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OMELIE / Omelie IT

01 nov 2016
01/11/2015 - Tutti i Santi

01/11/2015 - Tutti i Santi

1ª lettura Ap 7,2-4.9-14 * dal Salmo 23 * 2ª lettura 1Gv 3,1-3 * Vangelo Mt 5,1-12


La celebrazione di oggi è un bel dono di Dio! È la festa di famiglia, come dire che ci guardiamo in faccia tutti noi battezzati per accorgerci della luce e della bellezza del Padre che risplende sui nostri volti. Ogni volta infatti che abbiamo cercato di ubbidire a Gesù, ogni volta che gli abbiamo dato retta, ogni volta che abbiamo fatto qualche fatica per seguirlo, lo Spirito Santo ci ha trasfigurati, ci ha resi testimoni della gloria di Dio. Di solito, quando ci incontriamo, diamo molto peso ai nostri difetti, che ci impediscono di godere gli uni degli altri. Se poi ci soffermiamo a notare e ricordare i peccati, riusciamo persino a girarci dall’altra parte. Oggi no: oggi guardandoci, incontrandoci, salutandoci, fissiamo l’attenzione su ciò che il Signore ha operato in ciascuno di noi. Egli già col Battesimo si è innestato nella nostra anima e ha accolto noi, nonostante tutto, perché ci intrufoliamo nella santissima Trinità dell’amore divino. Oggi è festa!

Tra di noi c’è chi maggiormente di altri illumina, con la sua obbedienza a Dio, le strade del mondo. I pastori della Chiesa ci fanno notare alcuni di essi e ci invitano a chiamarli beati o santi. Il loro modo di seguire e servire Gesù, il loro modo di essere nella Chiesa, di spendersi per la salvezza del mondo, è veramente esemplare e bello. È un modo che certamente ha dato e dà gioia a Dio prima che a noi, che ci accorgiamo sempre in ritardo. Infatti proprio noi riusciamo anche a far soffrire coloro che ci aiutano a essere cristiani: ci possono aiutare con l’esempio, ma anche con esortazioni, talora con rimproveri. Vedete quanto siamo riusciti a far soffrire purtroppo Madre Teresa di Calcutta o Giovanni Paolo II° oppure Padre Pio o Paolina Visintainer, tanto per citarne alcuni degli ultimi. Se leggete la vita dei santi, tutti hanno avuto da sopportare anzitutto i loro fratelli, hanno dovuto soffrire incomprensioni all’interno della Chiesa stessa. E non ci fa meraviglia inoltre che il mondo stesso, sempre beneficato dalla loro vita, li abbia rifiutati, accusati, psicologicamente o fisicamente malmenati. Il mondo non conosce né Gesù né il Padre. E perciò nemmeno i suoi figli! Dobbiamo riconoscere che per davvero la nostra strada è la strada della croce. Gesù ce l’ha detto in più occasioni. Noi lo seguiamo, ed egli porta sempre la croce davanti a noi. Per questo oggi ci ripete il suo primo insegnamento, le beatitudini.

Beati, dice il Signore! Ci fermiamo su questa parola, quella che Gesù ha ripetuto più volte. Essa si riferisce a persone che nella vita realizzano la sua imitazione anche con grande fatica. La nostra attenzione però non dev’essere rivolta alla fatica o alla sofferenza, ma alla gioia e pienezza di vita che riceviamo e godiamo. Scegliere la povertà o sopportare l’afflizione è faticoso, però dà gioia grande, che non si può immaginare. Così pure tenersi nella mitezza e umiltà, sopportare le derisioni che riceve chi compie la volontà di Dio, conservare la purezza del cuore e vivere la misericordia, sono tutti atteggiamenti faticosi, ma la loro ricompensa è meravigliosa. La luce sul volto la vedi a persone che perseverano in questi atteggiamenti, non ad altri. E, nonostante tutto, si rallegrano veramente coloro che subiscono ingiustizie e persecuzioni per amore di Gesù. È lui la vita. È lui! San Giovanni ci testimonia che la gioia di chi ama Gesù e lo segue, continua nell’eternità senza interruzione. Essi non smettono di cantare e danzare davanti all’Agnello e davanti al trono di Dio.

Oggi è la festa della Chiesa, di tutta la Chiesa, quella dei secoli passati e quella del secolo presente! I Santi, con la S maiuscola, sono nostri fratelli e nostre sorelle, e noi godiamo della loro gloria, cioè di vedere nella loro vita la bellezza dell’amore di Dio. Sostenuti dalla loro obbedienza e dalla loro carità continuiamo il nostro cammino. Lo continuiamo cercando di vedere le piccole e grandi obbedienze al Signore dei nostri fratelli cui diamo la mano durante l’Eucaristia, e di goderne. Ci sosteniamo a vicenda nell’obbedire a Gesù e nel dar gioia al Padre nostro, che è nei cieli sì, ma ci tiene per mano qui sulla terra. Per questo siamo santi anche noi, benché con la s minuscola. Ci sopportiamo nei difetti e peccati, ma anche ci incoraggiamo a vicenda con piccoli esempi quotidiani di fede e di quella carità che ci permette di sorridere e anche di cantare la nostra speranza.

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