ME
NU

Lettera agli amici da Konya - dicembre 2017

Lettera agli amici - dicembre 2017

da KONYA

Cari amici e fratelli,

Verso la fine di giugno, Isabella e Serena, abbiamo vissuto il periodo di ritiro-riposo con la Fraternità. Siamo grati ai Fratelli di S. Valentino, che ci hanno sostituito meravigliosamente, con amore e sapienza, questa volta anche un po’ più a lungo del solito. Aiutati da uno dei giovani africani che si stanno preparando alla Cresima, hanno continuato ad offrire l’incontro di preghiera della domenica. Nonostante siano intervenuti problemi di salute, hanno fatto il controllo del tetto della chiesa, servizio delicato e prezioso. Verso il 20 luglio siamo tornate, Lidia e Serena. Nel periodo estivo, più tranquillo del resto dell’anno, abbiamo continuato a preparare la preghiera della domenica, con l’aiuto prezioso dello stesso giovane, - nessuna di noi due, infatti, sa l’inglese, la lingua più parlata dalla nostra piccola comunità attuale - e, un paio di pomeriggi in settimana, qualche volta anche al sabato, ad aprire la chiesa per chi voleva visitarla. I gruppi erano ancora radi, - contandoli ora, a fine anno, lungo tutto il 2017 sono stati solo una trentina -, ma noi, ugualmente, eravamo sempre indaffarate. “Ma queste due figliole - avrà pensato il Signore - sono sempre di corsa, anche se io ho la delicatezza di non sovraccaricarle di lavoro…!”. Nel prestarci i consueti servizi, mangiando e pregando insieme, nel quarto d’ora di passeggiata silenziosa, al mattino, sulla Collina (qui, appena sopra la chiesa attuale, sorgeva l’antica città di Iconio e, fino a non molto tempo fa, vi si trovava una meravigliosa e grande chiesa; in essa, chissà, nel quarto secolo, tempo dei nostri Monaci Martiri venuti dalla Cappadocia, vi presiedeva il Vescovo cappadoce S. Anfilochio!), ci risuonava nel cuore la parola di Gesù. “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, là io sono in mezzo a loro”.

Nel giardino è arrivata, dono dei tipografi che fin dall’inizio stampano il nostro calendario in turco, una grande pianta, a noi sconosciuta: la chiamano melissa. L’abbiamo messa vicino alla camera e la sera, quando, con la finestra aperta, scrivevamo la cronaca per i fratelli, ci giungeva un profumo così delizioso e forte, mai sentito prima. Quei fiori bianchi poco appariscenti, quasi invisibili durante il giorno, che, nel buio della sera si aprivano spandendo il loro profumo, facevano pensare ai piccoli atti di amore, offerti nel nascondimento solo a Gesù, che diffondono profumo nella Chiesa e nel mondo. E dando l’acqua ai vasi in giardino, stupivamo davanti agli altri fiori teneri e piccini, che si aprivano col sorgere della luce, magari inaspettati, come per dirci che anche quel giorno il Padre ci guardava con amore!

La preghiera del mattino è divenuta più ricca, quest’estate, grazie al dono delle Gocce di Spirito, piccola meditazione quotidiana di don Vigilio sulla Parola del giorno. Ogni settimana abbiamo invitato a pranzo un anziano profugo del Congo, che vive qui solo ed è malato; ci capivamo bene – anche se lui parla francese – e condividevamo con gioia qualcosa della nostra vita, concludendo sempre con una preghiera e un canto. Quando è giunta la notizia del ritorno al Padre del nostro fratello don Fiorenzo, e lui ci ha offerto una preziosa parola di fede. Anche gli altri cristiani, alla preghiera della domenica, hanno pregato di cuore per don Fiorenzo, che ora noi sentiamo più vicino che mai, nella comunione dei Santi.

Per la solennità di Maria Assunta in Cielo abbiamo avuto la celebrazione eucaristica con un gruppo della parrocchia di Ankara; c’era con loro un sacerdote italiano, che trascorre le vacanze in Turchia per rendersi utile alla Chiesa di qui. Un’altra celebrazione l’abbiamo avuta in settembre, grazie a P. Nicola, pronto a offrire alla nostra Comunità il prezioso servizio di sacerdote. In quella occasione ci ha invitato, poi, ad approfittare del suo viaggio in taxi ad Antalya, dove avrebbe fatto visita a un amico sacerdote. Abbiamo così avuto una bella, anche se un po' avventurosa, giornata sulle montagne del Tauro, con l’occasione di pregare S Paolo, che dal porto di Antalya si è imbarcato, e di un tempo tranquillo di amicizia col taxista musulmano. Con l’aiuto di amici, abbiamo potuto rivedere la traduzione e preparare per la stampa l’opuscoletto Maria, di don Vigilio, e fare ordine dove c’era bisogno, in casa e in legnaia. Ci accompagnava, oltre a quella virtuale dei fratelli di Tavodo, la presenza discreta e premurosa del Padre Vescovo Lorenzo, che con regolarità ci telefonava da Izmir.

