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Lettera agli amici da Konya - dicembre 2016

Lettera agli amici - dicembre 2016

da KONYA


Cari amici e fratelli,

sappiamo che avete pensato molto a noi, visto che la Turchia in questi mesi è stata spesso al centro di fatti di cronaca: fatti purtroppo causa di grandi sofferenze. Insieme preghiamo per un futuro di pace per questo grande popolo.

In maggio vi avevamo lasciati, Isabella e Serena, con la bella notizia che una famiglia irachena con tre ragazzi, che da tre anni erano qui in attesa, potevano finalmente partire per la California: infatti a metà giugno è arrivato il giorno di salutarci. Quel giorno li abbiamo invitati a pranzo: in tutti c’era un misto di gioia e tristezza (soprattutto nei ragazzini che lasciavano ancora una volta i loro amichetti), di timore e di speranza soprattutto per i genitori nell’andare incontro a una nuova vita. Da allora ci siamo sentiti e visti più volte on-line e, cantando insieme qualche canto religioso, non manca ancora qualche loro lacrima di nostalgia; queste però vengono asciugate dalla possibilità di una vita normale, soprattutto per i figli.

Come al solito per la solennità di San Vigilio, patrono della nostra diocesi, siamo ritornate anche noi a Tavodo per continuare poi con i quindici giorni di ritiro comunitario, tempo di riflessione, relax e ricarica.

Proprio pochi giorni prima del nostro rientro (di Isabella e Lidia) a Konya, dove come di consueto ci stavano sostituendo i fratelli di San Valentino, il 15 luglio è successo il cosiddetto tentativo di golpe. La situazione era, ed è, chiaramente difficile e delicata, ma ringraziando il Signore, non abbiamo avuto difficoltà particolari. Il primo mese dopo quell’evento è stato un tempo di preghiera più intensa: con la nostra adorazione rivolta a Gesù, presente nel tabernacolo di casa inserito nel muro di sostegno della strada che ci circonda, pregavamo per il bene delle centinaia di manifestanti che ogni giorno vi sfilavano (la costruzione della casa adopera il muro della strada!).

Naturalmente di pellegrinaggi neanche l’ombra, o meglio, neanche uno al mese.

In compenso, essendo più libere da questo servizio, abbiamo avuto la possibilità di partecipare a qualche incontro ecclesiale. Per esempio per la prima volta in 22 anni abbiamo potuto essere al santuario della Casa di Maria ad Efeso per l’Assunta. È stata l’occasione per invitare a partecipare anche alcuni nostri profughi. Questi ci sono stati molto riconoscenti perché, oltre a un’occasione di incontro con altri cristiani, è stato anche un poter dimenticare per qualche giorno la loro situazione precaria e di infinita attesa. Per chi non poteva partecipare avevamo celebrato qui l’Assunzione di Maria qualche giorno prima, grazie alla venuta da Ankara di p. Jean-Marc, il nostro “parroco mensile”.

Oltre a lui, continuiamo a godere della generosità di p. Nikolaus da Istanbul, che pure quasi tutti i mesi è stato disponibile a venire per donarci la celebrazione eucaristica.

Nelle domeniche in cui non c’è la Messa continuiamo a riunire il piccolo gregge per mettere comunque al centro del Giorno del Signore Gesù risorto e la sua Parola. Più di metà della comunità dei 20-30 fedeli sono africani, quindi non manca mai la gioia di cantare per Lui anche con i tamburi!

Fra questi un paio di studenti continuano con molta serietà la preparazione alla Cresima, curata mensilmente da p.Jean-Marc. Con loro noi ci incontriamo settimanalmente per pregare e leggere qualche catechesi del Papa o di altri.

Questi giovani avevano espresso il desiderio di partecipare alla Giornata Mondiale delle Gioventù a Cracovia e, grazie alla fiducia che il vescovo ha dato loro, si è realizzato. E non è stato invano, infatti hanno vissuto molto intensamente nella fede questo evento e ne hanno attinto tanta gioia, forza e decisione. Tutte cose necessarie per i prossimi 3-4 anni di permanenza qui a Konya.

È bello vedere come sono anche disponibili ad aiutarci in qualche lavoro pratico. Fra questi la pulizia in ottobre del piccolo cimitero cristiano, quest’anno un po’ trascurato dagli addetti comunali: un lavoro che da sole non saremmo state in grado di fare.

Negli orari di apertura della chiesa al pubblico, è continuato il servizio degli addetti di pubblica sicurezza. I visitatori sono aumentati in settembre con l’inizio della scuola. Ringraziamo lo Spirito Santo per i tanti colloqui in cui ci ha dato luce, parole, e soprattutto amore per rispondere a tante domande, a volte assetate di risposte, a volte troppo piene di altre certezze.

A fine settembre per quasi 15 giorni è stato con noi d. Vigilio, arrivato con Serena e un amico. Sono stati giorni con diversi incontri sia con qualche conoscente, sia con i nostri fedeli. Alla messa domenicale ha donato pure l’Unzione degli infermi, che molti avevano richiesto. Con la sua presenza è stata più ricca anche una catechesi con i giovani.

Il 9/10 insieme siamo andati a Izmir per partecipare alla celebrazione nelle rovine della Basilica di Efeso dove nel 431 si è svolto il concilio che ha proclamato Maria ‘Theotokos’, ‘Madre di Dio’, e così incontrare personalmente il nostro Padre Vescovo e anche altre comunità. Da lì d. Vigilio e Lidia sono rientrati a Tavodo.

Vogliamo ringraziare il Padre per la buona salute che ha donato a Lidia nei quasi tre mesi che è stata qui; l’anno scorso invece, a causa di infezione agli occhi, era stata molto tribolata sia lei che Serena. Prima di partire ci ha riempito il freezer di cibi già pronti e così ha usato il suo carisma per lasciarci più libere per la preparazione del calendario e di un nuovo opuscolo in turco (La preghiera sacerdotale di Gesù).

Ancora in ottobre ci è stato possibile partecipare all’incontro dei religiosi a Istanbul. Anche in questa occasione il Padre ha guidato tutto magnificamente. Infatti senza che lo avessimo previsto abbiamo potuto partecipare al Patriarcato greco alla Liturgia di ringraziamento per il 25’ anniversario dell’elezione patriarcale di Bartolomeo. È stato possibile salutarlo personalmente e così portargli gli auguri anche del nostro vescovo di Trento. Nominandogli l’intercessione dei Martiri Anauniensi per il suo ministero, subito ha risposto con gioia: “Sì, abbiamo anche qui le loro reliquie!”. In quei due giorni abbiamo vissuto un bel clima di fraternità con le Piccole Sorelle di Gesù che ci hanno ospitato, e goduto di diversi altri incontri.

Rinforzate da questa esperienza siamo ritornate a Konya per completare e poi dare alla stampa calendario e opuscoletto, che ai primi di dicembre spediremo alle varie parrocchie.

Concludiamo con una novità: da qualche mese possiamo offrire la meditazione settimanale (omelia) anche in arabo. La utilizziamo noi qui, la inviamo a un paio di parrocchie dove ci sono cristiani-profughi siriani e iracheni, ed è disponibile pure in internet sul nostro sito. Naturalmente non la traduciamo noi… Abbiamo chiesto alla giovane irachena cui in primavera avevamo proposto di dare lezione di inglese ai ragazzi che poi sono partiti: così è un aiuto sia per chi legge sia per chi scrive!

Carissimi, vi salutiamo con riconoscenza pregando insieme: “Vieni, Signore Gesù! Gel, Rab İsa!”

Isabella e Serena

da Tavodo