfi. Rinuncio!
Svuotare il cuore, i desideri, le relazioni con gli altri da tutti gli elementi negativi e tenebrosi è necessario, ma non sufficiente: il cuore deve amare, i desideri devono svilupparsi, le relazioni con gli altri riempirsi!
Il coro unanime si unisce ancora con altra parola che fa dell'uomo una persona divina: «credo»!
Credo nel Padre, credo nel Figlio, credo nello Spirito Santo! Una triplice affermazione che significa implorazione, adesione, compromesso!
Mi comprometto con Dio. Mi fido di Lui, anzi, mi affido a Lui! Mi comprometto con Dio Padre, che ama donando; mi comprometto con Dio Figlio, che ama ubbidendo; mi comprometto con Dio Spirito, che ama riempiendo e trasformando: la Chiesa da peccatrice in santa, il mio corpo da mortale a immortale, la mia vita da finita a eterna!
Questa notte "santissima" vede milioni di persone compromesse con Dio: una notte senza eguali: in essa la tenebra serve alla luce per manifestarsi! in essa il peccato serve a Dio per mostrare la sua misericordia! in essa la morte stessa serve a Dio, che fa vedere la propria potenza in Gesù Risorto!
ALLELUIA!
È stata una nonna a farmi la domanda, timidamente, quasi vergognandosi di aver pronunciato per tanti anni questa parola senza conoscerne il significato: «che cosa vuol dire?».
Ed ora, prima di recarsi a cantarla con gli angeli di Dio in Paradiso, si rende conto che è veramente una bella parola che si può dire, che si può gridare, che si può ripetere anche più spesso di quanto non facciamo solitamente.
Alleluia! equivale all'esplosione di gioia e di meraviglia insieme: lodate il Signore! lode a Jahwè! evviva il nostro Dio!
Veramente una bella parola che si potrebbe ripetere a conclusione di molti discorsi o all'inizio di ogni azione: sempre che sia verità e non falsa testimonianza! Potrebbe infatti succedere che qualche azione non fosse proprio una lode di Dio, bensì una lode a se stesso o una ricerca che qualcuno possa ammirare le mie qualità e la mia personalità.
Lodate il Signore: ma perché? perché lodare il Signore, dal momento che non fa quello che gli dico io, che la pensa diversamente da me e non interviene come io saprei insegnargli a fare? perché lodarlo? perché cantare alleluia?
Gli occhi di noi cristiani hanno subito una strana trasformazione. ,Erano abituati a veder lontano, penetravano spesso i cieli per vedere la gloria futura ed il premio eterno. Erano abituati a scoprire anche nelle cose vicine i segni della Presenza misteriosa, ma reale, di Dio e dei suoi messaggi piccoli e quotidiani. Erano abituati a cercare qualcosa e Qualcuno con cui comunicare in profondità. I nostri occhi erano occhi di figli che avevano le pupille puntate sempre sul volto del Padre per imitarne i gesti, per coglierne lo spirito, per goderne la protezione e la sapienza. Erano occhi limpidi e fiduciosi. Ti guardi in giro oggi e vedi occhi ... dove può penetrare solamente la lampada tascabile del medico, quando c'è qualche malattia. Occhi che vedono solo l'utile economico individuale, occhi che vedono la materia e non si fanno più dir nulla da essa, occhi che negli altri cercano solo il tornaconto o il piacere e non l'amicizia, ma soprattutto, oggi, vedi occhi preoccupati, che non sanno di essere amati, che non sanno d'esser protetti, che credono di poter vivere senza incrociare lo sguardo con quello di Dio. Da questi occhi non potrà mai sorgere il canto dell’Alleluia!
Quando alzerai il volto e cercherai nuovamente ciò che potrai vedere in eterno, allora i tuoi occhi troveranno motivi insospettati per farti cantare incessantemente un alleluia perfetto! Quando vedrai la mano di Dio che ti accompagna, quando udrai la voce di Gesù che ti chiama e ti manda ad amare, quando sentirai che in te c'è uno Spirito che vive, uno Spirito che cerca gli interessi di Dio che sono poi i veri interessi degli uomini - allora vedrai piccoli e grandi miracoli e la tua bocca non sarà capace di restare chiusa, perché è lo Spirito di Dio stesso che vuoi cantare in te: alleluia, alleluia, alleluia!
