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Gender

cervi, maschio e femmina

A proposito di gender!


Una nuova ideologia è nata e ora viene imposta con violenza in tutto il mondo.
Chi la vuole imporre? Sembra siano dei poteri occulti che manovrano quelle potentissime società multinazionali che ambiscono a dominare il mondo. La Chiesa cattolica è nel loro mirino: dovrebbe sparire, dà troppo fastidio. Per riuscire nel loro intento vogliono sradicare la famiglia, il nucleo sociale in cui nasce e cresce la fede cristiana, in cui si formano le persone a pensare senza lasciarsi condizionare, a vivere la vita come una festa, con responsabilità e senza paura del passato e del futuro.

In che consiste l’ideologia gender? L’uomo deve essere libero, quindi libero della libertà più profonda, quella di scegliere egli stesso se vuole essere uomo o donna. Una cosa così importante non la deve decidere il Creatore o la natura o il caso. Per godere di questa libertà è possibile pure evitare le necessarie, complicate e pericolose operazioni chirurgiche: basta decidere se sentirsi maschio o femmina. Un uomo che afferma di sentirsi donna, lo va a dire all’ufficio anagrafe, e viene registrato come donna. Avrà i diritti riservati alle donne, a cominciare dall’uso dello spazio a loro riservato nelle toilette pubbliche. Non sono informato ancora se negli ospedali avrà diritto di essere ricoverato in ginecologia.

Sostengono che il fatto che una persona sia maschio o femmina dipende dai condizionamenti sociali. Questi devono sparire. Come si fa? Si educheranno i bambini fin dalla scuola materna o elementare a scegliere il proprio sesso. In base alla scelta si cambieranno i vestiti e la pettinatura, i giochi… e non so che altro ancora. Si studierà un metodo di educazione sessuale tendente ad abituarli a non vergognarsi di nessuna tentazione: ma no, le tentazioni non esistono, esistono le pulsioni che vanno accontentate, tutte. Già da bambini! Si fa pedofilia scolastica, a spese dello stato.
Non importa sapere se i bambini apprenderanno meglio le materie scolastiche o no, o se saranno rovinati per tutta la vita. Ci sarà lavoro per gli psicoterapeuti e gli psichiatri. Se questi non sono ancora pronti alla valanga di nuove malattie psichiche in arrivo, si adatteranno. 

In Svezia tutto è già realizzato. Anche in altri Stati d’Europa. Quando incontri una persona non sai e non puoi dire se è uomo o donna: capigliatura, seni, barba, baffi e altra morfologia fisica non significano più nulla. Quella bella signorina che incontri potrebbe sentirsi uomo: devi stare attento come parli. A questo i giovani si sono abituati. 

Ma proprio in Svezia qualcuno si sta accorgendo che qualcosa non quadra e comincia a seminare il dubbio, quasi panico. Infatti sono costretti ad accorgersi che se dici: «Io mi sento giapponese!» non sono abituati a non risponderti:  «Ma no, i tuoi occhi non sono a mandorla!». Se hai la statura di un metro e settanta e dici: «Mi sento alto due metri» non hanno nessun imbarazzo a dire che nessun sarto ti farà i pantaloni per uno di due metri. E se affermi, magari piangendo: «Io mi sento di avere sette anni di età», si metteranno a ridere, e nessun plesso scolastico accetterà la tua iscrizione alla seconda elementare. E se osi dire: «Io mi sento di essere gatto», nessuno tenterà di risponderti con un miagolio. Ti diranno che la scienza è scienza, che la realtà fisica e fisiologica e anatomica è quella che è, e se tu ti senti giapponese o alto due metri o di sette anni, devi andare dallo psichiatra o farti ricoverare in qualche clinica fin che sei libero da queste psicosi tanto pericolose.

Se però un uomo dice: «Mi sento di essere donna», tutti gli devono credere e devon o trattarlo da donna. Proprio così dovettero fare i funzionari del re della favola di Andersen. Essi dovetero credere che il nuovo vestito del re c’era, che lo copriva benissimo, che era d’oro fino, ben confezionato, con disegni floreali meravigliosi. Se avessero detto che non riuscivano a vederlo, sarebbero stati additati e accusati d'essere privi di intelligenza e incapaci di svolgere il loro servizio e il loro lavoro, rischiando il licenziamento.
Solo un bambino, che non rischiava nulla, poté gridare in modo da farsi sentire da tutti, anche dal re: «Ma il re è nudo!».
Saranno i bambini che ci salveranno dalla nuova ideologia galoppante?

 

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