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OMELIE / Omelie IT

25 mar 2018
25/03/2018   Domenica delle Palme - B

25/03/2018   Domenica delle Palme - B

Mc 11,1-10

1ª lettura Is 50,4-7 * dal Salmo 21 * 2ª lettura Fil 2,6-11 * Vangelo Mc 14,1- 15,47

 

Questa domenica ci introduce alla settimana più significativa per noi cristiani, la settimana Santa, che si conclude col solenne Triduo Pasquale! In essa cerchiamo di vivere quasi ora per ora a fianco di Gesù, dentro il suo cuore, perché siamo e vogliamo essere membra vive del suo Corpo! Iniziamo perciò la celebrazione di oggi col rivivere la gioia che, dopo il lungo pellegrinaggio, egli e i suoi ebbero entrando in Gerusalemme.

Era sempre gioia immensa arrivare in vista della Città Santa e salire le strade e le gradinate che immettevano nella grande spianata del Tempio. Gesù ha voluto vivere questo momento proprio come lo descrivevano i profeti. Il profeta Zaccaria parla di un re mite che viene cavalcando un puledro d’asina! Gesù manda due discepoli a prendere proprio un puledro mai cavalcato, e quindi adatto per un uso sacro! Egli vi sale sopra solennemente, come un re, e i discepoli, come si usava per i condottieri vittoriosi, stendono mantelli e agitano rami d’albero! Essi poi gridano la frase del salmo: Benedetto colui che viene… Riconoscono Gesù come il Messia, che entra nella sua città e nel tempio destinato alla sua gloria!

Oggi anche noi prendiamo in mano il ramo d’ulivo o di palma e lo alziamo cantando il nostro Osanna! Siamo anche noi tra quei discepoli che camminano gioiosi sulla strada del monte degli ulivi, scendono alla valle del Cedron e risalgono per entrare nel tempio. Oggi diamo anche noi gioia a Gesù! Ed egli rallegra noi! Quando diamo testimonianza al Signore cresce la gioia del cuore e la forza della vita!

Oggi abbiamo bisogno di gioia e di forza per iniziare il cammino che Gesù sta percorrendo e che si concluderà sul Calvario. Le letture della Messa, dopo il canto dell’Osanna, ci fanno entrare nel mistero della sofferenza cui Gesù va incontro. La sua sofferenza è proprio un mistero, cioè fa parte della volontà d’amore del Dio della vita, amante dell’uomo!

Ecco che Isaia ci presenta il Servo di Jahwè attento alla volontà di Dio, certo della sua assistenza nelle sofferenze procurate dagli uomini, cui è consegnato, quegli uomini sfiduciati che egli vuole consolare e aiutare con la sua parola. Il Salmo poi continua la descrizione delle sofferenze e manifesta ancora la confidenza di Gesù verso il Padre e la sua volontà di raggiungere tutti con la parola della buona notizia!

San Paolo, nel brano della lettera ai Filippesi, ci aiuta a contemplare Gesù come il servo obbediente, umile tanto da riconsegnare la propria dignità regale e divina! Dio però non è insensibile a quest’amore del Figlio, e lo esalta, gli dà un nome tanto grande da meritargli l’adorazione di tutte le creature e la lode di ogni lingua! In questo modo l’apostolo interpreta i fatti della passione e della risurrezione e ci aiuta quindi a osservarli con lo sguardo di Dio!

La lettura della passione secondo Marco inizia con il gesto d’amore gratuito di una donna, che rompe il vaso d’alabastro per versarne l’unguento sul capo di Gesù. La discussione che ne nasce manifesta la continua contraddizione in cui vive la Chiesa. È essa, la Chiesa, rappresentata da quella donna! Essa viene osteggiata e contraddetta proprio quando ama il suo Signore in modo diretto e bello, quando “perde” tempo per lui, quando adopera energie per annunciare la sua Parola, quando si ferma a lodarlo e ascoltarlo!

Io voglio far parte di questa Chiesa, voglio dare tutto il mio amore a Gesù. Sono certo che i poveri non se ne lamenteranno, anzi! Sono proprio i poveri ad essere contenti di vedere me e la Chiesa, impegnati ad amare Gesù! Questo è l’unico amore che dà forza di seguire il Signore nell’orto e sul Calvario. Nemmeno a farlo apposta solo le donne erano ai piedi della croce!

Continuando a leggere il racconto evangelico lasceremo che nasca e cresca in noi l’amore per Gesù, l’amore che non ha avuto Simone di Cirene, costretto a portare la croce. Lasceremo crescere in noi anche la fede, quella che ha fatto dire al centurione. “Veramente quest’uomo era Figlio di Dio!”

In tutta la settimana rimarremo avvolti da questa fede e da quest’amore!

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