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OMELIE / Omelie IT

24 apr 2016
24/04/2016 - 5ª Domenica di Pasqua - C

24/04/2016 - 5ª Domenica di Pasqua - C

1ª lettura At 14,21-27 * dal Salmo 144 * 2ª lettura Ap 21,1-5 * Vangelo Gv 13,31-33.34-35


Al termine dell’Apocalisse san Giovanni racconta un’altra delle sue visioni. Noi non possiamo vedere ciò che egli vide, però ascoltiamo con fiducia il suo racconto. Egli vide “un cielo nuovo e una terra nuova”, mentre “il cielo e la terra di prima erano scomparsi e il mare non c’era più”. È una bella notizia, anzi, bellissima. Non c’è più il mare: l’immagine del mare allude a tutto ciò che c’è di pericoloso per l’uomo, il luogo dove l’uomo si trova insicuro, instabile e malfermo, sempre in pericolo. Nemmeno il cielo e la terra sono più quelli di prima. Che cosa possiamo comprendere da queste immagini? Quando Gesù viene accolto sulla terra, quando gli uomini vivono ascoltandolo e seguendolo, tutto è nuovo, diverso. Ora le persone che ubbidiscono a Gesù vivono il comandamento nuovo, si amano gli uni gli altri, fanno sparire l’orgoglio e la superbia, eliminano le invidie e le gelosie, abbandonano l’ira e non conoscono più la vanità, non seguono gli istinti sessuali che li pervertono, non usano menzogna e falsità per ingannarsi reciprocamente. La terra non è più quella di prima. Ma nemmeno il cielo, il luogo delle realtà invisibili. Non hanno più posto nel cielo dei fedeli di Gesù le divinità straniere, la paura del destino e l’ansia della fortuna, i demoni indovini, nemmeno quelli che si possono chiamare per compiere legami d’amore o spezzarli, o per cambiare comunque il cammino dei figli di Dio. Sulla terra nuova e nel cielo nuovo c’è posto solo per l’unico Signore, per Gesù.

Tutto il cambiamento avviene proprio grazie al comandamento nuovo, che rende i discepoli amabili a tutto il mondo, e rende il luogo in cui vivono veramente vivibile e sano. Il comandamento nuovo! È quella sapienza che abbiamo visto vivere e praticare da Gesù in tutte le sue relazioni. Con i suoi genitori Gesù ha vissuto l’amore vero, s’è lasciato amare ed ha amato, sottomettendosi. Ha vissuto questo comandamento nuovo con le persone che lo avvicinavano, donne e uomini malati e sofferenti, assetati di verità e rovinati dal peccato. Così ha trascorso il tempo con i discepoli e con quelli che ha chiamato apostoli: li ascoltava, li istruiva, donava loro dei servizi da compiere, li faceva riposare, li aiutava a pregare, li salvava dalle difficoltà e dalle paure. Egli ha descritto la sua vita con questo ‘comandamento’. Lo chiama nuovo, perché è davvero nuovo. Finora abbiamo sentito soltanto “amerai”, amerai Dio e amerai il prossimo. Ora invece lui ci dice: amatevi gli uni gli altri, cioè accetta l’amore degli altri, fatti umile per riconoscere che hai bisogno anche tu del loro servizio, della loro bontà. Riconosci che Dio si serve degli altri anche per te, abbi stima di quanto fanno i tuoi fratelli per te. Ama anche tu, ma con l’umiltà di chi sa di aver bisogno. Ama, sapendo che non sei superiore a nessuno, nemmeno quando ami chi non ti può restituire nulla. È davvero nuovo questo comandamento, anche perché fa ‘nuova’ la tua vita, quella interiore anzitutto, e quella familiare e quella sociale. Se poi non solo tu, ma tutta una parrocchia vive questo comandamento, allora quel luogo è trasformato, è davvero cielo e terra nuova. Quel mondo è gloria per Gesù, che può presentare al Padre un altro frutto del suo sacrificio.

È il sacrificio di Gesù che ci dona luce e forza per vivere il nuovo comandamento e rendere “nuova” la terra. È il sacrificio di Gesù, al quale noi pure ci gloriamo di partecipare. Infatti, ce lo dice San Paolo, è necessario per i discepoli attraversare “molte tribolazioni” per “entrare nel regno di Dio”. Chi vive con Gesù e di Gesù, chi lo serve, chi lo ama, vive nella gioia interiore, perché gode della pienezza del Signore. Nello stesso tempo però anche lui, come Gesù, porta la croce.

La terra nuova e i cieli nuovi sono i nostri. Essi sono dentro di noi, che viviamo questa apparente contraddizione: lasciamo il mondo alle spalle con tutte le sue menzogne, godiamo pienezza di vita con Gesù, ma dal mondo veniamo oltraggiati e perseguitati, tentati e calunniati, e così abbiamo molto da soffrire. Contraddizione? È quella che Gesù ha previsto e riassunto con queste parole: “Beati voi quando vi insulteranno, vi perseguiteranno e, mentendo, diranno ogni sorta di male contro di voi per causa mia. Rallegratevi ed esultate, perché grande è la vostra ricompensa nei cieli”. Godiamo perciò di essere suoi e perseveriamo senza tentennare. Gesù è sicuro, è pastore e custode delle nostre anime, non abbiamo timore, come dice anche il salmo, nemmeno quando camminiamo per valle oscura. Con Gesù non siamo sul mare pericoloso, ma sempre su terra ferma, su terreno saldo. Egli è la nostra stabilità. Sostenuti e incoraggiati da lui continuiamo ad imparare ad amarci gli uni gli altri: in tal modo gli facciamo far bella figura di fronte a tutto il mondo, che da questo ci riconoscerà e comincerà a conoscere anche lui!

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