È VERAMENTE COSA BUONA E GIUSTA ... o "pali tra le ruote della preghiera"
Quanta solennità in queste parole! E se fossi un buon cantore almeno la domenica le canterei per renderle più solenni.
Stavolta non scrivo per affermare che queste parole sono proprio giuste e ben fatte, scrivo invece per mettere pali tra le ruote alla preghiera dei cristiani. Non so se la preghiera dei cristiani abbia le ruote e, nel caso le avesse, non so se sarà possibile infilarvi dei pali... tanto veloci girano queste ruote! Voglio dire,... corre così in fretta il tempo di preghiera di molti cristiani, che talvolta non si accorgono nemmeno che è passato, o perché è cominciato e finito con un unico segno di croce, oppure, anche se è durato qualche istante di più, non ha lasciato nessuna traccia!
Povero me! e continuo a proclamare: è veramente cosa buona e giusta... “Sì, è veramente cosa buona, ma... lo faccia Lei, sior parroco; io non ho tempo, io non ho parole, io...” - “Tu non prendi sul serio il tuo Dio. Tu fai del tuo Dio una marionetta”.
È veramente cosa buona e giusta rendere grazie a Te, Padre!
Ecco il palo che vuoi fermare la tua preghiera. Quando preghi, il 98,3% delle volte ti metti ad informare Dio delle tue faccende e a dirgli ciò che ti manca e a rimproverarlo - con buone maniere ben s'intende - che ancora non ti ha dato questo o quello... e a rinfacciargli anche - talvolta - delle cose che certamente non è stato Dio a procurarle, ma il peccato, la tentazione, il diavolo! E poi dici un Padre nostro a s. Giuseppe (come si possa fare non lo so proprio!) e qualche altro a s. Antonio... ma sempre per avere, per avere, per ottenere, come se queste orazioni fossero gettoni di un distributore automatico di mezzi miracoli. Ma queste parole che io proclamo con tanto di voce non ti toccano? non fermano le ruote della tua cosiddetta "preghiera"?
Rendere grazie, non chiedere! La preghiera si deve trasformare in rendere grazie!
Dire un Padre nostro a s. Antonio perché vada tutto bene... è capace di farlo anche un bandito di professione prima di uno dei suoi più importanti "lavori"! Ma pensalo un po' inginocchiato a rendere grazie: sarebbe capace poi di prendere in pugno una pistola? Trasforma la tua preghiera in rendere grazie: è fonte di salvezza: te ne accorgerai subito!
Rendere grazie non è solo dire con la bocca "grazie", è dirlo col cuore, è atto di amore, è atto di fiducia, è abbandono a colui che si ringrazia, è mettersi al posto giusto: è giustizia. È una giustizia che Dio non rivendica mai con cortei,... la provoca con nuovi benefici, la ricompensa con sorprese a non finire.
Ringraziare si può sempre: sempre e in ogni luogo. Te lo dico io tutte le domeniche, semmai fossi tentato di dimenticarlo. E, se vorrai, te lo dico tutti i giorni!
«FATE QUESTO IN MEMORIA Di ME» (1)
Leggo ogni giorno questa riga di Vangelo. Eppure non è una lettura; quando la leggo seduto alla scrivania, essa porta la mia memoria indietro di duemila anni a quella notte stupenda e tremenda..., ma quando la dico all'altare, col calice in mano, allora non incide più sulla memoria, ma sulla mia carne: sento che è un comando, sento che è un superamento di barriere insormontabili, come la mia volontà, i miei sentimenti, il mio essere in questo mondo.
È una frase che mi mette in imbarazzo ogni volta che la devo pronunciare a voce alta di fronte a duecento o venti o cinque persone:
dove devo mettere l'accento principale, sul "fate" o sul "Me"? Nel primo caso, quando pongo l'attenzione mia e richiamo quella degli altri sul “fate”, sento tutta la forza del comando di Gesù. E mi pare così strano! Mi sembra ripugni alla mentalità che si va sempre più diffondendo tra i fratelli cristiani, che vogliono capire tutto, che vogliono essere liberi di seguire i propri sentimenti.
Ma io devo dire le parole di Gesù, non altre! Ed Egli dice: «fate». Ci aspetteremmo di sentirci dire ancora: cercate di capire, adoperate la vostra intelligenza, penetrate con la ragione, e quando sarete convinti, allora ubbiditemi.
