ME
NU

OMELIE / Omelie IT

01 gen 2013
01/01/2013 - Maria Ss.ma, Madre di Dio - C

01/01/2013 - Maria Ss.ma, Madre di Dio - C

1ª lettura Nm 6,22-27 * dal Salmo 66 * 2ª lettura Gal 4,4-7 * Vangelo Lc 2,16-21

Gli uomini cominciano a pronunciare il nome “Gesù”. Quel nome viene da Dio, ma sono gli uomini ad attribuirlo a quel Bambino, che oggi comincia a soffrire. Egli viene circonciso, per segnare nella sua carne più intima la sua appartenenza al popolo d’Israele. Portare un nome gli costa già dolore. E così anche lui non si distingue da nessun altro: comincia il suo cammino nel mondo come tutti quei pastori che vengono a vederlo e che con il loro racconto stupiscono Giuseppe e Maria. Maria aggiunge anche queste cose a tutte quelle che già albergano nel suo cuore, e le muove interiormente, le confronta, le percepisce come segni dell’amore e della misericordia e della fedeltà di Dio. Esse riempiono il suo silenzio, anzi, trasformano il suo silenzio in forza di benedizione per tutti.
Maria! È lei la madre di quel piccolo che comincia ad essere al centro dell’attenzione di molti. Ella non si sente importante, ma sa d’esserlo, perché si vede serva di Dio, strumento per realizzare la sua volontà, annunciata da molte antiche profezie. E la volontà di Dio, quella più bella, è che tutte le famiglie della terra siano benedette. Già ad Abramo era stata rivolta questa promessa: oggi si realizza. La benedizione di Dio ha continuato ad essere attesa, desiderata, e anche profeticamente donata da Aronne e dai suoi figli, i sacerdoti. Il nome di Gesù non era ancora conosciuto quando il sacerdote alzava le mani sul popolo per invocare su di esso lo splendore di Dio. Quello splendore del volto di Dio, desiderato e atteso, ora è qui che distribuisce gioia a tutti coloro che lo avvicinano. È il bambino di Maria la benedizione per tutti i popoli. Quando essi lo accoglieranno, egli sarà per loro la fonte della vera pace, farà loro sperimentare la comunione profonda e la fiducia reciproca. Essi diverranno capaci di amare e di ricevere l’amore dei fratelli. I popoli benedetti dalla presenza di Gesù diverranno a loro volta benedizione e fonte di gioia.
Oggi, guardando Maria, ci viene spontaneo pensare a tutti gli uomini del mondo, perché lei, essendo la Madre di Dio, guarda con amore materno anche tutte le creature di Dio. E una madre vuole che tra i propri figli regni sempre armonia e aiuto reciproco. Anche per questo la festa della Maternità divina di Maria ben si accompagna con la celebrazione della giornata della pace. Dalla madre viene la vita, e dalla pace pure scaturisce vita: la Madre e la benedizione per i figli, la pace appunto, riempiono le nostre menti e i nostri cuori nel primo giorno dell’anno. Tutto l’anno vivremo sotto lo sguardo materno di Maria e tutto l’anno coltiveremo il desiderio della pace. Tutto l’anno, invocando il nome di Gesù con lo stesso amore con cui lo pronunciava Maria, saremo portatori di pace.
La presenza quotidiana di Maria nella nostra vita ci aiuterà a sentirci figli di Dio e a comportarci da figli, imparando da Gesù. Di Dio siamo figli: San Paolo ci dice che ne abbiamo già la prova sicura dal fatto che siamo capaci di chiamarlo con quella confidenza, tipica del bambino, che dice semplicemente “papà”. Dicendo così, il bambino dice tutto: dice il grazie, dice il suo piccolo amore, manifesta il desiderio, esclama lo stupore, esprime l’attesa d’essere preso in braccio. Noi ci rivolgiamo con questa espressione a Dio: segno che tra noi e lui si è già stabilito un rapporto intenso, filiale, capace pure di farci considerare fratelli tutti gli altri uomini. In tutto questo la Madre ha il suo ruolo importante e silenzioso. La sua presenza favorisce in noi il nascere e il crescere della confidenza con Dio, perché lei è la Madre dell’unico Figlio di Dio, cui noi ci siamo uniti. Allora anche la nostra presenza nel mondo, nel nostro piccolo mondo, sarà una benedizione di Dio.

Documenti allegati