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OMELIE / Omelie IT

21 apr 2019
21/04/2019 Domenica di Pasqua - C

21/04/2019 Domenica di Pasqua - C

1ª lettura At 10,34.37-43 * dal Salmo 117 * 2ª lettura Col 3,1-4 * Vangelo Gv 20,1-9 (Vesp. Lc 24,13-35)

 

La risurrezione di Gesù dai morti sta al centro della nostra fede, è inizio della nostra speranza, è fonte e garanzia della nostra carità. Non ci meravigliamo quindi che la Parola di Dio oggi ci venga offerta in abbondanza, tanto da metterci nell’imbarazzo della scelta. (Nel commento terrò presenti le letture citate sopra al di fuori delle parentesi).

La destra del Signore ha fatto meraviglie! Così il salmo parla a proposito della pietra scartata da chi aveva responsabilità nella costruzione, ma messa al centro dell’edificio da Dio stesso. Noi sappiamo che quella pietra è Gesù. Egli è stato davvero scartato, buttato tra le immondizie: e lo è ancora, spesso da coloro che si ritengono importanti nel mondo. Ed è Dio stesso che continua a metterlo al centro di ogni vero edificio duraturo, lo offre come “cuore” e “vita” e “luce” ad ogni persona e ad ogni istituzione che diventi benemerita nell’umanità. Dio rende Gesù, benché crocifisso, fonte di comunione, di gioia, di pace e di serenità, per persone e per gruppi, per famiglie e per popoli interi!

Dio ha risuscitato Gesù dai morti! Questa non è un’idea, per quanto bella, ma un fatto avvenuto il terzo giorno e testimoniato da molti, da donne che si sono spaventate e da uomini supermeravigliati! Questi hanno fatto fatica a credere, anzi non volevano credere. Gesù ha dovuto apparire, non solo, ma anche mangiare con loro e in loro presenza, farsi toccare, farsi udire. Le difficoltà di questi discepoli, apostoli compresi, sono per noi un’ulteriore garanzia della verità del fatto. Gesù è risorto davvero! Se quei discepoli, così ostinati a non credere, hanno creduto, è segno che hanno avuto delle prove molto convincenti! Ora io posso perciò dire: «Mi fido della loro incredulità, e credo»!

Gesù è davvero risorto! Se Gesù è risorto, la mia vita non può più essere come prima. Questo me lo ricorda San Paolo. Dato che Gesù è risorto, i miei pensieri sono rivolti alla sua gloria, sono attenti “alle cose di lassù”. La dimensione finale della vita orienta tutto il resto. Ora vivo sapendo con certezza che il mio posto è presso Dio insieme a Gesù, e perciò vivo in modo da arrivarvi, vivo proteso a quel momento. “La vostra vita è ormai nascosta con Cristo in Dio”! Tutto faccio e tutto decido in base a quanto Gesù ha detto e fatto. Quanto dicono e pensano gli uomini, quanto io stesso ho pensato fino ad ora, non è più importante. Ora vivo come nascosto: non mi interessa apparire, far bella figura in questo mondo, avere riconoscimenti, perché ciò che realizza la mia vita è la Parola di Gesù e il suo amore! Egli, come dice San Pietro nella prima lettura, “è il giudice dei vivi e dei morti”, e perciò pongo ogni attenzione alle sue parole, ai suoi desideri, a quanto egli ha manifestato durante la sua vita.

Questa è conseguenza del credere che Gesù è vivo. Per questo, forse, credere riesce difficile! Il credere influisce sulla vita, la rende diversa dalle attese che normalmente gli altri hanno da noi. Mentre tutti sono oppressi dalla tristezza e dalla paura, chi crede in Gesù risorto è sereno e forte, capace persino di gioire. Mentre tutti sono occupati e preoccupati per le cose terrene, salute e benessere, successo e progresso economico, il credente è capace di pensare a realtà spirituali, a crescere e far crescere nella capacità di amare, dimenticandosi di sé.

Il brano evangelico ci descrive le prime reazioni che i discepoli hanno quando scoprono che il sepolcro di Gesù è vuoto. Maria Maddalena attribuisce il fatto a ignoti profanatori. Simon Pietro e “l’altro discepolo” corrono, e rimangono di stucco al vedere l’interno del sepolcro e la posizione delle bende rimaste al loro posto, a testimonianza che non è avvenuto nessun trafugamento. Essi iniziano a credere che sia in atto un disegno particolare da parte di Dio. Quando riusciranno a mettere questo fatto in relazione alle Scritture, allora la fede sarà chiara e sicura, forte e luminosa! Allora essi crederanno alle parole che Gesù aveva ripetuto più volte in diverse circostanze.

Noi ereditiamo la loro fede, e ne godiamo con semplicità. Il canto dell’alleluia, canto tipico di questo giorno, ci aiuterà reciprocamente a rendere più salda la nostra fede, qualunque cosa essa comporti, a non mescolarla a quella esitazione che ha accompagnato per molti giorni la fede dei discepoli stessi.

Poveramente, ma con tutto il cuore, anch’io oggi ti dico: Gesù è risorto, è veramente risorto!

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