Ma Gesù, che non è saltato giù dal pinnacolo, stavolta spicca un salto ancora più terribile sopra la nostra ragione, addirittura anche sopra il nostro sentimento: non dice infatti: quando ve la sentirete, se sarete in forma... allora "fate questo".
Quando mi trovo con quei cristiani - pazienza se sono giovani che mi dicono: “vado alla Messa quando veramente mi sento di andarci”, mi verrebbe da gridare loro in faccia: “disobbediente!” ma mi trattengo e dico soltanto: “cerca di sentirtela almeno ogni volta che Gesù se la sente»!
E quando qualcuno mi dice: “non vado alla Messa e alla comunione perché non capisco», mi viene voglia di dirgli: “superbo! chi ti ha ordinato di capire?”, ma la pazienza prende nuovamente il sopravvento e mi limito a dimostrare come le cose più belle si possono capire solo quando le si vivono, come l'amore! Anzi, l'amore non ha bisogno di esser capito - sarebbe rovinato -, ha bisogno invece di esser ricevuto e di esser donato.
Il gesto che Gesù comanda di fare è proprio un atto di amore: se non lo vivo come un atto di amore sono semplicemente fuori di esso e non mi incontro con nessuno, né col Padre, né con Gesù, né con lo Spirito Santo, tanto meno con i fratelli: mi incontro solo con me stesso e denuncio di falsità chi falso non può essere: Dio! - “Fate questo...”.
- “Sì, Gesù: Tu vuoi l'obbedienza che ama senza chiedere il perché. lo ubbidisco... e so che Tu non mi lasci senza che io capisca in profondità anche ciò che l'intelligenza dell'uomo non potrà mai capire e mi fai sentire ciò che il sentimento dell'uomo mai ha sentito: la Presenza di Dio in me!”.
“FATE QUESTO IN MEMORIA Di ME» (II)
All'uomo piace esser legato. Quando si allontana per molto tempo dagli amici o dai propri cari non dimentica di chiedere: “ricordati di me” o di promettere: “mi ricorderò di te!”. Il ricordo, la memoria, è una sorta di legame che agisce a distanza, che rende presente e attuale al punto di partenza delle mie decisioni la vita e la volontà e i desideri di un altro lontano!
Il ricordo dei genitori trattiene il figlio dal commettere qualche malanno, il ricordo dei figli trattiene i genitori - per es. - dal buttare via il denaro, il ricordo della fidanzata trattiene il ragazzo dal cercare altre relazioni, ecc. Il ricordo umano è un legame buono, se usato bene!
Gesù vuoi farne una possibilità di incontro con Dio! Il nostro "ricordare" diventa un legame con Dio e un legame di Dio con noi nel momento in cui ubbidiamo a Gesù: Fate questo in memoria di Me!
Sembrerebbe inutile questa raccomandazione; basterebbe "fate questo"! È chiaro che se vado a Messa ci vado perché mi ricordo di Gesù!
Gesù sa invece che gli uomini possono pregare anche per... farsi vedere, sa che possono fare l'elemosina per sentirsi chiamare "benefattore”, sa che possono digiunare per farsi ritenere santi! e prevede forse che taluno potrà andare alla Messa, partecipare alla Comunione del suo Corpo... chissà per quali motivi!
Anche tu ed io conosciamo la possibilità di introdurci in Chiesa alla Messa per condiscendenza verso qualcuno, o per ricordare qualche defunto, o per non sentirsi rimordere la coscienza, o perché il coro canta bene, o perché fa piacere sentire la predica, o perché... Ma quando partecipo alla Messa così sento che qualcosa non va. 0 la predica lunga, o le preghiere fuori della realtà, o silenzi troppo vuoti o... qualche cosa d'altro si trova mancante sotto il mio spietato giudizio. Proprio così: quando il motivo che mi spinge a prendere parte alla Cena di Gesù viene da me, io mi sento il giudice, mi tengo sulla difensiva, in stato di critica per vagliare ciò che mi va e ciò che non mi va: come fossi al teatro ottimo spettatore! nessuna meraviglia se durante quella Messa non senso la Presenza di Gesù ed Egli non mi dice nulla! Questo non è il modo di essere là in Memoria di Gesù, ma in... soddisfazione di me stesso!
