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OMELIE / Omelie IT

05 dic 2015
06/12/2015 - 2ª Domenica del T.A. - C

06/12/2015 -  2ª Domenica del T.A. - C

1ª lettura Bar 5,1-9 * dal Salmo 125 * 2ª lettura Fil 1,4-6.8-11 * Vangelo Lc 3,1-6

 

Il vangelo di oggi inizia in modo solenne e con toni di ufficialità. San Luca disturba tutti i cosiddetti grandi di questo mondo per identificare un breve spazio di tempo in cui Dio, a loro insaputa, ha compiuto una sua opera invisibile, che essi avrebbero ritenuto insignificante, ma che ha cambiato poi anche la storia dei loro popoli. “La parola di Dio venne su Giovanni, figlio di Zaccaria, nel deserto”. Nessuno ha visto, nessuno ha sentito. Solo il trentenne Giovanni è rimasto trasformato, tanto da cambiare stile di vita. La Parola non può infatti restare dentro il cuore di chi l’accoglie: essa è destinata a diffondersi tutt’attorno. Giovanni perciò lascia il deserto e percorre la regione abitata vicino al fiume Giordano e annuncia alla gente una novità. Il suo parlare è somigliante a quello dei banditori regali, perché il suo annuncio riguarda appunto un regno imminente. Sta per venire non un re come quelli conosciuti e temuti, ma addirittura il Re dei re, il Signore. Egli chiama tutti al lavoro: “Preparate la via del Signore, raddrizzate i suoi sentieri”. È un lavoro nuovo, nuovo in tutti i sensi: non un lavoro di fatica fisica, ma interiore, e ognuno dovrà farlo per se stesso. Il Signore, infatti, non ha bisogno di carri o carrozze per venire, non percorre i sentieri e le strade del deserto, ma entra nella vita di ognuno con la luce e la forza dello Spirito. Quelli che lo accoglieranno si ritroveranno uniti, si riconosceranno fratelli, saranno l’uno per l’altro un dono di Dio!

Giovanni, in vista di questa prodigiosa venuta, invita tutti, anzi, ciascuno, a “un battesimo di conversione per il perdono dei peccati”. Poter ricevere il perdono è davvero un sogno. Basti pensare a quanti animali venivano offerti sull’altare del tempio di Gerusalemme per ottenere il perdono dei peccati, ma nessun fedele arrivava alla certezza di averlo ottenuto. E il problema non era solo degli Ebrei, è tuttora il dilemma di tutti i popoli di qualsiasi religione: vedi i musulmani, che offrono ogni anno il sacrificio di un animale, o gli induisti e buddisti, che s’impegnano nelle credenze delle reincarnazioni e in chissà quanti esercizi fisici (vari tipi di yoga) e psichici (meditazioni ecc.) per arrivare ad una purificazione plausibile. Chi risponde alla richiesta dei primi e chi assicura i secondi dell’effetto delle loro fatiche?

Giovanni invita ad un battesimo che segna una conversione, un cambiamento di tendenza nella vita, per essere pronti a ricevere il perdono da colui a cui viene preparata la strada. La sua voce non arriva come fulmine a ciel sereno, ma è stata prevista per tutto il popolo dalla lettura del profeta Isaia. Questi annuncia la venuta di uno che si mette a gridare nel deserto, là dove passano quelli che vogliono arrivare al tempio di Gerusalemme. Ascoltare Giovanni è quindi ubbidire al profeta, è entrare nella storia di Dio, che è sempre storia di salvezza.

Anche il profeta Baruc si unisce alla gioia di Isaia per preparare i cuori all’annuncio che sarà gridato da Giovanni. Questo profeta dice che Dio stesso prepara la strada per noi, una strada protetta, sulla quale si potranno sperimentare sia la sua misericordia che la sua giustizia. Misericordia e giustizia sono tutto ciò di cui abbiamo veramente bisogno. La misericordia è il dono per chi sa d’aver peccato, di avere un passato segnato dalla disobbedienza a Dio e dal rifiuto del suo amore e della sua sapienza; la giustizia è il dono per guardare avanti col desiderio di venire riconosciuti giusti davanti al Padre, graditi a lui, portatori della sua bontà e della sua santità. Sia la misericordia che la giustizia sono doni “che vengono da lui”: li attendiamo con gioia, deponendo “la veste del lutto e dell’afflizione”.

Preparati dai profeti, anche noi prestiamo fede alla voce di Giovanni. È vero che Gesù è già venuto e tutte le nostre celebrazioni ci fanno godere la presenza e la fedeltà del suo amore, ma è anche vero che ci sono ancora tanti ‘luoghi’ del nostro intimo e ambiti della nostra vita nei quali operano i pensieri pagani, le abitudini mondane, le stoltezze del ragionare come se Dio non avesse nulla da dire per alcuni dei nostri problemi o per qualche nostra decisione presa d’istinto. La voce di Giovanni è anche per me, per te, per tutta la Chiesa. Anche San Paolo, scrivendo ai suoi fedeli Filippesi, pur godendo della loro “cooperazione per il vangelo”, li invita a continuare, in vista di una maturazione e accrescimento della loro carità e del loro discernimento. E soprattutto egli prega per loro, perché è solo potere di Dio Padre portare a compimento la conversione della nostra vita.

Tra pochi giorni inizierà l’anno della Misericordia. Cercheremo anzitutto di essere pronti a riceverla, di vedere quali ostacoli o quali realtà della nostra vita passata o presente ci potrebbero impedire di goderla. Ci aiuterà una buona preparazione per la celebrazione del sacramento della confessione. L’anno della misericordia sarà un anno di veri cambiamenti anche delle abitudini, un superamento delle comodità, cui siamo affezionati, danneggiando la nostra vita interiore e la missione della Chiesa nel mondo.

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