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La Casa di Preghiera compie 30 anni!

casa di preghiera

La Casa di Preghiera Santa Maria Assunta


il 10.10.2012 compie 30 anni 

Festa il 30 settembre 2012 ore 14.30

 

 

 

 

 

TESTIMONIANZE 30/09/2012

 

La Casa di Preghiera S. Maria Assunta in Tavodo è stata voluta e benedetta trent’anni fa dall’Arcivescovo Mons. Alessandro Maria Gottardi, che ne curò e diresse personalmente la ristrutturazione lungo tutto il 1982.
Per animarla e renderne effettivo il nome chiamò la nostra piccola Fraternità, iniziata cinque anni prima nel Vanoi. Nell’anniversario della sua Ordinazione sacerdotale, egli ci dettò i punti fondamentali della regola da vivere nella casa: «Silenzio, Preghiera, Carità».
Il silenzio, luogo preferito da Dio per incontrare gli uomini e per rafforzarli nei momenti di tentazione,
la preghiera, nostra risposta di amore con cui ci offriamo a lui,
la carità, come attenzione a chi ci sta attorno perché abbia la possibilità di godere il silenzio e di pregare.
Il dieci ottobre Mons. Gottardi volle benedire personalmente la Casa, dedicandola a Maria Ss.ma Assunta, e il sette dicembre la cappella, dedicandola alla Vergine Maria Immacolata. Così i misteri iniziale e finale della nostra fede ci accompagnano quotidianamente.
Lo stesso Arcivescovo ha delegato come nostro assistente spirituale Mons. Carlo Berlanda, che con amore e pazienza ci ha seguiti e aiutati nelle nostre scelte per molti anni, fino alla sua morte.

Abbiamo cercato di rispondere alle attese del Signore, di cui l’Arcivescovo si era fatto portavoce. Nell’omelia del 10 ottobre aveva chiamato «fuoco» questa Casa, dicendo,: “Un centro di preghiera è appunto un «fuoco», nel senso evangelico della parola”.

 

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Il fuoco brucia e consuma. Noi dovevamo alimentare questo fuoco: con il nostro tempo, con l’impegno, con la fatica quotidiana, quella del vivere insieme e quella del rendere la Casa effettivamente Casa di Preghiera. Ci siamo dati man mano un orario di preghiera sempre più intenso, perché maturi la nostra vita e per poter accogliere in clima di preghiera coloro che avessero varcato la soglia della Casa.

Il fuoco attira e unisce: e così le porte della Casa sono rimaste aperte a persone singole e famiglie, perché potessero trascorrevi ore o giorni di silenzio, riposo, revisione, godendo della condivisione della nostra preghiera, o trascorrervi settimane di ritiro o esercizi spirituali guidati.
Anche altre comunità o gruppi, sia dalla diocesi che da oltre i suoi confini, hanno trovato e trovano nella nostra Casa sostegno e ispirazione al loro cammino di donazione al Signore Gesù.

calendario

Il fuoco inoltre irradia luce e calore. Lo stesso Arcivescovo ci ha incoraggiati a diffondere piccoli scritti come irradiazione del “fuoco” acceso! Abbiamo ubbidito diffondendo gli opuscoli “Cinque Pani” (finora un centinaio), alcuni ristampati più volte.

Dal ‘92 si è data l’opportunità di preparare il calendario “Cinque Pani d’orzo”, diffusosi tanto da dover essere stampato in nove lingue, fino in Cina. L’edizione italiana sta per raggiungere le 150.000 copie e nelle altre lingue altre trentacinquemila, oltre al cinese, di cui non abbiamo notizie precise.
Dal ‘99 sia opuscoli che calendari e altri scritti sono offerti agli internauti tramite la pagina web, e, dall’anno giubilare 2000 pure le omelie settimanali in tre o quattro lingue sono a disposizione in Internet o raggiungono per posta elettronica oltre cinquecento indirizzi. 

Il fuoco può essere portato anche lontano! Nel ‘94 arrivò di sorpresa una richiesta dall’Arcivescovo di Smirne in Turchia. A fine febbraio ‘95 venne l’Arcivescovo Mons. Giovanni Maria Sartori a benedirci e mandarci a restituire alla terra dei nostri Martiri Sisinio, Martirio e Alessandro un piccolo frutto del loro sacrificio:

Chiesa San Paolo, Konya, Turchia

 cioè la nostra preghiera, l’accoglienza di pellegrini da tutto il mondo, l’animazione spirituale dei pochissimi cristiani presenti e poi, da dieci anni, anche dei profughi cristiani caldei dell’Iraq. Anche là si diffonde la Parola attraverso il calendario “Cinque Pani d’orzo” e opuscoli tradotti in turco, oltre alle omelie settimanali. Inoltre si cerca di dare vita ad un dialogo semplice e informale con persone singole e, occasionalmente, con classi scolastiche o gruppi universitari, tutti musulmani.

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L’arcivescovo Mons. Gottardi ha disposto che don Fiorenzo, dalla parrocchia di Caoria, si riunisse alla Fraternità tre anni dopo l’inizio. E da qui egli ha potuto svolgere il ministero di parroco a Dorsino, e noi abbiamo goduto della sua presenza e preghiera.
In questi trent’anni abbiamo sperimentato e visto la verità della Parola: “Dove due o tre sono riuniti nel mio nome, là Io sono” e anche “Il Padre vostro sa di cosa avete bisogno”.

Nonostante la nostra debolezza molte persone, hanno imparato a pregare e a vivere obbedienti alla Parola.
Una famiglia e poi alcune altre persone si sono unite a noi per vivere la chiamata all’unità e l’abbandono alla Provvidenza del Padre in maniera più dichiarata, pur restando nel proprio ambiente.


L’attuale Arcivescovo, Mons. Luigi Bressan, all’inizio del Duemila, ha ritenuto opportuno dare forma giuridica alla nostra Fraternità come Associazione privata di fedeli, che da allora ha assunto il nome “Fraternità Gesù Risorto”.

Ringraziamo gli Arcivescovi defunti e Mons. Bressan, don Carlo e gli altri sacerdoti vivi e defunti che, con la loro preghiera e presenza, ci hanno sostenuti e incoraggiati. Siamo riconoscenti anche a tutte le persone passate in Casa, per breve o per lungo tempo, che con la loro conversione o perseveranza nella fede e il loro amore ci hanno edificati e aiutati ad essere anche noi perseveranti nella nostra vocazione.

Siamo pure riconoscenti per l’esempio di altre comunità che abbiamo incontrato per condividere l’amore al Signore Gesù.
Un grazie speciale va ai parrocchiani di Tavodo e Andogno, e a qualcuno dei paesi vicini: per alcuni aspetti essi hanno fatto parte della Casa di Preghiera, sorprendendoci e sostenendoci in vari modi nel nostro servizio e ministero, soprattutto nei momenti di sofferenza e malattia.
E tutto, com’è scritto sul libro di S.Ignazio di Loyola raffigurato qui in Chiesa: “A maggior gloria di Dio”.