Gesù mi vuoi liberare dai condizionamenti del mio egocentrismo: mi chiede di legarmi a Lui: è il modo più sicuro per essere libero! il modo più sicuro di non farmi schiavo di nessuno né di persone, né di mentalità, né di mode, né della terra!
FATE QUESTO IN MEMORIA Di ME: queste parole sono la prova del nove per capire chi è più importante nella mia vita: gli amici, i parenti, gli affari, i morti ... oppure il Risorto?
Sono la prova del nove della mia fede e della mia salute spirituale.
IL CORPO Di CRISTO. AMEN
Amen! è stata capace di- dirlo forte anche quella bambina timida. La stessa parola uscì dalla bocca della vecchietta cui tremano le mani e di quell'uomo che si mette sempre nel quinto banco.
Amen! Avevo detto a tutti e tre: “Il Corpo di Cristo!”. Mi hanno risposto “Amen”. Ho dato l'Ostia, l'hanno mangiata. Amen.
Un dubbio mi assale spesso: è proprio vero? non mi sfiora il dubbio che l'Ostia sia il Corpo di Cristo. E un altro dubbio: è proprio vero che quella bambina e quella vecchietta e quell'uomo stanno diventando Corpo di Cristo? Tutti e tre lo stesso Pane, tutti e tre hanno detto l'Amen. Tutti e tre il Corpo di Cristo.
Non posso dubitare, non crederei più nemmeno che il Pane è il Corpo di Cristo! Devo ammettere che se questo è vero, è anche vero che sto diventando un corpo solo con Cristo e con quei tre, e con quella fila che si snoda ancora tra i banchi, e con i due chierichetti. Essi sono tutti pronti a dirmi l'Amen: a dirmi cioè che credono alla provenienza divina di quei Pane e che sanno di diventare Corpo di Cristo. Con quell'Amen mi dicono il loro impegno di fraternità, mi assicurano che sanno di essere compartecipi delle situazioni dei loro fratelli. Con quell'Amen mi annunciano che sanno d'essere la comunità di Gesù Cristo.
Non ho mai sentito una parola così impegnativa e allo stesso tempo così gioiosa!
Quell'Amen mi dice anche l'impegno di Cristo per ciascuno di quelli che mi sfilano innanzi pronti a ricevere un pezzetto di quei Pane spezzato per tutti.
Il Corpo di Cristo: tu sei uno di quelli per cui Gesù è morto: se Gesù per te è morto, per te che farò io?
Il Corpo di Cristo: tu fai parte della Chiesa di cui Cristo è Capo! Se tu sei unito al Capo, anch'io sono tuo parente!
Il Corpo di Cristo: anche tu sei o stai diventando "pane spezzato" per il mondo che cerca disperatamente pane di vita: sei pronto a farti mangiare come agnello dai lupi? sei disposto ad essere anche tu agnello di Dio, ad essere anche tu un'offerta d'amore di Dio agli uomini?
Coraggio, anch'io dico quell'amen che dici tu. Anch'io ho bisogno di quei Pane perché la mia vita sia viva.
Camminiamo insieme con la forza di quei cibo: È il cibo di Dio!
LA MESSA È FINITA. ANDATE IN PACE
Queste parole non me la sento mai rivolgere e non so quindi che impressione facciano. Siccome sono prete, mi tocca sempre dirle. E non senza effetto.
Difatti vedo che mi ubbidiscono tutti senza contestare, anzi, ringraziano Dio per queste parole!
Come sempre, quando penso troppo, mi capita di diventare io stesso contestatore. Ho scoperto che nella frase che io proclamo c'è una mezza bugia. Ho scoperto pure che l'ubbidienza di coloro che mi ubbidiscono è una mezza ipocrisia.
Anzitutto la mia mezza bugia: io dico che la Messa è finita, ma non è vero del tutto. È vero che è finita la celebrazione comunitaria, ma non la Messa: perché proprio ora comincia la parte più difficile: devo mettere in pratica quella Parola divina che ho ascoltato. Ascoltare non è tutto. Se non metto in pratica, non è niente, anzi, è condanna. Perciò se non metto in pratica non finisco la Messa: questa resta sospesa fin che non si vede qualche frutto!
Una volta ho preso coraggio per dire: “la Messa non è finita: andate in pace”. Si sono messi a ridere, ma ho visto che non volevano più andarsene, perché avevano capito che bisognava cominciare a fare sul serio... e preferivano restare in chiesa: più semplice ascoltare ascoltare ascoltare...