Con la protezione potente di Gesù Buon Pastore, siamo arrivate a fine settembre, quando è arrivato don Vigilio con Isabella, indispensabile per l’ultimo tratto del nostro servizio annuale. Grazie a don Vigilio abbiamo avuto due belle celebrazioni eucaristiche domenicali; un’altra, poi, è stata l’occasione del mandato per la famigliola irachena che - Provvidenza del Padre celeste! - proprio l’indomani del loro arrivo, partiva per l’Australia: dono tanto atteso e chiesto al Signore! Durante la permanenza qui, don Vigilio, oltre a portare a noi presenza di Spirito Santo, si è dedicato a vari suoi lavori; con la sua presenza ci ha dato pace durante il lavoro di un paio di tecnici che, proprio in quei giorni, abbiamo dovuto chiamare per dei guasti elettrici e del computer. Oltre alla benedizione di cui, nel nome di Gesù, ci fa sempre dono, prima del rientro, ci ha affidato in particolare, con una bella meditazione, la Parola: “Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste… con ringraziamenti”. Partito con Lidia, sempre contenta e generosa nello svolgere qui il suo servizio, Isabella subito, con l’aiuto di una giovane cristiana, venuta per alcuni giorni da Ankara, ha completato la revisione della traduzione in turco del nostro calendario. Ha continuato poi da sola, scegliendo immagini adatte, quindi abbiamo consegnato il lavoro alla tipografia.

In ottobre abbiamo partecipato all’incontro dei religiosi di Turchia, a Istanbul. Erano presenti tutti e tre i Vescovi latini: è stato un bel tempo di preghiera e di comunione, con la presenza di Gesù. Abbiamo approfittato per far visita a un’anziana signora, che ci vuole bene e vive in una casa di riposo, al Piccolo Fratello di Gesù, sacerdote, cui siamo debitrici di tante celebrazione pasquali, e che ora pure si trova in casa di riposo, a un sacerdote che, dopo molti anni di servizio qui, sta per iniziarne un altro in Terra Santa. In questi due ultimi mesi si è fatta più intensa la preparazione dei tre giovani per la S. Cresima: la riceveranno, infatti, verso metà dicembre; per l’occasione verrà da Izmir il Padre Vescovo Lorenzo e saranno presenti anche P. Nicola e P. Jean Marc.

La preghiera della domenica è abbastanza frequentata e partecipata, anche quando dobbiamo accontentarci delle letture con l’omelia scritta di don Vigilio, e dei canti. Spesso arriva qualcuno di nuovo, particolarmente da Paesi africani: la presenza di Gesù Risorto ci dà gioia di comunione e forza per vivere le giornate, talvolta faticose. La presenza iraniana, che nel tempo pasquale ci aveva un po’ impressionato per la sua consistenza, s’è ridotta a un paio di giovani, che ci danno buon esempio di impegno e umiltà, continuando a seguire, via internet, degli insegnamenti che vengono offerti dalla Chiesa cattolica nella loro lingua. Una famigliola iraniana, che per qualche settimana ha partecipato con gioia alla preghiera domenicale, ha dovuta trasferirsi in un’altra città. Una mamma irachena con tre bambini, la cui situazione è particolarmente difficile, vive con gioia qualche momento di preghiera-catechesi, che, con l’aiuto dello Spirito Santo, possiamo offrire. In queste e simili situazioni, godiamo, - e ne ringraziamo anche voi, - di poter dare un piccolo aiuto anche materiale. Non è la soluzione dei problemi, per questi poveri fratelli, ma è un segno dell’amore del Padre, che riscalda un po’ il loro cuore… E spesso vediamo che il Signore stesso interviene ad aiutarli in maniera più seria.

Un paio di volte la nostra chiesa ha ospitato la Comunità Etiopica Ortodossa: buona parte veniva da Istanbul, insieme al suo sacerdote, in piccola parte da Konya.

Stiamo attendendo Gesù, nel Santo Natale: anticiperemo la celebrazione, per poter rientrare a Tavodo e celebrarlo pure là. Cerchiamo di predisporre per la preghiera delle domeniche in cui non saremo a Konya, grate a Gesù che vuole offrirci un tempo di ristoro fisico e spirituale. Siamo certe che “non prende sonno il Custode d’Israele”: egli saprà nutrire il piccolo gregge che ci ha affidato, e che è suo. Anche questa grande città, che ci ospita con simpatia, e che questa prima settimana di dicembre è in festa per il ricordo del Sufi Mevlana che qui ha vissuto, l’affidiamo alla bontà del Padre celeste… pronte a tornare quando egli ce ne darà benedizione.

Isabella e Serena

da Tavodo