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OMELIE / Omelie IT

29 ago 2015
30/08/2015 - 22ª Dom. del T.O. - B speciale

30/08/2015 - 22ª Domenica del T.O. - B

1ª lettura Is 35,4-7 * dal Salmo 145 * 2ª lettura Gc 2,1-5 * Vangelo Mc 7,31-37

30/08/2015 XXIIª dom. del T.O.
Qualcuno mi sta rimproverando perché non vi dico certe cose. Oggi mi converto e ve le dico. Aprite le orecchie. Non tutto è bene quel che gli uomini dicono, fanno, vogliono. Ora… purtroppo, siamo in un tempo in cui non possiamo più fidarci nemmeno delle persone elette a fare le leggi e a farle osservare e a governarci. C’è poi un ambiente cui abbiamo sempre dato la massima fiducia, tanto che ci pare strano doverla ora ritirare: la scuola. Non che maestri e professori siano improvvisamente diventati tutti incapaci o abbiano cambiato le loro idee e abitudini o si siano privati dell’amore per i bambini e ragazzi. Essi stessi devono subire l’incombere di leggi a dir poco strane, sconvolgenti.
Vengono imposte ideologie da noi ritenute aberranti, benché presentate con belle motivazioni. Queste belle motivazioni sono un cavallo di Troia per far passare idee e pensieri che, per coloro che usano il comune buon senso, appaiono strampalati. Quali sono? Noi siamo nati uomo o donna, ma nessuno di noi finora ha scelto se essere l’uno o l’altro. Adesso il progresso vuole che tutti siano liberi di prendere anche questa decisione. E si comincia dai bambini, che torneranno a casa da scuola dicendo al papà: adesso caro papà devo decidere non la scuola da frequentare o il lavoro da imparare, ma a quale sesso appartenere. In questo caso il sesso cambia nome e diventa genere. Scelgo il genere e comincio a vivere secondo il genere scelto. Quindi io che sono sempre stato un uomo comincio a vestire le gonne, a truccarmi, a fornirmi di tacchi a spillo… beh, io sarei ridicolo. Ma un bambino… un bambino può anche abituarsi: il maschietto a giocare con le bambole e a tingersi le unghie coi colori dell’arcobaleno, le bambine a giocare con i camion e a fare i salti con la bicicletta. Fin che si parla di giochi… ma poi? Quanto sconcerto in loro, quanta insicurezza si genera nella loro vita! Li si prepara ad aver bisogno costante di uno psicologo che li aiuti ad essere con serenità quello che hanno scelto, e a guarire da malattie dell’evidente disagio psichico che vien loro procurato. Ci dobbiamo preparare ad una grande confusione. Non sapremo mai chi è la persona che incontriamo. È un uomo? Ma forse ha scelto di essere donna, o viceversa. È un maschio con la barba, ma ha scelto il genere femminile. Poi ovviamente può cambiare, se si stufa. Una commedia generale, continuata, tragica, imposta all’insaputa dei genitori come cosa buona.
Mi guardate con faccia incredula: cosa ci stai dicendo? Stai avendo allucinazioni? Ci prendi per matti? No, è proprio così: ci sono iniziative e insistenze forti da parte dei Ministeri, del Governo, delle organizzazioni dell’EU e dell’OMS dell’ONU che spingono in tal senso. Pazzie? Se di queste cose non ne avesse parlato con forza il papa Francesco l’11 aprile scorso in un’Udienza, potreste pensarlo. Se ne ha parlato lui, la cosa dev’essere davvero seria e preoccupante. L’ha detto proprio il Papa, e con forza.
Ecco le sue parole:
«Occorre ribadire il diritto dei bambini a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al suo sviluppo e alla sua maturazione affettiva. Continuando a maturare nella relazione, nel confronto con ciò che è la mascolinità e la femminilità di un padre e di una madre, e così preparando la maturità affettiva. Ciò comporta al tempo stesso sostenere il diritto dei genitori all’educazione morale e religiosa dei propri figli. E a questo proposito vorrei manifestare il mio rifiuto per ogni tipo di sperimentazione educativa con i bambini. Con i bambini e i giovani non si può sperimentare. Non sono cavie da laboratorio! Gli orrori della manipolazione educativa che abbiamo vissuto nelle grandi dittature genocide del secolo XX non sono spariti; conservano la loro attualità sotto vesti diverse e proposte che, con pretesa di modernità, spingono i bambini e i giovani a camminare sulla strada dittatoriale del “pensiero unico”. Mi diceva, poco più di una settimana fa, un grande educatore: “A volte, non si sa se con questi progetti – riferendosi a progetti concreti di educazione – si mandi un bambino a scuola o in un campo di rieducazione”».*

Perché vi ho detto queste cose? Perché tra pochi giorni ricomincerà la scuola. I genitori devono sapere che cosa potrebbe succedere ai loro figli. Non possono disinteressarsene, non è più come ai loro tempi. E dovranno cercare gli strumenti per difendere i loro figli, se li amano.
Oggi Mosè ci ha detto, a nome di Dio, che il popolo d’Israele, quando osserva i comandamenti di Dio, è un popolo saggio e intelligente. Quando osserva i comandamenti di Dio!
E san Giacomo ancora ci esorta ad accogliere la Parola, quella di Dio, perché è da essa che abbiamo salvezza. Le parole umane contrarie ad essa ci portano alla rovina.
E Gesù pure ci mette in guardia dal dimenticare i comandamenti di Dio: dimenticandoli ci faremo promotori di impurità, furti, omicidi, adulteri, avidità, malvagità, inganno, dissolutezza, invidia, calunnia, superbia, stoltezza. Il popolo, il nostro popolo si prepara alla distruzione.
Durerà poco la dominazione dell’ideologia del genere, perché indebolisce e sconquassa talmente le giovani generazioni, che con poco sforzo s’instaurerà l’islam già vicino. Ed esso non sopporta quelle aberrazioni: ne conosce altre, ma queste proprio no. Ci sarà chi gli dà il benvenuto: per difendersi da un nemico c'è il rischio di allearsi con un altro.
Se volete venire a trovermi, la prigione di Trento si trova in località Spini di Gardolo, uscita Trento Nord.

* (Papa Francesco, Udienza alla delegazione dell’Ufficio Internazionale Cattolico dell’Infanzia – Bice, 11 aprile 2014)