Questa la mia mezza bugia. Ed ora la mezza ipocrisia.
Al mio invito “andate in pace», se ne vanno; ubbidienza, certo, e pronta per di più. Ma mi sono chiesto: se ne vanno in pace? Qualcuno, devo proprio dire di si.
Ma ho notato che molti se ne vanno sempre senza pace. Hanno fatto ,di tutto per conservare qualche rancore, qualche risentimento, addirittura odio, o per lo meno le sue conseguenze. Filano via dritti dalla chiesa per non incontrare il tale o la talaltra... Oppure si conservano dentro con cura, come funghi sott'olio, i propri peccati: come si può essere in pace? o i dubbi di fede, dirli al prete? e poi anche lui si mette a dubitare... di me! dov'è la pace?
A me dispiace quando vedo qualcuno che se ne va senza pace. Non potrà finire la Messa, perché se non c'è la pace, non si riesce a mettere in pratica la Parola di Dio.
La Messa non è finita: rimanete finché non avete la pace!
Se te ne vai prima non puoi mostrare alcun riflesso del Volto di Dio che hai contemplato. Oppure lasceresti capire che il Tuo Dio è inquieto.
Non sarebbe del tutto onesto...
UN PO' D'AMORE Al FRATELLI PER LA GLORIA DI DIO!
“L'adempimento di questo servizio sacro (l'elemosina) non provvede soltanto alle necessità dei santi (i fratelli cristiani), ma ha anche maggior valore per i molti ringraziamenti a Dio!” (2 Cor 9). L'amore fa innalzare inni di grazie a Dio!
Ogni atto d'amore è un dono di Dio, sia per chi lo compie, sia per chi lo riceve. Chi lo compie partecipa all'opera di Dio, si rende strumento del “lavoro” divino!
Per questo ogni atto d'amore, anche minimo, un gesto, un aiuto, un sorriso, un pensiero buono, una sopportazione, un momento di pazienza, un po' di tempo donato, un rumore evitato, una visita, l'offerta di un fiore, ecc... per questo, dico, ogni atto d'amore dà tanta gioia ed è così gradito: perché ha il sapore dell'eternità!
Non è la grandezza del gesto che dà valore all'amore, ma è la fonte dell'amore che gli dà grande valore anche se il gesto è piccolo: Dio! E siccome ogni gesto d'amore viene da Dio, è Lui che va ringraziato!
Per questo l'apostolo s. Paolo dice, parlando dell'elemosina, che ha “maggior valore per i molti ringraziamenti a Dio”!
Chi riceve l'elemosina dei cristiani di Corinto (e chi riceve il mio amore) ringrazia Dio che li ha ispirati ad un tale gesto. Dio è glorificato doppiamente da un gesto d'amore!
E che cosa desidero io, se non che il mio Dio riceva lode e gloria? “Chi ama il fratello gli permette di renderti grazie, o Dio!
Anche l'amore difficile del perdono perde la sua ripugnanza se considero la Tua gioia, Dio, la gioia che Tu provi al vedere che la fonte del Tuo amore ha trovato un nuovo sbocco!
Voglio amare: riempimi della tua forza, Gesù; aprimi gli occhi perché veda quali possibilità d'amore sono a mia portata di mano!”.
TU ED IO: SPECCHI DI DIO
Vuoi rispondere a questa domanda: «C'è più male o più bene nel mondo?».
Tutto il male che vedo si imprime nella mente e negli occhi. E ne vedo molto di male... e talvolta lo faccio anch'io!
Ma ho capito che se guardo gli uomini noto di più il male cui sono soggetti ed io ne resto influenzato con scoraggiamento, spirito di rabbia, talvolta di vendetta, stizza, che sono fonte di nuovo male! ... Ma se guardo in Dio vedo solo bene! e ne resto influenzato con pace, gioia, serenità, amore...
Vuoi essere riflesso e specchio del bene o del male?
Se vuoi essere specchio del bene guarda il Volto di Dio ed anche il tuo volto risplenderà! E la tua vita sarà fonte viva che farà sorgere una nuova oasi di pace e di gioia nel deserto del mondo.
Chi ti vede possa dire: Dio c'è e non sta in ozio.
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