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OMELIE / Omelie IT

28 giu 2020
28/06/2020 - 13ª domenica del T. O.  - anno A

28/06/2020 - 13ª domenica del T. O.  - anno A

1ª lettura 2Re 4,8-11.14-16° dal Salmo 88/89 2ª lettura Romani 6,3-4.8-11 Vangelo Matteo 10,37-42

 

La Parola di Dio ci parla oggi di ricompensa. Dio non si limita a chiedere la nostra obbedienza, perché il suo cuore è tenero e sensibile, è il cuore di un padre amoroso. Egli ama ricompensare, premiare, incoraggiare, rendere felici i suoi figli. Sia Eliseo che Gesù parlano di questo, ma anche San Paolo ci fa ripensare e gustare il nostro battesimo come un passo verso la gloria di quel Dio che ricompensa la fatica che facciamo ad unirci a Gesù che soffre e muore. Noi partecipiamo alla sua morte morendo al peccato, rinunciando cioè a tutto ciò che darebbe piacere al nostro corpo e alle nostre passioni, ma ci allontanerebbe dall’amore del Padre. Morire a noi stessi, si dice spesso con un’espressione molto usata dai santi. Il battesimo è accogliere di essere come morti a se stessi, così da vivere una vita diversa, una vita che trae la sua origine in Dio, quel Dio però che è Padre! E questa vita come occupazione ha il fare la Parola di Dio, e come unica meta ancora raggiungere Dio, e, ripeto, quel Dio che conosciamo come nostro padre. Vivremo con lui, dice San Paolo. Riceveremo come ricompensa la grazia della piena comunione con Gesù, il Figlio unigenito.

Il profeta Eliseo ci ha preparati a conoscere Dio come persona capace di contraccambiare. La generosità della donna che, per amore di Dio, ospitava il profeta, preparando per lui una stanza in cui riposare nei suoi viaggi, deve essere ricompensata! Per lei Eliseo impegna la riconoscenza di Dio, e le ottiene di avere un figlio, tanto desiderato, che ella ormai non sperava più di ottenere, un figlio che dà nuovo significato e nuovo valore alla sua esistenza di donna: il figlio la abilita ad amare e le fa percepire di essere amata dal Dio della vita.

E Gesù continua a parlarci della ricompensa del Padre a tutti quelli che amano lui in quanto Figlio di Dio! Ci sono vari modi di amarlo e di dimostrare amore per lui. Egli non è più visibile, e perciò nessuno lo può incontrare sulle strade del mondo, ma tutti possono incontrare e beneficare qualcuno dei suoi discepoli. Compi un gesto d’amore per un discepolo del Signore? Egli stesso si saprà amato da te e ti darà ricompensa! Gli offri anche solo un bicchier d’acqua? Ricevi la ricompensa di tutto il bene che il discepolo compie ubbidendo al suo Signore!

Gesù è davvero il Figlio di Dio, perciò va messo al di sopra di tutto e di tutti. È il Figlio di Dio, e perciò deve essere il centro di attrazione di ogni nostra attenzione e il centro da cui parte ogni nostra decisione e azione. Ami qualcun altro più di lui? Ciò significherebbe che ritieni ci sia qualcuno più grande o più amabile di Dio. La donna di Sunem ci è di esempio: ella ha messo a disposizione del profeta la sua casa, e, tenendo conto della sua esigenza di raccoglimento, era sempre pronta a servirlo con gioia. Così dovrà fare il cristiano verso il Signore Gesù.

Quando si dice che “è meglio ubbidire a Dio piuttosto che agli uomini” si dice che anche per il nostro amore c’è un ordine da seguire, una gerarchia per i nostri atti di bontà. Oggi ci viene detto che Gesù, il Figlio di Dio, è da preferire a chiunque altro. La nostra vita si perfeziona amando lui, e perciò anche il nostro amore per genitori e figli, per fratelli e amici si perfeziona quando amiamo Gesù più di tutti, quando lo preferiamo a chiunque altro. È Dio stesso che ci comanda di amare il padre e la madre, i figli e tutte le altre persone. Ogni amore verso gli uomini però va subordinato all’amore verso Dio. Se tu mi ami perché io sono amabile, o perché tu vuoi essere buono verso di me, io sento questo tuo amore come qualcosa che mi condiziona. Se tu invece mi ami per amore di Gesù, e a causa di lui sei anche pronto a disapprovare qualche mia voglia o qualche mio comportamento o iniziativa, io sento il tuo amore più vero, libero, un amore che mi lascia libero dalla tua persona e dalla tua presenza.

L’amore di Gesù costa, perché egli porta la croce. Amare Gesù costa, perché il rifiuto che ha circondato lui circonderà anche noi. Amare Gesù però è vita, vita vera, che soddisfa subito ogni aspirazione umana! E per di più chi ama Gesù può attendere una ricompensa eterna!

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